Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Roberto Lopez-Gulliver

Milano, 01-10-99

"Ambienti virtuali in provetta"

SOMMARIO:

  • L'intervistato illustra il progetto Life Species (1) (2),
  • e come sia arrivato a questa forma artistica dalla sua formazione ingegneristica (3).
  • Per Interfaccia si indica qualcosa capace di mediare fra un soggetto e una realtà esterna.(4).
  • Si sta tentando di far sì che la computer grafica non appaia come grafica, ma sia il più naturale possibile. (5).
  • Lopez fa una panoramica delle attività di ATR, delle collaborazioni e degli obbiettivi raggiunti e da raggiungere (6) (7) (8).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Cominciamo col descrivere il progetto Life Species.

Risposta
Life Species è un progetto di arte e tecnologia che stiamo sviluppando ai laboratori ATR per l'integrazione dei media e le risorse di comunicazione di Kyoto, in Giappone. L'idea di base è di studiare la realizzabilità di un ambiente evolutivo interattivo in cui l'utente abbia il compito di creare personaggi e controllarli, dando loro da mangiare o facendoli riprodurre per generazioni. Sicché l'intero sistema funziona come un ambiente virtuale in cui si svolgono funzioni vitali e nel quale le creature nascono, hanno bisogno di mangiare per vivere, crescono e diventano top-model, trovano un partner e hanno figli, e infine invecchiano e muoiono. L'utente svolge un ruolo centrale in tutto questo fornendo gli impulsi necessari al funzionamento dell'intero sistema.

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Domanda 2
Lei ha parlato di vita artificiale. Può aiutarci a comprendere in che consiste?

Risposta
L'espressione "vita artificiale" ha un significato molto ampio. Ci sono svariati esempi di mondi artificiali, e quello proprio di Life Species consiste nella simulazione di ciò che la vita è in natura. Ciò che ci proponiamo di fare è pertanto simulare, in base a un modello relativamente semplice, i meccanismi di funzionamento della vita nel mondo reale.

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Domanda 3
Come è arrivato a questo tipo di creazione artistica partendo da un retroterra così diverso come quello degli studi di ingegneria?

Risposta
In effetti sono uno studioso di computer grafica, un ingegnere, ma all'ATR abbiamo un progetto intitolato Arte e Tecnologia in cui si punta a mettere insieme le diverse capacità di artisti e ingegneri allo scopo di elaborare un concetto migliore di telecomunicazione e di creazione di ambienti. Io, in particolare, all'inizio mi occupavo per lo più di realtà virtuale e computer grafica, di elementi della produzione di immagini, ma poi ho pensato che la collaborazione con alcuni artisti poteva portarci a una visione più ampia di quel che un interfaccia di computer rappresenti. Come ingegnere, prima di associarmi al progetto Arte e Tecnologia, lavoravo soprattutto ai dettagli di determinati eventi e azioni che dovrebbero essere disponibili sull'interfaccia. Grazie all'aiuto degli artisti, mi accorsi che c'erano altri fattori importanti da tenere presenti, vale a dire il ruolo dell'utente all'interno del sistema. In questo senso gli artisti possono aiutare a delineare un concetto o un'idea più adeguata di interfaccia fra esseri umani e computer, e a noi abbiamo il compito di programmare e realizzare tale concetto, aggiungendovi ulteriori elementi. Il gruppo è composto di tre persone e tutti insieme lavoriamo all'ATR.

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Domanda 4
Ci può dare una definizione di interfaccia? Qual è il suo significato, e come dovrebbe configurarsi per una migliore relazione fra uomo e macchina, o in questo caso, uomo e computer?

Risposta
La definizione di interfaccia potrebbe basarsi sul senso dell'esperienza personale. Ognuno ha una sua interpretazione del termine "interfaccia". Noi dell'ATR crediamo che stia a indicare qualcosa capace di mediare fra un soggetto e una realtà esterna. Il concetto di "buon interfaccia", specialmente fra uomini e computer, allude al fatto che questo interfaccia dovrebbe essere solo un mezzo, non un fine, e che perciò l'utente non dovrebbe neppure accorgersi dell'esistenza di un intermediario fra sé e il computer mentre interagisce con il sistema. Secondo un punto di vista personale, potrei dire che un "buon interfaccia" è tale quando viene ignorato dall'utente, e ciononostante gli fornisce il massimo possibile di interazione con il sistema.

