INTERVISTA:
Domanda 1
Professor Degli Antoni, quali sono le trasformazioni che ha subito lo Smau nell'edizione
di quest'anno nel '96, si avvertono i cambiamenti nella tecnologia avvenuti nell'arco di
un anno?
Risposta
Sì, si avvertono tantissimo. Io l'ho visitato cercando di osservare ed ho visto molte
cose curate meglio del solito: il rapporto fra l'espositore ed i clienti è stato studiato
meglio, più curato, con l'esposizione di tanti prodotti ed il flusso di tanta gente.
Però all'inizio della mia visita mi sono spaventato perché avevo la sensazione di non
capire che cosa stesse succedendo, che non riuscissi più a capire il senso complessivo di
tutta questa tecnologia. Abitualmente la manifestazione Smau mi piace, ma durante la prima
parte della visita ho avuto paura; poi ho capito rendendomi conto che, come dicevo anche
l'anno scorso, lo Smau può rappresentarsi come una vendemmia: è un'espressione dei cicli
biologici che hanno un decorso periodico. I prodotti della tecnologia sono dei veri e
propri prodotti naturali, esattamente come quelli biologici; essi non sono elementi
artificiali, costituiscono invece delle manifestazioni di una specie che si chiama homo
sapiens che produce le sue dighe, come fanno i castori, e così noi produciamo
tecnologia e facciamo la vendemmia. Quindi mi sono reso conto che lo Smau è la vendemmia
dei prodotti per preparare la prossima vendemmia.
Domanda 2
E l'evoluzione genetica?
Risposta
L'evoluzione genetica è continua, pur mantenendo un ritmo stagionale ed annuale, quindi
per quanto l'evoluzione sia notevole non riusciamo ad uscire dal ritmo biologico, e questo
è un dato confortante. Quindi lo Smau è una grande festa, una kermesse. Però ho anche
capito cosa sta portando l'evoluzione tecnologica, quali sono i prodotti esposti in questa
mega kermesse o vendemmia di tecnologia. I prodotti, se si guarda con un po' di attenzione
sono semplici; la tecnologia sta usando il mercato globale, ciò vuol dire che i prodotti
vengono elaborati da chi li sa fare e che tutti devono confrontarsi con tutti. Questo
porta ad una competizione molto accesa determinando un miglioramento della qualità dei
prodotti, ma, per il momento, anche una percepibile confusione. Però è evidente che le
mostre e le telecomunicazioni stanno diventando due facce della stessa medaglia. Da un
lato lo Smau, dall'altro Internet ed altri sistemi di telecomunicazione. I sistemi di
telecomunicazione ci faranno arrivare in casa i prodotti giusti al momento giusto per
migliorare l'azienda, per migliorare la qualità della vita, per fare armamenti, al
limite, per migliorare le fabbriche, per commercializzare di più, arriveranno in casa
direttamente all'utente perché questo le telecomunicazioni permettono di fare. Per
comprendere questi nuovi prodotti è necessario relazionarsi con altra gente e ragionare
assieme, andare in queste grandi fiere, confrontarsi con gli espositori, confrontarsi con
altri visitatori, discutere, cercare di capire e guardare assieme. Perché un fenomeno
così grosso non può essere analizzato individualmente.
Domanda 3
Lei ha sostenuto che la tecnologia, in un mondo globalizzato, la produce chi possiede le
capacità adatte. Per l'Italia quali spazi esistono?
