INTERVISTA:
Domanda 1
La storia e l'evoluzione della stampa italiana rientrano in un panorama di storia ed
evoluzione della stampa europea o è un fenomeno che segue dei fili a parte, separati?
Risposta
Fa parte della storia europea senz'altro, anche se la stampa italiana ha delle
particolarità che in altri paesi non ci sono. Per esempio c'è un fatto strano, che la
tiratura dei giornali italiani dall'inizio del secolo non aumenta, ma diminuisce, io mi
sto chiedendo perché. Ci sono diverse ragioni, una delle ragioni potrebbe essere la
televisione, io un po' polemicamente dico che dall'analfabetismo, per colpa della
televisione, si è passati subito al post-analfabetismo, ma questa come dicevo, è una
risposta un po' polemica. Poi c'è un'altra cosa, in Italia non c'è una divisione tra
stampa cosiddetta popolare e stampa cosiddetta seria. In Germania e in Inghilterra per
esempio c'è la stampa tabloid o popolare. C'è una distinzione abbastanza netta che
secondo me fa bene alla stampa, perché in Italia purtroppo in misura crescente si fa una
miscela tra stampa popolare e stampa cosiddetta seria, questo secondo me è pericoloso.
Domanda 2
Quindi pensa che da una parte l'assenza di giornali popolari e dall'altra l'influenza
della televisione abbia fatto sì che i giornali seri, diciamo quelli che in Inghilterra
si chiamano i "qualities", in Italia abbiano finito per somigliare un po' troppo
alla stampa popolare? E questo uno dei motivi dell'attuale perdita anche di
credibilità oltre che di lettura della stampa in Italia?
Risposta
Sì penso di sì. Vi do un esempio un esempio concreto, il Corriere della Sera, quando la
principessa Diana è morta, ha pubblicato tre o quattro pagine su questargomento,
che era certamente importante, in Germania i giornali ne hanno parlato uno o anche due
giorni ma non in questa misura, questo compito lo hanno lasciato alla stampa popolare.
Altri esempi: il Corriere della Sera pubblica dei servizi su un fattaccio nell'Alto Adige,
anche lì su un omicidio di due tedeschi, anche lì per giorni e giorni parla di questo
argomento, anche lì non c'è la misura.
Domanda 3
In Italia molti giornali quotidiani, sono di proprietà di gruppi industriali, negli altri
paesi europei un po' meno. Questo che influenze ha sullo sviluppo della stampa italiana o
sulla libertà di stampa in Italia?
Risposta
Questa è effettivamente una caratteristica tipica italiana perché in Germania, ma anche
in Francia ed in Inghilterra i giornali appartengono solo in misura molto limitata a dei
gruppi industriali. Certamente questo influisce sul carattere di un giornale. Penso che
anche in Italia alla fine le cose cambieranno, ci saranno delle fusioni su scala europea,
già in Germania ci sono state queste fusioni tra editori inglesi, editori tedeschi
eccetera.
Domanda 4
La cultura industriale pesa sulla stampa probabilmente non solo italiana, in questo
momento la cultura del mercato, lideologia del mercato della cultura industriale è
un po' un pensiero dominante non solo in Italia e non solo in Europa. Questo può essere
un riferimento culturale, quindi poi un limite per capire i fenomeni complessivi da parte
dei giornalisti?
Risposta
E' un discorso piuttosto vasto perché entra anche l'educazione al giornalismo, le scuole
di giornalismo. In Italia c'è una forte tendenza di corporazione, corporativa, che in
altri paesi non esiste, in Germania per esempio l'accesso al giornalismo, di fare il
giornalista è libero, se uno è bravo va bene altrimenti viene licenziato, ma non c'è
una corporazione, una tendenza corporativa.
Domanda 5
Quindi si può dire che il problema è sia nella formazione sia nella selezione dei
giornalisti.
