INTERVISTA:
Domanda 1
Lei afferma che i computer non vengono utilizzati nel modo giusto nelle scuole. Come
potranno essere utilizzati nel modo corretto?
Risposta
Le scuole sono delle istituzioni molto conservative, e noi abbiamo il dovere di
riconsiderare l'intera struttura del sistema scolastico. L'idea di dividere i bambini in
classi: prima classe, seconda classe, terza classe, è ridicola. In nessun altro luogo,
nella vita, dividiamo la gente a seconda dell'età. Lo facciamo a scuola perché eravamo
abituati a trasmettere la conoscenza fornendola un po' alla volta. Se ne riceveva un poco
a otto anni, un poco a nove anni. Oggigiorno la gente assimila la conoscenza a tutte le
età, quando ne ha bisogno; in questa prospettiva l'idea delle classi è ridicola.
Dobbiamo ripensare la scuola: il modo di trasmissione della conoscenza, oggi, è
ottocentesca! Il novanta per cento di quello che viene insegnato oggi a scuola non
dovrebbe essere insegnato, perché non è più rilevante.
Domanda 2
Quali sono, dunque, i campi che Lei considera più importanti per i bambini?
Risposta
La cosa più importante è: non insegnare per niente. La natura della scuola consiste
nell'insegnare ai bambini a ricevere dal maestro, mentre questi ultimi dovrebbero
apprendere da soli la conoscenza. Penso che la cosa più importante da insegnare ai
bambini è l'essere degli scolari indipendenti, responsabili del proprio apprendimento.
Per quanto riguarda le materie, credo che quella che richiede la maggiore riforma sia la
matematica, non perché sia la più importante, ma perché arreca i maggiori danni. Il
modo con cui insegniamo la matematica dà alla gente una conoscenza inutile, e arreca un
notevole danno psicologico, perché molte persone credono di essere stupide, limitate.
Penso, quindi, che dovrebbe essere tutto buttato fuori e che dovremmo ripensare a quello
che vogliamo insegnare ai bambini.
Domanda 3
La matematica, dunque, dovrebbe essere insegnata in un modo più pratico?
Risposta
Dovremmo insegnare una matematica diversa. La matematica che insegniamo a scuola è
completamente inutile, mentre essa costituisce un modo di pensiero attivo. E' quindi
inutile cambiare solo il modo di insegnare la stessa materia. Dobbiamo creare, viceversa,
un nuovo contesto. Penso, per esempio, che i bambini possano apprendere un modo per
realizzare dei meravigliosi progetti con i computer, come costruire dei robot, o fare
dell'arte computerizzata con la realizzazione di spettacoli multimediali. Per fare questo
hanno bisogno di un'importante matematica: la matematica che una volta era impossibile
insegnare, ma che ora i bambini possono apprendere. Ciò ha un senso solo cambiando
l'intera struttura di quello che pensiamo.
Domanda 4
Cosa pensa che un computer possa offrire ad un bambino di diverso da un libro?
Risposta
Noi non pensiamo che il computer dia qualcosa al ragazzino. Per fare un'analogia, se si
vuole imparare la musica, è bene suonare uno strumento. Cosa può dare un pianoforte a
qualcuno, che non gli può dare un libro? E' la stessa risposta. Il pianoforte consente di
fare qualcosa con la musica, di renderla propria, di esprimere se stessi. Nel libro si
può leggere sulla musica, ma non è la stessa cosa. Con la conoscenza matematica, il
computer è come il pianoforte. Consente di suonare la conoscenza; il libro ce la può
solo dare.
Domanda 5
Alcuni anni fa Lei ha inventato LOGO, un programma di computer per bambini delle scuole
elementari. Ci può spiegare che cos'è?
