Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Vittorio Frosini

Milano, 20-10-97

"Il progresso tecnologico e 'la nuova democrazia di massa'"

SOMMARIO:

  • Per società dell’informazione intendiamo indicare non solo la dominanza dei mezzi di comunicazione in una società, ma soprattutto il modo in cui gli stessi strumenti abbiano modificato l’atteggiamento psicologico, antropologico dell’individuo, rendendolo fortemente partecipativo della realtà globale. Tale trasformazione psico-antropologica è il sintomo di come l’informazione sia divenuta un bene di carattere primario, di cui l’uomo non può fare a meno (1);
  • pertanto, l’integrazione fra i diversi mezzi di comunicazione ha prodotto il ‘teleputer’, uno strumento che nasce dall’integrazione dei diversi mezzi di comunicazione. Le trasformazioni grazie ai nuovi mezzi di comunicazione inoltre, non si verificano soltanto a livello psicologico e antropologico, ma anche sul piano politico, poiché questi mezzi permettono un rapporto diretto con la vita politica e civile (2).
  • Come nell’Agorà, anche oggi abbiamo raggiunto un livello di partecipazione diretta del cittadino alla comunità proprio attraverso i mezzi di comunicazione con tutti i problemi che questa situazione implica (3) (4).
  • L’interazione che si instaura tra il cittadino e la comunità in cui vive grazie a questi strumenti tecnologici deve essere sostenuta da un sistema di rappresentanza della volontà popolare per dar vita ad un sistema di vita democratico, e ciò è di non facile attuazione proprio per la complessità della società in cui viviamo (5).
  • L’intervistato sostiene che il progresso tecnologico possa dare impulso a quello più propriamente morale poiché la coscienza umana va oltre i limiti geografici del luogo in cui l’individuo opera (6).
  • Oggi l’energia fisica è stata, in larga parte, sostituite dall’energia intellettuale; oggi una donna può per queste ragioni essere una unità produttiva al pari dell’uomo, proprio perché quest’ultimo può essere sostituito intellettualmente (7).
  • Nel passaggio simbolico dal XX al XXI secolo il processo di globalizzazione economica è parallelo allo sviluppo di una concezione metapolitica della società dove non primeggia la dimensione degli stati ma quella del genere umano (8).
  • Nel libro “ La democrazia del ventunesimo secolo” l’autore analizza il sistema di interconnessione dei nuovi mezzi di comunicazione e come questo influisca sul piano etico, politico e sociale(9).
  • L’evoluzione tecnologica dei mezzi di comunicazione si riflette evidentemente anche sul piano giuridico (10).
  • Questa analisi pone quindi in rilievo il problema del diritto alla riservatezza dell’informazione nella sua evoluzione digitale (11).
  • Nella storia della coscienza nazionale la televisione ne ha aiutato l’evoluzione a differenza del computer che ancora non possiede una tale capillare capacità di diffusione (12).
  • Per ciò che riguarda la vita civile del cittadino egli, attraverso la nuova tv digitale, può avere la possibilità di partecipare in maniera attiva alla politica (13).
  • I rapporti tra cittadino e istituzioni assumono caratteri estremamente diversi a partire dai settori pubblici, quelli amministrativi e politici. (14).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Cosa si intende per ‘società dell’informazione’?

Risposta
Giunti alla vigilia del Secolo Ventunesimo, noi ci troviamo al centro di una svolta epocale: si è verificato, nel corso della seconda metà del secolo, lo svolgimento e la piena maturazione di un nuovo tipo di società, tecnologicamente avanzata, che si può chiamare società dell’informazione, anche se ha avuto altre denominazioni, come società post-moderna, società industriale avanzata; con il termine ‘società dell’informazione’ intendiamo racchiudere il senso della trasformazione psicologica, personale, antropologica dell’uomo, delle società civilizzate e della società stessa in cui egli vive.