Risposta
Sì, anche in questo campo le cose stanno cambiando in modo rivoluzionario e anche la
nostra professione sta cambiando moltissimo, le sfide del futuro saranno molto grandi. Vi
faccio un esempio, prima un corrispondente, un giornalista aveva tempo di scrivere un
commento in due o tre ore, adesso la velocità influisce sempre di più sul lavoro
giornalistico.
Io quando sono stato direttore della radio tedesca alla fine ho dovuto fare una ventina
di servizi durante un giorno, il giornalista non ha più tempo di pensare, non rimane più
tempo per un commento.
Domanda 6
Non solo il commento ma una delle critiche che si fa al giornalismo italiano è anche la
fine delle inchieste, in pratica il fatto di poter dedicare appunto molto tempo ad un
argomento, magari allontanarsi dalla sede del giornale per produrre uno o due articoli,
anziché dieci o venti. Questo influisce poi sul peso e sull'importanza del giornale?
Risposta
Senz'altro, anche la figura dell'inviato speciale non esiste più. Prima era il culmine di
una carriera giornalistica, oggi è sparito dalla scena. I giornali usano le agenzie,
vanno in un paese per uno o due giorni e poi tornano nel paese dorigine. Una volta
mi ricordo Luigi Barzini che faceva questo raid da Parigi a Pechino per mesi e mesi, e poi
altri che facevano dei reportage da tutto il mondo ma rimanevano anche sei mesi in un
posto.
Domanda 7
Due giornali negli ultimi venti, venticinque anni hanno avuto successo in Italia da nuovi,
cioè sono stati fondati e non sono stati chiusi: il Giornale di Montanelli e la
Repubblica di Scalfari, due giornali che un po' sono diversi e un po' si somigliano, si
somigliano su certe attitudini e sulla dichiarazioni di intenti e di partecipazione verso
una parte politica, sono diversi nel linguaggio e nelle forme. In Europa ci sono dei
giornali simili, dei giornali, cioè, che dichiarano la loro militanza politica e non
partitica.
Risposta
Giornali come la Repubblica esistono anche in altri paesi, Le Monde a Parigi ha
tendenze di sinistra, la Frankfurter Rundschau in Germania ha tendenze di sinistra,
altri giornali invece hanno tendenze di destra, allora esempi di questo genere esistono.
Il Giornale forse è stato un caso unico e mi dispiace un po' che sia sparito, era un
giornale molto marcato e non vedo in altri paesi europei un giornale simile.
Domanda 8
In questo giugno '98 il presidente della Fiat è diventato presidente, un ruolo di
comando, nella Rizzoli Corriere della Sera; quindi ritorniamo sul discorso del peso
dell'industria nell'editoria. Rispetto all'evoluzione dei giornali, questo può avere
un'influenza?
Risposta
Io sono stato sorpreso di questa scelta, di questimpegno di Romiti nella stampa. Lui
ha fatto subito una dichiarazione sullindipendenza del giornalista, ma vedremo in
futuro se sarà veramente così. Spiegare questo a lettori, anche stranieri, diventa molto
difficile. Questo mi ricorda un detto di Luigi Barzini che una volta mi disse: "voi
corrispondenti esteri a Roma avete una vita difficile, se vi confronto con quelli di
Mosca, a Mosca non si sa niente però si capisce tutto, a Roma si sa tutto però non si
capisce niente".
Domanda 9
I giornali su Internet sono in qualche modo una realtà, anche se le testate
giornalistiche hanno investito chi più, chi meno, quindi cè chi ci crede e chi non
ci crede. Lei pensa che i giornali su Internet diventeranno una tendenza in Europa e nel
mondo?
Crede che ci saranno dei lettori diversi per i giornali su Internet rispetto a quelli
della carta stampata?
Risposta
Io ho già un po' di anni sulle spalle, a me piace avere un giornale nelle mani e
leggerlo, magari su una poltrona comoda, ma vedo che anche lì i tempi stanno cambiando.
Mia figlia, che vive negli Stati Uniti, usa Internet per leggere i giornali europei e lì
anche io ho iniziato a leggerli su Internet. Allora Internet sarà anche del futuro, ma
ripeto, a me piace ancora il giornale vecchio stile.
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