Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Antonio Maccanico

Roma, 30-04-1997

"La legge sulle comunicazioni in Italia"

SOMMARIO:

  • La riforma delle telecomunicazioni in Italia dovrà attuarsi secondo due principi fondamentali: la convergenza dei diversi settori e la liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni (1).
  • Presto l'Italia sarà in linea con le direttive comunitarie sulle telecomunicazioni (2) (3).
  • Molte delle aziende saranno privatizzate, come la STET, mentre per la Rai si dovrà attendere una revisione della struttura giuridica che regoli l'ingresso dei privati (4).
  • La liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni non deve schiacciare i colossi italiani che devono restare competitivi sul mercato globale (5) (6).
  • Il ministero delle Poste e Telecomunicazioni sarà molto attivo nell'introduzione della multimedialità nelle scuole italiane (7).
  • Per cominciare si dovranno seguire i lavori di realizzazione delle reti civiche (8).
  • La liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni non rappresenta un pericolo di colonizzazione nord-americana in Europa ma una grande occasione di sviluppo dei colossi europei e di incremento occupazionale (9).
  • Le tariffe telefoniche per chi si collega ad Internet in Italia dovranno subire un abbassamento che possa rappresentare un incentivo per tutti a conoscere la rete (10).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Quali sono i criteri che hanno ispirato la legge delle comunicazioni in Italia?

Risposta
Noi abbiamo preparato una legge di riforma del sistema delle telecomunicazioni e del sistema televisivo. I criteri di fondo sono ispirati a fatti, a fenomeni di tecnologia moderna, innanzi tutto quello della convergenza tra i vari settori: i settori dell'informatica, quello delle telecomunicazioni, quelli della multimedialità e della televisione. E, quindi, abbiamo intanto predisposto una autorità che abbia competenza sia in materia di telecomunicazioni, sia in materia di televisione. L'autorità è divisa in due settori: uno per le strutture, ed un altro per i servizi. Naturalmente l'ispirazione di fondo è da una parte la liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni, come ci viene detto anche dalla Comunità Europea, dall'Unione Europea; e, in secondo luogo, quella di garantire il pluralismo, come ci insegna, per quanto riguarda il sistema televisivo, la Corte Costituzionale. Questi direi che sono i principi fondamentali del nuovo assetto televisivo: concorrenza, liberalizzazione e pluralismo televisivo.

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Domanda 2
In questo settore qual è lo stato di attuazione delle direttive comunitarie?

Risposta
Noi abbiamo trovato una situazione piuttosto arretrata in materia di direttive comunitarie. Sono riuscito, attraverso un provvedimento di fine d'anno, a recepire tre importanti direttive comunitarie in materia di telecomunicazioni. Queste tre direttive sono state recepite per via regolamentare, con un regolamento che adesso è all'esame dei due rami del parlamento, e che quindi, una volta ottenuto il parere del Consiglio di Stato, sarà adottato dal Consiglio dei Ministri. Un terzo regolamento importante, detto il "96 due", sulla telefonia mobile, è stato proprio recepito dal Consiglio dei Ministri con un decreto legge; il regolamento che io ho già preparato già comprende le norme che riguardano questo decreto legge. Possiamo dire che entro breve tempo il nostro paese sarà in linea con il recepimento delle direttive comunitarie in questo campo.

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Domanda 3
La possibilità di emettere regolamenti rende tutto il percorso più rapido rispetto al passato?

Risposta
Certo. Una volta che siano stati recepiti tutti i regolamenti, come abbiamo fatto, e una volta approvata la legge di sistema, avremo guadagnato molto tempo rispetto al passato; non solo, ma avremo creato una situazione interamente nuova, aperta alla concorrenza per quanto riguarda le telecomunicazioni. Non dimentichiamo che dal prossimo primo gennaio 1998 sarà liberalizzata anche la telefonia fissa, quindi non avremo solo la telefonia mobile ma anche la telefonia fissa e poi tutti potranno fare tutto. Ci sarà anche la cosiddetta convergenza, nel nostro paese, tra le telecomunicazioni, la televisione e l'informatica. Di conseguenza, avremo una struttura normativa che consentirà anche nel nostro paese di porsi in linea con quelli più avanzati in questo campo.

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Domanda 4
Per quanto riguarda la privatizzazione di queste aziende, crede che saranno vendute in toto ai privati, oppure i privati rileveranno delle quote di queste aziende?

Risposta
Un soggetto importante è, per quanto riguarda la telecomunicazione, la STET, la quale, nel programma del governo, deve essere privatizzata entro quest'anno. Quindi la STET sarà privatizzata. Gli altri soggetti sono privati. Certo, ci sarà il problema della R.A.I. per quanto riguarda il sistema televisivo, ma anche per la R.A.I. è previsto l'ingresso dei privati. Essa avrà una nuova struttura giuridica, cioè sarà una holding composta da varie società operative. Bisognerà vedere se i privati entreranno nella holding o nelle varie società operative che saranno controllate dalla R.A.I. Ma questa, rimane una questione aperta che si discuterà.

