INTERVISTA:
Domanda 1
Come descriverebbe ad un interlocutore in che cosa consiste esattamente la tecnologia di
Jini?
Risposta
La tecnologia di Jini è una tecnologia che permette a ogni apparecchio intelligente - una
macchina fotografica, un lettore di dischi, un frigorifero, una stampante - di collegarsi
ad altri apparecchi. Alla base ci deve essere una qualche forma di tecnologia di rete. Si
possono collegare insieme macchine fotografiche, lettori di dischi, computer via cavo
collegandoli via radio o con gli infrarossi. Tutte queste possibilità sono modi diversi
per metterli in comunicazione. Quello che Jini sta studiando è che cosa comunicano i
diversi apparecchi. Come fa un apparecchio a dire ad un altro: "Vorrei usarti. Sono
una macchina fotografica e vorrei usare te, stampante, per stampare la foto che sto
scattando?" Jini fa sì che gli apparecchi comunichino tra loro in questo modo,
esattamente come comunicano le persone, e fa sì che ognuno offra dei servizi agli altri.
Jini è un minuscolo software che vive all'interno di ogni apparecchio intelligente. Ogni
apparecchio, quando si collega alla rete, usa la tecnologia Jini per cercare sulla rete la
presenza di qualche altro apparecchio che potrebbe voler sfruttare i servizi che offre, o
che offrisse i servizi di cui potrebbe aver bisogno. Jini fa sì che ogni apparecchio
possa andare sulla rete e dire agli altri: "Salve. Eccomi qua. Questo è quello che
so fare. C'è qualcosa che posso fare per voi?"
Domanda 2
A cosa può essere utile il software Jini?
Risposta
Jini fa sì che il televisore, il Cd, gli speaker, gli amplificatori, qualunque
apparecchio elettronico di casa possa comunicare con gli altri per dire: "Sono un
televisore e offro un'immagine, tu potresti usarmi per trasformare l'input del cavo in
un'immagine e stamparla". Jini è un software che fa sì che qualunque apparecchio
offra dei servizi ad altri apparecchi. In cucina il frigorifero, la lavastoviglie,
qualunque elettrodomestico potrebbe offrire un servizio ad un altro. Questo ci darebbe la
possibilità di controllarli. Un grande passo in avanti, in ogni città, è quello di far
sì che ognuno controlli l'uso dei propri elettrodomestici a casa, in modo da consumare
meno elettricità. In una giornata calda a Roma, tutti gli apparecchi di aria condizionata
e tutti i frigoriferi sono in funzione, cosicché l'Enel deve generare moltissima
elettricità. Se potessimo risparmiare un po' di elettricità, abbassare il carico del 5 o
del 10 per cento, potremmo risparmiare decine o centinaia di milioni di dollari. Quindi
far sì che gli apparecchi possano comunicare tra loro, può consentire enormi risparmi
per la società nel suo insieme. Jini è semplicemente software. Permette ad un
apparecchio intelligente di comunicare con un altro. Un telefono cellulare, ad esempio, è
un computer che ha una radio, una tastiera e uno schermo. Questo apparecchio può mandare
in rete un pezzo di software che dice: "Se vuoi visualizzare qualcosa sullo schermo,
usa il software e comparirà sullo schermo" Quindi se sto progettando un servizio di
creazione di messaggi, potrei volere che questo apparecchio, collegato con Jini, mi offra
questo servizio di visualizzazione sullo schermo. Se sto usando la mia televisione a casa
e se la volessi telecomandare, il televisore potrebbe inviare il suo software, attraverso
Jini, in modo che io possa mettermici in contatto usando il mio telefonino, cosicché
potrei comandare la televisione col telefonino. Fare in modo che questi apparecchi, ognuno
dei quali contiene un computer, comunichino fra loro, ci permette di riprogettare quello
che usiamo a casa per ascoltare, per guardare, per raffreddare le cose o per scaldarle.
Possiamo cominciare a fare in modo che combinandosi creino nuovi elettrodomestici. E
questo, naturalmente, fa sorgere nuovi mercati. Jini è stato creato dalla Sun in
collaborazione con centinaia di altre aziende, delle quali abbiamo raccolto i suggerimenti
e li abbiamo riuniti in questo progetto molto semplice. Nelle ultime settimane, 37
compagnie, fra cui la Sony e la Motorola hanno annunciato che avrebbero usato Jini nei
loro apparecchi.
