INTERVISTA:
Domanda 1
Alcuni sostengono che siamo all'inizio di una nuova era dell'informatica nella quale
l'aspetto saliente è la rete. Che cosa pensa di questa grande novità?
Risposta
Sono d'accordo. Si tratta dell'ultima fase dello sviluppo basato sull'elettricità e
iniziato con il telegrafo. Consideriamo il telegrafo, la radio, il telefono, la
televisione, i computer ed ora le reti: sono diverse fasi di una sorta di sviluppo
ininterrotto dell'elettronica che in sostanza sostituisce i processi mentali del mondo del
libro con l'attività fisiologica del sistema nervoso esteso. L'elettricità è, in
sostanza, il sistema nervoso. La televisione e la radio hanno creato una cultura di massa,
una comunicazione a senso unico da una stazione centrale verso l'esterno, con scarso
ritorno in senso inverso. La negazione dell'interazione. La TV è refrattaria
all'interazione. Il suo è un prodotto costoso, usato solo per una volta, eccetto che per
le repliche, un prodotto usato solo per una volta, senza autentica conservazione in
"magazzino", senza che su di esso si riconoscano diritti a qualcosa. Uno spreco
di energia umana che dura da anni. La civiltà della televisione è una civiltà dello
spreco: essa ama produrre e consumare e far consumare di più e incoraggia un maggior
consumo. E' la madre della pubblicità: essa crea una gamma di offerte per un pubblico che
deve soltanto sedere davanti alla TV e comprare. Lo spettatore non è passivo, dal momento
che la sua attività consiste nell'acquistare prodotti o votare per individui che
continuano ad alimentare il sistema. Il computer è un grande nemico per la TV. La TV
minacciava il mondo dei libri, il vecchio ritmo dei libri, il loro modo di essere,
l'identità, il mondo dello spirito critico. Con i computer i libri ritornano e l'effetto
è clamoroso. Un computer è in realtà un libro elettronico; è il primo libro
elettronico. Esso crea una potente accelerazione del pensiero, così come di una quantità
di processi. Quello che in realtà si è verificato è solo un attacco alla TV. I computer
hanno invaso la tecnologia della televisione e poi hanno cercato di inghiottire
completamente la televisione introducendo in essa l'interazione. Ma la TV ha resistito con
successo a quest'ultimo tentativo. La nuova società è la società delle reti. E'
un'autentica civiltà della comunicazione e rappresenta l'ultima forma dell'ampliamento
della mente poiché con essa l'estensione della mente diventa collettiva. Per la prima
volta nella storia del mondo disponiamo di uno strumento che nello stesso tempo sviluppa
la personalità del singolo e la sua socializzazione, sviluppa il privato ed il pubblico,
l'oralità e l'archivio della memoria, il singolo e il molteplice. E' la prima volta che
disponiamo di strumenti per moltiplicare le intelligenze umane e far sì che queste si
possano collegare. Si può analizzare la seguente differenza: Tv come prodotto costoso
usato per una sola volta rispetto alle reti come prodotto economico usato, riusato e
riconfigurato. E' una differenza incredibile; è un fattore economico del quale la gente
non ha ancora neanche iniziato ad avere coscienza. Un'economia di un tipo completamente
nuovo. La TV odia l'interazione.
Domanda 2
Può fare l'analisi del rapporto tra la TV e l'interazione?
Risposta
Il rapporto tra la TV e l'interazione è di incompatibilità della prima nei confronti
della seconda. Quando si verifica una relazione interattiva, la televisione non funziona
secondo le modalità che le sono proprie, rivelando così che non è adatta
all'interazione. In linea di massima, la televisione, per sua natura, deve essere una
sorta di mezzo di trasmissione a distanza a senso unico. Facendone un mezzo di
trasmissione a distanza ravvicinata con la partecipazione dello spettatore, non si ha più
televisione, ma un mezzo di comunicazione multipla, di Internet; si creerà una situazione
di collegamento in diretta per poter avere interazione, determinando la fine della
televisione. In altre parole, la vera funzione della televisione è rivolgersi al pubblico
per formare un'opinione pubblica, in quanto è un mezzo di comunicazione che riunisce; ma
se la si rende interattiva, la televisione diventa uno strumento educativo, una macchina
per giocare, un videogame,e così facendo si snatura.
