INTERVISTA:
Domanda 1
Quali sono gli aspetti principali della poetica di Pynchon?
Risposta
Il primo aspetto significativo credo sia riconducibile all'enorme arco temporale in cui si
svolge la sua attività. I quaranta anni che intercorrono dai primi racconti fino
all'ultimo romanzo, uscito lo scorso anno, corrispondono con la fase, l'età che viene
definita comunemente post-moderna. Pynchon attraversa tutte le fasi di questa epoca, per
così dire, spesso con una capacità di precorrere i tempi impressionante che, ovviamente,
lo porta ad avere un'influenza enorme su tutta la letteratura contemporanea, dalla
letteratura che con il termine americano chiamiamo 'mainstream', quindi dagli scrittori
della letteratura colta, alle varie forme di letteratura popolare: la fantascienza, ma
anche le ultime tendenze cyber-punk. Si tratta di un'influenza estesissima quella di
Pynchon, non sempre esplicita ma, comunque, un'influenza sotterranea che, oramai, è
riconosciuta universalmente.
Domanda 2
Quali sono gli elementi essenziali di Pynchon sul tema della comunicazione?
Risposta
Per Pynchon il problema della comunicazione è un problema centrale della contemporaneità
intesa sia come oggettiva difficoltà di comunicazione nella società contemporanea, sia
come profonda trasformazione dei mezzi stessi della comunicazione. Pynchon è un autore
che ha una fortissima, fin da i suoi esordi, preoccupazione per la tecnologia: è sia
affascinato dai nuovi mezzi tecnologici, sia preoccupato degli effetti che la gestione di
questi mezzi tecnologici può comportare per le persone comuni, per così dire, o tutti
coloro che restano escluse dall'utilizzazione di questi mezzi. Perfino i romanzi del 1963,
quando ancora non si parlava di concetti attualmente d'uso come rete e l'ipertesto, sono
già romanzi dove la comunicazione ha un ruolo centrale e in cui i testi stessi, pur
essendo testi lineari, scritti su pagina, cominciano a somigliare in modo impressionante
ad ipertesti, nel senso che sono organizzati con un sistema di richiami in cui veramente
sembra quasi manchi solamente l'atto materiale di cliccare per entrare in una dimensione
ipertestuale che, ovviamente, non era accessibile a Pynchon quando scriveva. E questo è
uno degli esempi della sua capacità di precorrere i tempi, di giocare sempre di anticipo
anche sugli sviluppi soprattutto della società americana, che ha un ruolo guida che è
oggetto diretto della riflessione di questo autore.
Domanda 3
Per Pynchon gli strumenti di comunicazione possono diventare anche strumenti di potere?
Risposta
Si, certo. Il problema di Pynchon è proprio questo: gli strumenti di comunicazione sono
gli strumenti del potere contemporaneo; se vogliamo utilizzare il termine capitalismo, in
questo caso, se il capitalismo era nelle sue fasi precedenti potere che si esercitava
esclusivamente sulla economia o sulla società, a partire da un certo periodo, invade il
terreno della cultura, della comunicazione e dell'informazione e ne fa il proprio terreno
di elezione. Questa è la fase storica che Pynchon analizza. Il problema è come tentare -
ed a questo punto il discorso di Pynchon è profondamente politico -, di impossessarsi,
per mezzo di comunicazione, dei linguaggi che la nuova comunicazione mette a disposizione
per farne un uso fondamentalmente sovversivo, alternativo o comunque democratico. Questo
è un problema che in Pynchon si accentua sempre più nel corso degli anni, per cui, per
esempio, nel 1990, il penultimo romanzo di Pynchon, Vineland, è un ritratto dell'America
reaganiana in cui l'ossessione di tutti i personaggi per la televisione diviene un fattore
dominante, di grande preoccupazione, cui si cerca di contrapporre dei modelli di
comunicazione alternativi fra tutti coloro che non sono disposti ad accettare
un'imposizione dall'alto di mezzi e sistemi di informazione non controllabili.
Domanda 4
Probabilmente il problema riguarda l'esclusione sociale che può creare questo nuovo
sistema di comunicazione, in particolare sollecita una riflessione sul divario
socio-culturale tra nord e sud del mondo...
