Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Idit Harel

New York, 4 aprile 1998

"MaMAMedia, un’impresa per bambini"

SOMMARIO:

  • L'intervistata si presenta (1),
  • e presenta il MaMaMedia (2),
  • spiegando il perché del nome dato al impresa (3).
  • Anche i bambini meno abbienti, a causa dell'abbassamento generalizzato dei prezzi, potranno accedere facilmente alla rete (4).
  • MaMaMedia vuole assicurare ai bambini che si crei un luogo sicuro nel quale essi possano esprimersi con le nuove tecnologie e su Internet (5).
  • Nella MaMaMedia si selezionano siti che possano risultare interessanti per i bambini e li si suddividono in varie categorie (6).
  • C'è indubbiamente il pericolo dei siti pornografici, MaMaMedia cerca di creare un sito sicuro che soddisfi ed interessi i bambini che così, interessati all'argomento studiato, non andranno a cercare altri siti più pericolosi (7).
  • L'intervistata pensa che saranno i bambini che acquisiranno, grazie alla sempre maggiore facilità di accesso ai computer ed ai prodotti multimediali, una gamma di esperienze molto costruttive da scambiare tra loro come anche con genitori ed insegnanti a scuola (8).
  • MaMaMedia, per quanto riguarda i problemi delle persone disabili tende, come strategia, ad affiancarsi alle aziende che già operano specificatamente sul problema, Harel, infine, spiega la differenza tra i bambini degli anni novanta e quelli delle generazioni precedenti (9).

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INTERVISTA:

Domanda 1
La prego di presentarsi con il suo nome, la sua attività ed i progetti in cui è impegnata.

Risposta
Sono Idit Harel, fondatrice e CEO del MaMaMedia, che è una nuova impresa di New York per bambini: stiamo creando un programma di attività per bambini, su Internet.

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Domanda 2
Come mai avete scelto la denominazione di MaMaMedia, e quali sono i suoi scopi?

Risposta
Dopo molti anni di ricerca alla Harvard University, nei Graduate School of Education e Technology Center, ed al MIT Medialab con il professor Papert ed altri colleghi, dopo aver lavorato per molti anni con i bambini, gli insegnanti ed i genitori nelle scuole, introducendo dei metodi di apprendimento avanzato, introducendo la tecnologia nelle scuole, abbiamo deciso, due anni fa, di iniziare con il MaMaMedia come esempio di tutto questo nelle case. Ci siamo resi conto del fatto che i computer stanno entrando molto rapidamente nelle case degli americani: il 60% delle case in cui vive un bambino al di sotto dei sette anni hanno un PC multimediale. Molti cominciano anche ad acquistarne un secondo oppure un’applicazione di Internet, come la Web TV. Molti bambini si accostano al computer con un grande desiderio di esprimersi, di esplorare. Lo vivono con grande naturalezza. E’ stato dunque naturale, per noi, raccogliere tutte le nostre esperienze e tutto ciò che avevamo imparato lavorando con i bambini nelle scuole, e realizzare dei progetti creativi con i computer, cercando di renderli utilizzabili per i computer di casa, facendo in modo di coinvolgere insieme genitori e bambini nei programmi di apprendimento di Internet.

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Domanda 3
Cosa ci dice del nome, c’è una ragione speciale per cui si è scelto MaMeMedia?

Risposta
MaMaMedia è un nome giocoso. Cercavamo un nome che potesse piacere ai bambini, che li facesse sorridere, che comunicasse loro la sensazione che si trattava di un apprendimento giocoso. Siamo un’impresa che si occupa di apprendimento, ma la filosofia di apprendimento che sosteniamo è incentrata sull’apprendimento attraverso la scoperta, attraverso il divertimento, in modo molto simile al modo in cui si impara giocando con la sabbia, costruendo castelli di sabbia o giocando con i cubi, oppure dipingendo con i pennelli e le matite. E’ il gioco ciò che noi portiamo su Internet. Pertanto, cercavamo un nome che facesse sorridere e sentire vivaci. Scommetto che funziona, funziona con i ragazzi e le ragazze, con le mamme e con i papà, ed anche con chi si occupa d’affari.

Un altro motivo è che MaMaMedia significa madre di tutti i media; vogliamo fornire questo servizio ai bambini, con vari tipi di media. Sono tutti digitali e sono in bit, non in atomi; riflettono o consentono di esprimere esperienze simili che si hanno con il multi media.

