INTERVISTA:
Domanda 1
Lei ha appena concluso un volume dal titolo CompSpeak 2050: How Talking Computers will
Recreate an Oral Culture by Mid-21st Century. Perché ritiene che i "computer
parlanti" ci condurranno a una cultura orale?
Risposta
Ci apprestiamo, innanzitutto, ad effettuare un notevole passo in avanti nel campo dei
computer grazie alle tecnologie di riconoscimento vocale e ai computer parlanti che ho
denominato VIVOs (Voice In/Voice Out computers). Questi computer non utilizzeranno testo,
né avranno tastiera: tutta l'informazione sarà trasferita, immagazzinata e richiamata
per mezzo di comandi vocali o visivi. Si tratta di una risposta a un problema già
esistente che riguarda l'alfabetismo nelle nazioni maggiormente riconducibili alla
civiltà della stampa e che sono del resto anche le nazioni più sviluppate dal punto di
vista dell'elettronica. Se guardiamo, negli Stati Uniti, al tasso di alfabetismo in
costante diminuzione e se pensiamo a quanti preferiscano guardare la televisione al
leggere, o fare una telefonata piuttosto che scrivere una lettera, ci rendiamo conto che
la civiltà della parola scritta è, nel mio paese, in gravissime difficoltà. Credo che
ci siano due motori che ci allontanano da questa civiltà, e che ci portano verso una
civiltà orale: il primo è di natura tecnologica, e il secondo di natura evolutiva. Da un
punto di vista tecnologico, ad esempio, dobbiamo registrare che lo stesso linguaggio
scritto è una tecnologia creata, in un lasso temporale fra i 6.000 e i 10.000 anni fa, al
fine di rispondere a una serie specifica di condizioni storiche, in particolare il
passaggio da una società nomadica a una società sedentaria incentrata su agricoltura e
pastorizia. Con questa transizione si creò un enorme bisogno di immagazzinare
informazioni. In quel momento storico si identificò nella scrittura lo strumento per
gestire questa nuova mole di informazione. Ora abbiamo a disposizione una tecnologia in
grado di rimpiazzare quello strumento, che, con i suoi sistemi alfabetici, le regole
grammaticali e ortografiche, con i sistemi numerici scritti, è ormai obsoleto: tutto ciò
è destinato a sparire e sarà rimpiazzato rapidamente da una tecnologia più efficiente,
universale, economica, rapida e semplice. Questa nuova tecnologia è, in effetti, una
"tecnologia non tecnologica", dato che consiste nella nostra capacità di
parlare, capacità fondamentale e intrinseca all'uomo così come lo è il nostro sistema
circolatorio.
Domanda 2
Non pensa dunque che, guardandoci alle spalle, si abbiano testimonianze del fatto che
l'emergere di una nuova tecnologia non abbia necessariamente "abolito" le
tecnologie precedenti? Il multimediale, in quanto coesistenza di diversi media, non può
coniugare "nuovi" e "vecchi" strumenti di comunicazione?
