INTERVISTA:
Domanda 1
Che cos'è l'archivio di un movimento operaio democratico e in che modo sono utilizzate le
tecnologie digitali all'interno dell'archivio?
Risposta
L'archivio è una fondazione che ha come scopo la conservazione, la diffusione e la
produzione di documenti audiovisivi riguardanti la storia del movimento operaio, la storia
del lavoro, la storia dei movimenti internazionali per l'indipendenza dei popoli, cioè di
tutti quei fenomeni che trovano molto spesso poco spazio nella informazione audiovisiva
ufficiale. Utilizza le tecnologie digitali sostanzialmente in tre modi: per conservare i
documenti, per accedervi attraverso i sistemi di catalogazione e per produrre nuovi
documenti, soprattutto nella fase del montaggio. E' nato negli anni settanta a partire da
un deposito di materiale audiovisivo che esisteva presso un centro produttivo. Un gruppo
di registi, che collaborava con questo centro e in genere con il partito comunista e con
la CGIL per la produzione di film, si rese conto che questa memoria era in pericolo e
allora, grazie soprattutto a Paola Scarnati, che è l'attuale segretario generale
dell'archivio, fu promossa la costituzione di questa nuova struttura. Essa divenne in un
primo momento un'associazione e poi, grazie anche all'interessamento di Cesare Zavattini,
che ne era il Presidente, e al suo rapporto con il Presidente della Repubblica Sandro
Pertini, fu riconosciuta come fondazione.
Domanda 2
Perché le tecnologie digitali hanno un ruolo importante nell'archiviazione degli
audiovisivi?
Risposta
Perché consentono una modalità di archiviazione che poi rende la consultazione molto
più ampia e accessibile non soltanto agli specialisti, ma a quella utenza sociale che
deve essere la destinataria principale nell'uso dei documenti audiovisivi. Grazie proprio
a queste tecnologie tutti i livelli di informazione che esistono all'interno del documento
audiovisivo possono essere individuati immediatamente e quindi possono essere analizzati
molto più facilmente.
Domanda 3
In che modo le nuove tecnologie informatiche e di archiviazione digitale cambiano il
nostro rapporto con la memoria? C'è il rischio secondo lei di una progressiva
atrofizzazione della memoria individuale?
Risposta
Questo rischio c'è ma dipende sempre dal modo in cui vengono utilizzati questi strumenti
che sono in grado di liberare energie mentali e intellettuali straordinarie. Voglio dire
che se il nostro cervello anziché sforzarsi di ricordare, liberando energie per espletare
questa funzione, si dedicasse di più a trovare le relazioni, i rapporti, a individuare i
nessi che esistono tra i diversi elementi della memoria, questa funzione sarebbe molto
facilitata dall'uso di queste tecnologie. Einstein ha detto: "Non vedo perché devo
imparare a memoria le date dal momento che ci sono le enciclopedie". Allo stesso modo
perché dobbiamo ricordarci con la memoria che cosa c'è dentro un film se possediamo
degli strumenti migliori che ci consentono di ricercare gli elementi presenti in un film?
Semmai la mente ci consente di cercare più in profondità. Magari di chiedersi, di fronte
ad uno specifico filmato, che cosa c'è del pensiero femminista o neofemminista in un
determinato documento. Ovvero proprio di ampliarne l'approccio.
Domanda 4
La memoria storica si sta in questi anni progressivamente trasferendo su supporti
digitali. Che conseguenze ha questo processo dal punto di vista della trasmissione e della
diffusione del sapere storico?
Risposta
Ha una importanza eccezionale e ne avrà sempre più quando si diffonderà un sistema di
trasmissione telematica dei dati che permetta una maggiore qualità dell'audiovisivo.
Finora la qualità, soprattutto quella delle immagini in movimento trasmesse su Internet,
è piuttosto bassa. Ma in futuro si amplierà enormemente la conoscenza, la diffusione e,
questo forse è l'aspetto più importante, l'uso e il possibile riuso di questi documenti.
Applicando finalmente una delle implicazioni dell'epoca in cui viviamo, cioè quella della
riproducibilità tecnica dell'opera d'arte, si avrà la possibilità di creare senza
distruggere, senza rovinare, senza sciupare l'opera iniziale. L'opera d'arte iniziale
sarà anzi trasformata, rielaborata e arricchita di contributi individuali che aiuteranno
molto lo sviluppo della creatività individuale.
Domanda 5
Quali vantaggi comporta per lo storico la possibilità di digitalizzare ogni tipo di
fonte?
