Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Derrick De Kerckhove

Roma, 13/01/96

"Arte e scienza nella rete"

SOMMARIO:

  • La civiltà della televisione rappresenta una civiltà dello spreco e della negazione dell'interazione: l'unica attività dello spettatore è l'acquisto ed il consumo di tutto ciò che viene pubblicizzato dalla TV. Il computer è la negazione della televisione: è il simbolo dell'interazione e, così come il libro, sviluppa ed accelera il pensiero. Lo scontro tra televisione e computer vede, attualmente, la resistenza televisiva all'interazione insita nel digitale; è comunque evidente che la società del futuro sarà quella delle reti, della comunicazione, dell'interattività (1).
  • In tal senso una rete come Internet può rappresentare la fine della televisione, a meno che alla TV non venga mantenuta la sua vera funzione, ossia rivolgersi al pubblico per formare un'opinione pubblica (2).
  • L'Italia è uno dei maggiori fruitori di TV, ma trascura la rete come mezzo del futuro; è necessario investire sia nell'alfabetizzazione informatica, così come bisognerebbe lasciare piena libertà alla concorrenza tra fornitori di servizi. Un errore da evitare, al contrario, è un eventuale aumento delle tariffe di Internet (3).
  • Per quanto riguarda il rapporto tra arte e tecnologie digitali, si nota un impegno da parte degli artisti nel creare sistemi interattivi che costituiscano delle variazioni, realizzate con l'ausilio di macchine elettroniche, sul tema delle possibilità tattili. Esistono molti esempi di esperienze artistiche in connessione con un computer; è interessante, notare che i risultati di questi esperimenti possono essere applicati alla realtà quotidiana per rendere, ad esempio, meno disagiate le condizioni di vita degli handicappati (4).
  • La cultura artistica svolgerà un ruolo importante nello sviluppo futuro del rapporto tra uomo e computer e tra uomo e uomo attraverso il computer, come già testimoniano programmi di interattività premiati in sedi internazionali (5).
  • In altri termini esiste una compenetrazione senza precedenti dei domini dell'arte e della scienza. Inoltre si sta verificando uno spostamento dell'arte dal creatore al fruitore: infatti quest'ultimo può intervenire direttamente all'interno di un meta-progetto in cui le tutte le possibilità virtuali sono state inserite dall'artista (6).
  • Le tecnologie applicate al campo letterario hanno portato alla realizzazione degli ipertesti che, offrendo la possibilità di scegliere, potrebbero rappresentare una contraddizione della stessa narrativa e, in ultima analisi, della lettura stessa: in realtà negli ipertesti è in discussione la linearità, non la leggibilità (7).
  • Inoltre non va dimenticato che la lettura è sinonimo di libertà, nel senso che per essere padroni delle nostre parole, condizione prima per la conquista della propria identità, abbiamo bisogno di un testo (8).
  • Contrariamente a quanto possa apparire, l'era digitale rappresenta in realtà una riconquista del corpo, dal momento che, per esempio attraverso la rete, l'individuo si trova ad essere sparpagliato sull'intero pianeta. Così ciascuno torna ad essere il proprio corpo (9).
  • Per ciò che riguarda la nuova tecnologia delle telecomunicazioni in rapporto alla religione, la Chiesa cattolica non può pretendere di avere lo stesso tipo d'autorità di prima nella distribuzione centralista. Così la virtualità può indurre a trattare in modo discreto le specificità di ogni religione e di fatto promuovere una nuova tolleranza (10).
  • Del resto tutte le tecnologie hanno cambiato le vie d'accesso alla spiritualità, ma non le fondamenta (11).
  • Le reti telematiche possono modificare la fisionomia dell'aggregazione politica, attualmente in grave crisi a causa del fallimento di ogni vecchia ideologia. Per questo motivo è auspicabile che la politica realizzi un ambiente di servizi offerti ai cittadini, superando le anacronistiche contrapposizioni tra destra e sinistra (12).
  • La rete rappresenta anche lo strumento per nuove forme di aggregazione sociale, basate su interessi e affinità, determinando così una nuova forma di attivismo molto potente, perché amplificato. Se questa situazione verrà gestita con intelligenza, si avrà un effetto benefico per tutti, dal momento che le forme di potere in fase di divisione e ridistribuzione di quest'ultimo, creano società stabili. Questa sembra essere la direzione di sviluppo della società delle reti, la direzione verso la quale si sta muovendo la gente per avere più voce in capitolo, più potere e più rapporti sociali, come risposta alla costante perdita di importanza delle ideologie (13) (14).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Alcuni sostengono che siamo all'inizio di una nuova era dell'informatica nella quale l'aspetto saliente è la rete. Che cosa pensa di questa grande novità?

