INTERVISTA:
Domanda 1
In cosa consiste la rivoluzione informatica della firma digitale?
Risposta
La cosiddetta firma digitale rappresenta davvero una grande rivoluzione e dovrebbe
consentire al nostro Paese di entrare a pieno titolo nella società della globalizzazione
e nel commercio elettronico. Questa è la spiegazione più semplice, ma il discorso è
molto più serio. L'introduzione di questo strumento nel nostro ordinamento può veramente
cambiare il modo di fare l'amministrazione in Italia. La nostra amministrazione infatti,
fino a poco tempo fa, dettava regole e, qualche volta assicurava dei servizi che non
potevano essere erogati dai privati. Oggi invece l'amministrazione nella società della
globalizzazione, nella società dove la tecnologia la fa da padrone, deve necessariamente
cambiare, deve mettere il cittadino nelle condizioni di poter utilizzare tutta una serie
di servizi che lo agevolano nella propria attività. La firma digitale è nata proprio
grazie all'intuizione dell'autorità in questo senso. Nel 1993 il nostro Paese tentò di
colmare il ritardo all'appuntamento con la nuova tecnologia, con la società della
information technology, e quindi fu istituita l'A.I.P.A., l'Autorità per l'Informatica
nella Pubblica Amministrazione. La prima intuizione fu quella di creare una rete unitaria
della Pubblica Amministrazione che consentisse la interoperabilità e l'interconnessione
tra le varie amministrazioni, perché i sistemi informativi del nostro Paese fino ad
allora sono stati sistemi isolati, non dialogavano tra di loro e questo era creava dei
grossi problemi. Avere avuto quindi l'intuizione di creare una rete in cui tutte le
Amministrazioni si scambiano le informazioni, i dati, e le banche dati vengono messe a
disposizione, ha significato fare amministrazione in maniera completamente diversa da
quella tradizionale. Sotto questo profilo aggiungerei che il nostro Paese ha avuto questa
grande fortuna, perché la tecnologia gli è servita, per un verso, ad essere al pari con
gli altri all'appuntamento con il mercato globale, ma nello stesso tempo a cambiare come
organizzazione amministrativa, a cambiare il suo modo di fare amministrazione. E siamo
riusciti a raggiungere grossi risultati perché sulla firma digitale e sugli atti e i
contratti in forma elettronica siamo sicuramente i primi in Europa e siamo, forse, dopo
gli Stati Uniti d'America, i secondi nel mondo. Speriamo che non si tratti del solito
primato italiano, che ci darà soddisfazione solo per questo risultato iniziale e poi
magari non verrà utilizzato adeguatamente
Domanda 2
Come si sviluppa la procedura per attuare la firma digitale?
Risposta
Il primo problema è quello di superare le difficoltà di carattere giuridico. Formare
atti attraverso l'uso di un supporto elettronico piuttosto che attraverso il tradizionale
sistema cartaceo è abbastanza agevole perché chiunque usa un PC concretizza come
documento una realtà visiva che è sotto gli occhi di tutti. Il problema è nel dare
validità giuridica a tutto quello che si fa e si forma attraverso lo strumento
elettronico. L'occasione per aggirare questo ostacolo è stata data da una disposizione di
legge, la Legge numero 59, la cosiddetta legge Bassanini che, all'articolo 15, ha previsto
che gli atti della Pubblica Amministrazione e i contratti della Pubblica Amministrazione e
dei privati possono essere formati anche attraverso l'uso di un supporto elettronico. È
stata quindi una grande rivoluzione quella di poter pensare e ideare un'equiparazione a
tutti gli effetti di legge dello strumento elettronico al tradizionale strumento cartaceo.
Nel mondo tangibile della carta la sottoscrizione autografa è lo strumento giuridico che
per migliaia di anni ha garantito l'assunzione di responsabilità del sottoscrittore del
contenuto dell'atto. Oggi, per un notaio, stipulare un contratto con la carta e con la
penna stilografica o stipularlo attraverso lo strumento elettronico con la firma digitale,
secondo il nostro Ordinamento è la stessa cosa. Quindi è questo il grande risultato,
quello di aver inserito nel nostro Ordinamento, senza compiere delle grandi rivoluzioni
dal punto di vista ordinamentale, questa possibilità.
Domanda 3
Come funziona praticamente la firma digitale?
