INTERVISTA:
Domanda 1
Cominciamo col descrivere il progetto Life Species.
Risposta
Life Species è un progetto di arte e tecnologia che stiamo sviluppando
ai laboratori ATR per l'integrazione dei media e le risorse di
comunicazione di Kyoto, in Giappone. L'idea di base è di studiare la
realizzabilità di un ambiente evolutivo interattivo in cui l'utente
abbia il compito di creare personaggi e controllarli, dando loro da
mangiare o facendoli riprodurre per generazioni. Sicché l'intero
sistema funziona come un ambiente virtuale in cui si svolgono funzioni
vitali e nel quale le creature nascono, hanno bisogno di mangiare per
vivere, crescono e diventano top-model, trovano un partner e hanno
figli, e infine invecchiano e muoiono. L'utente svolge un ruolo centrale
in tutto questo fornendo gli impulsi necessari al funzionamento
dell'intero sistema.
Domanda 2
Lei ha parlato di vita artificiale. Può aiutarci a comprendere in che
consiste?
Risposta
L'espressione "vita artificiale" ha un significato molto
ampio. Ci sono svariati esempi di mondi artificiali, e quello proprio di
Life Species consiste nella simulazione di ciò che la vita è in
natura. Ciò che ci proponiamo di fare è pertanto simulare, in base a
un modello relativamente semplice, i meccanismi di funzionamento della
vita nel mondo reale.
Domanda 3
Come è arrivato a questo tipo di creazione artistica partendo da un
retroterra così diverso come quello degli studi di ingegneria?
Risposta
In effetti sono uno studioso di computer grafica, un ingegnere, ma
all'ATR abbiamo un progetto intitolato Arte e Tecnologia in cui si
punta a mettere insieme le diverse capacità di artisti e ingegneri
allo scopo di elaborare un concetto migliore di telecomunicazione e di
creazione di ambienti. Io, in particolare, all'inizio mi occupavo per
lo più di realtà virtuale e computer grafica, di elementi della
produzione di immagini, ma poi ho pensato che la collaborazione con
alcuni artisti poteva portarci a una visione più ampia di quel che un
interfaccia di computer rappresenti. Come ingegnere, prima di
associarmi al progetto Arte e Tecnologia, lavoravo soprattutto ai
dettagli di determinati eventi e azioni che dovrebbero essere
disponibili sull'interfaccia. Grazie all'aiuto degli artisti, mi
accorsi che c'erano altri fattori importanti da tenere presenti, vale
a dire il ruolo dell'utente all'interno del sistema. In questo senso
gli artisti possono aiutare a delineare un concetto o un'idea più
adeguata di interfaccia fra esseri umani e computer, e a noi abbiamo
il compito di programmare e realizzare tale concetto, aggiungendovi
ulteriori elementi. Il gruppo è composto di tre persone e tutti
insieme lavoriamo all'ATR.
Domanda 4
Ci può dare una definizione di interfaccia? Qual è il suo significato,
e come dovrebbe configurarsi per una migliore relazione fra uomo e
macchina, o in questo caso, uomo e computer?
Risposta
La definizione di interfaccia potrebbe basarsi sul senso dell'esperienza
personale. Ognuno ha una sua interpretazione del termine
"interfaccia". Noi dell'ATR crediamo che stia a indicare
qualcosa capace di mediare fra un soggetto e una realtà esterna. Il
concetto di "buon interfaccia", specialmente fra uomini e
computer, allude al fatto che questo interfaccia dovrebbe essere solo un
mezzo, non un fine, e che perciò l'utente non dovrebbe neppure
accorgersi dell'esistenza di un intermediario fra sé e il computer
mentre interagisce con il sistema. Secondo un punto di vista personale,
potrei dire che un "buon interfaccia" è tale quando viene
ignorato dall'utente, e ciononostante gli fornisce il massimo possibile
di interazione con il sistema.
Domanda 5
Cosa pensa delle nuove tendenze della computer grafica? Lei è orientato
a lavorare a forme che si avvicinino alla realtà, oppure crede che la
computer grafica possa ancora operare in una dimensione puramente
immaginaria?