Risposta
Sono d'accordo. Si tratta dell'ultima fase dello sviluppo basato sull'elettricità e iniziato con il telegrafo. Consideriamo il telegrafo, la radio, il telefono, la televisione, i computer ed ora le reti: sono diverse fasi di una sorta di sviluppo ininterrotto dell'elettronica che in sostanza sostituisce i processi mentali del mondo del libro con l'attività fisiologica del sistema nervoso esteso. L'elettricità è, in sostanza, il sistema nervoso. La televisione e la radio hanno creato una cultura di massa, una comunicazione a senso unico da una stazione centrale verso l'esterno, con scarso ritorno in senso inverso. La negazione dell'interazione. La TV è refrattaria all'interazione. Il suo è un prodotto costoso, usato solo per una volta, eccetto che per le repliche, un prodotto usato solo per una volta, senza autentica conservazione in "magazzino", senza che su di esso si riconoscano diritti a qualcosa. Uno spreco di energia umana che dura da anni. La civiltà della televisione è una civiltà dello spreco: essa ama produrre e consumare e far consumare di più e incoraggia un maggior consumo. E' la madre della pubblicità: essa crea una gamma di offerte per un pubblico che deve soltanto sedere davanti alla TV e comprare. Lo spettatore non è passivo, dal momento che la sua attività consiste nell'acquistare prodotti o votare per individui che continuano ad alimentare il sistema. Il computer è un grande nemico per la TV. La TV minacciava il mondo dei libri, il vecchio ritmo dei libri, il loro modo di essere, l'identità, il mondo dello spirito critico. Con i computer i libri ritornano e l'effetto è clamoroso. Un computer è in realtà un libro elettronico; è il primo libro elettronico. Esso crea una potente accelerazione del pensiero, così come di una quantità di processi. Quello che in realtà si è verificato è solo un attacco alla TV. I computer hanno invaso la tecnologia della televisione e poi hanno cercato di inghiottire completamente la televisione introducendo in essa l'interazione. Ma la TV ha resistito con successo a quest'ultimo tentativo. La nuova società è la società delle reti. E' un'autentica civiltà della comunicazione e rappresenta l'ultima forma dell'ampliamento della mente poiché con essa l'estensione della mente diventa collettiva. Per la prima volta nella storia del mondo disponiamo di uno strumento che nello stesso tempo sviluppa la personalità del singolo e la sua socializzazione, sviluppa il privato ed il pubblico, l'oralità e l'archivio della memoria, il singolo e il molteplice. E' la prima volta che disponiamo di strumenti per moltiplicare le intelligenze umane e far sì che queste si possano collegare. Si può analizzare la seguente differenza: Tv come prodotto costoso usato per una sola volta rispetto alle reti come prodotto economico usato, riusato e riconfigurato. E' una differenza incredibile; è un fattore economico del quale la gente non ha ancora neanche iniziato ad avere coscienza. Un'economia di un tipo completamente nuovo. La TV odia l'interazione.

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Domanda 2
Può fare l'analisi del rapporto tra la TV e l'interazione?

