INTERVISTA:
Domanda 1
La televisione, in passato, ha tolto spazio ai giornali. Lei crede che Internet potrà
togliere spazio alle televisioni?
Risposta
Io credo che Internet sia più compatibile con i giornali e con la parola scritta, perché
è un mezzo amico della parola scritta, è decisamente più in competizione con la
televisione che è un mezzo che si fonda sull'immagine. Del resto, le statistiche dicono
che gli utenti di Internet sottraggono il tempo che usano per Internet, fondamentalmente,
alla televisione.
Domanda 2
Voi state già utilizzando delle notizie prese da Internet nelle vostre redazioni senza
considerare, poi, il progetto di La Repubblica.it?
Risposta
Sicuramente, e per due ragioni: la prima è che su Internet c'è una mole di informazione
molto vasta su temi e settori che normalmente non sono serviti da altre fonti di
informazione; mi riferisco alle agenzie, alle televisioni. La seconda ragione è che
Internet è stata usata in molti casi -penso al Chiapas, per esempio, o alla Cina-, come
uno strumento di comunicazione alternativo, attraverso il quale parlavano gruppi esclusi
dai mezzi di comunicazione tradizionale, quindi erano fonti di informazione utili.
Domanda 3
In questo caso come fate a controllare la veridicità della fonte?
Risposta
Anzitutto è possibile controllare l'esistenza della fonte, nel senso del numero
telefonico, per cui si può interloquire con la fonte, chiamarla, parlarci, consultarla.
Naturalmente questo comporta una nuova professionalità e una estrema attenzione perché,
come si è visto anche di recente, nel campo delle sette religiose, Internet è un
territorio infido da questo punto di vista.
Domanda 4
A Suo avviso Internet potrà aiutare il giornalista a creare servizi più originali visto
che spesso si critica la stampa e i telegiornali perché sono molto simili fra loro?
Risposta
Decisamente sì. L'esperienza del sito Internet de La Repubblica in Italia, La
Repubblica.it, è proprio questa: la selezione dei temi e delle notizie è
estremamente diversa da quella tradizionale del giornale e delle televisioni perché,
attualmente, il pubblico di Internet, che è un pubblico molto selezionato, per il
momento, e anche molto sofisticato, da un certo punto di vista, richiede temi diversi.
Domanda 5
La Push Technology è un tipo di tecnologia che, in qualche modo, potrà cambiare il ruolo
dei direttori dei giornali. Come pensa che cambierà questo ruolo?
Risposta
Io dubito che con lo sviluppo di queste tecnologie di informazione, di questi nuovi media,
possa cambiare in maniera così radicale il meccanismo della mediazione giornalistica. In
effetti, cosa fa il direttore di un giornale e per lui la struttura giornalistica che da
lui dipende? Seleziona, nella mole di informazione, ciò che ritiene vero, corretto ed
interessante per il lettore. E' un lavoro che, comunque, qualsiasi sia la tecnologia su
cui avviene, qualcuno dovrà continuarlo a farlo.
Domanda 6
Lei crede che esista veramente il problema di eccesso di informazione?
Risposta
Francamente, in un paese in cui ci sono otto milioni di analfabeti e in un mondo in cui ci
sono vaste aree che sono escluse dai meccanismi di informazione, dai canali di
informazione, questo rischio non lo vedo. L'aumento dell'informazione può aumentare la
possibilità di scelta dell'utente, piuttosto che disamorarlo all'informazione. Non ne
sono convinto.
Domanda 7
Con Repubblica.it voi state aperti in Internet facendo una sperimentazione.
Continuerete a pubblicare il giornale online, e avete progetti particolari per il futuro?
Risposta
Decisamente sì, nel senso che la sperimentazione, per i primi mesi, è stata un vero e
proprio successo: abbiamo raggiunto delle punte hit, di contatti, che non ci saremmo
aspettati. Quello che credo che noi dovremo sviluppare molto sia il servizio all'utente e
anche la possibilità di "trading": di essere mezzo per mettere in contatto con
altri che possano fornire i servizi che l'utente richiede. Quindi, a mio avviso, le
possibilità di sviluppo sono molto ampie.
Domanda 8
Non crede che il giornale online possa anche offrire all'utente una maggiore
interattività con il giornalista?
Risposta
Abbiamo l'esperienza di un nostro importante giornalista, Vittorio Zucconi, editorialista,
inviato, il quale ha cominciato a scrivere su Repubblica punto it, sulla versione
informatica di La Repubblica, e ne è stato assolutamente entusiasta, esattamente per
questa ragione: lui ritiene che, per la prima volta nella sua carriera giornalistica, vede
in faccia i lettori a cui si rivolge, perché questi gli scrivono, gli rispondono, lo
contestano, discutono con lui. Si ha una forma di interattività vera che con il giornale
e con la televisione non c'è.
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