Risposta
LOGO era motivato dall'idea di affidare il computer ai bambini, perché quando guardo e
vedo come vengono utilizzati i computer, è il bambino ad essere affidato al computer. Il
computer dice al bambino cosa fare. Fa una domanda e dice "giusto" o "
sbagliato". Questo non è il modo di utilizzarlo. Il modo di procedere è mettere il
bambino in condizioni di controllare il computer. LOGO è uno strumento che consente ai
bambini di utilizzare il computer per fare qualsiasi cosa vogliano fare: della musica,
dell'arte, dei giochi, delle ricerche storiche. E' un modo per dare ai bambini, e anche a
chiunque altro, agli adulti come ai bambini, il controllo del computer.
Domanda 6
Sta studiando dei nuovi programmi più avanzati per i bambini dopo LOGO?
Risposta
Non proprio dopo LOGO; LOGO è cresciuto, così come i computer sono diventati più
potenti, e insieme al fatto che sappiamo svolgere più operazioni con il computer che
siano interessanti per i bambini, LOGO si è espanso. Non è un sistema finito, ma,
viceversa, si avvicina ad una filosofia, ad un modo di pensare al modo in cui delegare il
controllo nelle mani del bambino. Così, le forme moderne di LOGO hanno un aspetto molto
diverso dalle forme precedenti. Sfortunatamente, penso che in Italia siano conosciute solo
le forme più vecchie.
Domanda 7
Pensa che l'Italia sia realmente in ritardo in questo nuovo studio? E, forse, negli Stati
Uniti la presenza dei computer nelle scuole è sicuramente maggiore.
Risposta
Penso che il mondo intero sia in ritardo. Abbiamo più computer nelle scuole e, allo
stesso tempo, il loro utilizzo è peggiore. Dovrei aggiungere che, Negli Stati Uniti,
vengono svolte cose entusiasmanti, anche; ma credo, tuttavia, che l'utilizzo medio dei
computer stia scendendo, non salendo, perché con i computer più interessanti la gente
riesce molto facilmente a far fare ai bambini cose superficiali.
Domanda 8
Lei ha anche affermato che i bambini dovrebbero avere la possibilità di costruire nuovi
mondi e di farli lavorare con il computer. In un'intervista Lei ha sostenuto che i bambini
devono avere la possibilità di costruire nuovi mondi e di farli funzionare. Perché?
Risposta
Analizziamo questa cosa con un piccolo esempio. Il più facile da descrivere è un
progetto che abbiamo realizzato con molti bambini, in cui questi ultimi realizzano i
propri videogiochi. Non è importante fare un videogioco, ma per i bambini il videogioco
fa parte della cultura in cui vivono, loro pensano che sia importante, ed è importante
per le loro vite. Dunque, il primo cambiamento che arriva quando un bambino può fare un
proprio videogioco è che i bambini passano dall'essere consumatori ed essere produttori.
Questo è un primo cambiamento nell'approccio e nella mentalità. L'errore della
televisione, dei media, persino della scuola, sta nell'offrire la conoscenza viene ai
bambini; in questa prospettiva i bambini consumano, non producono. Il bambino, viceversa,
può, ora, realmente realizzare un videogioco, uno veramente bello; e questo è un
cambiamento già di per sé un cambiamento importante. Ma facendo questo videogioco, parti
realmente importanti della conoscenza entrano nel gioco, e così il bambino è molto
motivato ad apprendere bene. Che cosa? Prima di tutto la programmazione: il bambino
apprende a programmare il computer per fare il gioco. Abbiamo dei bambini di nove, dieci
anni che imparano a programmare ad un livello che normalmente non ci si aspetta neanche da
studenti di scuole medie o addirittura da studenti universitari. Poi, nel realizzare
questi giochi, devono svolgere molte operazioni. Uno dei miei esempi preferiti è cosa un
bambino possa pensare a proposito del salto. Immaginiamo di fare una gara. Si vuole far
correre una piccola figura e poi farla saltare. Ora: cos'è un salto? Se si salta
personalmente, non si deve pensare a cosa sia un salto. Ma se si vuole che sia il computer
a farlo, può essere necessario pensare: "Ebbene, cos'è un salto? Si va su, si
passa, e giù così. Non ha l'aspetto di un buon salto. Cos'è un buon salto? E' più
simile a questo? Cosa significa esattamente, questa forma?" In questo modo il bambino
entra nella matematica per capire la forma di un salto, di un percorso, di quello che un
matematico chiamerebbe una traiettoria. E poi, da questo, entra nella fisica per capire
come funziona il salto in relazione alla gravità. Questo bambino entra, dunque, in quello
che sembra essere una conoscenza molto avanzata della matematica, della fisica, e di molte
altre cose, nella programmazione. Il fatto che il bambino cerchi di far funzionare questo
gioco fornisce una situazione diversa per l'apprendimento, una diversa motivazione. Il
bambino è realmente motivato perché è insita, nel gioco, la possibilità di esplorare.