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Domanda 5
Cosa pensa delle nuove tendenze della computer grafica? Lei è orientato a lavorare a forme che si avvicinino alla realtà, oppure crede che la computer grafica possa ancora operare in una dimensione puramente immaginaria?

Risposta
In riguardo alle tendenze della computer grafica nell'immediato futuro, direi che dipendono soprattutto dall'interesse che si ha per le sue diverse applicazioni. Se si lavora con i giochi, si può benissimo andare avanti con quel che esiste attualmente. Si dispone di modelli tridimensionali di una parete, ad esempio, e l'utente può spostarsi e giocare o interagire con altri personaggi della scena. Personalmente, però, ritengo che ci si stia muovendo in altra direzione, ovvero che si stia tentando di far sì che la computer grafica non appaia come grafica, ma sia il più naturale possibile. Vogliamo che sia semplice e articolata come la vita normale. Con Life Species non cerchiamo di ottenere creature che abbiano una qualsiasi forma predefinita, le progettiamo in astratto, proprio per sottolineare che il dato più importante non è ciò con cui si interagisce, ma il modo in cui lo si fa. Di computer grafica si può discutere per ore, e passare in rassegna le sue infinite derivazioni e applicazioni. Una potrebbe essere la resa di spazi di immagine, o la radiosità nei sistemi CAD. Ci sono molte altre destinazioni d'uso, come i giochi, la realtà virtuale, quelle che riguardano l'architettura, gli ospedali, la presenza a distanza, e tante altre ancora.

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Domanda 6
Può parlarci degli altri progetti a cui sta lavorando all'ATR?

Risposta
All'ATR ho lavorato a un progetto chiamato Sistema di Teleconferenza nello Spazio Virtuale. Si trattava di creare un ambiente virtuale a disposizione di numerosi utenti. Al momento abbiamo un sistema che funziona con quattro diverse postazioni, tutte in posizione remota, tramite le quali gli utenti condividono un unico ambiente, discutono di idee, modificano oggetti, e i vari argomenti vengono svolti all'interno di questo spazio virtuale. Io mi sono occupato principalmente della decodifica del linguaggio e della sua traduzione in azioni nel mondo virtuale. Ovviamente l'ATR è un laboratorio che porta avanti ricerche avanzate sulla telecomunicazione. L'obiettivo di fondo è perciò quello di cercare nuove forme di trasmissione da impiegare in futuro. Esistono diversi laboratori, quattro per la precisione, che si dedicano alla decodifica, alla traduzione e alla sintesi del linguaggio. Altri laboratori si occupano di aspetti legati all'uomo, come l'elaborazione di informazioni relative all'individuo; un altro progetto ha come tema le emozioni, e si propone di far sì che in qualche modo il computer comprenda i sentimenti dell'utente e vi si adatti nella maniera più appropriata. Specialmente nel nostro laboratorio e in quei laboratori che si occupano di integrazione e telecomunicazione, lavoriamo per lo più con la computer grafica, ad esempio per la creazione di ambienti virtuali, o di nuove interfacce che identifichino l'utente in base a tecniche visive computerizzate, per trasporre le azioni dell'utente sul piano del mondo virtuale.

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Domanda 7
Lei collabora con altri laboratori nel mondo?

Risposta
L'ATR ha una serie di accordi e collaborazioni con vari laboratori, specialmente in Europa (Francia, Italia, Inghilterra, Spagna). Inoltre collabora con alcune università degli Stati Uniti, come il MIT, il MediaLab e altri centri di ricerca sulla costa occidentale, nella regione di San Francisco.

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Domanda 8
Che importanza attribuisce alle varie attività di ricerca che si svolgono in questi laboratori?

Risposta
Credo che, dal momento che la nostra è ricerca di base, ciò a cui lavoriamo può non trovare un'utilizzazione immediata. Ma ci sforziamo sempre di arrivare a nuove idee, a una migliore concezione del funzionamento delle telecomunicazioni. Questo non può che avvenire secondo il nostro personale punto di vista, ma almeno ci proponiamo di delineare vie sempre diverse per arrivare a un modo migliore, più realistico e meno ingombrante di comunicare le nostre idee agli altri. Ritengo perciò che la ricerca di base che stiamo svolgendo al momento potrà dare i suoi frutti a breve scadenza. Nel giro di qualche anno vedremo che il risultato dei nostri studi sarà diventato un prodotto che tutti potranno utilizzare nella vita quotidiana.

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