Risposta
La firma digitale è fondata sulle moderne tecniche della crittografia. In particolare si
usa, soprattutto, l'acquisizione scientifica realizzata da due matematici, Diffi ed
Hellman, che nel 1976 hanno rivoluzionato la tradizionale crittografia. Nel passato un
testo visibile da tutti, attraverso l'uso di una chiave, poteva essere cifrato; ma mentre
questa operazione garantiva la riservatezza del documento, perché poteva essere letto
soltanto da chi era in condizioni di decriptare il documento e aveva la chiave per
decifrare il testo criptato, non ne garantiva però l'autenticità poiché chiunque,
impossessandosi della chiave di cifratura, poteva aver trasmesso un messaggio
intenzionalmente forzando la volontà di chi legittimamente poteva usare la chiave di
cifratura. I due matematici americani hanno introdotto il sistema delle doppie chiavi
asimmetriche, che consente di superare questo problema, di garantire cioè non solo la
riservatezza del documento ma anche l'autenticità, cioè l'attribuibilità del documento
a chi ne è l'autore. Il sistema è fondato su due chiavi che consentono di cifrare e
decifrare un testo, da tutti leggibile, con le stesse possibilità. Solo che la chiave,
poniamo A, e l'altra chiave, la chiave B, prese singolarmente non sono in condizioni di
dare elementi per offrire le funzionalità date dall'altra chiave. Se io, ad esempio,
intendo mandare un messaggio ad un'altra persona uso la mia chiave privata per cifrare il
documento e glielo spedisco. Questo documento attraverso l'uso della mia chiave privata
viene cifrato, la persona lo riceve e poi attraverso l'uso di un'altra chiave pubblica che
io ho depositato presso delle strutture appositamente organizzate per questo servizio, è
in condizioni di leggere il documento e di attribuirlo a me, perché soltanto io posso
aver usato la chiave privata per cifrarlo, e la chiave privata coincide con la chiave
pubblica e consente la lettura del documento. Ecco come funziona il meccanismo. Quindi io
sono garantito non soltanto per la riservatezza del documento ma anche per la sua
riferibilità. Attraverso questo sistema di firma digitale, che è abbastanza semplice,
ognuno di noi si munirà di una coppia di chiavi. La generazione della coppia di chiavi
può essere fatta attraverso l'utilizzo di un programma e non è molto difficile. La
chiave pubblica posso depositarla presso un Registro che conserva questa mia chiave e che
sarà una sorta di elenco telefonico dove ci sono tutte le chiavi pubbliche delle persone.
La chiave privata, invece, ce l'ha l'individuo, è riservata e la si conserva
individualmente. Attraverso questo strumento, senza muovermi da casa, io individuo potrò
entrare nel mondo della negoziazione e fare tutta una serie di operazioni finalmente
sicure. Potrò acquistare le auto, potrò sottoscrivere i documenti che il mio avvocato
prepara, o il mio notaio mi ha preparato, potrò svolgere una vasta serie di attività.
Questo consentirà al nostro Paese di essere presente all'appuntamento del 2000, perché
la Comunità Europea si è organizzata oramai in questa direzione, per far decollare anche
da noi il commercio elettronico. Sarà anche un'occasione di cambiare il modo di fare
amministrazione, perché l'Amministrazione potrà erogare i servizi ai cittadini online,
distribuire autorizzazioni, certificazioni, con un enorme risparmio di tempo, di denaro.
Grazie all'utilizzo di questi meccanismi si parla di risparmi, addirittura, di
quindicimila miliardi soltanto per l'attività di certificazione. E poi un grosso
risultato potrebbe essere il processo telematico. Stiamo già lavorando da tempo all'idea
di dare una mano ai problemi della giustizia nel nostro Paese organizzando un processo che
viene svolto elettronicamente. La tecnologia oggi lo consente. Già nei processi penali
noi abbiamo la video conferenza, ma nessuno potrà impedire in futuro ad un avvocato di
scrivere la propria citazione nel suo studio, la sera, di inoltrarla all'Ufficiale
giudiziario in via elettronica, attraverso la rete unitaria. L'Ufficiale Giudiziario
notificherà, anche elettronicamente, e poi si formerà il fascicolo virtuale per il
processo elettronico. L'avvocato a sua volta, senza andare in tribunale, dal proprio
studio, potrà consultare questo fascicolo e vedere i provvedimenti che il giudice ha
adottato. È una cosa molto concreta, molto fattibile, una rivoluzione che si può
realizzare.
Domanda 4
Abbiamo detto che la pubblica amministrazione sta cambiando e ci sarà un modo diverso di
fare amministrazione. Si parla appunto, a vari livelli, dell'istituzione di uno sportello
elettronico del cittadino. In realtà cosa accadrà?