Nella società odierna è largamente diffuso l’uso del telefonino portatile, del telefono cellulare. All’origine dei mezzi d’informazione emerge la necessità della trasmissione a distanza dell’informazione stessa; l’umanità primitiva trasmetteva con il rullo dei tam-tam, o con i segnali di fumo; oggi, per comunicare a distanza c’è il telefono, la radio, la televisione; con il telefono cellulare, tuttavia, si verifica un fatto nuovo: esso ha un carattere, per così dire, onnicentrico, poiché è centro di irradiazione e di ricevimento di tutte le informazioni. Dunque non è un mezzo statico. Con il telegrafo era necessario recarsi nell’ufficio dove era ubicato, per fare un esempio; il telefono cellulare, viceversa, è un telefono mobile che segue l’individuo. Inoltre esso è un telefono fortemente personalizzato, poiché è il destinatario stesso a rispondere alla chiamata.

Il mondo dell’informazione è un mondo ormai pienamente globale perché si può raggiungere qualunque luogo del mondo, e si può ricevere ovunque, nello stesso modo in cui la società dell’informazione è una società globale; ebbene, tale società diventa una società con elementi di forte personalizzazione, che è quella dell’individuo. A Tokio sono già in commercio i telefonini con schermo portatile: non soltanto si potrà ascoltare, ma anche vedere l’interlocutore, la persona con cui si parla.

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Domanda 2
L’integrazione dei diversi mezzi di comunicazione ha dato dei risultati interessanti a livello tecnol

Risposta
Il fenomeno di integrazione fra i diversi mezzi, metodi, strumenti di informazione si verifica, intanto, sul piano tecnologico; già in America, da qualche anno, vi sono le cosiddette ‘Autostrade Elettroniche’, che consentono uno scambio di informazione attivo; si può trasmettere e ricevere su tutto il territorio degli Stati, vengono collegati fra loro i diversi cavi, per cui con lo stesso apparecchio si può ricevere come telefono, come televisione, come radio e come elaboratore elettronico, come computer; tutta questa combinazione dei mezzi viene chiamata ‘Teleputer’. Questa nuova forma di comunicazione - che sarei tentato di chiamare globale non nel senso dell’estensione su tutta la terra, ma questa volta nel senso dell’intensità di ogni trasmissione- provoca una trasformazione anche sul piano psicologico, antropologico, oltre a quello tecnologico. L’uomo d’oggi vive in una dimensione che è profondamente diversa da quella in cui sono vissuti tutti gli uomini del passato, poiché nasce e vive in una società dell’informazione, in cui l’informazione stessa è un bene di carattere primario di cui non può assolutamente fare a meno.

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Domanda 3
L’individuo del Ventunesimo Secolo vive una dimensione sociale strutturalmente diversa…

Risposta
Da un piano di considerazioni di carattere antropologico, riferito cioè al genere umano in questa sua fase più avanzata, è necessario passare a delle considerazioni di carattere sociologico e politico. Questa trasformazione che si verifica nel passaggio dal ventesimo al ventunesimo secolo, è dovuta all’avvento di quella che io ho chiamato ‘la nuova democrazia di massa’, cioè di un rapporto tra governanti e governati, che ha i caratteri propri di una società dell’informazione. Un esempio che chiarisce questo processo può essere il seguente: un tempo il tribuno, il capo politico o il candidato doveva radunare in un teatro o in una piazza i suoi ascoltatori per avere un numero sufficiente di ascoltatori. Viceversa oggi si reca nelle case di ciascuno di noi presentandosi da uno schermo televisivo, entra nella intimità stessa della famiglia con una estensione assolutamente inimmaginabile. Ma non è la sola trasformazione stupefacente poiché la possibilità che si crei un colloquio diretto fra il governante, l’amministratore, il candidato politico e il suo interlocutore è già un fatto reale. Questo rapporto fra governanti e governati muta quindi dopo ventiquattro o venticinque secoli, perché bisogna risalire all’inizio della democrazia, all’Agorà ateniese, dove i cittadini si radunavano e parlavano direttamente con i loro rappresentanti dei problemi della città, con un evidente aumento delle potenzialità comunicative determinate dalle dimensioni grandiose assicurate dalla tecnologia.