E' un modo diverso di apprendimento rispetto al sedere in una classe, dove il maestro dice
questo e quello, e si scrive e si memorizza. E' un modo molto più efficiente di
apprendere.
Domanda 9
Dunque Lei è a favore di una vera rivoluzione del sistema scolastico presente?
Risposta
Vorrei fare una ratifica di ciò che ha detto: non sono io a volere il cambiamento, ma
succederà perché ci sono i computer. La gente che sta dibattendo se ci debba essere
realmente una rivoluzione nelle scuole, sta perdendo il proprio tempo e quello di tutti
gli altri. Dicono che è troppo costoso fare grossi cambiamenti ora, ma, in realtà,
stanno sprecando i soldi, perché tutto quello che spendono in questo momento verrà
buttato via; tra dieci o vent'anni nulla che somigli anche vagamente alla scuola come la
conosciamo continuerà ad esistere. I computer saranno ovunque e i bambini li avranno,
apprenderanno in modi diversi. La nostra scelta, quindi, non consiste nell'essere
favorevoli o contrari, ma di essere disposti ad accettare che la rivoluzione sta già
succedendo e che succederà in futuro. Ora dovremmo sforzarci affinché ciò succeda in un
modo ordinato e pianificato, non dovremmo aspettare finché ne verremo sopraffatti. Questo
è il campo delle scelte. Quindi, non sono favorevole a nulla, eccetto che a riconoscere
la via che stiamo prendendo ed essere sensibili alla sua preparazione.
Domanda 10
Per questa ragione, in alcuni paesi poveri le tecnologie non arriveranno, e si
verificherà un divario tra i paesi che utilizzeranno la tecnologia e quelli che ne
saranno sprovvisti.
Risposta
Sfortunatamente questo sarà vero. Non penso che sia una questione di povero o ricco.
Penso che, spesso, i paesi più ricchi siano i più conservativi quando si tratta di
attuare dei grossi cambiamenti. Ho passato molto tempo nei cosiddetti paesi in via di
sviluppo, ed ho verificato che quando si va in un paese in via di sviluppo, la gente è
molto più aperta alle nuove idee. Nei paesi sviluppati si pensa di sapere tutto: siamo
già sviluppati, siamo lì; di conseguenza non sono molto disponibili ai cambiamenti. Nei
paesi in via di sviluppo, la consapevolezza di essere un paese in via di sviluppo
significa riconoscere il proprio bisogno di cambiare, e si cerca di fare qualcosa di
nuovo. Quello che Lei ha detto è vero: quelli che non colgono la sfida di rielaborare il
proprio sistema di istruzione per adattarlo al mondo del futuro, rimarranno indietro. E'
una questione di costi? Non credo. Penso realmente che sia una questione di priorità, di
volontà politica, di capacità decisionale. In Italia potreste dare ad ogni bambino un
computer, ed aumentereste i costi dell'istruzione forse soltanto del cinque per cento.
Perfino nei paesi poveri si possono portare i computer. Io sto lavorando molto e faccio
parte di una nuova fondazione chiamata "To Be One" (Essere Uno), che cerca,
molto attivamente, di introdurre computer e progetti pilota nei paesi dove c'è il minor
numero di computer. Vogliamo portarli lì in modo che i bambini vi abbiano accesso.
