INTERVISTA:
Domanda 1
Quali sono gli scopi dell'organizzazione chiamata Police Futurists International?
Risposta
Police Futurists International è un gruppo relativamente recente, costuitosi a seguito di
un incontro presso la FBI Academy fra accademici e persone che operano a livello teorico o
pratico nella tutela della legge e in settori connessi, che hanno assunto una prospettiva
strategica su quanto concerne le problematiche del futuro e la tecnologia. E'
un'organizzazione di membri selezionati in base al grado e tipo di studi, di formazione e
all'attività professionale. Il fine è promuovere la circolazione d'informazione fra i
tutori della legge e nell'opinione pubblica sulle questioni posteci dal futuro, fra cui
senz'altro come ci si debba e possa confrontare con il sistema di criminalità
organizzata.
Domanda 2
Quali sono i benefici delle nuove tecnologie nel controllo della criminalità?
Risposta
Ci sono molte innovazioni tecnologiche affascinanti, che si prospettano nei prossimi 5-10
anni, e che sono molto promettenti per la tutela della legge in diverse aree. Posso
menzionare ad esempio le armi non letali: c'è una grossa ricerca, svolta presso il
National Law Enforcement Technology Center, per mettere a disposizione dei tutori della
legge strumenti più umani di lotta al crimine, ad esempio per disarmare o stordire
temporaneamente eventuali sospetti, il che ci consentirebbe di non dover fare ricorso a
strumenti mortali, o a un eccessivo uso della forza con i danni che ciò comporta. In
questo settore ci sono diverse tecnologie, fra cui probabilmente la più promettente è la
tecnologia laser, che può stordire oppure accecare il sospetto per il breve lasso di
tempo che serve per arrestarlo, senza però arrecargli danni fisici importanti. Il
National Law Enforcement Technology Center si propone insomma attraverso le sue ricerche
di garantire una tutela dal punto di vista, ad esempio, medico, con tecnologie che
riducano gli effetti negativi dell'operazione poliziesca sia per gli agenti di polizia sia
per i sospetti, come nel caso di un modello di granata ora allo studio che, collocata in
un dato spazio, non abbia effetti sugli agenti e contemporaneamente si limiti a stordire
le persone sospettate di attività criminale che si trovano nel suo raggio d'azione,
consentendone l'arresto senza però provocare danni ben più gravi.
Domanda 3
Ritiene che le nuove tecnologie pongano dei problemi, etici o di altra natura, nella loro
applicazione?
Risposta
Senz'altro. Ho menzionato le armi non letali, ma esistono numerose altre tecnologie che
hanno a che fare con l'identificazione, il DNA, il riconoscimento vocale, la biometrica,
vale a dire l'identificazione attraverso le caratteristiche corporee, e attraverso questa
il riconoscimento del volto attraverso un computer, che è al momento sperimentato in
alcune banche. Queste tecnologie ci spingono a preoccuparci di quando e come sono usate,
in modo tale che siano investite per proteggere la sicurezza pubblica, e non per intaccare
i diritti costituzionali della gente, per invadere lo spazio della privacy, danneggiando
così i fondamenti sui quali si è costituito il nostro paese. Via via che le tecnologie
diventano più sofisticate, sarà sempre più possibile determinare con certezza
l'identità di un individuo, e si può immaginare uno scenario futuro in cui un agente di
polizia, armato di una sorta di videocamera, potrà identificare un individuo
semplicemente guardandolo. L'esempio di questi dati, inseriti in un database e resi
disponibili in network, rende chiaro che ci sono aspetti molto seri, e problematici, in
queste innovazioni.
Domanda 4
Vi è stato in effetti, tanto negli Stati Uniti quanto in Italia, un acceso dibattito
sulla censura e la privacy in merito alle nuove tecnologie, e in particolare a Internet.
Quale sono gli esiti che nelle nuove tecnologie si potranno produrre su tali questioni?
Risposta
Abbiamo tre questioni tecnologiche di primaria attualità negli Stati Uniti. Il Congresso
ha approvato un disegno di legge, anni fa, nel quale si cercava di regolamentare ad
esempio la pornografia su Internet, che è stato però respinto dalla Corte Suprema
perché incostituzionale. Ci sono oggi diversi disegni di legge all'esame del Congresso
che cercano nuovamente di affrontare la questione, ma non credo che saranno trasformati in
leggi operative: fondamentalmente, Internet è basata sulla libertà di parola, e ci sono
attivisti - i "cyber libertari" - numerosi e molto visibili, che si preoccupano
di difendere le libertà costituzionali. A ragione, secondo me, perché le nostre
decisioni in merito alla censura, alla libertà di parola, a come Internet si evolverà,
sono destinate a segnarci molto profondamente in futuro. Vi è poi la questione che
riguarda la possibilità di continuare a intercettare le comunicazioni telefoniche
digitali. Nel 1994 il congresso ha approvato una legge chiamata Communications Act for Law
Enforcement Assistence, che impone alle compagnie telefoniche di fornire alla polizia
entro la fine del 1998 la possibilità di effettuare intercettazioni anche in ambienti
digitali. Il che ha prodotto un dibattito su chi dovesse sostenere i costi di questa
operazione, e se le compagnie telefoniche sarebbero state in grado di soddisfare la
richiesta entro la scadenza indicata, tanto che questa verrà spostata alla fine del 2000.
Ma la questione non riguarda solo l'aspetto pratico della sua realizzabilità, bensì
anche la legittimità delle intercettazioni, e il potenziale di abuso che queste hanno in
sé. Infine, la terza questione riguarda la crittografia, che pure ha acceso un grande
dibattito. Come può la tutela della legge avere accesso a informazioni criptate senza
ledere il diritto e la capacità individuale di avere comunicazioni private? Il dibattito
è estremamente complesso, vede contrapposte molte persone con posizioni diversissime, e
sinceramente non ne prevediamo una soluzione a breve termine. Quello che possiamo fare è
affrontare, attraverso il sistema legale e democratico, i problemi connessi a tecnologie
che stanno rapidamente superando la nostra capacità di gestirne l'ambiguità sociale.
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