Domanda 3
In questo mondo delle comunicazioni in trasformazione, quale ruolo può svolgere l'Italia
con la sua cultura?
Risposta
L'Italia possiede una cultura orale. Avete un senso spiccatissimo della comunicazione
orale. Molto più che non nei Paesi del Nord, in Italia c'è la sensazione di dover stare
in un contesto orale, in tempo reale con altri. L'Italia ha un'esperienza fantastica in
fatto di televisione. Ama la televisione, conosce la televisione; l'Italia è uno dei
principali fruitori di televisione, perciò non meraviglia che sia ancora molto impegnata
con la televisione e la consideri il principale mezzo di comunicazione. Ma in realtà la
TV non può restare tale nell'economia che ora sta prendendo forma. L'Italia ha davanti a
se un periodo di 5 anni durante il quale altri Paesi faranno ciò che è scontato, ossia
allacciare ed attivare le loro reti. In Italia tutto questo non c'è ancora. Sarebbe
sufficiente sfruttare la rete esistente, già molto buona, in modo da assicurare
un'interazione completamente simmetrica. Se non c'è questa simmetria è meglio lasciar
perdere, si sprecherebbe soltanto una gran quantità di tempo. Penso che proprio oggi
occorra investire una grande somma di denaro per dar vita e per incrementare la
cooperazione nelle comunicazioni via satellite, nella comunicazione senza fili. Occorre
investire un'enorme quantità di denaro nell'aggiornamento degli insegnanti ed inoltre
occorre far sì che gli allievi che hanno appreso possano insegnare ai loro colleghi
studenti ed ai propri insegnanti. L'insegnamento è la priorità numero uno per lo
sviluppo delle reti telematiche. Esso, infatti, paga sempre, se non direttamente in
termini di utenti del sistema, paga in termini di creatori e di elaboratori di
informazioni. E questo è incredibilmente importante, in modo particolare oggi, ai fini
dell'economia che sta emergendo. Quindi l'insegnamento è un investimento da fare. Un
altro investimento consiste nella liberalizzazione di attività disciplinate da alcune
regolamentazioni obsolete. In qualche misura è necessario deregolamentare, così come ci
deve essere protezione della concorrenza. Credo che si debba in qualche modo garantire
unità d'intenti a tutti i fornitori di servizi, ma nel contempo si deve consentire lo
sviluppo di una vera concorrenza tra questi. Il Canada sarebbe un ottimo oggetto di studio
per il legislatore italiano, perché da noi non si è affermata la propensione per una
deregolamentazione piena, aperta e selvaggia. Noi siamo per un tipo di deregolamentazione
caso per caso, punto per punto. Siamo andati molto piano in passato. Se l'autostrada
informatica significa qualcosa, significa la responsabilità del governo nel farne uno
spazio pubblico; non richiede invece di essere lasciata all'impresa privata, alla grande
impresa ed al mondo degli affari: quest'ultimo infatti, lo conosciamo tutti, non possiamo
criticarlo per la sua natura, ne ricaverà denaro senza trasformarlo in un motivo di
progresso sociale. Una società civile è fatta dal governo più il mondo degli affari:
cosicché il vostro governo ha una corresponsabilità nel far sì che il pubblico italiano
disponga di accessi cognitivi, tecnici, finanziari. Non lasciate che la STET aumenti la
tariffa per gli utenti di Internet, dieci o cento volte più che negli altri Paesi: non è
la politica giusta.
Domanda 4
Passiamo ad altro. Quale ritiene sia il futuro dei linguaggi artistici in relazione alla
nuova tecnologia ed in particolare alla realtà virtuale?