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Domanda 4
Nell’Agorà i cittadini non solo ricevevano le comunicazioni dai loro rappresentanti o degli esponenti di maggior potere nella comunità, ma trasmettevano anche delle soluzioni per questi problemi.

Risposta
E’ un osservazione giusta la Sua, ma debbo aggiungere che nella odierna società questa opportunità già si verifica, è un processo in corso; basti pensare ai sondaggi televisivi, con i quali si può conoscere la percentuale degli ascoltatori, degli utenti riferita ad un determinato spettacolo o persino ad una pubblicità. Esiste, cioè, un rapporto di interazione fra l’utente della televisione e la trasmittente stessa. In futuro sarà possibile effettuare delle forme di sondaggio, di referendum, e quindi ricevere immediatamente la risposta ad una domanda o ad una questione posta dalla società politica o dall’amministrazione responsabile, una volta definiti gli aspetti legali della vicenda, ristabilendo quel rapporto di reciprocità che abbiamo riferito a proposito della democrazia ateniese. Non c’è beneficio dalla società tecnologica che non sia accompagnato da qualche rischio o da qualche aspetto negativo ed anche in questo caso, si devono prendere in considerazione degli inconvenienti che si presentano con la necessità di dare una risposta perentoria alla questione posta.

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Domanda 5
La grande differenza rispetto alla città antica dal comune medioevale è la dimensione della società, l’enorme numero delle persone che possono essere coinvolte in questo processo di inter-comunicazione. Come può essere gestita questa diversa dimensione?

Risposta
Debbo dire che la prospettiva che si apre sul nuovo mondo è di un’evidente crisi data l’insufficienza dell’attuale sistema di nomina di rappresentanza. Nella storia della rappresentanza di libertà vi sono stati due grandi periodi: il primo caratterizzato dalla cosiddetta "democrazia diretta", quella di Atene che si è ripetuta in parte verso i comuni; l’altro quello della cosiddetta "democrazia indiretta" attuata attraverso i rappresentanti in parlamento, che è stata la sola, possibile soluzione dei problemi che creava la democrazia diretta con l’amplificarsi del problema, con l’espandersi del territorio e della popolazione a cui rivolgersi. Oggi c’è la possibilità di invertire questa tendenza ritornando ad una forma di democrazia diretta, grazie ai nuovi mezzi tecnologici che consentono questa comunicazione. Questa trasformazione però non è un ritorno agli aspetti più semplici, più immediati di quell’antica democrazia, perché la società di oggi presenta degli elementi di complessità di gran lunga superiori a quelli delle città antiche. I problemi che si pongono non rappresentano più problemi elementari di vita della città, di governo interno o di guerra, ma si presentano nella sfaccettatura di tante questioni, basti pensare ai problemi dell’ambiente che non avevano nel mondo antico l’importanza che hanno nel mondo presente per metterci in condizioni di dover prospettare, con una nuova democrazia di massa, anche una nuova forma di rappresentatività della volontà popolare.

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Domanda 6
Insieme con il progresso tecnologico dovrebbe esserci anche un progresso morale a comprendere le implicazioni dei nuovi rapporti, che così si determinano all’interno della società e anche tra la società e l’ambiente.