Risposta
Il rapporto tra la TV e l'interazione è di incompatibilità della prima nei confronti della seconda. Quando si verifica una relazione interattiva, la televisione non funziona secondo le modalità che le sono proprie, rivelando così che non è adatta all'interazione. In linea di massima, la televisione, per sua natura, deve essere una sorta di mezzo di trasmissione a distanza a senso unico. Facendone un mezzo di trasmissione a distanza ravvicinata con la partecipazione dello spettatore, non si ha più televisione, ma un mezzo di comunicazione multipla, di Internet; si creerà una situazione di collegamento in diretta per poter avere interazione, determinando la fine della televisione. In altre parole, la vera funzione della televisione è rivolgersi al pubblico per formare un'opinione pubblica, in quanto è un mezzo di comunicazione che riunisce; ma se la si rende interattiva, la televisione diventa uno strumento educativo, una macchina per giocare, un videogame,e così facendo si snatura.

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Domanda 3
In questo mondo delle comunicazioni in trasformazione, quale ruolo può svolgere l'Italia con la sua cultura?

Risposta
L'Italia possiede una cultura orale. Avete un senso spiccatissimo della comunicazione orale. Molto più che non nei Paesi del Nord, in Italia c'è la sensazione di dover stare in un contesto orale, in tempo reale con altri. L'Italia ha un'esperienza fantastica in fatto di televisione. Ama la televisione, conosce la televisione; l'Italia è uno dei principali fruitori di televisione, perciò non meraviglia che sia ancora molto impegnata con la televisione e la consideri il principale mezzo di comunicazione. Ma in realtà la TV non può restare tale nell'economia che ora sta prendendo forma. L'Italia ha davanti a se un periodo di 5 anni durante il quale altri Paesi faranno ciò che è scontato, ossia allacciare ed attivare le loro reti. In Italia tutto questo non c'è ancora. Sarebbe sufficiente sfruttare la rete esistente, già molto buona, in modo da assicurare un'interazione completamente simmetrica. Se non c'è questa simmetria è meglio lasciar perdere, si sprecherebbe soltanto una gran quantità di tempo. Penso che proprio oggi occorra investire una grande somma di denaro per dar vita e per incrementare la cooperazione nelle comunicazioni via satellite, nella comunicazione senza fili. Occorre investire un'enorme quantità di denaro nell'aggiornamento degli insegnanti ed inoltre occorre far sì che gli allievi che hanno appreso possano insegnare ai loro colleghi studenti ed ai propri insegnanti. L'insegnamento è la priorità numero uno per lo sviluppo delle reti telematiche. Esso, infatti, paga sempre, se non direttamente in termini di utenti del sistema, paga in termini di creatori e di elaboratori di informazioni. E questo è incredibilmente importante, in modo particolare oggi, ai fini dell'economia che sta emergendo. Quindi l'insegnamento è un investimento da fare. Un altro investimento consiste nella liberalizzazione di attività disciplinate da alcune regolamentazioni obsolete. In qualche misura è necessario deregolamentare, così come ci deve essere protezione della concorrenza. Credo che si debba in qualche modo garantire unità d'intenti a tutti i fornitori di servizi, ma nel contempo si deve consentire lo sviluppo di una vera concorrenza tra questi. Il Canada sarebbe un ottimo oggetto di studio per il legislatore italiano, perché da noi non si è affermata la propensione per una deregolamentazione piena, aperta e selvaggia. Noi siamo per un tipo di deregolamentazione caso per caso, punto per punto. Siamo andati molto piano in passato. Se l'autostrada informatica significa qualcosa, significa la responsabilità del governo nel farne uno spazio pubblico; non richiede invece di essere lasciata all'impresa privata, alla grande impresa ed al mondo degli affari: quest'ultimo infatti, lo conosciamo tutti, non possiamo criticarlo per la sua natura, ne ricaverà denaro senza trasformarlo in un motivo di progresso sociale. Una società civile è fatta dal governo più il mondo degli affari: cosicché il vostro governo ha una corresponsabilità nel far sì che il pubblico italiano disponga di accessi cognitivi, tecnici, finanziari. Non lasciate che la STET aumenti la tariffa per gli utenti di Internet, dieci o cento volte più che negli altri Paesi: non è la politica giusta.

