INTERVISTA:
Domanda 1
Quali sono, a suo avviso, i vizi e le virtù della tele-educazione?
Risposta
La tele-educazione è un sistema straordinario per fornire e per distribuire conoscenze
specializzate, che altrimenti resterebbero inaccessibili a chi vive in certi luoghi.
Questo è un primo aspetto. Un secondo aspetto è la moltiplicazione delle connessioni tra
le persone, non solo tra studenti e professori, ma anche degli studenti tra di loro e tra
le zone periferiche e i centri. Il terzo beneficio che la tele-educazione apporta è una
ricomposizione completa dei fenomeni della conoscenza, cioè la conoscenza connettiva.
Domanda 2
Lei pensa che gli strumenti multimediali e gli ipertesti possano essere veramente mezzi di
formazione? Ed eventualmente di quale formazione?
Risposta
Dipende totalmente dagli ipermedia che si usano. E' evidente che la realtà virtuale è un
aspetto, il Cd ROM un altro, i video non lineari un terzo: ci sono molte specie di
ipermedia. Dipende anche dalle situazioni educative nelle quali questi strumenti vengono
utilizzati. Io sono convinto, ad esempio, che la presenza di un professore in
video-conferenza è molto diversa dalla conversazione telefonica o su Internet. E' un
metodo importante di contatto tra studenti e professori, ma solo in certi contesti. Se si
vuole avere la partecipazione di qualche celebrità alla discussione, è più facile
ottenerla senza chiederle scomodi spostamenti. Inoltre è più economico farla intervenire
dal suo studio, piuttosto che farla partecipare di persona.
Domanda 3
Lei crede anche ai corsi su CD ROM o su Internet come forme di apprendimento
autodidattico?
Risposta
Sì certo. Credo che il CD ROM possa essere un buon sussidio per i corsi di base e ancora
più il CD ROM on-line, cioè un CD ROM modificabile che può essere aggiornato per mezzo
di Internet. Questo è quanto cè di meglio. E del resto si va diffondendo ovunque
la pratica di trasferire delle banche dati su CD ROM: è lo stesso principio della
video-conferenza, d'altronde, in cui quello che cambia sono i movimenti, le parti che si
muovono, mentre quello che non si muove non cambia, è una parte della compressione.
Domanda 4
Lei pensa che le tecnologie per la trasmissione dei flussi, la ATM, per esempio, e ormai
anche l'ISDN (Integrated Services Digital Network) possano imprimere veramente una svolta
alla tele-educazione. Sono veramente necessarie e avranno conseguenze importanti?
Risposta
Si possono fare già molte cose: più larga è la banda più cose si possono fare e, in
definitiva, per avere la comunicazione, bisogna aspettare meno di quanto non si faccia nel
caso di bande strette. Credo che noi stiamo andando verso un aumento della banda passante.
Rispetto alla funzione educativa questo comporta una differenza notevole. Abbiamo creato
una Università a tre dimensioni sui mondi a Mediartech, l'anno scorso a Firenze. E'
una università che esiste e cresce continuamente.
E un esempio banale ma ricordo che allinizio della nostra esperienza se si
cercavano dei personaggi sullo schermo, si presentavano come figurine di legno, molto
grezzi nella loro rappresentazione grafica. Quei personaggi adesso si muovono, si sente la
loro voce, ci si può parlare, dunque c'è una rappresentazione di persone che si
scambiano dei commenti in un ambiente educativo. Io non so se i seminari che hanno luogo
così sono migliori di quelli che teniamo in presenza reale, ma hanno luogo comunque tra
persone che non siedono l'una vicino all'altra.
Domanda 5
Lei è un profeta del lavoro connettivo, del tele-lavoro su rete. Ci può spiegare questo
concetto?
Risposta
La connettività è veramente una delle grandi scoperte che resta ancora da fare nel mondo
moderno: è importante capire, attraverso le reti tutte collegate tra di loro e la cui
complessità interna è sempre più grande, che questa possibilità è sempre esistita tra
gli uomini, ma prima non si era capaci di servirsene. Adesso sappiamo servirci del nostro
cervello, sappiamo accelerare la nostra intelligenza, ci sono metodi per pensare più
velocemente, quindi devono esserci anche metodi per far pensare più velocemente un
collettivo. Questo è assolutamente chiaro. La connettività è questo: trovare dei metodi
che facciano procedere insieme i pensieri in tempo reale, che facciano pensare più
rapidamente in gruppo. Io sto esplorando questo fenomeno, che ho accolto nella mia
pedagogia.
Domanda 6
Quali sono i suoi ultimi esperimenti in questa direzione?