Risposta
La Pubblica Amministrazione svolgerà la sua attività istituzionale attraverso una rete
unitaria e dialogherà con tutte le altre Amministrazioni. Pensiamo, ad esempio, ad
un'anagrafe virtuale, che potrà essere realizzata attraverso il collegamento di tutto il
sistema delle anagrafi esistenti nel nostro Paese. Oppure al sistema della proprietà
immobiliare, quando tutte le conservatorie saranno in linea, collegate tra di loro, e
quindi anche gli uffici del catasto. Sarà possibile, in ogni momento, trasformare inoltre
il tempo che il cittadino utilizza per gli spostamenti in tempo lavorativo. Potrò, ad
esempio, andare ad effettuare una compravendita a Milano spostandomi da Palermo e per
strada consultare la conservatoria dei registri immobiliare per controllare se l'immobile
che intendo acquistare è libero da pesi, ed è quindi per me accessibile, acquisibile
legalmente e nello stesso tempo potrò verificare se me lo vende una società, se la
persona che comparirà davanti al notaio tra tre o quattro ore a Milano è idonea perché
io mi collegherò con le banche dati della cancelleria commerciale e verificherò le sue
idoneità. Il cittadino oggi ha dinanzi a sé questo scenario. Se accetta di entrare nella
tecnologia, collegandosi e interconnettendosi alle reti della Pubblica Amministrazione,
potrà godere di questi servizi, potrà dialogare con la Pubblica Amministrazione stando a
casa, senza muoversi.
Domanda 5
Lei quindi non vede alcun tipo di rischio da parte dell'utente in queste operazioni?
Risposta
Qualunque attività umana è sempre soggetta a rischio. Quando si dice, ad esempio, che la
firma elettronica può rispondere a requisiti di sicurezza questo lo diciamo con la
consapevolezza che ci deriva dalle riflessioni fatte dai tecnici non solo del nostro
Paese, ma dai tecnici di tutto il mondo. Oggi obiettivamente si può consultare qualunque
trattato di criminologia e vedere tutta la fioritura dei crimini nati attorno alla
falsificazione delle firme autografe o della sostituzione dei documenti. La storia è
costruita anche su questi falsi storici. Ora con l'elettronica noi abbiamo preso
effettivamente delle misure, delle grosse cautele; il sistema ha il suo punto debole nelle
capacità di calcolo che possono essere sviluppate. Noi abbiamo ipotizzato per la firma
digitale un sistema che ci garantisce notevolmente da questo punto di vista. Anzi sotto
questo profilo siamo stati molto più severi rispetto agli stessi francesi e ai tedeschi
che sono, a livello comunitario, attestati sulle nostre tesi e che per la loro sicurezza
hanno assunto misure di riferimento che sono, per molti aspetti, meno forti delle nostre.
Noi ci siamo allineati alle posizioni dei tedeschi. In sostanza le nostre specifiche
tecniche coincidono perfettamente a quelle tedesche, ed e per questo che i tedeschi ci
stanno appoggiando sulle procedure legate alla firma elettronica, perché noi siamo un po'
più avanti di loro dal punto di vista della completezza del sistema; in Italia abbiamo
concepito un sistema giuridico legale che loro non hanno potuto ancora realizzare; hanno
fatto le dovute riflessioni tecniche ma non hanno ancora creato i quadri di riferimento
normativo, mentre noi invece siamo su tutti e due i versanti pienamente al passo con i
tempi.
Domanda 6
Quando lei parla di specifiche tecniche intende i programmi software?
Risposta
No, io mi riferisco in particolare al calcolo matematico che occorrerebbe per decriptare
le firme digitali. Ci vogliono anni per riuscire a rompere le chiavi di decifrazione per
chi non ne è in possesso.
Domanda 7
Tornando all'esempio che lei ha fatto prima, nel caso in cui un singolo volesse acquistare
un appartamento e volesse consultare il catasto attraverso la Rete; potrebbe capitare, per
assurdo, che io cittadino mi ritrovi l'appartamento già venduto senza saperlo per
mancanza di aggiornamento dei dati?
Risposta
Abbiamo realizzato, in stretto accordo con il Ministero delle Finanze e con il Notariato
Nazionale, dei grandi cambiamenti nel sistema della conservatoria e dell'aggiornamento
della conservatoria dei registri immobiliari e del Catasto. Stiamo facendo anche delle
sperimentazioni e vogliamo realizzare un sistema che consenta l'aggiornamento del Catasto
e della Conservatoria in tempo reale.