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Domanda 4
Passiamo ad altro. Quale ritiene sia il futuro dei linguaggi artistici in relazione alla nuova tecnologia ed in particolare alla realtà virtuale?

Risposta
Abbiamo fatto qualche lavoro con la realtà virtuale nel quadro del Programma McLuhan. In passato abbiamo lavorato sulle interfacce: ogni interfaccia rappresenta un'estensione del tatto. Una cosa divertente è che veniamo da una civiltà prevalentemente visiva, qual è quella rinascimentale; con i nuovi ambienti di vita sensoriale simulata stiamo ritornando ad una cultura tattile e la gente non se ne accorge. Così agli artisti si richiede di creare sistemi interattivi e ognuno di questi non è altro che una variazione, realizzata con l'ausilio di macchine elettroniche, sul tema delle possibilità tattili. Faccio ora l'esempio di un sistema di danza: si danza davanti ad una telecamera e l' immagine di chi danza viene registrata digitalmente in un computer e quest'ultimo invia informazioni ad un MIDI, ad un sintetizzatore e quindi i suoni creati dai movimenti di chi danza vengono completamente controllati. Il computer registra e può anche ricordare e anticipare certi tipi di suoni; può cominciare a fare la media dei movimenti di chi danza e anticipare certi tipi di movimenti per creare la musica del danzatore. Stiamo facendo qualcosa di artisticamente scientifico in quanto è preciso, si collega a movimenti assolutamente reali e presenta in qualche modo una connessione diretta con il computer. Abbiamo creato una realtà virtuale che l'autore, uno dei nostri esperti che lavora al programma McLuhan, ha chiamato "Giardino virtuale". Chi usa il programma è come un'ape; atterra su un fiore, lo osserva, poi vola su un altro fiore e, per via digitale, preleva qualcosa dal primo fiore e lo porta sul secondo: quindi, con la combinazione dei fiori e del tempo passato su ciascun fiore, se ne crea un terzo, che è il risultato dell'ibridizzazione. Ibridizzazione: questo è un concetto virtuale molto bello. Amiamo questo tipo di materiale virtuale. Ci piace anche il materiale che può essere d'aiuto alle persone. Per esempio usiamo l'arte e la tecnologia per aiutare persone handicappate o persone ospedalizzate con problemi di movimento: così abbiamo usato alcune tecnologie che permettono loro di avere sensazioni più piacevoli nel fare esercizi di movimento come, per esempio, creare la musica. Abbiamo usato questo sistema con i paraplegici e dopo una sperimentazione di dieci mesi i miglioramenti erano così radicali che i risultati sono stati pubblicati su giornali specializzati. Inoltre abbiamo usato un altro sistema per permettere di leggere e scrivere ad una donna che poteva solo gesticolare: le abbiamo dato queste possibilità mediante una connessione con una telecamera e creando ogni tipo di strumenti per collegarla ad un computer. A questa donna, laureata in legge, abbiamo permesso di continuare il suo lavoro ed i suoi studi. Amiamo queste innovazioni con base artistica che possono essere applicate alla vita reale.

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Domanda 5
Lei crede, quindi, che la cultura artistica avrà un ruolo da svolgere nello sviluppo futuro del rapporto tra uomo e computer e tra uomo e uomo attraverso il computer?