Domanda 11
Lei ha parlato di videogiochi, ma alcuni genitori sono un po' spaventati dai videogiochi,
perché dicono che essi possano essere pericolosi, così come dicono, a volte, che la
televisione può essere pericolosa. Condivide questo timore?
Risposta
Certamente, tutte le cose possono essere pericolose. I libri possono essere pericolosi,
perché possono contenere pornografia, propaganda fascista; ma nessuno dice: "Non
dovremmo avere i libri". Le automobili sono pericolose: Molti bambini vengono uccisi
dalle automobili. Noi non diciamo: "Rinunciamo alle automobili". Diciamo:
"Pensiamo a come utilizzarle, e siamo prudenti con esse". Penso che la stessa
cosa abbia valore qui come con i computer, i giochi, qualsiasi cosa. In particolare, con i
videogiochi, penso veramente che molto del contenuto dei videogiochi di successo sia molto
cattivo. Non mi piace tutta questa violenza, ma quello che penso sia più grave è che il
videogioco sia piuttosto simile alla scuola nel rendere il bambino passivo. Il gioco
imposta l'agenda di quello che si deve fare. Penso, viceversa, che fare il proprio
videogioco sia una cosa molto positiva, e capovolge la situazione, in modo che il bambino
possa trarre vantaggi dal fare il gioco, in modo che il desiderio di giocare il gioco
diventi una motivazione per qualcosa di realmente positivo, e un nuovo e più profondo
modo di apprendere per i bambini.
Domanda 12
In Italia, alcuni parlano di rendere effettivo un regolamento per difendere i bambini dal
rischio delle tecnologie, per avere delle regole da seguire. Navigare in Internet può
costituire un pericolo, per bambini e ragazzi, nell'avvicinarsi a contenuti come la
pornografia, o la violenza.
Risposta
Prima di tutto, non credo che funzionerà, e la gente perde il proprio tempo a pensare ad
una soluzione del genere. La vera soluzione si trova nel dare fiducia ai bambini. Dobbiamo
discutere di queste cose con i nostri bambini. Se vediamo che non riescono a parlare di
quello che vedono, c'è qualcosa di sbagliato nel nostro rapporto con i bambini. Credo che
sia più importante per le famiglie pensare perché ci sia un problema, piuttosto che
pensare a delle soluzioni tecnologiche. La soluzione sta nella natura della famiglia e
nella relazione con la gente. Conosco molti bambini; i miei nipotini passano molto tempo
con i computer e non penso che facciano nulla di male. Occasionalmente si imbattono in
qualcosa che non va bene e ne parlano. Dicono: "Abbiamo visto una cosa buffa".
Ne discutono. Penso non ci sia del male. Però, certi genitori non sanno che cosa fanno i
propri bambini, e molti bambini non si fidano dei genitori, oppure, addirittura, alcuni
bambini pensano che quando i genitori dicono: "Non fare questo", si tratti di
una buona cosa da farsi. Se questo è il proprio rapporto con i bambini, si deve essere
coscienti di avere un grave problema, e si deve cercare di risolverlo. E allora,
naturalmente, questi bambini vogliono spiare delle cose e non dire ai genitori quello che
hanno visto, e le cose vanno di male in peggio. In questi casi la tecnologia aggrava un
problema che esisteva già. Non crea il problema. Ma penso che contenga la possibilità di
soluzione. Lavorare con i bambini, con i computer, offre ai genitori e ai bambini
l'opportunità di sviluppare progetti più collaborativi, di apprendere insieme, di
condividere qualcosa di molto ricco, in cui i bambini sono, in effetti, molto bravi ad
apprendere e possono insegnare ai genitori. Penso che attraverso queste tecnologie abbiamo
molta più opportunità di migliorare la vita dei bambini e la relazione tra i bambini e i
genitori, piuttosto che il contrario. Ma i genitori devono comprendere che devono passare
del tempo, devono imparare ad usare il computer, e devono essere disposti ad avere una
mente più aperta su quello che i bambini debbano apprendere e di quello che non debbano
apprendere, e di come l'apprendimento debba funzionare. Il computer rende solo visibile un
problema che c'era già nell'attitudine dei genitori.
