INTERVISTA:
Domanda 1
Quali sono le caratteristiche del mercato dell'information and
communication technology in Europa e quali le diseguaglianze nello
sviluppo tra i diversi paesi membri?
Risposta
Con l'aggiornamento del rapporto Eito, European Information Technology
Observatory, è stato messo in evidenza che negli ultimi sei mesi in
Europa c'è stato un grosso cambiamento, una accelerazione del processo
di utilizzo delle tecnologie dell'informazione e comunicazione. L'Europa
è sempre stata in ritardo tradizionalmente rispetto agli Stati Uniti in
questo campo e anche soprattutto nell'applicazione, nella penetrazione
delle tecnologie relative a Internet e al commercio elettronico. Quello
che emerge, di nuovo, nel corso del '99, è che l'Europa sembra essersi
svegliata da un sonno che la costringeva a rincorrere gli Stati Uniti e
sta cominciando veramente a accelerare la penetrazione, l'utilizzo delle
tecnologie dell'informazione e comunicazione. Un esempio è costituito
dallo sviluppo straordinario della telefonia mobile e cellulare che vede
l'Europa all'avanguardia rispetto agli Stati Uniti e con nuove
opportunità straordinarie per l'utilizzo della telefonia mobile e
cellulare anche nel campo multimediale video quindi con l'allargamento
della banda e quindi lo spostamento dal GSM all'UMTS. Anche l'utilizzo
di Internet e delle reti online ha avuto una crescita inaspettata. Basti
pensare che la Germania nel corso del '99 ha visto crescere
straordinariamente l'utilizzo di sistemi di acquisti di azioni, di
brokeraggio azionario online, tanto che alla fine del '99 ci saranno
oltre 400.000 utenti di società che fanno vendita di azioni, di titoli
azionari attraverso la Rete. Comincia anche fortemente lo sviluppo di
mercati tipo quello della musica online, come l'Mp3, che evidentemente
rappresenta un interessante sviluppo anche delle applicazioni Internet e
nel corso dei prossimi mesi vedremo ancora affermarsi questa
accelerazione. Il mercato dell'ICT, cioè dell'informatica e delle
comunicazioni, in Europa è cresciuto del 10-11% quindi con un tasso
notevole, nettamente superiore a quello che si registra negli Stati
Uniti. Questo è un fatto estremamente positivo anche se permangono
forti differenze, evidentemente, tra Europa e Stati Uniti. All'interno
dell'Europa, poi, vi sono paesi che vanno più forte e altri che vanno
più adagio. I paesi che vanno più forte in questo momento sono i paesi
dell'area scandinava dove sia telefonia mobile e cellulare sia uso di
Internet ormai hanno raggiunto quote altissime di penetrazione. L'Italia
è certamente il paese che ha ancora problemi di velocità di sviluppo
in queste tecnologie, nonostante nel '99 registri un tasso di crescita
superiore alla media europea. Quindi questo fa ben sperare che l'Italia
possa accelerare e progredire. Vi sono comunque moltissimi ostacoli
ancora in Italia per la diffusione delle nuove tecnologie, primi fra
tutti la inadeguata presenza di personal computer e la scarsa conoscenza
anche della lingua inglese, e di conseguenza il bassissimo utilizzo di
PC e Internet nelle scuole. In Europa c'è un paese che era più
indietro di noi, la Spagna, che però sta accelerando moltissimo. Se
soltanto usassimo in Italia il modello spagnolo, certamente avremmo
degli effetti straordinari.
Domanda 2
In che misura il mercato europeo dipende comunque dall'evoluzione di
quello americano?
Risposta
Non v'è dubbio che gli Stati Uniti controllino il mercato informatico e
anche gli sviluppi delle nuove tecnologie basate su Internet e sul
commercio elettronico. Vi è da dire che l'Europa ha acquisito invece
una leadership nel campo delle nuove telecomunicazioni, in particolare
della telefonia cellulare dove domina rispetto agli Stati Uniti. Questo
fa ben sperare che anche in Europa si possa sviluppare quella che è
l'industria traente delle nuove tecnologie che non è l'hardware ma è
il software, e cioè la possibilità di sviluppare nuovi software
applicativi che sono per ora forniti oggi dalle industrie americane, in
primis Microsoft che controlla il 80% se non l'85-90% dei sistemi
operativi così come i browser di Internet che sono ugualmente in mano
all'industria americana. In Europa stanno cominciando a venir fuori
delle cose straordinarie. Ad esempio, se pensiamo al caso di Linus
Torvalds, il finlandese che ha inventato Linux che è oggi un sistema
operativo di freeware estremamente interessante che sta preoccupando
Bill Gates, vuol dire che anche in Europa i miracoli possono succedere.