Risposta
Si. Il rapporto uomo-uomo è diverso dal rapporto uomo-computer perché il primo non è altro che la rete. La rete è la base essenziale di ogni discorso intorno all'interazione uomo-uomo o persona-persona. Ora, è necessario far ricorso ad un certo tipo di arte per occuparsene. L'anno scorso ho partecipato ad una giuria di arte in rete per Ars Electronica, a Linz, in Austria. Nessuno disponeva di criteri per il nostro compito. Cosa è l'arte in rete? Quale ne è la specificità? Non si tratta di album con bei disegnini che chiunque può fare con una scatola di colori e lanciare in rete dicendo: è la mia arte. Abbiamo riflettuto sul fatto di essere in relazione con la rete; quindi il criterio è l'interconettività, la complessità, l'abbondanza delle sfaccettature delle prospettive e delle applicazioni, l'eleganza. Potete così trovare un programma intelligente come Ringo, che vi permette di conoscere il gusto musicale di ognuno in modo da poter creare una comunità di gusti analoghi ed averne un ritratto completo. Abbiamo dato il primo premio a Idea Futures. Chi si inserisce mette in rete un'idea, destinando ad essa una somma di denaro. Il giorno dopo altri considerano quell'idea ed impegnano denaro per migliorarla. E dopo un periodo di due mesi o due settimane o due giorni, l'idea è cresciuta di valore, di qualità, di applicabilità. Forse un giorno diventerà un progetto per investimenti. E' geniale. Un altro esempio sono le connessioni delle conversazioni in rete. Sebbene non sia realmente in funzione, amo l'idea che si possa avere un dialogo in rete attraverso il mondo intorno ad un certo argomento in un sito della rete, senza essere costretti a rivedere le conversazioni in modo lineare, ma potendo analizzare un'area di argomenti attraverso un iperindice. Questo è materiale stimolante per l'intelligenza. Trovo che questo sia la "connettività". Trovo che questo sia degno di una sensibilità estetica. Un artista di Parigi, in collaborazione con il MIT ha creato il seguente sistema: uno parla ed un microfono riceve le parole, che sono trasformate in un testo, per esempio in inglese. Il testo è trasmesso ad un traduttore che lo trasforma in un testo francese e, alla fine di tutto il processo, si può udire un sintetizzatore pronunciare, in modo approssimativo, la traduzione francese. E' un sistema ad alta tecnologia che potrà essere utile per il mondo degli affari; tuttavia proviene da una sensibilità artistica per la traduzione da una modalità in un'altra e da una lingua in un'altra e poi di nuovo nella modalità originaria, questa volta grazie alla mediazione del computer. Un altro esempio è "l'Archivio" di Antonio Muntadas, una novità fantastica. Tutti i file rappresentativi del materiale artistico censurato dalle autorità governative, dai tempi di Nefertiti ad oggi, sono resi disponibili in rete. Sembra proprio di essere al KGB, un grande gabinetto di consultazione con tavolinetti e lampade da tavolo e tutti questi archivi; ma ciò che si vede è Internet e su Internet, naturalmente, ci sono tutti i documenti ai quali la gente sta dando un'occhiata. La gente è molto affascinata da questo particolare sito. E' questa la connettività: tutto il materiale oggetto di repressione viene restituito e reso disponibile. Inoltre la gente può aggiungere le proprie lamentele contro la censura ed esibire le proprie prove e depositare il proprio materiale. Non ci sono limiti alle possibilità.

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Domanda 6
Possiamo dire che stiamo alimentando un nuovo modello di estetica?

Risposta
Certo. Per quanto riguarda l'estetica stiamo sperimentando i confini tra la scienza estetica e la scienza applicata. Assistiamo ad una compenetrazione senza precedenti dei domini dell'arte e della scienza. Siamo anche di fronte ad uno spostamento dell'arte, dal creatore al fruitore: il progetto dell'opera diventa un meta-progetto, in base al quale sono definiti i parametri progettuali per la creazione del prodotto artistico finito. Pertanto l'effettivo creatore è il fruitore, ossia l'artista è il creatore virtuale. Ciò è quanto realizzato dal sistema di danza sopra descritto. L'autentico creatore di ogni prodotto artistico è il fruitore, colui che danza e crea la musica. Ma chi ha creato tutte le possibilità virtuali racchiuse nel meta-progetto, è l'artista.