Domanda 8
Quali sono invece gli altri punti deboli del sistema realizzato per rendere utilizzabile
la firma digitale?
Risposta
Il punto debole è rappresentato proprio dalla tenuta del sistema, dalla capacità del
sistema di reggere all'analisi computazionale. Noi abbiamo dettato un meccanismo
abbastanza intelligente perché copre sia il versante giuridico che quello tecnico.
Abbiamo concepito quella che viene chiamata l'attività di certificazione delle chiavi
pubbliche, che è un'attività che abbiamo voluto, intenzionalmente, riservare a soggetti
altamente specializzati perché è un'attività pericolosa, nel senso proprio giuridico
della parola e non letterale, perché si trattano dati e quindi si deve rientrare nel
regime giuridico del Codice Civile. Ora noi abbiamo previsto un meccanismo molto severo in
cui gli enti di certificazione innanzitutto faranno un'operazione precisa di
identificazione del soggetto giuridico che deposita le chiavi, poi loro stessi dovranno
garantire la tenuta di queste chiavi, questo registro delle chiavi, seguendo tutte le
vicende dei soggetti che sono certificati. È prevista anche la sospensione delle chiavi
in caso appunto di uso non regolare; è previsto un tempo di durata delle chiavi che non
può superare certi limiti temporali; è infine previsto un meccanismo accurato di
vigilanza. Saranno necessari grossi investimenti per svolgere l'attività di
certificazione.
Domanda 9
In questo periodo si stanno provando dei prototipi di smart card un po' in tutte le
Amministrazioni. Questa nuova procedura della firma digitale, di fatto, annullerà queste
smart card oppure si collegherà a loro, in qualche modo?
Risposta
In effetti la chiave della firma digitale sarà conservata proprio in una carta, in una
smart card in sostanza, e questa procedura è anche uno dei meccanismi di protezione che
noi abbiamo programmato. Abbiamo poi anche previsto tutta una serie di ulteriori
condizioni di sicurezza, soprattutto per la chiave privata, e sicuramente questo non sarà
affatto incompatibile con la tecnologia smart card. In buona sostanza attraverso una card
tecnologicamente attrezzata sarà possibile svolgere tutta una serie di funzioni e
certamente questo non entrerà assolutamente in conflitto con l'uso diffuso di queste
carte perché sarà la procedura più utilizzata nel futuro. Noi firmeremo così,
utilizzando appunto una carta.
Domanda 10
Quali sono le direttive europee che saranno attuate per la firma digitale e in che modo si
pone l'Italia?
Risposta
A livello europeo siamo stati i primi ad interessarci di questi problemi. Quindi abbiamo
avuto un grosso vantaggio rispetto agli altri paesi e abbiamo svolto il ruolo di punto di
riferimento. Questa è una grande soddisfazione per l'Italia. Abbiamo avuto alcune
difficoltà con i paesi della cosiddetta "Common Law", perché per loro il
concetto di scrittura privata, di firma autografa, è un concetto giuridico che risponde a
esigenze diverse da quelle che noi, a livello continentale, come paesi della "Civil
Law" avvertiamo. Lo scontro è stato soprattutto con gli inglesi e con alcuni paesi
che sono di cultura giuridica anglosassone, in particolare gli americani. Per loro quello
che conta è l'identificazione a distanza dell'interlocutore, il meccanismo che loro
vogliono apprestare per il commercio elettronico è, né più né meno, quello del normale
bancomat. Quello che più conta è sapere con certezza che quella contrattazione, quella
negoziazione è riferibile a colui che appunto ha attivato quel codice segreto, mentre noi
invece pensiamo che si debba andare al di là di questo, che ci siano non solo negozi
giuridici per i quali sarà sufficiente l'identificazione a distanza dell'interlocutore,
ma pensiamo alla firma digitale come strumento per assolvere a tutti i nostri bisogni.
Basti pensare al testamento, alle compravendite di immobili che hanno bisogno dell'atto
pubblico, della forma scritta proprio per questa forma di responsabilizzazione della
persona. Naturalmente l'equiparazione a livello giuridico della firma digitale alla firma
autografa è stata la svolta che ha consentito di sfruttare al massimo le nuove
tecnologie. per il resto dal punto di vista della sicurezza, i tecnici affermano, e non i
tecnici italiani soltanto ma anche quelli degli altri paesi con i quali ci siamo
confrontati a livello comunitario, che i problemi di sicurezza sono in gran parte risolti.
È molto più facile falsificare una firma autografa o addirittura un documento piuttosto
che falsificare una firma digitale, e questa è una certezza che ci dà la scienza.
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