Risposta
Sto facendo degli esperimenti, qui nella regione, a Sophia Antipolis, all'European
American Institute. Abbiamo un gruppo di studenti che lavora su un progetto, che è la
ricostruzione della cittadina di Sagres, in Portogallo. Sono studenti di management e di
comunicazioni. Il mio corso è intitolato "Cultura, tecnologia e impresa". Ho
pensato: qui è possibile fare cultura, si possono utilizzare le nuove tecnologie al
servizio di una impresa. Noi stiamo facendo proprio questo, stiamo creando il design, il
progetto per una esposizione che metterà in valore, sul piano virtuale, la città di
Sagres, incantevole cittadina turistica del Portogallo, e permetterà di farne un centro
di comunicazione e di intercomunicazione. E' un modello per l'Expo '98 sugli Oceani, che
si terrà a Lisbona, un modello di navigazione, perché è da Sagres che sono partiti i
grandi navigatori portoghesi, da Enrico il Navigatore in poi. Nella mia classe lavoriamo
in piccoli gruppi di cinque persone alla creazione di quest'opera, usando Sagres come
metafora. Il corso consiste in questo lavoro comune interattivo, che si fa connettendo i
diversi gruppi tra loro.
Domanda 7
Allora Lei crede veramente alla metafora della navigazione in rapporto a Internet? Che
cosa ci permette di capire il termine di "navigazione"? Che cosa rappresenta?
Risposta
E' una espressione che mi infastidisce meno della parola "autostrada" e questo
è già un buon inizio, perché veramente l'idea di autostrada, per designare Internet,
non mi piace. L'idea di navigazione, l'idea del mare è già più interessante, perché il
mare è l'elemento liquido e gli elettroni hanno qualcosa di liquido. In un certo senso,
quando apriamo Internet, siamo immersi in un oceano di elettroni. Ma anche questa è una
metafora. Io credo che sarebbe assai meglio parlare di "ipertesto", ma la gente
non capisce che cosa vuol dire "ipertesto", è un termine difficile.
Domanda 8
A proposito di Internet c'è un problema, che ritorna sempre più spesso, quello che in
inglese si dice information over load, eccesso di informazione.
Risposta
Non sono d'accordo, mi dispiace: è un problema che non esiste più da tempo.
Dopo Yahoo!, dopo il primo motore di ricerca, cera già una speranza, la
questione aveva trovato una risposta ancora prima di essere formulata con Yahoo!, ma dopo
Yahoo! ci sono nuove generazioni di sistemi di ricerca con un futuro prodigioso, dei
software, degli agenti intelligenti nella creazione e nella produzione; ci sono due tipi
di software e tutti e due possono avere una funzione pedagogica: l'agente intelligente,
che serve da filtro dell'informazione - ce ne sono già dei buoni esempi - e soprattutto
il software, che si chiama in inglese group ware, cioè il software connettivo, che serve
ad accelerare lo scambio, la catalogazione e la maturazione delle informazioni, mettendo
in contatto parecchie persone grazie a un programma con il quale tutti i calcolatori si
possono connettere. E' un avvenire straordinario e sono sicuro che in questo campo c'è
una enorme quantità di cose da scoprire e da sperimentare, molte più di quante ne
abbiamo apprese attraverso il libro. Pur non avendo sperimentato tutti gli agenti di
informazione ho avuto la possibilità di conoscere dei motori di ricerca come Altavista e
Lycos dove gli agenti lavorano in maniera differente.
Il primo è ancora molto semplice, e tuttavia produce effetti straordinari. Si chiama
Point Cast . Non so se Lei ne è a conoscenza, ma Point Cast è un agente di selezione
delle notizie che interessano, che resta ancora uno strumento un pò primitivo, e tuttavia
è già un primo passo verso una straordinaria ricchezza cognitiva e connettiva.
Domanda 9
I modelli che Lei ha citato rappresentano le cose in un certo modo, forniscono una specie
di giornale personale, che si può selezionare su temi preferiti. Sono delle information
channels: significa che si cominciano a vedere su Internet dei canali in cui le
informazioni arrivano come se fossero trasmesse per televisione, cioè preconfezionate.
Allora Lei non pensa che ci sia sempre più il rischio che mentre cerchiamo le cose che ci
interessano, riceviamo invece cose già confezionate da altri? Io credo che questa sia una
nuova forma di passività sulla rete.
Risposta
Credo che questo sia vero in parte. Una passione scaccia l'altra. Ci sarà anche questo
fenomeno, ma ci sarà anche, a mio avviso - Internet ne è la prova - un bisogno
straordinario di creare, di distribuire i propri prodotti. Vedo questo nel moltiplicarsi
delle pagine Web, che è un antidoto alla personalizzazione passiva della pubblicità o
del giornale. Io credo che la gente comprenderà presto questo genere di trasformazione,
soprattutto se verrà educata nel modo giusto ed esercitata fin dall'inizio alla
connettività. Ho un sistema per questo. Una volta raggiunta la comprensione, la gente non
correrà rischi di condizionamenti, ma, al contrario, esigerà un garante per ognuna delle
connessioni. Nella pubblicità classica non c'è nessuno che risponde.
Domanda 10
Che cosa pensa riguardo Internet Due, che sta diventando una rete privilegiata e separata,
adatta solo per la grande ricerca? Lo ritiene un fatto positivo o meno?
