INTERVISTA:
Domanda 1
Quali sono le prospettive di sopravvivenza per le civiltà escluse dalla società della
comunicazione che si sta sviluppando, grazie ai nuovi sistemi multimediali, tra l'Europa e
l'America?
Risposta
Non vi è alcuna speranza per le culture primitive, per le organizzazioni tribali che non
conoscono il denaro, non hanno la televisione, non sanno nulla del mondo all'infuori
dell'immediato circondario. Credo che qui non ci sia alcuna possibilità di sopravvivenza,
se non nella forma della vita da museo. Un'altra questione naturalmente è se tutte le
culture avanzate di tipo tradizionale debbano essere costruite sul modello europeo, se
l'Europa rappresenti o meno per il mondo la forma definitiva di società. A questo
proposito sorgono molti dubbi.
Domanda 2
Il crollo del sistema sovietico ha dato luogo a un minaccioso ritorno di movimenti
religiosi, etnici e particolaristici nell'Europa dell'Est. Lei crede che i mass-media,
aprendo uno spazio pubblico di visibilità e di espressione a quei movimenti, potrebbero
contribuire a mantenerli nell'alveo di un confronto democratico?
Risposta
Anche in Occidente abbiamo movimenti regionalistici, etnici: si pensi alla Scozia, ai
Bretoni, ai movimenti dei Frisi del Nord, avvertiti in Germania. Si pensi ancora ai
tentativi di salvare lingue scomparse, di usare i mezzi di comunicazione di massa, la
televisione, per scopi locali. Ovunque si tenta di mantenere o far rivivere unità
culturali e geografiche di minoranza. Credo che questo abbia in parte a che fare con i
mass-media. La possibilità di far vedere i rapporti di vita locali attraverso i
mass-media è una "chance" nuova, mai esistita prima in questa forma. Con i
mass-media infatti si comprende la vita locale a partire, per così dire, dalla strada,
dal mercato, dai legami di parentela, dalle cerchie di amici. Da un lato i mass-media
offrono la possibilità di far vedere e rappresentare i piccoli nazionalismi, dall'altro
la società, rappresentata dal diritto, dallo stato assistenziale, dalla politica, dalla
scienza e dall'economia, sembra non soddisfare a sufficienza, poiché gli uomini ricercano
un'identità più ristretta. Entrambi questi fenomeni non sono specifici del mondo russo.
La Russia non può liberarsi dai movimenti nazionalistici, regionalistici, tanto quanto
noi. Il centralismo politico, l'economia programmata politicamente rendono naturalmente il
fenomeno molto più drammatico e pericoloso che da noi. Noi possiamo permetterci di fare
programmi televisivi locali o di dare spazio all'autonomia culturale.
Domanda 3
Crede che, in futuro, nei sistemi di comunicazione verrà dato maggiore spazio alle
realtà periferiche rispetto a quelle centrali? Crede che le culture regionali e locali
minoritarie troveranno sempre maggiori opportunità di apparizione? Il futuro va in questa
direzione?
Risposta
E' difficile fare un pronostico a questo riguardo. Credo però che per i mass-media - per
il giornale, per la televisione - un punto molto importante sia la selezione degli utenti,
dei consumatori. Se gli utenti hanno uno spiccato interesse per i film erotici, allora
circoleranno questi film. Se hanno un interesse per la lingua albanese, o desiderano
ascoltare il greco antico del Sud Italia o - come in Irlanda o in Scozia - desiderano
sentire le prediche in gaelico, gli utenti segnalando le loro esigenze possono spingere
l'organizzazione dei mass-media nella direzione voluta. E' difficile prevedere se le
identità locali avanzeranno le loro richieste oppure no. Le possibilità tecniche di
soddisfarle ci sarebbero certamente. Se per le trasmissioni televisive, per
l'organizzazione dell'informazione , per i giornali e per il mondo editoriale ci fossero
vantaggi produttivi, si potrebbero pubblicare anche poesie scritte negli antichi dialetti
italiani. Ma dal punto di vista sociologico è difficile dire se queste iniziative
diventeranno un affare, se ci saranno operatori culturali entusiasti e fanatici disposti a
promuovere tali iniziative e a sostenerle economicamente.
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