Risposta
La tecnologia oggi esiste indubitabilmente. Il problema è di utilizzare la tecnologia per
costruire un mondo migliore. Io credo che con la tecnologia noi in Italia siamo capaci di
far tutto, ma se ci limitiamo a competere sulla tecnologia esistente, produciamo
esclusivamente l'ennesimo miglioramento di ciò che già esiste, miglioriamo in misura
parziale. Se poi non si è in grado di usare le nostre risorse per apportare migliorie
concrete sul mercato, perdiamo tutto. Io credo che la tecnologia oggi richieda un
cambiamento di attitudini in tutti i livelli della società: nella fabbrica, negli uffici,
nello stato, nel privato, nel pubblico, nella scuola, nella famiglia. Quindi, a mio parere
oggi è assolutamente necessario cominciare ad usare questa tecnologia, anche perché di
tecnologia ce n'è tanta, i miglioramenti sono quasi automatici, e diventa più o meno
prevedibile sapere cosa succederà. Ad esempio la qualità delle immagini dei computer
migliora certamente, si riducono i costi, la velocità dei computer aumenta, pertanto, è
quasi una legge balistica, ogni 18 mesi i computer possiedono il doppio della velocità
dei modelli precedenti. Quindi perché preoccuparsi di queste cose? Certo possiamo fare
dei prodotti, ma le conseguenze della tecnologia si riflettono su tutta la società, non
solamente sulla parte che vediamo esposta allo Smau. Lo Smau è una grande kermesse di
prodotti tesi a migliorare tutta la società, non solamente il mercato della tecnologia.
Ma il fatto di non saper usare la tecnologia, di non essere in grado di elaborare modelli
di organizzazione degli uffici, delle scuole, delle fabbriche, delle università, della
famiglia, di tutto ciò che riguarda l'ambiente, del controllo sull'ambiente, senza saper
fare questo la tecnologia diventa inutile. Quindi noi dobbiamo assolutamente pensare ai
posti di lavoro per cui il problema è usare la tecnologia per produrre posti di lavoro, e
non considerare la tecnologia fine a se stessa.
Domanda 4
Ritiene che in Italia il tempo di assorbimento delle tecnologie sia più lento che
altrove?
Risposta
No, esistono molte resistenze da parte della classe dirigente, ci sono state fino ad
adesso, inutile nasconderlo, però, a mio avviso sta emergendo un fatto nuovo; questa
volta la classe dirigente è consapevole di aver operato in modo frenante sull'evoluzione
delle tecnologie, è incerta se continuare a frenare, ma è perfettamente consapevole che
non può continuare a frenare. Quindi in qualche modo ho la sensazione (desunta da una
serie di piccoli contatti, sensazioni certamente un po' superficiali) che il nodo stia
arrivando al pettine.
Molti stanno prendendo coscienza del problema inerente al fenomeno della tecnologia,
del rapporto con la produttività e la competizione e, conseguentemente, della costruzione
della società nel suo complesso.
Domanda 5
Anche perché l'Italia deve stare al passo con l'Europa a questo punto. Ritiene che le
nostre infrastrutture siano equivalenti a quelle degli altri paesi europei?
Risposta
No, ma forse questo non è un danno. Penso che altri paesi abbiano saputo produrre meno
debito pubblico e quindi vivere una condizione di crisi meglio controllabili. La nostra
difficile situazione ha prodotto una crisi di trasformazione complessa. Quindi questa
condizione di maggiore difficoltà nel panorama europeo determina la necessità di
accelerare il cambiamento e muoverci prima degli altri su un cambiamento che, per
l'Italia, non è la semplice ottimizzazione di un processo. Dobbiamo essere in grado di
operare cambiamenti più sostanziali. La crisi è molto seria.
Domanda 6
La Cyber economia può aprire uno squarcio?
Risposta
La Cyber economia, e faccio riferimento anche ai cyber dollars e cyber cash, è un
esperimento fondamentale; per adesso costituiscono un evento molto limitato, sul piano
economico non hanno un grande valore, ma il fatto che si possa produrre scambio senza
profitto può permettere di immaginare che una parte della società non diventi
dissipativa, cioè che non produca un eccesso di produzione sinonimo di l'inquinamento
dell'ambiente, perché certamente c'è bisogno di sviluppo per avere ricchezza.
Domanda 7
Che cosa significa produrre scambio senza profitto attraverso le reti?