Risposta
Credo, al contrario, che il computer e il multimediale costituiscano un perfetto esempio
di come la nuova tecnologia renda obsoleta e rimpiazzi la vecchia tecnologia. La
tecnologia di riproduzione sonora che ha preceduto i dischi, prima a 78 giri, poi a 45 e
quindi gli LP, è ormai dimenticata, e a loro volta i dischi in vinile sono stati superati
da cassette e CD e tutti si sono sbarazzati dei vecchi strumenti. Di volta in volta le
vecchie tecnologie sono sostituite, rese esuberanti, dalle nuove, e non si giustappongono
a esse. Questo processo è assolutamente esplicito nei media, ma lo si trova ovunque. Non
si vede gente che nel proprio giardino usa la falce per un primo taglio dell'erba, e il
tagliaerba per un secondo taglio. Allo scopo si prende la tecnologia più semplice, più
efficiente, più aggiornata, e la si usa una sola volta. Per quanto riguarda i computer
parlanti, la mia opinione è che saremo in grado di archiviare e recuperare informazione
in modo più economico, universale, efficiente, utilizzando computer che hanno unicamente
un display visuale. Quando usiamo il linguaggio scritto dobbiamo scrivere per archiviare
un'informazione e leggere per recuperarla. Ma questa tecnologia, creata migliaia di anni
fa per rispondere a specifiche necessità, è a sua volta una tecnologia transitoria. Noi
tendiamo a considerare il linguaggio scritto come un bisogno primario, al pari di aria,
acqua, sonno e cibo, e riteniamo che dunque esso costituisca l'aspirazione di ogni
società. Ma non è così. Si tratta solo di una tecnologia, e come ogni tecnologia verrà
superata e abbandonata in favore di una nuova tecnologia. I computer VIVOs sono in grado
di espletare tutto quanto consentitoci dal leggere e scrivere, e chiunque sarà in grado
di utilizzarli. Attualmente, l'80% della popolazione mondiale è praticamente analfabeta.
4,5 miliardi di persone non solo non hanno accesso a un computer: non sarebbero in grado
di usarne uno basato su testo scritto e tastiera, anche avendolo di fronte. Con un
computer guidato con sistema vocale, tutti coloro che non hanno un handicap vocale saranno
in grado di usarlo, e di accedere a un enorme bagaglio di sapere.
Domanda 3
Le sue affermazioni non risultano paradossali in un'epoca che sembra produrre più
scrittura - messaggi di e-mail, libri, riviste, ecc. - di quanta ne sia mai esistita? Non
si può parlare di un incremento di scrittura, piuttosto che di un suo declino a breve
termine?
Risposta
Spesso mi si risponde che il tasso di crescita della scrittura sta aumentando, dato che
chi non scriveva lettere oggi scrive messaggi di e-mail, che si pubblicano molti più
libri, riviste, quotidiani, e sempre più persone imparano a leggere, con efficaci
campagne di alfabetizzazione nelle nazioni in via di sviluppo. Come posso dunque sostenere
che la scrittura sia destinata a morire nelle nazioni sviluppate da un punto di vista
elettronico? In effetti, l'incremento di scrittura sarà di breve durata, e possiamo
rendercene conto guardando a uno scenario più ampio. Il dipartimento dell'istruzione
statunitense ha prodotto uno studio sulle capacità di leggere e scrivere in un campione
molto vasto di studenti di ogni livello scolastico, fra il 1973 e il 1993. Benché in
questi anni ci fossero insegnanti generalmente più preparati rispetto a oggi e l'impegno
di educare alla scrittura e lettura fosse altissimo, il rendimento è costantemente sceso
- e non si tratta di un problema solo degli Stati Uniti, ma anche dell'Europa, del
Giappone, di tutte le altre nazioni fondate sulla parola scritta. Io non credo che la
ragione di questo processo sia, come in genere si sostiene, la cattiva qualità delle
scuole, la pigrizia degli studenti o l'abuso di televisione. Credo anzi che i giovani
abbiano un disperato desiderio di apprendere. Si tratta di un problema molto più profondo
e complesso che ha a che fare con l'evoluzione della tecnologia, e con quella degli esseri
umani. Negli ultimi 150 anni, le nazioni sviluppate hanno registrato una serie notevole di
sconfitte per la parola scritta, che si è vista rimpiazzata da sistemi fondati
sull'oralità o sull'immagine. Telegrafo, radio, televisione e video, computer, film,
fotografia, telefono, hanno assunto le funzioni che prima erano di testi scritti, dei
giornali, delle lettere, dei libri. Non credo che ciò sia avvenuto per caso. A un certo
punto del loro processo evolutivo gli uomini hanno sentito che la scrittura, in quanto
tecnologia per immagazzinare e recuperare informazione in modo efficace e universale,
aveva raggiunto i suoi limiti. Abbiamo allora iniziato a creare tecnologie fondate
sull'oralità perché, da un punto di vista evolutivo, di evoluzione psicobiologica e
medica, l'oralità fa parte della nostra essenza, ci è congenita, siamo esseri parlanti-e
chi è disabile da questo punto di vista supplisce con un linguaggio di segni. Se si sta
troppo tempo senza parlare, seduti davanti a uno schermo, si trascura una nostra
necessità fondamentale e si soffre fisicamente, così come è deleterio il non camminare
poiché produce formazioni di calcio ai piedi. La cultura della parola scritta non è una
cultura naturale: i bambini imparano naturalmente a parlare, non a leggere e scrivere,
abilità che acquisiscono solo attraverso l'insegnamento. Tornando alla naturalità orale
seguiremo insomma il nostro percorso evolutivo, che ci porta oltre i limiti della
scrittura.