Risposta
Mi preoccupa relativamente, la direzione che sta percorrendo questo fenomeno, perché
trovo che sia importante avere un Internet aperto, un sistema completamente aperto, con
regole di accesso magari finanziarie, ma non tecnologiche. Trovo che l'esclusione
tecnologica è un'esclusione grave e pericolosa. L'esclusione finanziaria è dura da
subire, ma al limite può essere dosata; l'esclusione tecnologica no, a meno che non sia
variabile, all'infinito, tra il telefono o il telegrafo. Ritengo che lesclusione
tecnologica sia, in ultima analisi, un elemento negativo.
Domanda 11
Lei ha scritto sulla civiltà video-cristiana. Che cosa pensa dell'uso che fa oggi la
Chiesa Cattolica, peraltro molto attiva in questo campo, delle reti e della
multimedialità?
Risposta
Trovo che sia stato più utile per la Chiesa aver scelto senza troppo esitare questa
opzione, piuttosto di aver privilegiato acriticamente il tele-evangelismo. Si incontra
molta più gente in rete, che non con la televisione classica. La televisione classica ha
un aspetto più soggiogante delle reti, perché è a senso unico. Penso che sia un abuona
idea che la Chiesa usi la rete perché è un modo di attivare un dialogo molto più
interessante del dialogo televisivo. Penso anche che una certa forma di spiritualità
possa passare attraverso i media. Il fatto importante è che la rete è il più veloce dei
media ed è al tempo stesso connettivo e collettivo, permette di avere una veduta
d'insieme. Dunque è essenzialmente connettivo, perché, almeno potenzialmente, comprende
tutta l'umanità, riprende una forma di sinergia molto più vicina alla spiritualità e
ben più antica della separazione, della frammentazione del campo semiotico, dalla
scrittura all'immagine televisiva. E questo è possibile solo con il computer.
Domanda 12
Può dirmi cosa fanno le altre altre religioni sulla rete?
Risposta
Credo che vi partecipano tutte, secondo le condizioni economiche dei paesi da cui
provengono. In teoria hanno tutte le stesse opportunità di accesso alla rete. Bisogna
vedere su quale base facciamo il confronto. Bisognerebbe capire, per esempio, perché ci
sono tanti Inglesi in rete, e così pochi Francesi, così pochi Italiani o Spagnoli -
anche se di spagnoli forse ce ne sono di più. E' un problema di sensibilità culturale
che si riflette nella presenza in rete di una popolazione. Non si tratta di eliminazione o
di dominio dell'una sull'altra.
Ognuno può mettere sulla rete i suoi prodotti. Il problema è che si continua a vedere
Internet come un fenomeno di massa. Internet è invece un fenomeno totalmente privato,
qualcosa di assolutamente, incredibilmente privato. E' la moltiplicazione degli affari
privati, non la moltiplicazione di una massa di persone. Dunque la problematica religiosa,
la problematica culturale, la problematica linguistica vengono viste sotto un'altra luce,
non so se migliore o peggiore, ma sotto una luce diversa. E un fenomeno che non si
misura secondo il numero delle persone, ma secondo il numero dei contatti: si misura con
straordinaria precisione nel "tutto" e nell'"uno" al tempo stesso.
Domanda 13
A Milano si è sentito parlare molto della presenza del personal computer nelle famiglie.
Ma parlare di personal computer in living room significa che si è creata una convergenza
di tutti i media nel personal computer. Si potranno vedere anche i film e la televisione.
Questo mezzo diventerà un po' più familiare, conviviale, meno individuale, forse. Che
cosa pensa della fusione tra televisione e personal computer nella living room?
Risposta
Per cominciare non credo che ci debbano essere necessariamente degli scambi tra famiglia e
individui a livello di PC. Non ci credo perché è molto più giusto -nei paesi cablati-
usare la web TV che si sta sviluppando molto rapidamente, ora, e entrare in Internet
attraverso la televisione e trovare nella televisione un'immagine migliore, cosa che
adesso è possibile anche con la Web TV, piuttosto che comprare un calcolatore, che costa
caro. C'è una saturazione del mercato dei calcolatori per la casa, che sta intorno al 38%
negli Stati Uniti, e che è destinato a salire forse fino al 45% o al 46%, ma poi si
dovrà fermare. Non tutti si butteranno su un impianto così costoso, mentre il 98% ha la
televisione. Il 77%, 78%, 79% della popolazione americana è cablata, nel Canada è l'87%.
Quindi perché dovrebbero indirizzarsi verso il calcolatore, quando possono avere, via
cavo, una grande quantità di informazioni usando il televisore, salvo comprare un giorno
un bel piccolo monitor, che sfrutterà il cavo e sarà in grado di dare un'immagine
altrettanto bella di quella che avrebbe dato il calcolatore, ma a un costo nettamente
inferiore?
Domanda 14
E' uno scenario molto interessante. Ma negli altri paesi?
Risposta
Io credo che in tre anni si troverà un sistema capace di darci una perfetta
interattività senza fili, satellitare, cellulare. La forma, il tipo di tecnologia è
indifferente. La troveremo, ne sono certo, perché ormai le tecnologie sono in grado di
rispondere alla domanda.
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