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Domanda 7
Poiché l'ipertesto offre la possibilità di scegliere, non crede che la narrativa che si avvale di tale mezzo, in qualche modo, sia una contraddizione?

Risposta
Negli ipertesti è in discussione la linearità, non la leggibilità. Infatti la parola stampata e la parola alfabetica scritta, si basano sulla linearità già in ragione dello stesso processo della lettura: ogni parola è lineare, e non può che essere tale, dovendo essere letta con un inizio, una parte intermedia ed una fine. Cosicché l'emergere dell'alfabetizzazione, la traslazione del linguaggio umano in testo non fa che rinforzare la linearità innata del linguaggio parlato. Per esempio, i programmi che nel nostro corpo, nel nostro sistema nervoso, si attivano per preparare la enunciazione di una frase, sono anch'essi di natura iperlineare. Ma quando il risultato si materializza nella scrittura, allora abbiamo la linearità, la narrativa, la continuità della narrativa con le difficoltà del flashback. Bene, la linearità emerge con i testi e scompare con l'elettricità. Quest'ultima rappresenta la simultaneità. Quindi non c'è più testo ma un archivio automatico da esplorare a diversi livelli. Durante la realizzazione dell'album del Programma McLuhan, ora reperibile in un sito Beta, abbiamo fatto un'importante osservazione: quando uno guarda un testo in rete, non desidera cliccare su ogni parola scritta con la maiuscola. Abbiamo diviso la pagina in due: una parte larga, a destra, per il testo e sulla sinistra tutti i punti interessanti che il lettore può desiderare di esplorare, senza essere obbligato. Questi punti, quindi, non danno la sensazione di interrompere il testo. Inoltre, abbiamo strutturato il nostro album in orizzontale, non in verticale, cosicché se il lettore vuole navigare nella pagina, può farlo con il cursore muovendolo verso destra e può spostarlo all'infinito. Ma è sempre qualcosa di analogo alla lettura. Quindi crediamo che il nostro album sia un omaggio di Internet al libro.

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Domanda 8
Crede che la nostra esperienza nella realtà virtuale sostituirà l'esperienza della lettura?

Risposta
Non è possibile in alcun modo sostituire l'esperienza della lettura. Perché? Per avere la mente libera, abbiamo bisogno di una piattaforma fissa. Il mondo deve essere fissato per poter essere liberi. Se il mondo si muove, perdiamo la nostra libertà. Ci muoviamo con esso. Per questo l'interattività non contribuisce alla costruzione dell'identità dell'uomo. Essa dà più potere; dà più potere ma non più identità. Il testo è, oggi e nella storia della nostra cultura, l'unico mezzo di comunicazione che ci dia identità. Non abbandoneremo mai il testo. Elaborare informazione significa controllare un linguaggio. La televisione fa ciò a prescindere dal controllo individuale del linguaggio; la radio fa lo stesso e ha dato ai dittatori la possibilità di trasformare il loro discorso personale in discorso pubblico, sia che si trattasse dell'eroe di Roma o di Hitler o di Stalin. Costoro hanno imposto al pubblico il loro programma, il loro pensiero personale. Ma per poter controllare noi stessi il nostro proprio linguaggio, per essere padroni delle nostre parole, che è la condizione per conquistare la nostra identità, abbiamo bisogno di un testo. A questo fine non c'è mezzo di comunicazione, né film, né collegamento in linea diretta che valga.

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Domanda 9
Passando ad un'altra serie di considerazioni, l'era digitale propone un ambiente nel quale il corpo sembra destinato ad avere meno importanza.