Domanda 4
Nel suo lavoro lei sostiene che perderemo tutti i sistemi di scrittura, compresi i simboli
numerici che conosciamo. Perché? E quali sarebbero gli effetti sulla ricerca scientifica?
Risposta
Mi è stato detto che la mia previsione di perdita di tutti i sistemi di scrittura,
compresi i simboli numerici noti, comporta un effetto radicale sulle scienze, e mi è
stato chiesto come potremo mantenere il nostro sistema scientifico. Innanzitutto, quando
affermo che perderemo i sistemi di scrittura non dico che perderemo informazione, che
sarà archiviata e recuperabile attraverso i computer anche se non attraverso sistemi
alfabetici, numerici, o altri sistemi quali le note musicali. Ci sarà ovviamente un
riassestamento, che saremo assolutamente in grado di affrontare. Ad esempio, nella
matematica applicata, i numeri verranno utilizzati solo nel parlato, o avremo altri
sistemi visivi più efficaci dei sistemi numerici attuali. Se provassimo a effettuare
calcoli usando i numeri romani, la cosa risulterebbe faticosissima, e un effetto analogo
sarà prodotto in futuro dai numeri arabi che usiamo oggi. Avremo un sistema sostitutivo.
Già oggi io ne ho studiato qualcuno che rappresenta i numeri attraverso immagini. Per
quanto riguarda la matematica teorica, devo riconoscere che al momento non so offrire una
soluzione, ma sono certo che anche qui, attraverso un processo più lungo, si arriverà a
rimpiazzare i sistemi numerici.
Domanda 5
Non c'è il rischio che la perdita della scrittura comporti una perdita della memoria
storica?
Risposta
Penso che, al contrario, questo processo aumenterà la nostra memoria storica. La memoria,
anche nella originaria cultura orale - ossia nello stato culturale in cui si trova
attualmente la gran parte del mondo - implica una trasmissione d'informazione alla
generazione successiva o a un altro luogo. E ciò avviene attraverso l'oralità, oppure
attraverso immagini. Con la rivoluzione agricola abbiamo avuto bisogno di uno strumento di
archiviazione di informazione più capace rispetto alla memoria individuale, e più
durevole delle incisioni rupestri, che vengono danneggiate dagli elementi, e abbiamo
trovato nella stampa quello strumento. Ma si tratta di uno strumento con grandi limiti,
perché ad esempio l'80% della popolazione mondiale non è in grado di usarlo, e perché
si ha bisogno di un enorme mole di risorse per alfabetizzare una persona. I computer
parlanti VIVOs costituiscono uno strumento molto più efficace perché non si perderà
informazione, né memoria storica, dato che tutti potranno usare la propria lingua madre
per attingere all'informazione archiviata. Non dovremo apprendere un'altra lingua, perché
il sistema di archiviazione dell'informazione funziona indipendentemente da una lingua
specifica: i VIVOs consentiranno infatti la traduzione simultanea. Non dovremo più
studiare le lingue straniere, sarà solo un apprendimento opzionale, un hobby, perché
tutti avranno il proprio computer parlante, indossato sotto forma di spilla, e potremo
parlarci nelle lingue più diverse senza problemi di comprensione reciproca, e senza
perdere nessun elemento della nostra memoria storica collettiva.