Una cosa divertente che riguarda il nome, che è il terzo aspetto che lo riguarda, è che se lo si mette sottosopra le tre M maiuscole diventano tre W, il che sta per World Wide Web. Dunque, ci sono molte ragioni per cui MaMaMedia è un bel nome. Il fatto che lo si possa rivoltare sottosopra, scoprendo così una cosa, è anch’esso parte del messaggio della nostra impresa.

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Domanda 4
Parliamo delle opportunità di apprendimento e di chi ne beneficerà. Le persone povere che non hanno accesso al computer ed ad Internet saranno svantaggiate rispetto a chi ha l’accesso?

Risposta
Per la prima volta dopo tantissimi anni in cui ho realizzato dei progetti con i computer, sono fermamente convinta che i bambini che si trovavano in una posizione svantaggiata - a causa del fatto che i computer erano così costosi - cominceranno a divertirsi sempre di più con i computer, con l’accesso all’informazione e la possibilità di collegarsi alla conoscenza in un modo che non è mai stato possibile nel passato. Abbiamo già i primi computer a basso costo e dei potenti PC multimediali; i costi stanno calando. Molte persone, al momento, lavorano nel settore per cercare di abbassare i prezzi. Penso che man mano che i costi di accesso caleranno, man mano che scenderanno i prezzi dei computer, un numero crescente di bambini provenienti dai ceti meno elevati, dalle società in via di sviluppo, comincerà a connettersi alla rete.

Assistiamo anche allo sviluppo delle nuove applicazioni. Penso che molte imprese di video giochi stanno cominciando a collegare i giochi alla rete. Molti giocattoli, gadget, cose da indossare e strumenti musicali si collegheranno ad Internet, così i bambini avranno i propri strumenti. Si collegheranno con la rete perché il loro orologio sarà collegato con essa, perché i loro giocattoli saranno in rete, perché avranno un’applicazione che potranno aprire con il loro controllo a distanza, ed avranno anche un PC più potente che potranno connettere alla rete, se vorranno realizzare dei tipi di progetti più complessi.

Ma non ci sarà un solo modo, si potrà lavorare su uno spettro di progetti e collegarsi alla rete per tanti scopi diversi. Credo che tutto ciò darà agli abbienti ed ai non abbienti un’opportunità per parlare gli uni con gli altri, per scambiare idee attraverso la rete.

L’ottantacinque per cento dei bambini americani usano già i computer e questa è una statistica incredibile. Sia che li usino a casa, a scuola oppure nelle librerie o nei community center, vediamo che c’è, per i bambini, una via d’accesso all’informazione, un modo per tenersi in contatto gli uni con gli altri e di interagire usando i computer su larga scala. Questo è un fatto molto promettente.

Possiamo notare che sta accadendo un’altra cosa, negli ultimi quattro anni: il prezzo dei computer sta veramente calando, le tariffe di accesso stanno diminuendo. Penso che al momento tale fenomeno interessi soprattutto gli USA, ma credo che si estenderà internazionalmente. Man mano che i prezzi per accedere alla rete ed i prezzi degli stessi computer diminuiranno, sempre più bambini, compresi i bambini dei paesi in via di sviluppo, entreranno online in tanti modi diversi. Tutto ciò è molto eccitante.

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Domanda 5
Parliamo dei bambini e di Internet, poiché la sua società si occupa dell’educazione dei bambini. Data la sua esperienza, pensa che dovremmo controllare, e in che modo, le navigazioni dei bambini in rete?

Risposta
Ci sono alcune questioni delle quali ci stiamo occupando molto seriamente al momento: una riguarda il modo in cui usiamo la tecnologia ed Internet. MaMaMedia promuove l’espressione di se stessi. Si deve pensare ad Internet come ad un modo per esprimersi, in modo molto simile al modo in cui si usa la matita. Si vuole per caso controllare il modo in cui i bambini usano le matite ed i colori? Probabilmente no. Il nostro scopo è quello di dar loro la possibilità di esplorare e di scoprire e di esprimere se stessi in un contesto sicuro; ci si vuole assicurare che si crei un luogo nel quale essi possano portare nel progetto qualcosa che viene da dentro di loro, inserendolo nella comunicazione online.