Risposta
Abbiamo fatto qualche lavoro con la realtà virtuale nel quadro del Programma McLuhan. In
passato abbiamo lavorato sulle interfacce: ogni interfaccia rappresenta un'estensione del
tatto. Una cosa divertente è che veniamo da una civiltà prevalentemente visiva, qual è
quella rinascimentale; con i nuovi ambienti di vita sensoriale simulata stiamo ritornando
ad una cultura tattile e la gente non se ne accorge. Così agli artisti si richiede di
creare sistemi interattivi e ognuno di questi non è altro che una variazione, realizzata
con l'ausilio di macchine elettroniche, sul tema delle possibilità tattili. Faccio ora
l'esempio di un sistema di danza: si danza davanti ad una telecamera e l' immagine di chi
danza viene registrata digitalmente in un computer e quest'ultimo invia informazioni ad un
MIDI, ad un sintetizzatore e quindi i suoni creati dai movimenti di chi danza vengono
completamente controllati. Il computer registra e può anche ricordare e anticipare certi
tipi di suoni; può cominciare a fare la media dei movimenti di chi danza e anticipare
certi tipi di movimenti per creare la musica del danzatore. Stiamo facendo qualcosa di
artisticamente scientifico in quanto è preciso, si collega a movimenti assolutamente
reali e presenta in qualche modo una connessione diretta con il computer. Abbiamo creato
una realtà virtuale che l'autore, uno dei nostri esperti che lavora al programma McLuhan,
ha chiamato "Giardino virtuale". Chi usa il programma è come un'ape; atterra su
un fiore, lo osserva, poi vola su un altro fiore e, per via digitale, preleva qualcosa dal
primo fiore e lo porta sul secondo: quindi, con la combinazione dei fiori e del tempo
passato su ciascun fiore, se ne crea un terzo, che è il risultato dell'ibridizzazione.
Ibridizzazione: questo è un concetto virtuale molto bello. Amiamo questo tipo di
materiale virtuale. Ci piace anche il materiale che può essere d'aiuto alle persone. Per
esempio usiamo l'arte e la tecnologia per aiutare persone handicappate o persone
ospedalizzate con problemi di movimento: così abbiamo usato alcune tecnologie che
permettono loro di avere sensazioni più piacevoli nel fare esercizi di movimento come,
per esempio, creare la musica. Abbiamo usato questo sistema con i paraplegici e dopo una
sperimentazione di dieci mesi i miglioramenti erano così radicali che i risultati sono
stati pubblicati su giornali specializzati. Inoltre abbiamo usato un altro sistema per
permettere di leggere e scrivere ad una donna che poteva solo gesticolare: le abbiamo dato
queste possibilità mediante una connessione con una telecamera e creando ogni tipo di
strumenti per collegarla ad un computer. A questa donna, laureata in legge, abbiamo
permesso di continuare il suo lavoro ed i suoi studi. Amiamo queste innovazioni con base
artistica che possono essere applicate alla vita reale.
Domanda 5
Lei crede, quindi, che la cultura artistica avrà un ruolo da svolgere nello sviluppo
futuro del rapporto tra uomo e computer e tra uomo e uomo attraverso il computer?