Domanda 3
Chi ha creato Jini?
Risposta
Jini è stato creato dalla Sun perché conoscevamo tutti i nostri partner. Le compagnie di
telefoni cellulari, di lettori di dischi, di stampanti, hanno tutte lo stesso problema.
Quando collegano un apparecchio ad un altro, vogliono che l'altro apparecchio sappia come
usarlo. Per esempio, se si vuole collegare un Pc ad una stampante, il software per far
funzionare la stampante deve trovarsi già nel Pc. Quello di Jini è un processo inverso.
Le società che producono lettori di dischi o stampanti vogliono invece mettere il
software nelle stampanti o nei lettori di dischi. Così quando li si collega, il software
entra dalla stampante o dal lettori di dischi nel computer che li userà. In questo modo
il software non è mai vecchio. Quindi tutte le società che producono elettronica di
consumo che funzionano con un software vogliono essere in grado di mantenere il software
all'interno dei loro apparecchi e collegarli alla rete, trasportare il software verso
quelli che useranno l'apparecchio e avere sempre un software aggionato. Così abbiamo
annunciato che Jini sarebbe stato sostenuto da 37 compagnie cioè tutti i produttori di
elettronica di consumo, ossia Sony, Philips, Thompson, Mitsubishi, Siemens, Sharp, tutte
le compagnie dei telefoni cellulari, Nokia, Ericsson, Motorola, e molti altri, tutti i
produttori di lettori di dischi, le società che fabbricano gli apparecchi che stanno
nelle nostre case, le principali società che fabbricano stampanti, Hewlett Packard,
Epson, Canon. Tutte queste società vogliono che i loro apparecchi possano funzionare
collegandosi gli uni agli altri. Jini fa in modo che il software di ognuno di questi
apparecchi si sposti all'interno della rete e raggiunga il software degli altri
apparecchi. Crea una comunità. Tutt'a un tratto, una videocamera può trovare il software
che proviene da una stampante, e le manda la propria immagine, o può trovare il software
che proviene da un lettore di dischi e gli manda l'immagine da salvare su disco. Possiamo
chiamarla "comunità spontanea": è una comunità costituita da tutti questi
apparecchi di hardware che fanno cose molto diverse e che adesso sono in grado di usare le
capacità di tutti gli altri. Questo è importante perché riflette il cambiamento in atto
nell'informatica rispetto al vecchio sistema, quando si pensava ad avere tutto all'interno
di un disco in un unico posto, in attesa di un apparecchio che venisse collegato.
Ipotizziamo di avere un Pc. In questo Pc, nel disco - e questo è un disco da 4 GB - ho
megabyte e megabyte di software per lettori di dischi, per stampanti, per modem, per
apparecchi che non userò mai. Il software è qui pronto che aspetta. Così se compro una
stampante, una stampante nuova, e attacco la spina, il software è già lì che la
aspetta. Microsoft lo chiama "plug and play". È una buona idea. Quando si
compra una stampante nuova, non c'è bisogno di preoccuparsi di come funziona. Ma il
problema di questo modello centralizzato è che bisogna già avere il software con sé
prima di comprare la stampante. Nel nuovo mondo questo non potrà funzionare. Nel nuovo
mondo, con gli apparecchi sempre più intelligenti, con i chip in ogni cosa, quando si
comprerà un nuovo lettore di dischi o una nuova stampante il software sarà nella
stampante, non nel computer. E quando si porterà a casa il nuovo lettore di dischi o la
nuova stampante per collegarli al computer, il software andrà dalla stampante al computer
e quindi funzionerà automaticamente. Questo è un modello ben diverso dal vecchio modello
che ha creato la Microsoft. Sarà il modello del futuro. Di questi Pc ce ne saranno circa
200 milioni. Dei congegni che si trovano nei telefonini, negli interruttori, nelle
stampanti, ce ne sono miliardi, migliaia di milioni, ben di più dei personal computer.