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Domanda 6
Internet è un luogo pericoloso per i bambini?

Risposta
Internet è un luogo pericoloso per i bambini? Questa è una domanda che ci poniamo molto spesso. MaMaMedia ha un approccio positivo e costruttivo. Ciò che abbiamo è un insieme di contenuti molto potente.

Navighiamo in rete, selezioniamo siti Web di alta qualità, che siano sicuri e contengano informazioni straordinarie sulle balene, sugli uccelli, sui dinosauri, sugli sport, insomma, su tutto ciò che i ragazzi trovano interessante. Lo esaminiamo, lo filtriamo e vi apponiamo il nostro sigillo di approvazione. Al momento, sul nostro database, abbiamo 1500 siti Web di questo tipo. Dunque, il nostro approccio rispetto alla questione della sicurezza non consiste nel mettere delle keyword per bloccare i ragazzi, ma piuttosto nel condurli in un luogo di svago o su un canale pieno di informazioni di buona qualità. In un attimo essi sono lì, con una serie di cose positive, e rimangono lì. Questo è l’approccio di MaMaMedia.

Un’altra questione è quella dell’organizzazione, perché non si tratta solo di dar loro tanti siti Web, ma anche di organizzare e di riorganizzare, fornendo loro un’organizzazione sorprendente. Così, noi "impacchettiamo" i siti Web in tre modi differenti. Un modo consiste nel sistemare il sito in quelli che chiamiamo "sandwich". E’ cibo per le loro menti, è cibo per i loro pensieri. Creiamo dei Web "sandwich" per i ragazzi. Sono come delle piccole cartelle tematiche per i ragazzi. Dunque, noi prendiamo un tema, come il Natureburger, e nel Naturburger mettiamo dei siti che riguardano i dinosauri, gli animali, le foreste pluviali. Abbiamo un sandwich dal titolo Healthfood Hero che è un "sandwich" in cui inseriamo dei siti che riguardano il corpo, la mente e gli sport. Abbiamo anche un sito che si chiama Kids Deluxe che è il "sandwich" dove si possono trovare storie di ragazzi; ragazzi che hanno scritto storie o pubblicato delle poesie oppure creato diversi tipi di messaggi, oppure anche dei siti creati dai ragazzi. In sostanza, si tratta di un modo di costruire l’esperienza del bambino intorno ad una specie di set sicuro di siti Web, e di organizzare il tutto in un modo giocoso che noi chiamiamo "sandwich". Poi diamo loro uno strumento per costruire il loro proprio "sandwich", ed essi cominciano a comprendere la gerarchia di una directory oppure il modo in cui una ricerca viene condotta.

Un’altra cosa che facciamo è scegliere un tema, per esempio il colore blu: mettiamo insieme cinque siti Web che riguardano le balene blu, tre siti sugli uccelli blu, sette siti sul genere musicale ecc. Mettiamo poi un bottone per il caso in cui avessimo dimenticato una categoria di blu. Dunque, in ciascun sito che riguarda un argomento "blu", i ragazzi possono sottoporci un’idea, in modo che essi siano al contempo consumatori e parte attiva della comunità. Questo è ciò che intendo quando parlo di approccio costruttivo, creativo e positivo alla questione della sicurezza, il che, per noi, è molto importante.

Abbiamo un altra cosa: è un’area chiamata Buzz. Nel Buzz i ragazzi condividono i progetti e visitano i reciproci siti preferiti. Così, quando navigano nei siti di buona qualità che si trovano sul database del MaMaMedia, essi possono sempre scegliere i siti che piacciono loro. Poi abbiamo il sistema del "bookmark" visivo, in modo che possano visitare e vedere i siti preferiti degli altri. In genere, quando si usa Nescape o Internet Explorer o qualunque altro browser, non si può navigare sui siti preferiti degli altri, ma con il sistema di MaMaMedia, i ragazzi possono raccogliere e condividere e visitare i bookmark degli altri. Dunque, c’è tutto un modo nuovo di navigare per imparare.

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Domanda 7
E per quanto riguarda il problema dei siti pornografici sulla rete?