Risposta
Significa inventare la messa in comune di un denaro virtuale ad esempio investendo 100
lire ciascuno, pur non realmente immettendole in un sistema economico. In questa comunità
tutti accettano di disporre di 100 lire e con queste 100 lire virtuali, possono acquistare
prodotti per le 100 lire che hanno investito. Così analogamente gli altri possono fare lo
stesso, naturalmente un singolo soggetto non deve investire esclusivamente le 100 lire,
deve mettere a disposizione la possibilità di vendere 100 lire di prodotti. Quindi io
metto 100 lire inesistenti e potenzialmente 100 lire di prodotti che io produco
(camicette, anelli, computer, qualunque cosa) per far sì che in quella comunità tutte le
persone possano comprare sulla base della loro disponibilità a mettere in comune 100
lire. Giunti al punto della conversione in denaro "reale" si può originare un
nuovo punto di partenza senza limite.
Domanda 8
Quindi è un mercato virtuale moltiplicato?
Risposta
E' come il baratto senza il grave difetto che il baratto possiede. Cioè l'inevitabile
necessità di scambiare le merci fisicamente da un lato e di trovare le merci di valore
corrispondente. Viceversa immettendo il denaro elettronico, inventato dai più fantastici
hacker, permette lo scambio come se esistesse una moneta reale senza che questa moneta
esista fisicamente; non esiste la contropartita dell'oro, sono dollari nominali, non
esistono. Questi sono esperimenti importanti perché permetterebbero di arrivare ad una
società o ad una parte della società nella quale esiste un equilibrio fra il dare e
l'avere complessivo, e questo permetterebbe a tutti di impedire che una parte della
società sfrutti completamente l'altra. Questo processo costituisce parte integrante per
lo sviluppo, per gli investimenti, per i grandi progetti ed anche per la ricerca.
Credo altresì che se la società deve trovare un equilibrio nell'evoluzione
tecnologica, non può trovarlo attraverso delle regole che impediscono siffatta
evoluzione. Altrimenti saranno i paesi ricchi ad impedire ai paesi poveri di operare un
processo di evoluzione tecnologica, nonostante essi non siano più disponibili a tollerare
una situazione del genere. Abbiamo dei fenomeni mondiali piuttosto interessanti da questo
punto di vista: esiste l'Islam, esistono le banche islamiche, esiste uno sviluppo in Cina
che è terrificante. Quindi è chiaro che tutti questi problemi con la tecnologia vengono
un po' esasperati e, mentre nel passato i conflitti economici e sociali sono stati
superati grazie alle tecnologie, ora il processo può invertirsi poiché lo sviluppo della
tecnologia rende possibile la competizione fra i prodotti; ma oltre un certo limite questa
competizione non potrà andare. Quindi in qualche modo la società dovrà inventare dei
nuovi modelli; io credo che la sperimentazione dei dollari cibernetici sia certamente una
sperimentazione interessante, ma, ribadisco, allo stato attuale insignificante sul piano
economico.
Domanda 9
E' però vero che molte grandi imprese credono già al commercio elettronico.
Risposta
Sì, ma commercio elettronico in senso tradizionale e questo è un discorso un po'
diverso, al commercio elettronico con dollari veri ci crediamo tutti. Il problema è che
il mondo è molto esteso ed occorrerà trovare uno strumento grazie al quale alcuni paesi
non vengano depauperati completamente dal commercio elettronico. Quindi nascono anche
nuovi problemi politici, nuovi problemi di equilibrio. I G7 dovranno diventare aumentare
di numero perché, se è giusto che ci esistano dei paesi guida, è altrettanto vero che
anche altri paesi devono possedere le caratteristiche di paesi avanzati. Il problema del
rapporto fra l'evoluzione tecnologica e l'evoluzione sociale-politica, non è mai stato
affrontato perché le crisi del mondo sono state sempre affrontate in chiave politica o
militare, ma le crisi del mondo erano da sempre, in maniera più o meno evidente, legate
alle crisi tecnologiche. Ma la consapevolezza del peso delle tecnologie nelle crisi non è
un evento del passato. Costituiva un problema rilevarlo poiché, semplicemente, i tempi
delle crisi erano lunghi, anche se essa era destinata a risolversi con una rapida
distruzione. Ora i tempi delle crisi sono rapidissimi. Da un anno all'altro lo Smau
cambia, i computer costano la metà, alcune aziende devono chiudere. Il fenomeno è
presente sui quotidiani tutti i giorni.
