INTERVISTA:
Domanda1
Qual è il percorso della Chiesa Cattolica dalla comunicazione diretta del Cristo fino
alla comunicazione elettronica dei CD ROM e di Internet?
Risposta
Gesù è stato un grande maestro della comunicazione. Era un maestro perché sapeva fare
comunicazione e sapeva anche teorizzarla, spiegare come si comunica e spiegare ai suoi
discepoli che si comunica alle masse attraverso le parabole. Gesù spiega che alle masse
si può parlare soltanto con dei racconti, con delle immagini perché soltanto questi
entrano nell'immaginario collettivo. La Chiesa nei suoi momenti più alti ha sempre
cercato di fare questo, anche chiedendo ai più grandi artisti della storia di inventare
delle parabole, delle immagini, di dipingere secondo le varie tecniche dei diversi momenti
storici in modo da poter parlare alle masse. Non tutti i tempi della storia della Chiesa
sono stati così felici e non sempre la Chiesa è riuscita a sposare i maggiori strumenti
di comunicazione di massa e a mettere il suo messaggio dentro a questi strumenti. Oggi, in
questo secolo, la Chiesa ha ripreso in mano questo problema e sta cercando, sempre di
più, soprattutto verso la fine di questo millennio, di riproporre delle parabole
mediatiche. In questo senso anche Internet, anche i CD ROM non sono soltanto degli
strumenti per veicolare informazioni ma anche per offrire suggestioni, per offrire storie,
per offrire provocazioni, poiché sappiamo, come dice Gesù, che lì passa la vera
comunicazione.
Domanda 2
Cosa cambia adesso nella comunicazione?
Risposta
Adesso cambia che la Chiesa, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, capisce che i mass
media non sono più collaterali all'annuncio del messaggio cristiano ma sono centrali.
Giovanni Paolo II dice che il mondo dei mass media è il principale aeropago, la
principale piazza.
Domanda 3
Alcuni teorici della comunicazione sostengono, come McLuhan per esempio, che il mezzo è
il messaggio, che in qualche maniera il messaggio si conforma al mezzo sul quale viaggia.
Quindi, oltre che la maniera di comunicare, cambia anche il contenuto della comunicazione
attraverso i mezzi elettronici?
Risposta
Certo, il contenuto della comunicazione cambia in funzione dei media. Credo che in questo
senso McLuhan abbia fatto lezione anche al Concilio Vaticano II che è stato influenzato
dalla lezione di McLuhan nel momento in cui ha dedicato il suo primo documento ai mezzi di
comunicazione di massa. La Chiesa sta riflettendo, soprattutto in questi ultimi decenni,
sul rapporto tra il messaggio e lo strumento che si usa, e certamente anche questi cambi
veloci di strumenti che avvengono ci testimoniano come cambino anche i contenuti che si
possono veicolare. Certamente la radio può veicolare alcune cose ma la televisione
veicola il messaggio in modo diverso e Internet lo veicola in modo ancora diverso.
Dovremmo cercare sempre più di capire qual è la natura del mezzo, direbbe la morale
tradizionale, in modo da usare il mezzo, non contro natura ma secondo la sua natura,
questo offrirebbe un messaggio naturale.
Domanda 4
Il cambiamento di contenuti vuol dire anche il cambiamento profondo di messaggio
religioso?
Risposta
No, vuol dire rispettare il messaggio cristiano soprattutto, che è un messaggio
incarnato, che è un messaggio che dice che in principio sta la parola, che in principio
sta il mezzo di comunicazione, si potrebbe dire. Dice anche che in principio la parola era
vicina a Dio, che la parola era Dio. E allora il messaggio cristiano, in senso profondo,
ha da sempre riflettuto come lo strumento di comunicazione, la parola, è qualcosa di
estremamente vicino a Dio, anzi è il contenuto stesso, è Dio stesso. Imparare a fare
questo non è tanto una novità mass mediale ma è cercare di andare al cuore del
messaggio cristiano più profondo.
Domanda 5
C'è una grande parte della Chiesa, quella che viene chiamata la Chiesa dei poveri, che si
rivolge evidentemente a delle zone dove la tecnologia non arriva. Usare Internet per la
comunicazione della la Chiesa, i CD ROM, insomma i nuovi media, può far correre il
rischio di tagliare fuori questa Chiesa dei poveri?
Risposta
Si può correre il rischio di tagliare fuori la Chiesa dei poveri. La Chiesa dei poveri
però soffre soprattutto, attualmente, di un problema di squilibrio tra la scarsità dei
mezzi e alcuni mezzi che comunque arrivano e che travolgono le culture depresse perché
comunque sulla capanna trovi la parabola satellitare, comunque dentro le favelas trovi la
televisione. Allora tutto questo crea degli scompensi di comunicazione che possono creare
una nuova colonizzazione culturale, una nuova colonizzazione dei poveri. Come utilizzare
questi mezzi a favore dei poveri è un'altra delle grandi sfide che la Chiesa si ritrova
davanti. Pensiamo all'America Latina, ma anche all'Africa.
Domanda 6
Come può essere risolta questa sfida?