Quindi quando parliamo degli apparecchi che la gente userà, parliamo di orologi da polso,
telefonini, cercapersone, apparecchi diversi a dozzine che saranno in grado di comunicare
tra loro attraverso Jini. Il progetto è quello di rendere capace qualsiasi fabbricante di
qualsiasi oggetto, che si tratti di un telefonino o di una macchina fotografica, di far
passare il software dall'uno all'altro. Usando Jini si potrà far passare il software
dalla macchina fotografica al telefonino in modo da poter controllare la macchina
fotografica attraverso il telefonino. Con Jini è facile. Quindi il futuro ci permetterà
di prendere apparecchi che oggi sono indipendenti e, unendoli, di realizzare qualcosa che
prima non esisteva. Questa è la potenza di Jini, e questo è il motivo per cui tutte le
società che producono computer, apparecchi elettronici, stampanti, lettori di dischi, si
sono state d'accordo nel creare uno standard comune.
Domanda 4
Lei ha parlato di apparecchi sofisticati, hard-tech: i telefonini, i cercapersona,
eccetera. Nicholas Negroponte ha accennato al fatto che questi sviluppi potrebbero
arrivare a coinvolgere anche gli oggetti quotidiani più semplici, i cosiddetti
"oggetti che pensano" i tavoli, le tazze, le macchinette per il caffè e così
via. Che ne pensa?
Risposta
Pensiamo al modo in cui si sono sviluppati i computer. Negli ultimi quarant'anni i
computer sono stati apparecchi di grosse dimensioni. Gli elaboratori centrali dei computer
erano grosse schede con molti chip all'interno. Nel 1982-83, quando sono stati creati i
microprocessori, questo è cambiato. Questi chip potenti ci permettono di prendere molti
dei singoli chip della scheda e farli diventare un unico chip. E questo mondo di
microprocessori e computer su scheda singola, l'Apple II, il Pc, la workstation Sun,
questi computer su scheda singola hanno dominato il mondo dell'informatica negli ultimi 15
anni. E ora siamo ad un'altra grossa svolta. Sarà il passaggio dal computer su scheda
singola al computer su singolo chip. I chip costano molto poco. Fabbricare il primo costa
un miliardo di dollari, e i successivi non costano quasi nulla. Quindi, quando si pensa
alla produzione di un chip, l'elaborazione del progetto è molto costosa, la costruzione
dell'impianto per fabbricarli è molto costosa, ma il chip di per sé non costa nulla.
Quindi avremo a disposizione miliardi di chip. Questo è il potere dell'informatica: la
capacità di prendere decisioni, ecco cosa fa il chip. L'altro elemento è il sensore. È
quell'elemento che, per così dire, prende le misure. E oggi, con la stessa tecnologia con
cui abbiamo fabbricato i chip possiamo fabbricare i sensori. Il chip è un pezzettino di
silicio. Si può fare una minuscola piscina di silicio, della larghezza di un milionesimo
di metro e costruire un trampolino sospeso sullo spazio vuoto scavato nel silicio. E il
sensore è in grado di misurare i movimenti del chip: se si sposta il chip il trampolino
vibra. Allo stesso modo si può fare un accelerometro largo un milionesimo di metro che
non costa nulla. E lo si può inserire in oggetti che misurano lo spostamento. Lo si può
mettere in una lettera in modo tale che quando la si riceve si può scoprire se qualcuno
l'ha fatta cadere. Lo si può mettere in una tazzina da caffè in modo tale da misurare la
forza dell'impatto della tazzina sul tavolo quando la si è posata. Possiamo cominciare a
prendere le informazioni nel mondo intorno a noi e combinare l'informazione proveniente
dal sensore con la capacità decisionale del chip, e entrambe le componenti non costano
nulla. Si può prendere un pezzettino di cavo a fibra ottica, semplice vetro, e metterci
ad un'estremità una sostanza chimica che reagisce solo a contatto con certe forme
molecolari. E questo congegno lo si può inserire nel proprio apparato circolatorio per
scoprire la presenza di zuccheri nel sangue. Oggi in farmacia si può comprare un
apparecchio da 50 dollari per misurare la quantità di zucchero nel sangue. Serve ai
diabetici. E con i sensori che misurano i campi elettrici, si potrebbe inserire un sensore
nel cuore per prevedere un eventuale infarto. Il grafico di un attacco di cuore tracciato
da un elettrocardiogramma è ben noto. Questo sensore poi potrebbe comunicare con un
allarme o con un apparecchio che qualcun altro potrebbe comprare. Una voce potrebbe
avvertire una persona di non bere quel caffè perché il suo cuore sta già battendo
troppo velocemente. Quindi la possibilità di fare rilevazioni all'interno del corpo
umano, di misurare lo stato del corpo umano, ci dà nuovi strumenti diagnostici. Tutto
questo è reso possibile da piccoli chip e piccoli sensori. Jini fa sì che i piccoli
sensori, i piccoli chip comunichino tra loro in modo molto semplice. Stiamo costruendo
qualcosa di nuovo. Noi la chiamiamo "informatica distribuita". Tutto diventa
vivo e tutti i dispositivi che hanno qualcosa da dire avvertono sul loro stato: "Sono
caldo"; "Oh! il battito cardiaco è troppo veloce"; "Oh! L'aria
contiene sostanze chimiche dannose per l'organismo"; "Le acque del fiume si
stanno surriscaldando per gli scarichi industriali". Questa possibilità di misurare
e osservare rende visibili cose che prima erano invisibili, in modo tale che possiamo
cominciare a prendere decisioni sul mondo che ci circonda che in passato sarebbe stato
impossibile solo ipotizzare. E non solo sul mondo esterno a noi ma anche su quello interno
a noi.