Risposta
Esiste un comune pregiudizio, anche condiviso da qualche studioso di alto livello, che al progresso tecnologico non corrisponda un progresso morale, un progresso etico, e che esista tra i due una sempre maggiore distanza. Io penso invece che il progresso tecnologico abbia fornito un nuovo e diverso impulso al progresso morale, grazie proprio alla possibilità dei mezzi di informazione; noi oggi abbiamo una coscienza umana, che non è più limitata alla singola città o al singolo stato, ma che soprattutto, grazie ai programmi televisivi, ai notiziari televisivi, investe nello stesso istante in cui qualcosa avviene, si verifica, l’interesse di tutto il mondo civile e vorrei dire proprio di tutto il mondo. Questa è una cosa che tocca contemporaneamente la coscienza dell’umanità intera. Ma vi è qualcosa di più importante da dire a riguardo, cioè che il progresso tecnologico ha accompagnato, sospinto, potenziato la nuova concezione dei diritti umani. I diritti umani sono stati proclamati sia nei singoli stati, sia nelle convenzioni internazionali. Questi principi inviolabili sono qualcosa che il mondo antico e il mondo moderno, fino a tempi recenti, assolutamente ignorava; esisteva il diritto naturale, ma non era concepito alla stessa stregua di oggi nella forma di un’attribuzione di determinati e precisi diritti a ciascun individuo. Vorrei fare un esempio molto comune: fino ad epoca recente i bambini handicappati o le persone che per incidenti sul lavoro, per varie forme di sventure, erano diventate handicappate, venivano automaticamente esclusi dalla società, vivevano relegati, se bambini nei ricoveri o addirittura nascosti dalle stesse famiglie, se persone anziane costrette ad una vita sempre più emarginata; oggi invece vi è un riconoscimento, e vi è una dichiarazione dei diritti agli handicappati, una problematica che i precedenti Teorici del diritto naturale non avevano previsto. Inutile soffermarsi del divieto di schiavitù e del lavoro forzato e della presenza di tutte le altre forme che vi sono di difesa dell’umanità e in particolare di difesa dei deboli, intendendo per deboli tutti coloro che nella società di ieri erano tenuti in una condizione di soggezione, addirittura senza speranza e, che invece oggi ricevono proprio dalla società dei forti, che si è creata con la società tecnologica, quei riconoscimenti e quegli aiuti che prima loro erano negati.

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Domanda 7
Questo progresso morale, in che modo si è connesso con il progresso tecnologico? Avevamo accennato della necessità di un progresso morale in seguito al progresso tecnologico ma nelle ultime sue affermazioni mi pareva accennasse anche al fatto che il progresso tecnologico abbia anche indotto un progresso morale.

Risposta
Infatti è così. Il progresso tecnologico ha trasformato profondamente le condizioni di vita umana; oggi l’energia fisica è stata in larga parte sostituita dall’energia intellettuale; i robot che lavorano nelle fabbriche hanno sostituito l’energia fisica umana con l’energia intellettuale del creatore dei programmi di automazioni. Ad esempio la condizione femminile nella società odierna è condizione profondamente diversa da quella di tutte le donne del passato, e questo si è verificato quando, con l’avvento della società industriale, la donna ha potuto sostituire l’uomo nel quadro dell’attività produttiva e ha potuto, quindi richiedere per sé anche un riconoscimento di carattere sociale, giuridico e politico; è stata la prima guerra mondiale a creare questo mutamento, questo sconvolgimento, quando con la chiamata alle armi di milioni e milioni di cittadini, con una guerra di masse, le donne hanno sostituito gli uomini in molti impieghi, sia nel lavoro nelle fabbriche, sia in quello negli uffici e, naturalmente, dopo la guerra è stato impossibile frenare la spinta in avanti verso un allargamento della partecipazione della vita sociale anche alle donne a parità di trattamento con gli uomini. Questa poi è un esperienza che si può verificare nei rapporti di lavoro, dove oggi la donna può sostituire l’uomo, cosa che prima, nei sistemi di produzione precedente, non era possibile proprio per una differenza di carattere strutturale fra un uomo e una donna; ma oggi il lavoro è più intellettuale che fisico, una donna può sostituire l’uomo in quanto unità produttiva, lo può e deve essere parificata a lui nelle forme del riconoscimento giuridico e sociale.