Domanda 3
Come si concilia la logica che sta dietro ad operazioni come quella di
Torvalds rispetto invece poi al mercato e alle sue regole?
Risposta
La logica dello sviluppo di Linux è stata una logica assolutamente di
freeware e quindi di spontaneismo di Rete. Però, oggi come oggi,
Linux, che è nato da questa iniziativa individuale, è diventato
un'industria perché tantissime case di software stanno lavorando su
questo sistema e lavorano non a scopo soltanto di fare del freeware ma
a scopo di fare del business, cioè di operare veramente
all'introduzione di questi nuovi sistemi operativi e di tutti gli
applicativi connessi a Linux, da parte del sistema industriale. Nei
prossimi anni questo cambiamento sarà una leva potente per lo
sviluppo di attività di software in Europa basate su questa
tecnologia e che potranno permettere effettivamente anche
all'industria europea di riacquistare un ruolo ed un peso. Nulla nello
scenario di Internet è mai pregiudicato nel senso che anche posizioni
di monopolio, o di quasi monopolio di Microsoft, possono essere messe
in discussione. Un altro esempio importante è quello di Sap che è
riuscita, praticamente come industria europea, a diventare leader
mondiale in una tecnologia di software applicativo che oggi sta
diventando standard in tantissime applicazioni.
Domanda 4
Quali sono le metodologie di ricerca dell'Eito, da dove arrivano i dati
e da chi è sovvenzionata?
Risposta
L'Eito è l'osservatorio europeo delle tecnologie dell'informazione e
comunicazione. Si chiama EITO, cioè European Information Technology
Observatory, ma non è limitato soltanto all'IT, e all'informatica, ma
si occupa anche di altre attività. È nato da un'idea di alcune
persone che hanno pensato di creare questo nuovo strumento di analisi,
perché in Europa non esistevano dati, informazioni, previsioni, che
in qualche modo potessero essere di riferimento sia all'industria sia
ai governi. Il progetto è nato dalla volontà di creare un
osservatorio che fosse realmente indipendente e quindi non legato ad
interessi di consulenti, i quali lavorano con altri scopi, ma cercasse
di essere una fonte il più possibile obiettiva nel dare informazioni
e nell'indicare scenari di prospettiva. L'idea è nata a cominciare da
due grandi fiere, lo SMAU di Milano e il Cebit di Hannover, a cui si
sono aggiunte poi poco per volta altre fiere, altri enti, altre
associazioni. Ad esempio l'associazione Eurobit, che è l'associazione
degli informatici europei, dell'industria informatica europea, di cui
sono presidente da diversi anni, e poco per volta anche la Commissione
Europea ha sponsorizzato questa iniziativa contribuendo anche
finanziariamente. Questa attività è svolta da un consorzio senza
fini di lucro a base europea, quindi è una no-profit organization,
che periodicamente produce un suo aggiornamento annuale, sulla base
dei contributi dei soci. I soci provvedono a concorrere ai costi
affrontati dal consorzio e ricevono copie del rapporto dell'Eito.
Altre copie sono vendute tramite canali diversi, tra cui ovviamente
Internet, attraverso un sito apposito che è www.eito.com, e questo
copre i costi della gestione di Eito. Le ricerche avvengono scegliendo
i temi da affrontare ogni anno e in ogni rapporto. Le ricerche sui
temi su cui si ritiene concentrare l'attenzione si mettono a gara
chiedendo a tutte le maggiori case di consulenza di parteciparvi
fissando anche dei limiti di prezzo, di costo, di budget, e alla fine
viene fatta una selezione sulla base della qualità delle proposte. I
lavori, le elaborazioni, le previsioni fatte dai consulenti vengono
poi presi in esame da una task force formata da una ventina di
persone, tutti esperti a livello europeo appartenenti a vari enti,
dalla commissione europea a industrie, aziende private e associazioni.
Questo gruppo ha il compito di rivedere completamente sia le
previsione che il database come i singoli rapporti specifici. Quello
che esce non è più il frutto dei consulenti che hanno lavorato a
questo rapporto, ma è il frutto di quello che nasce dal lavoro dei
consulenti revisionato da parte di questa task force. E' una
iniziativa che ha avuto un grandissimo successo e questa è la sesta
edizione del rapporto. Il rapporto esce con un numero di copie che va
da 12 mila a 15 mila all'anno e ha raggiunto praticamente tutti i
settori. Viene distribuito gratuitamente da SMAU per la quota di copie
di cui dispone così come dal Cebit, così dal Simo di Madrid, ai
propri clienti e fornitori, e quindi si ottiene una distribuzione
veramente massiccia su larga scala e moltissime copie vengono vendute.
La Commissione Europea utilizza ormai ufficialmente i dati di Eito
come sua fonte ufficiale per l'industria ICT, così come anche l'OCSE
di Parigi.