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Domanda 5
Lei non crede che sarebbe utile, in Italia, creare una concentrazione tra le aziende che operano nel settore delle telecomunicazioni, in quello televisivo, nell'editoria elettronica e anche in quello dell'editoria tradizionale? In questo modo si potrebbe rafforzare la presenza dell'Italia nel mercato mondiale delle multinazionali.

Risposta
Sì, certo. Noi abbiamo presente questo problema. La creazione del mercato globale, in questo campo, crea dei colossi straordinari che hanno connessione con tutti i vari settori di cui abbiamo parlato, telecomunicazioni, multimedialità e informatica. I soggetti capaci di competere sul mercato internazionale, su una competizione globale in Italia, sono pochi: la STET, la R.A.I., Mediaset, e forse Olivetti. Quindi noi abbiamo tenuto presente, nella nostra normativa, questa duplice esigenza: garantire la concorrenza più larga possibile, l'apertura del mercato, il pluralismo, ma al tempo stesso cercare di preservare la capacità di questi pochi soggetti di cui noi disponiamo di competere sul mercato globale. Mi pare che noi abbiamo trovato una soluzione abbastanza equilibrata di queste due esigenze contrapposte.

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Domanda 6
Come giudica il recente accordo tra la R.A.I. e la STET?

Risposta
Io lo giudico positivo, perché in prospettiva riguarda la cosiddetta piattaforma digitale, l'ingresso, cioè, della televisione via satellite; e io mi auguro che anche gli altri soggetti italiani che operano in questo campo, come Mediaset e Cecchi Gori, possano mettersi insieme in modo da poter creare in Italia una o più piattaforme digitali che siano in grado di reggere nella concorrenza internazionale.

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Domanda 7
La multimedialità sta entrando anche nelle scuole, e la R.A.I. sta sviluppando una convenzione triennale con il Ministero della Pubblica Istruzione per lavorare in questa direzione. Che aiuto potrebbe dare a questo progetto il Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni?

Risposta
Il Ministero delle Poste può dare un aiuto tecnico molto importante, poiché esso possiede un patrimonio di capacità tecnica che può essere estremamente prezioso per sviluppare questi programmi che sono stati messi in cantiere. Il Ministero delle Poste dispone del Consiglio Superiore delle Telecomunicazioni, ha strutture tecniche molto valide, quindi può dare un notevole contributo al successo di questi programmi.

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Domanda 8
E che tipo di contributo potrebbe immaginare?

Risposta
Suggerire le tecnologie più adatte a questo tipo di programmi. Ci sono diversi modi per fare programmi, soprattutto se vanno avanti le cosiddette "reti civiche", cioè quelle reti che nei vari centri urbani, attraverso le televisioni via cavo o via satellite creano delle reti di comunicazione.

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Domanda 9
Le nuove tecnologie portano sempre di più ad un processo di globalizzazione. Non crede che si corra il rischio di subire una sorta di colonizzazione da parte degli Stati Uniti?

Risposta
Intanto noi dobbiamo premettere che in questo campo la World Trade Organization si è creata una liberalizzazione completa, in campo mondiale. Quindi non bisogna aspettarsi una presenza di capitali di altri paesi. I campi di attività sono enormi, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Basti pensare che metà della popolazione mondiale non ha mai fatto una telefonata, quindi le prospettive ci sono. Però, per quanto riguarda noi, il rischio della colonizzazione esiste se rimaniamo fermi con la normativa a quella che abbiamo attualmente, se non innoviamo come noi stiamo cercando di fare in modo da creare prospettive nuove. Io voglio anche mettere in rilievo che una creazione di un sistema aperto di telecomunicazioni competitivo, che crea altri soggetti, che si allarga, è anche una possibilità di creare nuovo lavoro. E credo che il sistema delle telecomunicazioni nel complesso, telecomunicazioni più televisione, più multimedialità, sia proprio uno di quei settori propulsivi dello sviluppo, e quindi più suscettibili di provocare nuova occupazione. Quindi è un settore veramente molto importante, strategico per il futuro del paese.

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Domanda 10
Nel nostro paese collegarsi ad Internet è ancora costoso, e ciò finisce col ritardare la diffusione dei mezzi tecnologici. Come interverrà il governo in questo settore?

Risposta
Noi abbiamo cominciato con stabilire delle tariffe ridotte, di Internet. Purtroppo non sono state soddisfacenti. Quindi stiamo esaminando il modo di ottenere una riduzione molto più consistente, siamo in trattativa con le associazioni degli utenti di Internet, ed io ho sospeso quel decreto iniziale con lo scopo di emanarne un altro che sia di maggiore soddisfazione. Noi dobbiamo puntare sulle innovazioni, dobbiamo puntare sul fatto che gli utenti della rete Internet si allarghino sempre di più perché questa è una via di sviluppo importantissima della società dell'informazione e della conoscenza. Quindi, direi che una delle linee politiche del mio Ministero sia proprio quella di intensificare questo ricorso all'innovazione tecnologica ed indurre soprattutto i giovani a collegarsi alle reti come quella di Internet, ed ottenere tariffe che siano all'altezza di quelle degli altri paesi europei e mondiali.

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