Risposta
Si. Il rapporto uomo-uomo è diverso dal rapporto uomo-computer perché il primo non è
altro che la rete. La rete è la base essenziale di ogni discorso intorno all'interazione
uomo-uomo o persona-persona. Ora, è necessario far ricorso ad un certo tipo di arte per
occuparsene. L'anno scorso ho partecipato ad una giuria di arte in rete per Ars
Electronica, a Linz, in Austria. Nessuno disponeva di criteri per il nostro compito. Cosa
è l'arte in rete? Quale ne è la specificità? Non si tratta di album con bei disegnini
che chiunque può fare con una scatola di colori e lanciare in rete dicendo: è la mia
arte. Abbiamo riflettuto sul fatto di essere in relazione con la rete; quindi il criterio
è l'interconettività, la complessità, l'abbondanza delle sfaccettature delle
prospettive e delle applicazioni, l'eleganza. Potete così trovare un programma
intelligente come Ringo, che vi permette di conoscere il gusto musicale di ognuno in modo
da poter creare una comunità di gusti analoghi ed averne un ritratto completo. Abbiamo
dato il primo premio a Idea Futures. Chi si inserisce mette in rete un'idea, destinando ad
essa una somma di denaro. Il giorno dopo altri considerano quell'idea ed impegnano denaro
per migliorarla. E dopo un periodo di due mesi o due settimane o due giorni, l'idea è
cresciuta di valore, di qualità, di applicabilità. Forse un giorno diventerà un
progetto per investimenti. E' geniale. Un altro esempio sono le connessioni delle
conversazioni in rete. Sebbene non sia realmente in funzione, amo l'idea che si possa
avere un dialogo in rete attraverso il mondo intorno ad un certo argomento in un sito
della rete, senza essere costretti a rivedere le conversazioni in modo lineare, ma potendo
analizzare un'area di argomenti attraverso un iperindice. Questo è materiale stimolante
per l'intelligenza. Trovo che questo sia la "connettività". Trovo che questo
sia degno di una sensibilità estetica. Un artista di Parigi, in collaborazione con il MIT
ha creato il seguente sistema: uno parla ed un microfono riceve le parole, che sono
trasformate in un testo, per esempio in inglese. Il testo è trasmesso ad un traduttore
che lo trasforma in un testo francese e, alla fine di tutto il processo, si può udire un
sintetizzatore pronunciare, in modo approssimativo, la traduzione francese. E' un sistema
ad alta tecnologia che potrà essere utile per il mondo degli affari; tuttavia proviene da
una sensibilità artistica per la traduzione da una modalità in un'altra e da una lingua
in un'altra e poi di nuovo nella modalità originaria, questa volta grazie alla mediazione
del computer. Un altro esempio è "l'Archivio" di Antonio Muntadas, una novità
fantastica. Tutti i file rappresentativi del materiale artistico censurato dalle autorità
governative, dai tempi di Nefertiti ad oggi, sono resi disponibili in rete. Sembra proprio
di essere al KGB, un grande gabinetto di consultazione con tavolinetti e lampade da tavolo
e tutti questi archivi; ma ciò che si vede è Internet e su Internet, naturalmente, ci
sono tutti i documenti ai quali la gente sta dando un'occhiata. La gente è molto
affascinata da questo particolare sito. E' questa la connettività: tutto il materiale
oggetto di repressione viene restituito e reso disponibile. Inoltre la gente può
aggiungere le proprie lamentele contro la censura ed esibire le proprie prove e depositare
il proprio materiale. Non ci sono limiti alle possibilità.
Domanda 6
Possiamo dire che stiamo alimentando un nuovo modello di estetica?
Risposta
Certo. Per quanto riguarda l'estetica stiamo sperimentando i confini tra la scienza
estetica e la scienza applicata. Assistiamo ad una compenetrazione senza precedenti dei
domini dell'arte e della scienza. Siamo anche di fronte ad uno spostamento dell'arte, dal
creatore al fruitore: il progetto dell'opera diventa un meta-progetto, in base al quale
sono definiti i parametri progettuali per la creazione del prodotto artistico finito.
Pertanto l'effettivo creatore è il fruitore, ossia l'artista è il creatore virtuale.
Ciò è quanto realizzato dal sistema di danza sopra descritto. L'autentico creatore di
ogni prodotto artistico è il fruitore, colui che danza e crea la musica. Ma chi ha creato
tutte le possibilità virtuali racchiuse nel meta-progetto, è l'artista.
Domanda 7
Poiché l'ipertesto offre la possibilità di scegliere, non crede che la narrativa che si
avvale di tale mezzo, in qualche modo, sia una contraddizione?