Domanda 6
Quale effetto avrà la transizione a una cultura orale su aree come le arti o la politica?
Risposta
L'introduzione dei computer parlanti, che sancirà la fine definitiva della scrittura,
investirà ogni attività umana. Il prossimo secolo vedrà le diverse società
confrontarsi e adattarsi a questa trasformazione. Persino le società non basate sulla
stampa ne saranno investite, poiché verrà meno l'influenza e la dominazione delle
nazioni che oggi basano il proprio privilegio sulla parola scritta. Nelle arti, ad
esempio, si può immaginare l'esistenza di musica senza note scritte, o di letteratura
senza la parola scritta. Invece di scrivere musica, ci orienteremo nuovamente verso la
condizione della gran parte della musica etnica, che è improvvisata. Avremo poi diversi
sistemi di insegnamento della musica stessa, basati sull'apprendistato, sull'osservazione
e l'imitazione dei gesti del maestro. Per quanto riguarda la letteratura, ci sposteremo
dal romanzo e dalla poesia scritta, alla performance del cantastorie o della poesia orale.
Già ci sono segnali in tal senso: le sessioni di lettura poetica hanno sempre più
successo negli Stati Uniti, e il rap, una forma di poesia orale afroamericana, suscita
interesse non solo all'interno delle comunità afroamericane ma in tutto il mondo. Per
qualche verso siamo già nell'epoca della poesia orale. Io ho pubblicato poesie e nella
mia attività universitaria ho promosso numerose riviste letterarie per gli studenti. Amo
dunque la scrittura, ma guardiamo le cose come stanno. Possiamo a questo punto muoverci in
sintonia con il flusso storico, o cercare di combatterlo - ma senza possibilità di
successo. La scrittura è una causa persa. Per quanto riguarda la politica, vedremo un
grande cambiamento nei rapporti di dominazione fra nazioni del primo e del terzo mondo,
grazie alla scomparsa di uno dei principali strumenti di dominazione culturale e
coloniale, quella scrittura che si postulava quale unico linguaggio di istruzione nei
paesi oppressi. Con la fine della scrittura in quanto strumento di dominazione coloniale
le nazioni oppresse potranno almeno in parte liberarsi dal giogo. Lo scenario che abbiamo
di fronte prevede che ogni lingua avrà le medesime possibilità di espressione e una pari
dignità, dato che tutte le lingue avranno le stesse capacità di archiviazione e recupero
di informazione, attraverso i computer parlanti. La considerazione sul ruolo del
linguaggio nell'asservire alcuni paesi può sembrare pretestuosa, ma non lo è. Negli
Stati Uniti, nella fase in cui prevedevano la schiavitù, agli africani strappati dalle
loro terre si proibiva di parlare la loro lingua nativa, e li si obbligava a parlare in
inglese in modo tale che i loro padroni potessero sempre comprendere ciò che dicevano e
prevenire dunque progetti di rivolta. Ma si impediva loro anche, e per legge, di imparare
a leggere e scrivere. La competenza della scrittura, sin dalla sua nascita, è sempre
stata lo strumento attraverso il quale i potenti, gli "haves", coloro che
"possiedono", hanno dominato e controllato gli "have nots", coloro che
"non possiedono". La fine di questo strumento ci offre la possibilità di
appianare questo squilibrio.
Domanda 7
Non ritiene dunque che l'opposizione fra i cosiddetti haves e gli have nots sarà
riproposta in questa riarticolazione di una cultura orale attraverso un supporto
informatico? Si potrebbe facilmente affermare che non tutti saranno in grado di acquistare
hardware e software, dato che una porzione significativa della popolazione mondiale non
ha, al momento, neppure di che nutrirsi.