Risposta
No, non è vero. Il corpo è molto più importante oggi che in passato. Prima di tutto, perché se ne è acquisita una maggiore conoscenza scientifica. Oggi sappiamo come funzionano tutti i nostri sensi: il tatto, la vista, l'udito. Sappiamo molto di più su di essi. La scienza ha studiato tutto ciò anche in virtù delle esigenze proprie della realtà virtuale e delle sue applicazioni. Nell'era del libro, nel Rinascimento, il mondo è visione e ciascuno è un punto di vista. Il suo punto di vista è dove Lei si trova: è situato dietro gli occhi, tra le orecchie, nella testa; talvolta è collegato con il cuore, ma non troppo, anzi sempre meno nella storia dell'Occidente. E oggi questo schema non funziona più perché Lei si trova ad essere sparpagliato sull'intero pianeta: può raggiungere e collegarsi con qualsiasi posto che non può vedere e su Internet non è importante quale immagine Lei proietti perché è tutto un artificio. Così ciascuno diventa in realtà soltanto il proprio corpo. E' la prova fisica, materiale, dell'esistenza. Non si tratta solo di uno sviluppo della comprensione del corpo da un punto di vista tecnico o teorico o tecnologico; è un riconsiderazione del corpo anche sul piano legale, personale, psicologico. Il corpo pensa. Il pensiero occidentale è stato: il corpo sotto, la testa sopra. La gente comincia a fumare per tagliare il rapporto tra la risposta fisica e quella mentale. Credo che il corpo sia stato considerato stupido e muto. Oggi scopriamo che se non abbiamo un corpo che lavora in collaborazione con noi, non abbiamo nulla. Così usiamo il nostro corpo in modo diverso. Lo comprendiamo in modo diverso; esso ci identifica in modo differente e personalmente non credo a una parola delle affermazioni circa il fatto che staremmo per perdere i nostri corpi.

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Domanda 10
Cambiamo argomento. Lei ha studiato il fenomeno della religione virtuale. Ci può illustrare di che cosa si tratta? Cosa potranno cambiare i predicatori televisivi?

Risposta
Per essere più precisi ho parlato di "tele-evangelismo", che è religione in TV. La realtà virtuale è una cosa molto diversa dalla TV. Innanzi tutto non ho visto realtà virtuale usata dai religiosi, almeno finora. Esiste un programma denominato "Mondi, Inc." Serve a creare una chiesa virtuale ed ottenere che la gente vi si rechi; non credo sia questa la parte interessante della realtà virtuale in fatto di religione. E' interessante un altro aspetto: nel 2000 la Chiesa Cattolica celebrerà il Giubileo e riunirà circa 60 milioni di persone che si recheranno a Roma con vari mezzi per partecipare alle celebrazioni. E' legittimo che la Chiesa cattolica continui ancora a fare di sé l'unico punto di riferimento per tutto il mondo cattolico, ora che abbiamo la comunicazione globale e chiunque può entrare in contatto con chiunque altro? La risposta è proprio interessante. Roma è stata la prova materiale. Un altro aspetto del corpo. Roma è il luogo nel quale si è svolta la storia. Questo equivale ad una legittimazione. D'altra parte, la Chiesa cattolica non può pretendere, nell'attuale ambiente mondiale della comunicazione, di avere lo stesso tipo d'autorità di prima; non può abusare dell'autorità della distribuzione centralista. Così la virtualità, in fatto di fede o di spiritualità, può oggi soltanto indurre a trattare in modo discreto le specificità di ogni religione e di fatto promuovere una nuova tolleranza. C'è una grandissima esigenza di una nuova forma di tolleranza. Proprio come la tolleranza fu la conquista della libertà individuale contro la Chiesa medievale, così oggi un nuovo tipo di tolleranza multiculturale e multilingue diventa parte essenziale di ogni seria avventura religiosa o spirituale.

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Domanda 11
Così Lei crede che la nuova tecnologia produrrà un nuovo tipo di spiritualità?