Risposta
Pur non avendo una formazione storica ritengo che lo storico ha ancora una forte
resistenza, come categoria generale, all'uso di queste tecnologie, di queste possibilità,
così come tutto il mondo accademico ha una resistenza fortissima nei confronti dei
linguaggi diversi da quello verbale. Attualmente non è possibile fare una tesi che non
sia su carta. Per esempio non è possibile fare una tesi su CD-ROM, che è uno strumento
straordinario per fare una tesi perché consente di utilizzare tutti i linguaggi. Gli
storici più avveduti si sono resi conto già da alcuni anni, direi soprattutto grazie
all'influenza che ha avuto la scuola francese, dell'importanza straordinaria di questi
documenti audiovisivi per lo studio della storia. Senza contare il fatto che le nuove
tecnologie consentono collegamenti attraverso ipertesti che arricchiscono anch'essi
enormemente gli strumenti a disposizione dello storico. Attraverso di essi si possono
approfondire i diversi livelli della storia, sia quella ufficiale dei re e dei papi e sia
quella della vita quotidiana.
Domanda 6
Quali sono i criteri utilizzati dal centro per la catalogazione dei documenti audiovisivi?
Risposta
Abbiamo fatto una serie di esperienze, in passato, cercando addirittura di arrivare a dei
limiti di catalogazione talmente dettagliata che una scheda del catalogo equivaleva
praticamente ad una sceneggiatura a posteriori, inquadratura per inquadratura, descrivendo
i diversi livelli che esistono fra gli oggetti o i soggetti in primo piano e lo sfondo. Lo
sfondo dei documenti audiovisivi è ricchissimo di informazioni. Una delle caratteristiche
straordinarie del cinema italiano neorealista è che, uscendo dal teatro e scegliendo come
set le strade e le piazze, un film diventa contemporaneamente, quando lo è, opera d'arte
e documento straordinario dell'Italia di quell'epoca. Tutto lo scenario alle spalle degli
attori che si muovono in primo piano è un forte elemento di documentazione. Dopo essere
arrivati a questo estremo ci siamo resi conto che poi, in realtà, per conoscere un
documento audiovisivo bisogna vederlo, non lo si può descrivere con le parole. Quindi
siamo tornati sui nostri passi, siamo ritornati a una fase di maggiore utilizzazione di
strumenti classici informatici e uso di parole chiave, molto articolati e molto ampli.
Stiamo costruendo un archivio approfondito in attesa di attivare la possibilità di
ricerca delle immagini attraverso le immagini. In questo senso stiamo avviando una
sperimentazione in collaborazione con l'Ateneo di Roma.
Domanda 7
In rapporto all'archiviazione digitale, quali sono i progetti dell'archivio a livello
internazionale?
Risposta
Stiamo sviluppando una iniziativa pluriennale di collaborazione con una serie di archivi
audiovisivi europei, anche di piccole dimensioni, che sono collegati in qualche modo con
le strutture politiche e sindacali della sinistra europea, finalizzata alla realizzazione
di un progetto di condivisione delle informazioni sui documenti audiovisivi. In questo
modo l'accesso alla banca dati di un archivio, permette di accedere automaticamente anche
alle banche dati degli altri e quindi di creare un patrimonio audiovisivo comune. L'altro
progetto che abbiamo è quello di approfondire, con un uso rigoroso del linguaggio
audiovisivo, le trasformazioni in corso oggi nei processi di lavoro e nel passaggio dal
fordismo al postfordismo, nell'introduzione a livello di massa delle nuove tecnologie,
nella comparsa di nuove forme di lavoro quali il telelavoro. Lo scopo è quello di
documentare aspetti specifici della storia recente in modo da conoscerli più
approfonditamente e non avere soltanto la visione che spesso se ne ricava dalle fonti
patronali, per esempio, che attualmente sono molto più ricche come documentazione di
quelle della controparte. Ci sono una quantità enorme di temi sui quali il linguaggio
audiovisivo può essere un elemento straordinario così come fu straordinario per studiare
la posizione degli operai alla catena di montaggio.
Domanda 8
Quindi esistono diverse forme attraverso cui l'archiviazione digitale può giovare alla
conservazione della memoria?
Risposta
Io sono convinto che queste tecnologie possano aiutare in un modo straordinario la memoria
proprio perché i documenti audiovisivi costituiscono per la memoria un punto di
riferimento. Un giornalista francese, dopo aver assistito alle prime proiezioni
cinematografiche, scrisse che il senso stesso della morte, attraverso l'uso delle immagini
in movimento, sarebbe cambiato. Sono tecnologie che possono aiutare proprio ad elevare il
lavoro sulla memoria verso una funzione più alta, nel senso che la memoria non diventa
più soltanto il ricordo ma diventa l'organizzazione del ricordo, mentre invece il
documento del ricordo viene lasciato alla memoria digitale.
|
|