Domanda 13
Che tipo di abilità saranno necessarie per gli insegnanti del futuro?
Risposta
Penso che in passato l'insegnante sia stato messo nella posizione di fornire la
conoscenza, di essere una sorta di enciclopedia umana che fornisce semplicemente la
conoscenza, e questa funzione non è peculiare all'essere umano. Questo può essere svolto
da processori di informazioni. L'insegnante è anche stato messo nel ruolo di poliziotto,
di dover disciplinare i bambini, forzarli ad apprendere quando non vogliono. Alcune delle
vecchie funzioni dell'insegnante scompaiono, perché l'insegnante dovrebbe essere una
persona comprensiva, che consiglia, e, soprattutto, uno che apprende. Forse la cosa più
strana a proposito della scuola è che noi tutti diciamo che i bambini dovrebbero imparare
a studiare. Ma se si vuole studiare qualcosa, il migliore modo di impararlo è di vedere
qualche esperto che lo fa. I bambini vedono gli insegnanti studiare? Mai. Perché gli
insegnanti non studiano, insegnano. La cosa più importante che potrebbe fare un
insegnante è essere un buon scolaro, imparare nuove cose insieme ai bambini e dare un
buon esempio di apprendimento. L'essere realmente uno scolaro esperto dovrebbe costituire
uno dei requisiti di un insegnante, insieme ad essere una persona calda, meravigliosa e
comprensiva. Non è cosa da poco. E' interessante che in tutte le lingue di cui ho
sentito, ci sono delle parole per l'arte di essere un buon maestro, come pedagogia o
teoria didattica, e strani linguaggi. Qual è la parola per l'arte di essere un buon
scolaro? Non penso che ci sia una parola in italiano, inglese, francese o russo. E perché
è così? Perché fino ad adesso noi pensiamo al maestro come la persona attiva. Lo
scolaro deve solo fare quello che dice il maestro. Dobbiamo ribaltare questa situazione.
Se lo scolaro diventa la persona attiva, dobbiamo avere degli esperti dell'apprendimento:
è questa l'abilità più importante di un maestro. E' l'abilità più importante anche
per il bambino, perché il bambino sta entrando in un mondo dove la conoscenza sta
cambiando così velocemente, che la maggior parte della gente farà dei lavori che non
erano neanche stati inventati quando sono nati i bambini. Quindi, non va bene insegnare ai
bambini quando sono piccoli quello di cui avranno bisogno per il resto della vita, eccetto
una cosa: come apprendere nuove cose quando se ne ha bisogno. Quindi, la semplice risposta
alla sua domanda è: il maestro deve diventare colui che apprende. Uno dei grandi problemi
per le scuole, il perché le scuole siano dei cattivi posti per imparare, il perché sono
dei cattivi posti per i bambini per apprendere, è che sono dei cattivi posti per i
maestri per imparare.
Domanda 14
Non pensa che sia una specie di utopia? Forse gli insegnanti non vogliono apprendere più.
Risposta
Mi avete domandato quale abilità dovrebbero imparare gli insegnanti? Se ci sono degli
insegnanti che non vogliono studiare, non so che cosa farci. Forse, la soluzione sarebbe
quella di trovare degli altri insegnanti. Ma penso che a tutta la gente piaccia imparare.
E penso che la ragione per cui gli insegnanti adottino un approccio talmente rigido è
perché sono forzati a farlo. Non è colpa dell'insegnante, è colpa del sistema
scolastico. Alcuni maestri sono forse pigri. La mia esperienza è che la maggior parte
degli insegnanti, se si dà loro una possibilità di imparare cose entusiasmanti, vogliono
realmente sapere e condividono questo apprendimento con i bambini. Gli piace veramente
farlo.
Domanda 15
Con le nuove tecnologie e con Internet c'è una grande quantità di informazioni. Forse
troppa informazione. Come si può aiutare i bambini a selezionare le informazioni?