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Domanda 8
Questi mutamenti avvengono su scala sempre più vasta come si è visto nella prima guerra mondiale, in cui è stata coinvolta tutta l’Europa e anche l’America. La dimensione dello stato nazionale, a questo punto, in che modo si inserisce in questo mutamento?

Risposta
Io ritengo che in questo periodo di crisi, di passaggio diciamo simbolicamente dal ventesimo al ventunesimo secolo, vi sia anche un autentico salto di qualità in questo campo, che cioè al concetto vecchio di politica, concetto sempre riferito allo stato o al sovrano, si passi oggi ad una concezione che io chiamo "metapolitica", quella che si chiama in termini economici "globalizzazione", dimensione nella quale i problemi economici non sono più risolvibili internamente ad ogni singola società, ma sono sempre connessi con i rapporti di commercio, di scambio, di investimenti finanziari, di titoli azionari, presenti in tutto il resto del mondo civile. Noi sappiamo che qualunque avvenimento determina delle ripercussioni nella Borsa e nel cambio delle valute che non è, naturalmente, un fatto che si riferisce al singolo stato; come c’è una globalizzazione senz’altro riconosciuta nel mondo dell’economia e nel mondo dell’informazione, lo stesso avviene anche nel mondo della politica. Non soltanto si è passati dal mondo delle nazioni a un mondo in cui, con la società delle nazioni, tutte vengono rappresentate, mentre prima si ricordi che c’era una netta differenza fra le nazioni dominanti, le nazioni coloniali e le nazioni dominate. Ora con l’ONU, tutte le nazioni hanno lo stesso titolo di appartenenza e lo stesso diritto di voto; anche questa è una di quelle cose che l’umanità del passato non poteva neanche immaginare. Ma quello che trovo più importante è che nei rapporti di carattere sociale e giuridico, l’individuo ha scavalcato lo stato; noi abbiamo la corte di giustizia dei diritti umani in Europa che, più volte ha condannato l’uno o l’altro stato, di fronte alle proteste avanzate dai singoli cittadini. Quindi siamo in una dimensione che non è più la dimensione della politica degli stati, ma quella del genere umano.

 

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Domanda 9
E quanto influisce su questo la differenza nei modi di comunicazione?

Risposta
In questo più recente libro pubblicato che si intitola La democrazia del ventunesimo secolo io ho cercato di dare una risposta a questa domanda, dimostrare cioè la profonda interconnessione che si crea tra i nuovi sistemi di telecomunicazione, la nuova democrazia di massa sul piano sociale e politico e anche sulla psicologia individuale, sulla nuova concezione etica che si diffonde nel mondo d’oggi a differenza di quello precedente. È una concezione più fortemente critica, meno dogmatica di quella concezione etica che si aveva in precedenza.

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Domanda 10
Questo cambiamento nei sistemi di comunicazione è stato definito una rivoluzione della comunicazione. In che modo questa rivoluzione si sviluppa, soprattutto da un’ottica giuridica?