Domanda 5
Parliamo della fusione fra mondo reale e il mondo digitale che sta profondamente
influenzando le nostre vite. Questo fenomeno sembra essere portato avanti da un gruppo
ristretto di grossi nomi, a cominciare dalla Microsoft e anche da gruppi relativamente
nuovi come Sun, Aol e Netscape. Pensa che possa essere pericoloso che un processo che
condiziona in maniera così profonda le vite di così tante persone continui a essere
indotto da pochi individui o società?
Risposta
Quelli che stanno premendo maggiormente per l'attuazione di questo processo di
comunicazione digitale sono le compagnie telefoniche. Da ben più tempo rispetto alla Sun
o alla Microsoft o alle altre compagnie. Da ben prima le compagnie dei telegrafi mandavano
segnali digitali per far sì che gli esseri umani potessero comunicare a distanza. Poi le
compagnie telefoniche che all'inizio mandavano segnali elettrici lungo i fili scoprirono
che era difficile far arrivare bene il suono a lunga distanza, e così hanno cambiato i
segnali in segnali digitali. Ossia semplicemente segnali "uno" e
"zero". Così si può mandare un segnale che assomigli a un'onda quadra, e lo si
manda lungo il cavo. Quando diventa rumoroso, perché l'elettricità statica dei motori
degli ascensori e le candele delle automobili provocano dei picchi nell'onda, lo si può
far passare attraverso un computer che elimina i picchi e il rumore. Quando trova un
brutto segnale in arrivo, lo trasforma di nuovo in un'onda quadra perfetta. Tecnologia
digitale riproduce semplicemente copie perfette. Nel mondo tutto è analogico. Il
vantaggio del digitale è che ci permette di prendere le informazioni e ritrasmetterle da
una parte all'altra e di ottenere all'altra estremità una copia esatta dell'informazione
di partenza. Questo è ottimo se uno ama la musica, perché si può trasmettere la voce o
il suono o le immagini in maniera perfetta in tutto il mondo. Tutto questo cambiamento è
stato introdotto dalle società di telecomunicazioni. Quando abbiamo cominciato a
trasferire questa capacità in un apparecchio che si poteva guardare e che aveva un
computer all'interno, la Xerox, e le società che avevano inventato il personal computer,
hanno diffuso gratuitamente la tecnologia. E quando queste società hanno cominciato a
costruire sistemi che collegavano insieme molti computer, usavano Ethernet, uno standard
digitale che serviva a trasportare pacchetti di informazione tra i computer, usato in
tutti i computer. È uno standard gratuito che usano tutti. Su Internet c'è il Tcp/Ip, un
pacchetto standard che tutti possono usare, che permette di mettere l'informazione in un
piccolo pacchetto e lanciarlo nella rete delle macchine collegate, e qualunque sia il
percorso da seguire troverà la destinazione. Queste innovazioni che il mondo digitale ha
realizzato riguardano il trasporto di informazioni senza alterazioni. Si può telefonare
da Roma a Pechino e sembrerà di stare nella stanza accanto. Questa capacità ci mette
adesso in grado di collegare qualsiasi altra cosa: tutte le banche dati, tutti i sensori,
eccetera. E lo scopo di tutto questo è permettere alle persone di costruire qualcosa di
nuovo, a seconda dei loro progetti, senza nessuno che le controlli. Per far questo occorre
però costruire degli standard per collegare i computer fra loro, per collegare i telefoni
tra loro, per collegare le telecamere fra loro, per collegare le registrazioni sia su Cd
sia su Internet. Presto tutto l'universo digitale sarà in collegamento, come un'unica
immensa fonte di informazioni. Ora, la prossima sfida sarà quella di far sì che le
persone si alfabetizzino rispetto a queste nuove tecnologie. La Microsoft nel campo dei Pc
si è caratterizzata come compagnia che ha preso e fatto sua la tecnologia inventata di
solito da qualcun altro. In effetti penso si possa dire tranquillamente che la Microsoft
ha sempre utilizzato la tecnologia inventata da altri ed è stata poi capace di inserirla
in piccoli Pc per cento o duecento milioni di persone. Le compagnie che hanno avuto un
impatto ben più grande sulla vita dell'uomo sono le società che producono apparecchi
elettrici e le compagnie telefoniche che hanno messo apparecchi nelle mani e nelle
orecchie di centinaia di milioni di persone. Ci sono 800 milioni di linee telefoniche in
tutto il mondo. Possiamo immaginare quanta strada ci sia ancora da fare se pensiamo che
nel mondo ci sono 6 miliardi di persone e solo 700 o 800 milioni di linee telefoniche.