Risposta
Negli ipertesti è in discussione la linearità, non la leggibilità. Infatti la parola
stampata e la parola alfabetica scritta, si basano sulla linearità già in ragione dello
stesso processo della lettura: ogni parola è lineare, e non può che essere tale, dovendo
essere letta con un inizio, una parte intermedia ed una fine. Cosicché l'emergere
dell'alfabetizzazione, la traslazione del linguaggio umano in testo non fa che rinforzare
la linearità innata del linguaggio parlato. Per esempio, i programmi che nel nostro
corpo, nel nostro sistema nervoso, si attivano per preparare la enunciazione di una frase,
sono anch'essi di natura iperlineare. Ma quando il risultato si materializza nella
scrittura, allora abbiamo la linearità, la narrativa, la continuità della narrativa con
le difficoltà del flashback. Bene, la linearità emerge con i testi e scompare con
l'elettricità. Quest'ultima rappresenta la simultaneità. Quindi non c'è più testo ma
un archivio automatico da esplorare a diversi livelli. Durante la realizzazione dell'album
del Programma McLuhan, ora reperibile in un sito Beta, abbiamo fatto un'importante
osservazione: quando uno guarda un testo in rete, non desidera cliccare su ogni parola
scritta con la maiuscola. Abbiamo diviso la pagina in due: una parte larga, a destra, per
il testo e sulla sinistra tutti i punti interessanti che il lettore può desiderare di
esplorare, senza essere obbligato. Questi punti, quindi, non danno la sensazione di
interrompere il testo. Inoltre, abbiamo strutturato il nostro album in orizzontale, non in
verticale, cosicché se il lettore vuole navigare nella pagina, può farlo con il cursore
muovendolo verso destra e può spostarlo all'infinito. Ma è sempre qualcosa di analogo
alla lettura. Quindi crediamo che il nostro album sia un omaggio di Internet al libro.
Domanda 8
Crede che la nostra esperienza nella realtà virtuale sostituirà l'esperienza della
lettura?
Risposta
Non è possibile in alcun modo sostituire l'esperienza della lettura. Perché? Per avere
la mente libera, abbiamo bisogno di una piattaforma fissa. Il mondo deve essere fissato
per poter essere liberi. Se il mondo si muove, perdiamo la nostra libertà. Ci muoviamo
con esso. Per questo l'interattività non contribuisce alla costruzione dell'identità
dell'uomo. Essa dà più potere; dà più potere ma non più identità. Il testo è, oggi
e nella storia della nostra cultura, l'unico mezzo di comunicazione che ci dia identità.
Non abbandoneremo mai il testo. Elaborare informazione significa controllare un
linguaggio. La televisione fa ciò a prescindere dal controllo individuale del linguaggio;
la radio fa lo stesso e ha dato ai dittatori la possibilità di trasformare il loro
discorso personale in discorso pubblico, sia che si trattasse dell'eroe di Roma o di
Hitler o di Stalin. Costoro hanno imposto al pubblico il loro programma, il loro pensiero
personale. Ma per poter controllare noi stessi il nostro proprio linguaggio, per essere
padroni delle nostre parole, che è la condizione per conquistare la nostra identità,
abbiamo bisogno di un testo. A questo fine non c'è mezzo di comunicazione, né film, né
collegamento in linea diretta che valga.
Domanda 9
Passando ad un'altra serie di considerazioni, l'era digitale propone un ambiente nel quale
il corpo sembra destinato ad avere meno importanza.