Risposta
In riguardo alle tendenze della computer grafica nell'immediato futuro,
direi che dipendono soprattutto dall'interesse che si ha per le sue
diverse applicazioni. Se si lavora con i giochi, si può benissimo
andare avanti con quel che esiste attualmente. Si dispone di modelli
tridimensionali di una parete, ad esempio, e l'utente può spostarsi e
giocare o interagire con altri personaggi della scena. Personalmente,
però, ritengo che ci si stia muovendo in altra direzione, ovvero che si
stia tentando di far sì che la computer grafica non appaia come
grafica, ma sia il più naturale possibile. Vogliamo che sia semplice e
articolata come la vita normale. Con Life Species non cerchiamo di
ottenere creature che abbiano una qualsiasi forma predefinita, le
progettiamo in astratto, proprio per sottolineare che il dato più
importante non è ciò con cui si interagisce, ma il modo in cui lo si
fa. Di computer grafica si può discutere per ore, e passare in rassegna
le sue infinite derivazioni e applicazioni. Una potrebbe essere la resa
di spazi di immagine, o la radiosità nei sistemi CAD. Ci sono molte
altre destinazioni d'uso, come i giochi, la realtà virtuale, quelle che
riguardano l'architettura, gli ospedali, la presenza a distanza, e tante
altre ancora.
Domanda 6
Può parlarci degli altri progetti a cui sta lavorando all'ATR?
Risposta
All'ATR ho lavorato a un progetto chiamato Sistema di Teleconferenza
nello Spazio Virtuale. Si trattava di creare un ambiente virtuale a
disposizione di numerosi utenti. Al momento abbiamo un sistema che
funziona con quattro diverse postazioni, tutte in posizione remota,
tramite le quali gli utenti condividono un unico ambiente, discutono di
idee, modificano oggetti, e i vari argomenti vengono svolti all'interno
di questo spazio virtuale. Io mi sono occupato principalmente della
decodifica del linguaggio e della sua traduzione in azioni nel mondo
virtuale. Ovviamente l'ATR è un laboratorio che porta avanti ricerche
avanzate sulla telecomunicazione. L'obiettivo di fondo è perciò quello
di cercare nuove forme di trasmissione da impiegare in futuro. Esistono
diversi laboratori, quattro per la precisione, che si dedicano alla
decodifica, alla traduzione e alla sintesi del linguaggio. Altri
laboratori si occupano di aspetti legati all'uomo, come l'elaborazione
di informazioni relative all'individuo; un altro progetto ha come tema
le emozioni, e si propone di far sì che in qualche modo il computer
comprenda i sentimenti dell'utente e vi si adatti nella maniera più
appropriata. Specialmente nel nostro laboratorio e in quei laboratori
che si occupano di integrazione e telecomunicazione, lavoriamo per lo
più con la computer grafica, ad esempio per la creazione di ambienti
virtuali, o di nuove interfacce che identifichino l'utente in base a
tecniche visive computerizzate, per trasporre le azioni dell'utente sul
piano del mondo virtuale.
Domanda 7
Lei collabora con altri laboratori nel mondo?
Risposta
L'ATR ha una serie di accordi e collaborazioni con vari laboratori,
specialmente in Europa (Francia, Italia, Inghilterra, Spagna). Inoltre
collabora con alcune università degli Stati Uniti, come il MIT, il
MediaLab e altri centri di ricerca sulla costa occidentale, nella
regione di San Francisco.
Domanda 8
Che importanza attribuisce alle varie attività di ricerca che si
svolgono in questi laboratori?
Risposta
Credo che, dal momento che la nostra è ricerca di base, ciò a cui
lavoriamo può non trovare un'utilizzazione immediata. Ma ci sforziamo
sempre di arrivare a nuove idee, a una migliore concezione del
funzionamento delle telecomunicazioni. Questo non può che avvenire
secondo il nostro personale punto di vista, ma almeno ci proponiamo di
delineare vie sempre diverse per arrivare a un modo migliore, più
realistico e meno ingombrante di comunicare le nostre idee agli altri.
Ritengo perciò che la ricerca di base che stiamo svolgendo al momento
potrà dare i suoi frutti a breve scadenza. Nel giro di qualche anno
vedremo che il risultato dei nostri studi sarà diventato un prodotto
che tutti potranno utilizzare nella vita quotidiana.
|
|