Domanda 5
Qual è l'elemento di reale sorpresa del rapporto Eito '99?
Risposta
L'aggiornamento del rapporto avvenuto a marzo ha confermato e esaltato
quello che già si era detto. L'Europa non è più il perdente nel
grande scenario di Internet in cui domina ovviamente, l'industria
americana, il mercato in cui trova posto soltanto la tecnologia
americana. C'è spazio per il rilancio di una industria europea che ha
sofferto moltissimo ma che ha dimostrato grosse capacità di ripresa.
Nulla è perduto, in questo senso, per l'industria europea, che può
contare su un mercato che effettivamente potrà svilupparsi con
caratteristiche proprie che sono tipiche della cultura di questo
continente rispetto a quello americano, cioè una maggiore attenzione ai
valori locali. Viviamo in un sistema globale, si tende a rendere i
prodotti standard, quindi a standardizzare anche l'offerta di
applicazioni Internet. Allo stile di colossi quali America On Line, che
prevede offerta di siti, di portali che siano generici e vadano bene per
tutto il mondo, in Europa si opporrà una specificità che ha
caratteristiche di territorialità, di localismo. Ci sarà molto
interesse nello sviluppo di una offerta di servizi online che riguardino
determinate realtà territoriali e non soltanto la possibilità di
navigare a livello planetario. Questo apre delle possibilità
straordinarie allo sviluppo dell'industria europea creando delle
specificità anche dal punto di vista dell'offerta di prodotti e di
servizi. Questo è quanto emerge dal rapporto Eito. Stiamo assistendo a
una nuova fase di sviluppo, però è chiaro che questa condizione
favorevole non è, come dicono gli americani, un "free lunch",
cioè un pasto gratis, non procede automaticamente. È chiaro che la
tecnologia ci mette a disposizione delle cose, oggi però dobbiamo
cercare di fare delle scelte, scelte sia da parte del settore pubblico
sia da parte del privato.
Domanda 6
Qual è stato finora il ruolo delle istituzioni in Europa proprio per
incentivare lo sviluppo dell'information and communication technology?
Risposta
Io ho partecipato nel '94, quindi cinque anni fa, alla redazione del
famoso rapporto Bangemann, quello sulla società dell'informazione,
che è stato l'inizio di un discorso serio in Europa sulla politica
delle tecnologie informatiche e della società dell'informazione.
Questo rapporto certamente ha dato la spinta a diverse iniziative, a
livello europeo in primis, e ha accelerato la famosa
deregolamentazione e liberalizzazione delle telecomunicazioni che è
stata la vera leva del processo di sviluppo dell'information
technology in Europa. Senza la liberalizzazione delle
telecomunicazioni saremmo oggi estremamente indietro. Si sta
cominciando adesso a capire, a livello di governi nazionali, che
questa è una leva determinante per lo sviluppo economico dell'Europa,
la competitività e l'occupazione. Si è parlato a lungo di nuove
tecnologie come job killer, ma questa è la più grande follia che si
sia detta da parte dei politici in questi anni. Era invece l'unica
leva per poter creare nuova occupazione e questo non si è capito se
non molto di recente. Per questo oggi abbiamo in Europa uno 'skill
shortage' drammatico, non ci sono persone, non soltanto nel software,
ma anche nella capacità di utilizzare Internet o utilizzare le
applicazioni di Internet adeguate. Adesso c'è tanto da far da parte
dei governi che devono adottare una politica della formazione, che è
l'elemento determinante, ma anche una politica di facilitazione delle
cosidette "startups", delle nuove imprese. In Europa nascono
pochissime nuove imprese e solo le nuove imprese generano
effettivamente l'economia Internet. Anche in Italia c'è questa
volontà, almeno espressa dalla Presidenza del Consiglio attraverso il
piano d'azione e dal Forum per la società dell'informazione. Si deve
creare uno spirito di concerto tra i ministeri, tra le diverse
amministrazioni pubbliche, per muoversi nella stessa direzione e
creare veramente condizioni di sviluppo a favore delle nuove
tecnologie. Chiaramente l'operatore pubblico può fare certe cose,
può soprattutto eliminare gli ostacoli regolamentari e burocratici
che oggi vincolano la nascita delle imprese e vincolano l'utilizzo di
Internet, ma ci deve anche essere una maggiore accelerazione dei
processi di riduzione delle tariffe telefoniche e spero che la nuova
gestione di Telecom Italia possa veramente contribuire in forma decisa
alla diffusione di Internet com'è stato indicato nel recente
programma che prevede di facilitare l'entrata di Internet nelle
scuole. Credo comunque che la cosa più importante sia di creare una
cultura del cambiamento e dell'innovazione in questo paese che invece
spesso sembra molto restio a cambiare.
|
|