Risposta
No, non è vero. Il corpo è molto più importante oggi che in passato. Prima di tutto,
perché se ne è acquisita una maggiore conoscenza scientifica. Oggi sappiamo come
funzionano tutti i nostri sensi: il tatto, la vista, l'udito. Sappiamo molto di più su di
essi. La scienza ha studiato tutto ciò anche in virtù delle esigenze proprie della
realtà virtuale e delle sue applicazioni. Nell'era del libro, nel Rinascimento, il mondo
è visione e ciascuno è un punto di vista. Il suo punto di vista è dove Lei si trova: è
situato dietro gli occhi, tra le orecchie, nella testa; talvolta è collegato con il
cuore, ma non troppo, anzi sempre meno nella storia dell'Occidente. E oggi questo schema
non funziona più perché Lei si trova ad essere sparpagliato sull'intero pianeta: può
raggiungere e collegarsi con qualsiasi posto che non può vedere e su Internet non è
importante quale immagine Lei proietti perché è tutto un artificio. Così ciascuno
diventa in realtà soltanto il proprio corpo. E' la prova fisica, materiale,
dell'esistenza. Non si tratta solo di uno sviluppo della comprensione del corpo da un
punto di vista tecnico o teorico o tecnologico; è un riconsiderazione del corpo anche sul
piano legale, personale, psicologico. Il corpo pensa. Il pensiero occidentale è stato: il
corpo sotto, la testa sopra. La gente comincia a fumare per tagliare il rapporto tra la
risposta fisica e quella mentale. Credo che il corpo sia stato considerato stupido e muto.
Oggi scopriamo che se non abbiamo un corpo che lavora in collaborazione con noi, non
abbiamo nulla. Così usiamo il nostro corpo in modo diverso. Lo comprendiamo in modo
diverso; esso ci identifica in modo differente e personalmente non credo a una parola
delle affermazioni circa il fatto che staremmo per perdere i nostri corpi.
Domanda 10
Cambiamo argomento. Lei ha studiato il fenomeno della religione virtuale. Ci può
illustrare di che cosa si tratta? Cosa potranno cambiare i predicatori televisivi?
Risposta
Per essere più precisi ho parlato di "tele-evangelismo", che è religione in
TV. La realtà virtuale è una cosa molto diversa dalla TV. Innanzi tutto non ho visto
realtà virtuale usata dai religiosi, almeno finora. Esiste un programma denominato
"Mondi, Inc." Serve a creare una chiesa virtuale ed ottenere che la gente vi si
rechi; non credo sia questa la parte interessante della realtà virtuale in fatto di
religione. E' interessante un altro aspetto: nel 2000 la Chiesa Cattolica celebrerà il
Giubileo e riunirà circa 60 milioni di persone che si recheranno a Roma con vari mezzi
per partecipare alle celebrazioni. E' legittimo che la Chiesa cattolica continui ancora a
fare di sé l'unico punto di riferimento per tutto il mondo cattolico, ora che abbiamo la
comunicazione globale e chiunque può entrare in contatto con chiunque altro? La risposta
è proprio interessante. Roma è stata la prova materiale. Un altro aspetto del corpo.
Roma è il luogo nel quale si è svolta la storia. Questo equivale ad una legittimazione.
D'altra parte, la Chiesa cattolica non può pretendere, nell'attuale ambiente mondiale
della comunicazione, di avere lo stesso tipo d'autorità di prima; non può abusare
dell'autorità della distribuzione centralista. Così la virtualità, in fatto di fede o
di spiritualità, può oggi soltanto indurre a trattare in modo discreto le specificità
di ogni religione e di fatto promuovere una nuova tolleranza. C'è una grandissima
esigenza di una nuova forma di tolleranza. Proprio come la tolleranza fu la conquista
della libertà individuale contro la Chiesa medievale, così oggi un nuovo tipo di
tolleranza multiculturale e multilingue diventa parte essenziale di ogni seria avventura
religiosa o spirituale.
Domanda 11
Così Lei crede che la nuova tecnologia produrrà un nuovo tipo di spiritualità?