Risposta
I rapporti di potere non saranno modificati dai computer parlanti, né da alcuna altra
tecnologia. Sarà necessario lottare per consentire l'accesso a questa tecnologia da parte
dei popoli dei paesi in via di sviluppo. Il potere che possiede e controlla la
circolazione di hardware e software, controllerà anche i computer parlanti. Ritengo che
questa sarà una questione di diritti umani centrale nel prossimo secolo, così come lo è
stato nel ventesimo secolo la competenza nel leggere e scrivere, che dovrebbe essere un
diritto e non un privilegio, quale invece è rimasto. L'accesso al patrimonio di
informazione è un fondamentale diritto umano; se lo si nega, così come per tutti gli
altri diritti fondamentali, si nega il diritto all'autodeterminazione, la possibilità di
determinare il proprio destino. E' verosimile dunque che vi sarà una lotta in tal senso,
volta a garantire questo diritto. D'altro canto coloro che detengono il potere in paesi
come il Giappone o gli Stati Uniti non sono concordi su come gestire questo problema. In
parte sostengono che non si sia tenuti a distribuire computer ai poveri del mondo. Che se
li comperino, dicono. È la logica del mercato e degli affari. Altri sostengono che sia un
vantaggio distribuire hardware e software perché così si apriranno nuovi mercati nei
paesi in via di sviluppo. Avere accesso a Internet significa poter acquistare prodotti in
Rete, e allora molti saranno interessati a far sì che tutti, in Africa, in Asia,
nell'America Latina, abbiano un computer VIVO, anche solo per acquistare prodotti. Si
tratterebbe cioè di una logica di profitto che segue quanto avviene oggi per i cellulari.
Ci sono compagnie negli Stati Uniti che regalano il cellulare a chi sottoscriva con loro
un contratto d'utenza. A lungo termine, l'investimento della compagnia nel regalare il
cellulare viene ampiamente coperto.
Domanda 8
Vi è chi indica nella diffusione dei computer e di Internet una delle cause di
impoverimento non solo della parola scritta, ma anche della comunicazione interpersonale.
Come vede questo processo, e quale ruolo può essere assunto dal sistema VIVO di cui
parla?
Risposta
Credo innanzitutto che la competenza della scrittura sia già sufficientemente impoverita.
Se una tecnologia come la scrittura, vecchia di millenni, non è ancora padroneggiata
dalla gran parte dell'umanità, dev'essere una tecnologia dai profondi limiti. Si tratta
infatti di una tecnologia che non è universale e che richiede risorse enormi per essere
diffusa, per attrezzare le persone a utilizzarla e che non è disponibile alla gran parte
del mondo. I messaggi di posta elettronica, con tutti i loro errori di grammatica e
ortografia, se non altro stanno spingendo moltissime persone che fino a dieci anni non
scrivevano neppure una riga, e preferivano fare una telefonata, a scrivere qualcosa. Ma
fra dieci anni nessuno manderà più messaggi di posta elettronica, comunicheremo a voce,
parlando, ascoltando e guardando elementi grafici sui nostri computer VIVO. I nostri
nipoti o pronipoti non sapranno né leggere né scrivere, e la cosa non costituirà un
problema, perché si tratterà di una tecnologia obsoleta. Non è un problema il non
sapere leggere o usare una meridiana; così come non lo è per molti giovani il non saper
neppure leggere un orologio a lancette, perché hanno sempre e solo usato un orologio a
display digitale, e questo assolve al bisogno di misurare il tempo. Ci troviamo in una
fase di cambiamento radicale, che ci porta verso un nuovo mondo; e se noi o i nostri
nipoti continuassimo ad amare la scrittura e volessimo continuare a leggere e scrivere.
potremo farlo come hobby. Un hobby è proprio un'attività non essenziale per la società,
per la comunicazione, per gestire informazione. Anche nelle scuole la scrittura
sopravviverà in questa veste. Ci saranno dei gruppi extracurricolari di appassionati che
continueranno ad amare questa tecnologia obsoleta ma non ci sarà l'obbligo ad apprenderne
l'uso perché ci saremo mossi verso una nuova cultura.