Risposta
Può essere risolta con le vere parabole, come direbbe Gesù. Bisognerebbe riuscire a
creare, attraverso i mezzi di comunicazione, delle parabole positive, delle parabole che
parlino anche alle masse del popolo escluse dalle nuove tecnologie e non accontentarsi
delle parabole negative che la televisione comunque riversa sulla gente continuamente. Che
in Burkina Faso vedano migliaia di puntate dello sceneggiato televisivo Capitol per me è
un grosso problema, però sono stato in Brasile la settimana scorsa e lì mi domandavano
del CD ROM del Papa, e di quale effetto possa avere anche per loro la diffusione di questo
CD ROM e ho constatato che in Brasile ha avuto già un effetto positivo.
Domanda 7
Qual è la grande capacità comunicativa di Giovanni Paolo II, qual è la sua grande
forza?
Risposta
Secondo me Giovanni Paolo II è l'uomo del gesto, è l'uomo che riesce a mettere tutto se
stesso dentro alla comunicazione, al di là delle parole che dice. Lui si fa parola
attraverso l'uso delle mani, l'uso del corpo, la capacità di guardare, la capacità di
inginocchiarsi, la capacità di usare tutto il proprio corpo. In un libro di Desmond
Morris dedicato al gesto e all'uso del corpo Giovanni Paolo II viene citato in fotografia
ben cinque volte, più di tutti gli altri uomini della terra, per dimostrare come si usa
tutto quanto il corpo per la comunicazione, fino alla voce o alle pause della voce, che
sono parte della gestualità. E il Papa deve aver studiato questo tipo di comunicazione
che usa in maniera naturale, perché è riuscito a farla diventare normale dentro di sé,
e in questo modo si offre naturalmente anche alla telecamera. Non ha paura, a differenza
di molti altri di noi, di molti altri ecclesiastici, della telecamera perché lui ha come
introiettato dentro di sé il modo naturale di comunicare con tutto il corpo. Sa che la
telecamera non guarda quello che dici ma guarda a come lo dici, e sa evidentemente
comunicare, attraverso il gesto, al di là delle parole che dice.
Domanda 8
Siamo alle soglie del primo Giubileo multimediale. Qual è la strategia di comunicazione
in un evento evidentemente anche mediatico come quello del Giubileo, qual è il progetto
della Chiesa a livello di comunicazione?
Risposta
A livello di comunicazione la Chiesa vuole comunicare l'invito alla conversione, un invito
antico. Come si fa a comunicarlo a livello mediatico? Quando noi parliamo di mezzi di
comunicazione pensiamo subito ad una strumentalizzazione, pensiamo ad una vendita di
prodotti che possono essere immessi sul mercato. Questo evidentemente è un pericolo, è
un dramma a cui il Giubileo potrebbe andare incontro se tutto quanto venisse ridotto alla
vendita di video, CD ROM, programmi televisivi. La sfida si vince se questi strumenti
invitano alla conversione. La sfida si vincerà se noi riusciamo ad usare gli strumenti
secondo natura, cioè secondo la loro natura di parabole da proporre agli uomini del
nostro tempo, parabole capaci di incidere nell'immaginario collettivo del nostro tempo e
portarlo a conversione.
Domanda 9
In quale maniera Internet sta cambiando in generale la comunicazione e della Chiesa?
Risposta
Internet credo stia cambiando la comunicazione nel mondo e sia molto importante per la
Chiesa perché la Chiesa è già una Rete, è un network già esistente. Questo network in
passato ha fatto fatica a disvelarsi attraverso gli strumenti della radio e della
televisione perché comunque sono strumenti che hanno un punto di partenza che va verso
tanti altri punti di partenza. Internet invece, più naturalmente, entra in quelle grandi
maglie di cui è fatta la Chiesa Cattolica per arrivare nel mondo intero. Di Internet si
sono appropriate le parrocchie, i gruppi, le associazioni. Internet è diventato, più
velocemente della televisione, uno strumento congeniale alla struttura della Chiesa
Cattolica.
Domanda 10
Attraverso Internet e attraverso le tecnologie in generale il messaggio cristiano
tradizionale non corre il rischio di essere deformato? Non corre forse il rischio di
venire recepito in maniera diversa, di essere volgarizzato, di essere in qualche maniera
messo in un tutt'uno disomogeneo come la Rete?
Risposta
La Rete può confondere, la Rete può portare tanti messaggi tra i quali una persona fa
fatica a navigare, tanti messaggi in cui si fa fatica ad orientarsi. Bisogna però
accettare questa sfida. O si rifiuta questo mondo, si rifiutano questi sistemi di
comunicazione, o si cerca di entrare in questi strumenti di comunicazione e fare ordine,
ritrovare un nuovo senso dentro al caos. Internet ci riporta quasi allo stato primordiale,
allo stato del caos primordiale, dentro al quale Dio ha creato il senso, ha creato
l'ordine. La Bibbia non dice che prima non c'era nulla e poi è diventato qualcosa, dice
che prima c'era il caos e Dio ha saputo dare ordine. Credo che Internet riproponga proprio
questi problemi e sfidi tutti noi, a cominciare dai religiosi, a verificare come da un
caos si possa organizzare un ordine. È il problema del primo versetto della Bibbia.
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