Risposta
La storia della comunicazione umana è cominciata con un rapporto puramente verbale per cui l’esperienza come raccolta e trasmissione di informazioni avveniva da una generazione all’altra sempre e soltanto per via orale; per esempio nella società greca antica venivano recitate o addirittura cantate le strofe dell’Iliade e dell’Odissea, venivano imparate a memoria e così trasmesse. In una seconda fase a questa trasmissione di carattere orale si sostituì quella scritta che consentì di battere sia lo spazio, perché una comunicazione scritta poteva viaggiare quanto si voleva, sia il tempo perché permaneva nel tempo, a differenza dell’altra. Un ulteriore passo avanti nella storia umana fu l’apparizione della stampa, con la quale la possibilità, l’estensione dell’informazione divenne straordinariamente diffusa grazie all’avvento dei quotidiani. La quarta fase è quella che caratterizza la società contemporanea e che vede l’informazione connotarsi anche come visiva, attraverso l’uso della televisione. La serie di problematiche createsi con questa evoluzione tecnologica non sono state sufficientemente affrontate dal diritto poiché l’evoluzione di carattere tecnologico ha preceduto, per sviluppo e rapidità, quella di carattere giuridico per giungere immediatamente ai problemi del giorno d’oggi. Il sistema delle informazioni automatizzate consente una raccolta di informazioni, anche su ogni singola persona, una loro memorizzazione, un confronto fra di esse, una elaborazione che prima non era materialmente possibile. L’uomo diviene oggetto di una nuova forma di indagine, prima ignorata, e da questa la reazione a questo nuovo potere informatico, che è il potere posseduto da chi può raccogliere, memorizzare informazioni e confrontarle, si è contrapposto il diritto di libertà informatica cioè, il diritto a potere, controllare, disporre sul conto delle informazioni riferite alla propria persona. Questo è un diritto ignoto naturalmente alle età precedenti e che rappresenta uno sviluppo del così detto "right to privacy", diritto alla riservatezza che originariamente nel 1891 venne proposto nei confronti dell’invasione dell’informazione pubblica, della cronaca nella vita privata delle famiglie, del cittadino ma che oggi, con la creazione dei sistemi di informazione automatizzata, è divenuta una cosa diversa e cioè il diritto che ogni singolo, ogni cittadino deve avere di potere controllare l’uso che viene fatto delle informazioni riferite alla sua persona e poi diffuse per mezzo dei sistemi elettronici. Ma a questo il diritto è arrivato un po’ tardi, in Italia per esempio la legge che prescrive il rispetto del diritto alla riservatezza dei dati informatici, è venuta alla luce soltanto alla fine del Dicembre dell’anno scorso, quando già da vent’anni almeno in altri paesi Europei ed anche extra Europei esistevano delle precise legislazioni a riguardo.

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Domanda 11
Queste legislazioni, quindi sono anteriori all’uso di massa dei sistemi di comunicazione digitale, perché in un primo momento la normativa si riferiva ai giornali, poi passò a riferirsi con modifiche notevoli a radio e televisione e, poi adesso si deve adeguare ai sistemi di trasmissione digitale. Come si è svolta questa evoluzione?

Risposta
Originariamente questo diritto alla riservatezza non trovò un riconoscimento di carattere legislativo e solo successivamente, con il sempre maggior incremento dei mezzi di comunicazione di massa, il problema di una regolamentazione giuridica delle telecomunicazioni si pose sul piano dei rapporti internazionali. Da un punto di vista legislativo vi è stato un certo orientamento uniforme nei paesi industrialmente più avanzati in Europa, cioè l’Italia, la Francia, la Germania e la Gran Bretagna. Con l’apparizione del televisore si sono posti dei nuovi problemi e dei nuovi conflitti, perché il conflitto fondamentale è quello fra il rispetto dovuto alla personalità del singolo al diritto del cittadino e insieme, il riconoscimento del diritto di cronaca, cioè del diritto di essere informati che in una società come quella odierna è un diritto al quale la società non può rinunziare. Un tentativo di conciliazione fra questi due diritti c’è stato nelle varie forme di intervento legislativo e nel caso specifico delle telecomunicazioni, con alcune leggi, con dei decreti ministeriali che hanno regolamentato queste forme di trasmissione. In Italia siamo in attesa di una revisione intera, globale, ed insieme particolarizzata e specificata, riferita alle diverse forme di telecomunicazione, perché è vero che il diritto all’informazione è un diritto che è comune alle varie forme di telecomunicazione, ma è anche vero che bisogna ,di volta in volta, tenere conto della differenza specifica dei metodi di telecomunicazione. La televisione ha bisogno di un suo sistema giuridico di protezione, di garanzia dei diritti e di obblighi riferiti al dominio dell’etere che è diverso da quello riferito alle telecomunicazioni con telematica cioè via computer, oppure alle altre forme, per esempio il telefono; anche in questo caso siamo in presenza di una nuova rivoluzione, quella che vedrà l’integrazione fra le diverse forme di telecomunicazione è ancora in via di definizione.