Domanda 10
Il lavoro è una delle maggiori preoccupazioni. La tecnologia sta colpendo settori interi
nel senso di perdita di lavoro, ma quali prospettive può aprire?
Risposta
La tecnologia ha sempre causato la diminuzione di posti di lavoro ma è anche stato
l'unico strumento che permette la ricostruzione dei posti di lavoro. In questo momento se
si guardasse un po' superficialmente dovremmo dire che i paesi più tecnologicamente
avanzati sono quelli che hanno più posti di lavoro, i paesi più tecnologicamente poveri
sono quelli che ne hanno meno. Questo è un dato di fatto. Tuttavia si potrebbe dire che i
paesi tecnologicamente più ricchi sono stati quelli che sono stati capaci di assorbire il
massimo delle ricchezze, e non c'è dubbio che questo sia in parte vero. Però esiste un
fenomeno interessante che è maggiormente rappresentativo: gli Stati Uniti, che certamente
possiedono un elevatissimo livello di evoluzione tecnologica, in questi ultimi tempi, non
sono altrettanto progrediti nell'esportazione. Ciò significa che per uscire dalle crisi,
dalla crisi economica, dalla crisi dell'occupazione, (certamente l'occupazione negli Stati
Uniti è in aumento), è necessario utilizzare le risorse che provengono dalle innovazioni
tecnologiche. Ed il fatto che ci sia occupazione in aumento negli Stati Uniti e che questo
aumento dell'occupazione non corrisponda al volume di aumento di esportazione e neanche ad
un aumento del debito pubblico, significa che hanno intrapreso un percorso grazie alla
tecnologia per uno sviluppo e per una migliore qualità della società e della loro
economia. Questa è la speranza.
Domanda 11
Infatti negli Stati Uniti, secondo i dati più recenti, ci sono 20 milioni di home based
business. Quindi c'è una nuova imprenditorialità diffusa?
Risposta
Questo è certamente uno degli aspetti, però la cosa va vista forse in altri termini
perché 20 milioni di home based potrebbero essere un bel numero, potrebbero essere la
base di una nuova economia, ma io non ho elementi così analitici per poter giudicare se
la nuova economia è basata sulla gente che lavora a casa. In ogni caso anche in Italia la
gente lavora a casa.
Domanda 12
Cioè il telelavoro sta sviluppandosi anche in Italia?
Risposta
Certo, quanta gente lavora a casa un certo numero di ore? Quante ore, scusi, lei lavora a
casa? Non ha semplicemente le reti adatte perché non ce le hanno fatte, perché le
strutture politiche e istituzionali, non hanno messo a disposizione la possibilità di
sviluppare il telelavoro. Pensiamo alle aziende del nord-est dove su 10 abitanti 7
costituiscono piccole aziende, lavorando sempre, a casa, di notte, di giorno, ecc. Negli
Stati Uniti, dove esistono le reti, queste piccole strutture vengono definite home worker.
anche se non esiste una definizione sindacale. In Italia per home worker si intende
esclusivamente un soggetto che possiede un contratto di lavoro lavorando a casa, ma chi
lavora a casa senza contratto di lavoro gode di nessuna considerazione, pur tuttavia
esistono. E credo che da questo punto di vista non siamo secondi a nessuno.
Domanda 13
Quindi anche il modello di gestione dell'impresa, il modello di tutela sindacale ed i
modelli organizzativi nell'impresa e nell'economia devono cambiare?