Risposta
Penso che ci siano due aspetti del computer, per quello che i computer possono offrire, in
più, ai bambini. Se non si pone l'enfasi su ambedue gli aspetti, si è superficiali.
Quando ho parlato del videogioco, ho parlato dei bambini che fanno qualcosa, che
costruiscono qualcosa con il computer. Il computer é come la creta, da cui è possibile
costruire una scultura. E' materiale per costruire. Questo aspetto del computer è
essenziale. Penso che questo sia il nocciolo di quello che possa offrire. Tuttavia, se si
fanno cose come il gioco, per sapere come fare il salto, o qualsiasi altra cosa, è
necessario avere accesso alla conoscenza e all'informazione. Ma se le informazioni che si
cercano servono ad un certo proposito, è una vera necessità, non si viene sommersi da
esse. Si cercano le informazioni di cui si ha bisogno, si prendono e si utilizzano.
Fortunatamente il computer può offrire ai bambini modi di arrivare alle informazioni che
necessitano per eseguire progetti importanti, profondi e difficili. Ma se si cercano
informazioni per un proposito specifico, non si ottengono troppe informazioni.
Naturalmente, c'è qualcosa come "troppe informazioni" se si nuota soltanto nel
mare di informazioni. Penso che la gente che ha questa immagine di Internet, dove si può
andare e prendere qua e là e ricevere tante informazioni per qualsiasi cosa... questo è
totalmente sbagliato. E' anche peggio della vecchia attitudine di imbottire i bambini con
le informazioni che sono nel programma didattico. Le informazioni sono solo importanti
quando si fa qualcosa con esse. Questa idea del computer come macchina di informazioni è,
penso, un'idea molto superficiale e pericolosa. Non si tratta, primariamente, di una
macchina di informazioni. E' anche questo, ma più di tutto è una macchina per eseguire
dei progetti. E' uno strumento per fare delle cose e per essere più efficaci, per fare
cose più complesse di quanto fosse possibile prima.
Domanda 16
Ma in Internet si perde un po' di tempo a trovare le informazioni. Su un libro è più
semplice.
Risposta
Non penso che sia vero. Trovo che se ho bisogno di sapere qualcosa, novantanove volte su
cento riesco ad ottenerla da Internet molto più velocemente di quanto riuscissi ad
ottenerla dai libri. Non so quali libri Lei legga. Deve andare in una libreria per avere
un libro. Siamo soltanto agli inizi dell'utilizzo delle banche dati e conoscenza digitale
quale fonte di informazioni utilizzabili. Dobbiamo svolgere molto lavoro per rendere il
processo di ricerca più efficace. Uno dei progetti di ricerca che stiamo realizzando al
MIT si chiama "Constructopedia". L'idea è lo stesso tipo di conoscenza che si
può trovare in un'enciclopedia, fatta eccezione che è indicizzata. Vi si può accedere
attraverso i propri utilizzi, piuttosto che attraverso gli altri aspetti. E' presa da un
punto di vista di giochi. Se si consulta l'Enciclopedia Britannica, o qualsiasi altra
enciclopedia, e si cerca "salto", si trova prima di tutto, forse, una storia dei
giochi olimpici, poi si troverebbe qualcosa su come saltano certi animali. Non si
troveranno molto facilmente le informazioni necessarie per costruire un salto. Ora, nella
"Constructopedia" ci sarebbe la stessa informazione, ma sarebbe ordinata in modo
che, prima di tutto, si possano ottenere più facilmente le informazioni su come
utilizzare il salto in un gioco, o come misurare il salto di un animale, o il proprio
salto. Si potrebbero voler utilizzare dei computer e i sensi per potenziare le proprie
attività, e, in questo modo, si è in grado di ottenere quel tipo di informazioni in modo
più diretto. E' un'enorme mole di lavoro, noi siamo solo agli inizi, e molte altre
persone lavoreranno a questi progetti. Dunque, credo che con il tempo, l'accesso ad
informazioni aggiunte, tramite mezzi digitali, diventerà sempre più facile.
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