Risposta
Tutte le tecnologie hanno cambiato la spiritualità dell'uomo: hanno cambiato le vie d'accesso, ma non le fondamenta. Il pensiero è molto rapido, ma la spiritualità è infinitamente più rapida del pensiero. Non disponiamo di supporti tecnologici per la velocità dello spirito, ma ne abbiamo molti per la rapidità del pensiero e della memoria. Quindi non sappiamo come trattare la spiritualità, dobbiamo lasciare che operi da sé. Sarebbe piuttosto importante aprire nuove vie d'accesso, perché nel regno della spiritualità ogni mezzo di comunicazione è un filtro tra l'individuo e la collettività. Ogni mezzo è un filtro ed il primo effetto dell'alfabeto fu lo sterminio, nelle guerre di religione, di centinaia di migliaia di persone. Dopo il Rinascimento le guerre di religione, al termine della Guerra dei Cento Anni, avevano provocato la morte di milioni di esseri umani. Per il mondo della religione, quindi, non è esattamente una buona notizia trovarsi di fronte ad un importante cambiamento nei mezzi di comunicazione.

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Domanda 12
Dalla religione alla politica. Cosa pensa del futuro della aggregazione politica nel nuovo ambiente caratterizzato dalle reti telematiche?

Risposta
Attualmente vedo molti problemi in questo campo perché credo che oggi la nuova generazione sia molto diffidente rispetto alle vecchie ideologie: del resto ognuna di esse ha fallito, quindi la gente non ha più fiducia nelle grandi istituzioni e cerca di organizzarsi il proprio futuro da sola. Per questo motivo, la cosa migliore che possa accadere alla politica è che possa diventare un'istanza che crea un ambiente di servizi offerti ai cittadini. Abbiamo necessità di governo, ne abbiamo davvero bisogno. Non condivido le posizioni di George Gilder o di molti altri che sostengono che non c'è necessità di governo. Io credo realmente che il governo sia un importante fattore strutturante per ogni società; credo che ci sia bisogno di un governo ben strutturato. Anche la stessa divisione tra destra e sinistra è ormai obsoleta: occorrono due ali per volare. Se si vola con la sola ala destra si cade, così come se si vola solo con la sinistra. E' necessario usarle entrambe.

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Domanda 13
Ritiene che vi saranno tipi nuovi di aggregazione sociale?

Risposta
Sì, aggregazioni basate su interessi e affinità. Perché una persona dovrebbe restare nei limiti segnati dallo spazio o anche da affiliazioni professionali, se può entrare sempre più in contatto con individui che hanno interessi analoghi? Attenzione, ciò presenta anche possibili pericoli a causa dei gruppi di pressione. Per via delle nuove comunità create dal sistema delle reti telematiche, la gente che oggi dà l'assalto al Campidoglio di Washington ed al Congresso degli Stati Uniti per esprimere i propri bisogni, dispone di una forma di potere che perfino il Congresso ha difficoltà a gestire.

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Domanda 14
Una specie di nuova forma di attivismo.

Risposta
Una nuova forma di attivismo, sì, ma molto potente, perché risulta amplificato. Del resto anche la gestione dell'opinione pubblica è stata amplificata attraverso il mondo dei sondaggi. Sussistono alcuni seri problemi con i poteri, dal momento che la vera novità è la ridistribuzione del potere. Qualcuno ha giustamente affermato che le forme di potere che implicano divisione e ridistribuzione di quest'ultimo, creano società stabili. Quanto più la gente condivide la proprietà o un interesse per una causa comune, tanto più stabile è una società. E credo che questa sia la direzione di sviluppo della società delle reti, la direzione verso la quale si sta muovendo la gente per avere più voce in capitolo, più potere e più rapporti sociali, la direzione della ridistribuzione e del riequilibrio. In altre parole, la frammentazione del potere non equivale a caos e disastri; è invece una forma di ricombinazione, di riconfigurazione del potere. Questa è attualmente la direzione di marcia della società, cosicché le ideologie politiche hanno perduto in realtà ogni importanza.

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