Risposta
Ovviamente esiste un’enorme varietà di siti relativi alla pornografia, al sesso, alla violenza e una gran quantità di cose offensive sono là fuori, per il motivo che il sistema è decentralizzato, e tale dovrebbe rimanere, ed ogni singolo individuo può esprimere tutto quello che vuole. E così succede per moltissime cose buone come anche per le cose più disparate. Il nostro obbiettivo è cercare di educare veramente genitori ed insegnanti ad individuare e sfruttare gli elementi positivi dell’integrazione di Internet.

Uno dei modi per impedire che la pornografia arrivi ai bambini, è quello di fare in modo di fornire loro un canale enormemente emozionante, dove abbondano tante di quelle attività alle quali dedicarsi e con cui giocare, mi riferisco soprattutto ai ragazzini al di sotto dei dodici anni, quelli che stanno alle elementari e negli asili. Se sono impegnati a fare qualcosa che sembra loro molto importante e che quindi non vogliono abbandonare, non c’è pericolo che vadano a curiosare in giro. Ed è proprio questo che vogliamo ottenere. Stiamo cercando di organizzare un sito sicuro con una gran quantità di attività costruttive per i ragazzi, in modo che vi rimangano impegnati come se si trattasse di un video game, solo più istruttivo. Stiamo portando avanti un progetto, qui a New York, insieme ad un centro specializzato in bambini e tecnologia, dove cominciamo ad introdurre le macchine MaMaMedia ed i nostri prodotti presso gli insegnanti dei centri delle comunità. Quello che cerchiamo di realizzare è un valido approccio ai veri bisogni del bambino di oggi e di domani, in modo da dotare questi bambini degli strumenti e l’esperienza necessari ad esplorare la loro immaginazione e la loro fiducia nella tecnologia. Ci piacerebbe che i bambini e le bambine crescessero in un mondo dove Internet fosse un luogo da frequentare e dove poter essere a proprio agio: " Io so come funziona. Io so come risolverlo. Trovo che sia realmente buono. Io posso inventare dei siti Web, e posso anche programmarli. Mi trovo a mio agio con questo sistema. Ti devo raccontare un fatto. Ecco una pagina Web che ho pubblicato. Posso inventare una macchina. Potrei forse fare parte della prossima generazione di inventori di una nuova generazione di computer". Ci piacerebbe anche, che fosse un luogo dove i bambini e le bambine si sentissero uguali: ecco in cosa MaMaMedia consiste.

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Domanda 8
Ci stava dicendo qualcosa a proposito del progetto che coinvolge le scuole pubbliche. Ci può dire qualcosa di più?

Risposta
In questo momento MaMaMedia sta concentrando gli studi sull’ambiente casalingo, dato che negli Stati Uniti è l’ambito dove il computer svolge un ruolo preponderante. Siamo anche convinti che si stia avverando quello che noi definiamo il potere dei bambini. Penso, infatti, che i bambini avranno sempre più facilmente accesso ai computer ed ai prodotti multimediali, come anche ad Internet, acquisendo così una gamma di esperienze molto costruttive da scambiare tra loro come anche con genitori ed insegnanti. Saranno loro che verranno a scuola e ci faranno capire come aiutarli a crescere. Questo è il genere di opportunità che la gente come noi, ossia attivisti dell’educazione come Seymour Papert, ha concretizzato dopo anni di lavoro all’interno delle scuole, introducendo ambiti di insegnamento diversi grazie a nuovi mezzi didattici, ed usando il computer come chiave di volta per il cambiamento, per insegnare ai docenti come educare gli allievi e come ristrutturare l’assetto dell’insegnamento. Ma ci è voluto tantissimo tempo e moltissimi sforzi per fare sì che il sistema, il sistema scolastico cambiasse. Crediamo che ci si presenti ora una seconda possibilità di raggiungere bambini e genitori direttamente ed informarli attraverso questa efficacissima esperienza. Saranno loro che ci aiuteranno a cambiare la scuola, nell’arco in cinque anni.

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Domanda 9
I computer e Internet possono spesso aiutare le persone handicappate. Quali sono i vostri progetti per i disabili sia mentali che fisici. State forse programmando qualche intervento particolare?