Risposta
Credo che adesso sia chiara una cosa: una volta esisteva l'organizzazione e
nell'organizzazione, se la immaginiamo come un fiume bianco, sono arrivati dei filetti
azzurri che in origine venivano denominati informatica, poco alla volta il fiume è
diventato blu e ora esiste un fiume di informatica ove all'interno esiste un po' di
organizzazione. Il danno è costituito dal fatto che si continua ad organizzare con lo
stile ed i criteri di quando l'informatica non c'era. Da Taylor, agli inizi del secolo,
fino ad oggi, l'organizzazione scientifica del lavoro non ha subito nessuna modifica
sostanziale. Oggi bisogna concepire l'organizzazione in un modo completamente diverso. E'
necessario pensare a nuclei più piccoli, bisogna cominciare a considerare che la
comunicazione è un fatto che esiste, prima c'è la comunicazione e quindi
l'organizzazione. In una grande azienda americana che tutti conoscono (110.000
dipendenti), tutti i dipendenti, dal massimo dei dirigenti a tutti gli altri, hanno il
diritto di scrivere delle opinioni nella tabella dei board, dei capi, dei dirigenti, dove
decidono le politiche aziendali; tutti hanno il diritto di leggere e scrivere, tutti dal
primo all'ultimo lo possono fare e lo fanno. In quell'azienda sta crescendo la convinzione
che dirigenti che non apportano un valore significativo rispetto al costo del team di
progetto, del team di lavoro, risultano superflui a questo tipo di industria. In effetti
il dirigente, questo lo si sperimenta già anche da noi, introduce solo conflittualità
per tenere sotto controllo il potere sulla base di considerazioni di quattro livelli. I
dirigenti devono portare un apporto alle riunioni, ai gruppi di lavoro, il progettista
oggi ha accesso alle conoscenze meglio del dirigente perché può accedere alle
informazioni grazie a sistemi di telecomunicazione, ma soprattutto ad Internet, sia
nell'interno dell'azienda, sia all'esterno dell'azienda. Se colui che progetta le cose è
in grado di accedere alle informazioni autonomamente, la vera necessità risulta essere
quella del confronto con altri gruppi che fanno cose analoghe e nell'interno delle
organizzazioni il confronto è il vero strumento di governo. Alcuni dirigenti esistono, ma
la piramide organizzativa si appiattisce e quindi una grande quantità di dirigenti deve
ritrovare il proprio ruolo perché in questo momento non lo possiede e non può certamente
affidarsi ad un luogo comune dell'imprenditoria secondo il quale, poiché egli ha la
maggiore responsabilità sulle scelte, tutto ciò che gli è subordinato dipende
automaticamente da lui. Questo non è più accettato perché in queste aziende di grandi
dimensioni lavorano accanto persone giovani con scarse esperienze e qualche volta anche
dei premi Nobel. Il premio Nobel non è gestibile da un dirigente in nessun modo, ma il
giovane lavora con la stessa mentalità del premio Nobel con una mente genuina, aperta,
attenta alle osservazioni, attenta a quello che esiste e non sulla base di preconcetti
autoritaristici che non sono neanche autoritari. Quindi l'autorità si conquista facendo
lavorare seriamente la gente per gli obiettivi e questo è un grande cambiamento che
Internet sta sottolineando in maniera drammatica.
Domanda 14
Questo però avviene in luoghi tipo la Silicon Valley. In Italia però siamo lontanissimi
da questo, anche perché c'è un imbrigliamento da parte della classe politica.
Risposta
Io penso che ci sono due momenti: la pubblica amministrazione e le aziende private. Il
fatto che nelle aziende private, soprattutto quelle di una certa dimensione, siano
preoccupati da Internet, svela la ragione della loro preoccupazione. La ragione della loro
preoccupazione non può essere la fuga di notizie perché per esportare notizie da
un'azienda non c'è bisogno di Internet, è sufficiente la carta, i floppy disk, i
computer. Non esiste una ragione per cui Internet è il principale imputato della fuga di
notizie dalle aziende, non lo è; quindi la vera ragione per cui le preoccupazioni sulla
fuga di notizie fondate sul timore che la struttura gerarchica venga demolita.