Domanda 9
Perché ritiene che le società informatiche dovrebbero investire denaro per condurre
ricerche e sviluppare i VIVO dopo che hanno investito enormi quantità di risorse per
sviluppare computer basati su una "vecchia" tecnologia? Non potrebbe ciò
rappresentare un ostacolo significativo per questo sviluppo?
Risposta
I gruppi di lavoro che conducono ricerca per conto delle multinazionali investono
un'enorme quantità delle loro risorse nello sviluppo di computer parlanti e nei sistemi
di riconoscimento e di sintesi vocale. Sono allo studio sistemi di dialogo iconico con
l'utente, schermate con un viso che muove le labbra in sincronia con le parole prodotte
dal computer, in modo tale che l'utente stabilisca un rapporto "amichevole" con
la macchina. Oppure computer dotati di una videocamera in grado di riconoscere e
interpretare la nostra mimica facciale se non addirittura quella del corpo, per migliorare
la propria comprensione di quanto stiamo dicendo: se si tratti di una battuta o meno, se
il dialogo vada preso a livello letterale o figurato. La quantità enorme di risorse che
viene investita attualmente è destinata ad aumentare, via via che le compagnie
informatiche, di hardware e di software, comprenderanno che con i computer parlanti il
loro mercato si espanderà fino a comprendere ogni individuo del pianeta in grado di
parlare e ascoltare. Sono allo studio anche diversi sistemi in grado di aiutare i
disabili. E non solo per coloro che non possono scrivere e leggere e che dunque avrebbero
grande beneficio dai computer parlanti. Si stanno studiando anche computer in grado di
riconoscere il linguaggio dei segni e di rispondere nel medesimo codice. Lo sviluppo della
tecnologia segue questa logica: quando si identifica un bisogno e le multinazionali
intravedono la potenzialità di un grande profitto si investono risorse. L'80% della
popolazione mondiale non è in grado di padroneggiare una tastiera ma, anche nelle nazioni
dove il problema dell'alfabetizzazione è minore, saremo spinti ai computer parlanti dagli
stessi fattori di semplicità che hanno promosso l'affermarsi del telefono, che non
richiede particolari competenze di scrittura o grammaticali., né in emissione né in
ricezione. Voglio fare un esempio tratto dalla mia esperienza personale. Fra le materie
che insegno, oltre alla filosofia, c'è la scrittura. Ho deciso di insegnare a leggere e
scrivere perché volevo capire la ragione per cui la gente negli Stati Uniti resiste
all'apprendimento di queste abilità e ho imparato molto da questa esperienza. Fra dieci
anni potrò dare un compito scritto, ad esempio un tema sulla pena di morte, da svolgere a
casa. Gli studenti hanno sulla propria scrivania un computer parlante VIVO, cui dettano il
proprio "tema", senza preoccuparsi del grado di correttezza grammaticale,
perché il computer correggerà i loro errori. Gli studenti potranno rivedere quanto
prodotto ascoltando il computer, fare le correzioni e consegnarmi il lavoro su un
dischetto o trasmettermelo attraverso la Rete. Se io ho richiesto un compito scritto
allora gli studenti potranno stamparlo con un semplice comando e consegnarmelo. Io avrò
fra le mani un lavoro ben scritto, senza errori, ma non saprò se lo studente che l'ha
prodotto sappia scrivere o meno. Quando chiunque sulla terra sarà in grado, attraverso un
computer VIVO, di redigere un lavoro perfettamente corretto, cosa avverrà? Alcuni
ritengono che avremo una rinascita della scrittura e sbagliano. perché mai lo studente
dovrebbe impegnarsi a usare una tecnologia obsoleta e ridondante, quando può avere gli
stessi risultati con una tecnologia più immediata, con un mezzo più semplice ed
intuitivo?
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