Risposta
La nostra politica riguardo ai disabili è essenzialmente quella di affiancarci come partner e collaborare ad altre compagnie che sviluppano essenzialmente programmi di quel tipo. Ci sono molti aspetti dei nostri prodotti e del nostro approccio alle problematiche che funzionano veramente bene proprio perché non abbiamo un target particolare. Abbiamo organizzato un sistema di strumenti e macchine affinché i bambini possano creare il loro personaggio multimediale. Al momento del loro ingresso, disporranno di uno strumento, tipo "Buttonzapper", che permetterà loro di inventare la propria interfaccia personale all’interno di MaMaMedia. Disporranno anche di spazi dove costruire una piccola città chiamata "Presto", assemblando l’ufficio postale, il negozio da surf, il negozio di animazione ed il negozio dei rumori. Questo tipo di scenario, assomiglia effettivamente più ad un gioco o ad un album da disegno che non ai compiti in classe o alle interrogazioni tipiche del curriculum scolastico. E’ naturalmente insita in questo tipo di sistema la possibilità, per chi possiede una particolare esperienza nella didattica per persone disabili, di cogliere tutti gli aspetti più utili ed incorporarli nel loro sistema.

Molti genitori , molti insegnanti e molti di coloro che si occupano di studiare le strategie per la scuola, sono molto preoccupati a proposito delle "tre R": lettura, scrittura ed aritmetica(reading, writing, and arithmetic). Qui negli Stati Uniti le chiamiamo le "tre R". Per centinaia di anni la gente ha cercato di sviluppare programmi volti ad insegnare ai bambini a leggere, scrivere, contare, ed a sviluppare le capacità di base. Penso che i bambini degli anni novanta e quelli che verranno, sono essenzialmente diversi dai bambini delle precedenti generazioni. A questo proposito vorrei indicare quattro o cinque aspetti caratteristici di questa nuova generazione di bambini. Per prima cosa, sono assolutamente a loro agio con una logica non lineare. Possono pensare in maniera lineare tanto quanto possono farlo in maniera non lineare, con estrema facilità. Sono dotati, possiamo dire, di "multi-task"(plurifunzionalità). Li puoi osservare mentre ascoltano musica e contemporaneamente giocano con il computer, colorano l’album da disegno, guardano la TV, scaricano un gioco da Internet ed iniziano a provarlo. Si muovono da un’attività all’altra. Spesso, sia i genitori che gli insegnanti, considerano questi come sintomi di problemi di concentrazione; mentre io sono dell’avviso che questa è la maniera di concentrarsi dei ragazzi di oggi. Si tratta di un modo completamente nuovo di pensare. Uno stile di pensiero totalmente nuovo. Hanno anche molta confidenza con la tecnologia. Sono nati in un mondo dove esistevano già i computer portatili e tutte le più svariate periferiche elettroniche per i PC, così come i loro giocattoli sono dei risultati delle più disparate tecnologie. Sono abituati a tutto questo. Come noi siamo abituati agli sportelli Bancomat. Saremmo persi senza questi: non posso neanche immaginare la mia vita attuale senza sportelli telematici. Questa è la sensazione che provano le nuove generazioni per i computer. E’ indifferente se si tratta di un Macintosh o di un PC, di una particolare playstation o di quel particolare Nintendo 64. Semplicemente, lo afferrano, lo analizzano e ne scoprono il funzionamento, vogliono solo sapere che cosa sta succedendo, che cosa sto combinando qui. In maniera del tutto naturale. Inoltre è molto interessante vedere il loro rapporto con le diverse tecnologie e le diverse attività: non solo gestiscono perfettamente le tecnologie video e audio, oltre ad essere consumatori di mezzi di comunicazione, ma questi bambini stanno crescendo in un mondo dove possono vedere direttamente i processi creativi che conducono ai prodotti digitali. E così vengono a chiederti come hai realizzato quel particolare tono di blu o come sei riuscito ad animare quella cosa. Ti fanno questo tipo di domande sin da subito. Quindi, non solo consumano, controllano, e scelgono, ma addirittura creano i loro mezzi di comunicazione. Stiamo raggiungendo una dimensione totalmente diversa, dove il controllo è sempre maggiore. Il loro rapporto con i mezzi di comunicazione è molto diverso: il loro atteggiamento è molto diverso. Questa non è una generazione alla quale insegnare a leggere, scrivere e fare di conto. Si tratta di insegnare loro ad esplorare i mezzi digitali, ad esprimersi attraverso questi, ed a scambiare idee con i vari mezzi visivi. A MaMaMedia la chiamiamo la generazione delle "tre X" : esplorazione, espressione e scambio (exploration, expression, and exchange).

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