Domanda 15
Succede che in moltissime aziende che hanno le Intranet, gli impiegati possono usare le
Intranet interne, ma non andare all'esterno su Internet. Può rappresentare questo un
problema?
Risposta
In questo caso il discorso è anche più complesso. Naturalmente in questo momento
Intranet viene assunto come strumento per evitare l'eccessivo impatto di Internet, ma
disponendo ugualmente della tecnologia Internet all'interno delle aziende. Intranet è
utilizzato per restringere informazioni importanti verso l'esterno ed io non lo ritengo un
dato negativo Viceversa è un elemento consigliabile perché in questo modo l'azienda
assume consapevolezza di cos'è realmente Internet pur limitandola all'uso interno, rende
disponibile l'informazione all'esterno, permette l'accesso ad Internet a tutti i
dipendenti per fruire delle informazioni e metterle a disposizione di tutti trasformando
l'informazione di un singolo in informazione collettiva dell'azienda. Se tutti accedono
alle informazione su Internet, la produttività certamente si riduce. Nello stesso tempo
si formano degli egoismi individuali sulla base dell'informazione, si trasferisce a
livello basso la conflittualità informazione-potere. Se, invece, con un'Intranet si rende
possibile l'accesso ad informazioni esterne e alcune di queste possono essere vantaggiose,
si rende possibile la disponibilità di questa informazione a tutti gli operatori di
quella azienda. Si è costruito uno spazio di una comunità e le aziende devono essere
comunità con una specifica cultura. Ogni azienda dovrà disporre di una propria
caratteristica cultura. Quindi di ogni forma sarà difficile immaginare qualcosa nei
prossimi anni, ci sono troppi elementi di variabilità. Ma certamente l'Intranet è un
ottimo strumento per costruire delle comunità cooperanti nella soluzione dei problemi in
cui il confronto c'è, perché dal confronto si rende chiaro la soluzione del singolo problema
affrontato. E' necessario un cambio di organizzazione non fondato sulle analogie con le
vecchie strutture organizzative, bensì una revisione totale dell'organizzazione che tenga
conto dell'esistenza dei mezzi di telecomunicazione.
Domanda 16
Ritiene che questi strumenti siano trasparenti?
Risposta
Nessuno può impedire che in determinate aziende esistano clausole che impediscano ai
dipendenti di trasferire all'esterno di essa informazioni che non siano preliminarmente
stabilite dai dirigenti. Ma questo non può avvenire attraverso Internet. In questo senso
Internet non possiede maggiori o minori possibilità di trasferire informazioni
all'esterno, semmai Internet è facilmente gestibile. Qualsiasi tecnico un po' capace è
in grado di governare le informazioni che escono, non a caso si parla di FireWall, che non
è certo applicabile ai furti.
Domanda 17
Può fornire delle informazioni sul FireWall poiché è un processo poco conosciuto.
Risposta
Il FireWall è un filtro, una sorta di poliziotto automatico, è un computer che analizza
le informazioni in entrata e le informazioni in uscita, analizza la natura di queste
informazioni, sulla base di regole predeterminate, e se la natura è corretta le
informazioni proseguono il loro percorso, se la natura è scorretta vengono interrotte.
Evidentemente allo stato attuale i FireWall sono degli strumenti relativamente
ingombranti, ma l'evoluzione tecnologica porterà alla costruzione di chip che fungeranno
da firewall. Il governo degli Stati Uniti ha stabilito la definizione di un chip da
inserire nei televisori che riconosca le informazioni con contenuti erotico-sessuali.