Quindi la maggior parte delle persone non è ancora collegata. La sfida per tutti noi
adesso è quella di estendere a tutti questa possibilità, in modo che un bambino nel più
remoto villaggio abbia la sensazione di essere in contatto in tutto il pianeta con altri
bambini che sanno leggere, scrivere e possa scambiare idee con tutti. Questo si sta
avverando a mano a mano che le macchine che rendono possibile tutto questo diventano più
economiche e le reti diventano sempre più estese, fornendo un accesso a ognuno perché
possa comunicare con chiunque altro. Non ho ancora parlato della struttura industriale.
Anche in questo caso la Microsoft ha molta meno impotanza di quanto si pensi. Quanto è
grande la Microsoft? Quanta gente ci lavora? Circa 26,000 o 25,000 persone. Quanta gente
lavora alla Sun? 27,000 persone. Quanti soldi ha fatto la Microsoft l'anno scorso? 14
miliardi di dollari. Quanti soldi fa la Sun? 12 miliardi di dollari. Quindi siamo quasi
delle stesse dimensioni. Lo stesso fatturato. Ora: a quanto è stimato il capitale della
Microsoft? 200 o 300 miliardi di dollari? Il nostro è di 60 miliardi circa. Quindi c'è
una grossa differenza nella stima del capitale, e questo è il motivo per cui Bill Gates
è ricco. Ma l'importanza della Microsoft dal punto di vista tecnologico si limita a un
mediocre software molto diffuso. Le cose importanti per noi della Sun sono i computer che
gestiscono le banche, le borse, i sistemi di controllo del traffico aereo, la rete
elettrica, le macchine fotografiche, gli orologi, i telefoni cellulari, tutti gli
apparecchi che usiamo. La Microsoft non è presente in nessuno di questi. Quindi è facile
pensare che, siccome la gente li usa, i Pc siano apparecchi importanti. Ma per ora sono
solo presenze accidentali. E il cambiamento inevitabile che ci sarà nel modo in cui
funziona il mondo con i nuovi computer lo si può immaginare paragonando il Pc al telefono
cellulare. Il Pc è un congegno costruito e progettato in maniera elegante, un risultato
elegante di un progetto mediocre. All'interno c'è un grosso disco, che contiene software
che non userò mai. Software che aspetta un disco a cui non lo collegherò mai, o un modem
o una stampante a cui non lo collegherò mai. E il problema che c'è alla radice di tutto
questo è lo stesso problema che hanno tutti i computer da quarant'anni. Appena lo si
accende comincia a cercare il disco. Trova sul disco un file con un nome specifico e
comincia a eseguire le istruzioni del file. Pensiamo invece al computer moderno. Quando
lei accende questo telefonino, l'apparecchio fa un autotest e va immediatamente alla rete.
Non c'è disco dentro. E neanche nei miliardi di apparecchi computerizzati che esistono
oggi. Quindi in futuro, ogni automobile conterrà microprocessori. Le auto di oggi
contengono 100 o 150 processori: appena le si accendono, non vanno a cercare un disco.
Vanno alla rete per cercare tutte le informazioni su cosa fare. Stiamo quindi passando dal
vecchio mondo dei computer basati sul disco e sui file a un nuovo mondo tecnologico basato
sulle reti.
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