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Domanda 12
Qual è stato il più significativo mutamento indotto dal passaggio dai giornali a radio e televisione e, poi da radio e televisione ai mezzi di comunicazione digitale computer e simili, tenendo presente anche il telefono, che poi è attualmente integrato dai mezzi di comunicazione digitale.

Risposta
La prima e più vistosa differenza è dovuta al fatto che i giornali potevano essere letti solo da chi era in grado di farlo, oggi l’alfabetismo è diffusissimo, però non era così fino alla fine della seconda guerra mondiale. In Italia c’era un analfabetismo largamente diffuso e la televisione ha contribuito a creare una forma di unificazione del costume, della mentalità, in parte anche del linguaggio italiano di gran lunga superiore a quello che si era potuto fare nei precedenti secoli. Se oggi si discute di una crisi dell’identità nazionale, questo è dovuto ad altri fattori, ma per quanto riguarda la televisione, debbo dire che, il risultato va considerato senz’altro nettamente positivo nella storia dell’evoluzione della coscienza nazionale. Il problema del rapporto per via computerizzata è diverso perché si ripresenta con analoghe modalità poiché non tutti possono o sanno servirsi dei computer per comunicare, mentre tutti possono stare dinanzi ad un apparecchio televisivo. È necessario un nuovo tipo di educazione che parta proprio dalle forme elementari, anzi dalla scuola elementare perché si crei questo nuovo tipo di "uomo tecnologico" adatto alla società in cui si vive.

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Domanda 13
Per quanto riguarda le comunicazioni digitali un elemento importante che le distingue dagli altri mezzi di comunicazione come la radio, o il giornale, è il loro carattere bidirezionale. Innanzitutto, al fine di usarle, è necessaria una certa alfabetizzazione dell’utente; inoltre, questa caratteristica impone anche una diversa regolamentazione…

Risposta
È necessaria una diversa regolamentazione, certamente. Inoltre, questi mezzi, aprono delle vastissime, nuove prospettive; nel campo sociale e in particolare nei rapporti con la vita amministrativa ci sarà la possibilità di un diretto confronto fra amministratori e amministrati, la possibilità di replica da parte del cittadino all’autorità competente. Il rapporto che si può instaurare con le autorità e le amministrazioni è a carattere, per dir così, ‘orizzontale’, mentre prima era a carattere verticale; il cittadino diventa, in tal modo, veramente attore della vita civile e non più suddito.

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Domanda 14
Questo discorso si ricollega con quello di un nuovo rapporto tra cittadini e istituzioni…

Risposta
Direi che si possono distinguere tre piani in questo nuovo rapporto che si crea, grazie soprattutto allo strumento televisivo; si sa che oggi si possono fare degli acquisti per mezzo della televisione e non solo il cittadino riceve la pubblicità e l’offerta televisiva, ma può anche corrispondere a questa e, in futuro, con lo sviluppo di carattere tecnologico, potrà direttamente contattare e contrattare. Vi è poi l’aspetto di carattere amministrativo, per il quale c’è una trasformazione in atto, nella pubblica amministrazione che diventa di carattere informatizzato, anch’essa, e nei rapporti con il cittadino al quale viene consentita un’immissione nel circuito informativo della pubblica amministrazione come prima non era consentito e forse nemmeno concepibile. Un terzo piano o livello, è quello che si riferisce al rapporto fra il singolo, il cittadino e la classe governante, per la quale si presenta la possibilità di un confronto diretto e immediato che scavalca l’odierno sistema di rappresentanza politica, cioè i vari sistemi di assemblee rappresentative e anche parlamentari; questo almeno è così come io vedo una nuova democrazia di massa nel ventunesimo secolo.

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