Naturalmente si può decidere di non usare quell'oggetto, ma certamente dopo qualche anno
di esistenza, determinate informazioni verranno inviate ugualmente; si cambierà il
linguaggio, si cambierà lo stile, si cambierà il gusto addirittura, però se ne creerà
un altro nuovo. Quindi i FireWall possono esistere nell'informatica, ma non esistono dei
corrispondenti che controllino le informazioni cartacee. Quindi Internet è l'oggetto
definitivamente più sicuro che esista; se non lo si vuol rendere sicuro è paragonabile a
qualsiasi altro strumento, ma è certamente più sicuro e più facile da controllare di
qualsiasi altra entità che l'uomo abbia mai inventato. Le grandi aziende soprattutto non
hanno paura dell'informazione o della full informazione, hanno timore del cambiamento del
rapporto gerarchico. La gerarchia deve diventare capacità di dare servizio, questo è il
vero unico messaggio che emerge da Internet. Se la gerarchia diventa capacità di dare
servizio effettivo e non di imporre una logica, automaticamente la gerarchia non viene
abbandonata da nessuno. Non è il colore del legno degli uffici, non è il livello dello
stipendio che decide la gerarchia, oggi la gerarchia viene decisa dal colore delle pareti
e dal legno, è per questo che bisogna ricostruire una gerarchia più corretta e questa
gerarchia più corretta può essere riassunta dicendo: la gerarchia corretta si ottiene
facendo in modo che gerarchicamente conta maggiormente chi ha più capacità di dare
servizio per i ruoli complessivi dell'azienda e anche per i ruoli più modesti, più
limitati all'interno; in tal modo automaticamente la gerarchia si ricostruisce. Invece non
è gerarchia l'avere il diritto di dare un ordine, magari senza averne le capacità.
Domanda 18
Può esprimere qualche impressione sull'antitrust?
Risposta
Esiste un problema certamente, ed è quello dei servizi universali. Internet non sfugge a
questa esigenza di un servizio universale così come esiste un'esigenza di un servizio
universale per i telefoni. E' certamente vero che fino ad adesso è stato necessario
costruire delle grosse strutture, come ad esempio quelle telefoniche, per poter fornire
dei servizi universali. Non c'è dubbio che il rapporto fra tendenza al monopolio e
necessità di dare dei servizi universali porta a due concetti correlati e non
indipendenti, non ho critiche da fare a questo; però è certamente vero che oggi la
tecnologia è cambiata e che quindi si può immaginare che il servizio universale possa
essere dato anche da aziende di piccole dimensioni in proporzione alla quota di mercato
che coprono. Mi spiego: se io devo dare un certo servizio e per poter dare un certo
servizio devo impegnarmi in zone meno remunerative, come, ad esempio, in zone disagiate o
povere, com'è giusto che le grandi aziende garantiscano il servizio universale per la
parte di quota che loro coprono è anche giusto che le piccole aziende, i competitori,
diano i loro servizi universali. Questa considerazione modifica le precedenti norme che
regolavano la competizione e i processi inerenti al liberalismo; le regole devono essere
quelle norme in base alle quali tutti devono contribuire ai servizi universali. Per il
resto la competizione deve essere protetta dalle leggi, tutti devono poter competere, più
piccoli sono, più devono poter competere, ma anche i piccoli devono dare i loro
contributi ai servizi universali. In questo modo il servizio universale è coperto da
tutti i competitori, che siano grandi, grandissimi, medi, piccolissimi; non si può far
nascere il servizio universale unicamente da un solo soggetto, poiché questo ha
sovraccarichi, ma dopo un po' il servizio universale controlla tutto il resto. Quindi,
credo che esista lo spazio anche se è probabile che alcuni servizi universali debbano
essere gestiti unicamente dallo stato e non c'è nessuna ragione che questo in qualche
caso non avvenga. Ne deriva che la discussione tra servizi universali, monopoli, debba
subire un processo di allargamento della visione prospettica così che sia possibile
rendere servizi universali pur essendo piccoli, rispettando, evidentemente, le proprie
quote di mercato.
|
|