Risposta
Tutte le tecnologie hanno cambiato la spiritualità dell'uomo: hanno cambiato le vie
d'accesso, ma non le fondamenta. Il pensiero è molto rapido, ma la spiritualità è
infinitamente più rapida del pensiero. Non disponiamo di supporti tecnologici per la
velocità dello spirito, ma ne abbiamo molti per la rapidità del pensiero e della
memoria. Quindi non sappiamo come trattare la spiritualità, dobbiamo lasciare che operi
da sé. Sarebbe piuttosto importante aprire nuove vie d'accesso, perché nel regno della
spiritualità ogni mezzo di comunicazione è un filtro tra l'individuo e la collettività.
Ogni mezzo è un filtro ed il primo effetto dell'alfabeto fu lo sterminio, nelle guerre di
religione, di centinaia di migliaia di persone. Dopo il Rinascimento le guerre di
religione, al termine della Guerra dei Cento Anni, avevano provocato la morte di milioni
di esseri umani. Per il mondo della religione, quindi, non è esattamente una buona
notizia trovarsi di fronte ad un importante cambiamento nei mezzi di comunicazione.
Domanda 12
Dalla religione alla politica. Cosa pensa del futuro della aggregazione politica nel nuovo
ambiente caratterizzato dalle reti telematiche?
Risposta
Attualmente vedo molti problemi in questo campo perché credo che oggi la nuova
generazione sia molto diffidente rispetto alle vecchie ideologie: del resto ognuna di esse
ha fallito, quindi la gente non ha più fiducia nelle grandi istituzioni e cerca di
organizzarsi il proprio futuro da sola. Per questo motivo, la cosa migliore che possa
accadere alla politica è che possa diventare un'istanza che crea un ambiente di servizi
offerti ai cittadini. Abbiamo necessità di governo, ne abbiamo davvero bisogno. Non
condivido le posizioni di George Gilder o di molti altri che sostengono che non c'è
necessità di governo. Io credo realmente che il governo sia un importante fattore
strutturante per ogni società; credo che ci sia bisogno di un governo ben strutturato.
Anche la stessa divisione tra destra e sinistra è ormai obsoleta: occorrono due ali per
volare. Se si vola con la sola ala destra si cade, così come se si vola solo con la
sinistra. E' necessario usarle entrambe.
Domanda 13
Ritiene che vi saranno tipi nuovi di aggregazione sociale?
Risposta
Sì, aggregazioni basate su interessi e affinità. Perché una persona dovrebbe restare
nei limiti segnati dallo spazio o anche da affiliazioni professionali, se può entrare
sempre più in contatto con individui che hanno interessi analoghi? Attenzione, ciò
presenta anche possibili pericoli a causa dei gruppi di pressione. Per via delle nuove
comunità create dal sistema delle reti telematiche, la gente che oggi dà l'assalto al
Campidoglio di Washington ed al Congresso degli Stati Uniti per esprimere i propri
bisogni, dispone di una forma di potere che perfino il Congresso ha difficoltà a gestire.
Domanda 14
Una specie di nuova forma di attivismo.
Risposta
Una nuova forma di attivismo, sì, ma molto potente, perché risulta amplificato. Del
resto anche la gestione dell'opinione pubblica è stata amplificata attraverso il mondo
dei sondaggi. Sussistono alcuni seri problemi con i poteri, dal momento che la vera
novità è la ridistribuzione del potere. Qualcuno ha giustamente affermato che le forme
di potere che implicano divisione e ridistribuzione di quest'ultimo, creano società
stabili. Quanto più la gente condivide la proprietà o un interesse per una causa comune,
tanto più stabile è una società. E credo che questa sia la direzione di sviluppo della
società delle reti, la direzione verso la quale si sta muovendo la gente per avere più
voce in capitolo, più potere e più rapporti sociali, la direzione della ridistribuzione
e del riequilibrio. In altre parole, la frammentazione del potere non equivale a caos e
disastri; è invece una forma di ricombinazione, di riconfigurazione del potere. Questa è
attualmente la direzione di marcia della società, cosicché le ideologie politiche hanno
perduto in realtà ogni importanza.
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