Risposta
Senz'altro; in questo senso può essere significativo che uno degli autori più noti del
cyber-punk, molto noto anche qui in Italia, Bruce Sterling, abbia sottolineato che una
delle ragioni dell'influenza così grande che Pynchon ha avuto sul cyber-punk, è il
carattere multiculturale della sua scrittura. Pynchon è molto attento alle realtà del
sud del mondo, se così vogliamo chiamarlo, è molto attento ai processi di colonizzazione
del sud del mondo ed in posizione di modelli economici ma anche comportamentali da parte
del nord. Di fronte a questa forma di colonizzazione di cui sicuramente l'espansione
illimitata nel mezzo di informazione è uno degli aspetti più significativi, Pynchon
credo si preoccupi molto e continui a preoccuparsi - anche nel suo ultimo romanzo,
curiosamente ambientato nel Settecento e quindi apparentemente non legato ai nostri tempi
-, se il vero problema diventi quello della famosa linea Mason and Dickinson: la linea con
cui gli Stati Uniti coloniali del Settecento vennero ripartiti in un nord ed in un sud. Il
tema, quindi, continua ad essere quello, perfino quando si scrive un romanzo ambientato
nel Settecento. Io credo che la vera preoccupazione di Pynchon sia sempre ed anche quella
di una separazione del mondo in due sfere, una delle quali non ha più possibilità né di
parola né di azione.
Domanda 5
Ci sono delle relazioni tra l'opera di Pynchon e la rete?
Risposta
Pynchon, nel suo secondo romanzo The Crying of Lot 49, parla di un sistema postale
alternativo; tutto il romanzo è incentrato su questo tema per cui esiste, negli Stati
Uniti, un monopolio postale a cui si contrappone un sistema postale che con un modo
alternativo trasmette una controverità o un'altra versione dell'America. Credo che questa
idea abbia molto a che fare con l'idea, da una parte, di una fruizione attiva della rete o
di una fruizione alternativa della rete; Pynchon è sicuramente affascinato da questo
nuovo mezzo e non a caso esistono molti siti pynchoniani su Internet che operano a tutti i
livelli, perfino al livello di interpretazione accurata dei suoi testi. Esiste una rete di
pynchoniani che attualmente sono occupati a leggere, in gruppo, quello che è il suo
romanzo più famoso Gravity's rainbow; si tratta di una sorta di lettura collettiva che
sviscera tutti gli aspetti del romanzo. Questo perché anche tutti i romanzi di Pynchon,
perfino nella forma e nella struttura, sono "reti", oggettivamente, sono sistemi
di richiami continui, la cui vera funzione non è di essere esauribili, ma di essere
inesauribili; la loro funzione è di contenere una tale quantità di informazione da
richiedere un flusso continuo di lavoro e di scambio su questa informazione. Io credo che
questo sia un aspetto che spiega sia la capacità di Pynchon di immaginare un futuro sia
l'impatto che Pynchon ha su i fruitori di rete, che è un fatto oggettivo.
Domanda 6
Vogliamo parlare del tema dell'identità e della privacy?
Risposta
Il problema di invasione della privacy esiste; penso ancora a The Crying of Lot 49: la
protagonista si trova davanti uno zio Sam che le punta il dito e sembra chiamarla; c'è in
tutti i protagonisti l'ossessione di essere invasi e perseguitati dai mille mezzi con cui
il potere attraverso l'informazione, cerca di appropiarsi dello spazio privato della
persona. Questo è un problema per Pynchon. D'altro canto, questo autore non ha il senso,
io credo, del privato; ha un fortissimo senso, anche nell'opporsi al potere, fortemente
comunitario, per cui, per esempio, i personaggi che lo interessano sono quasi sempre, più
che i singoli individui, comunità, fasce intere, club di persone, diseredati che
subiscono un processo di esclusione. Quindi, il suo vero problema è il processo di
esclusione e le nuove modalità con cui esso avviene che sono non più quelle di un
abbandono dei diseredati, ma di un'invasione del loro territorio ed un tentativo di
impossessarsi, come dicono alcuni teorici del post-moderno, perfino del loro inconscio,
perfino del loro livello subliminale di pensiero. Questo credo sia il problema, il modo in
cui Pynchon affronta questo nuovo problema.
Domanda 7
Sembra che il tema narrativo generale di Pynchon sia il cervello sociale, quella che
Pierre Levy chiama "l'intelligenza collettiva". E' d'accordo su questa
interpretazione?
Risposta
Direi, in parte. Evidentemente questo è un tema portante di Pynchon; in effetti, vi è un
profondo interesse per quella che è la connessione, per esempio, fra nuovi strumenti di
comunicazione ed informazione e variazioni non solo nella mentalità ma perfino nel corpo,
nel prevalere di una nozione di artificialità. Questi aspetti non possono necessariamente
esistere in quasi nessuna delle opere di Pynchon per motivi cronologici; ci può essere,
perciò, una forma di anticipazione; in fondo, bisogna ricostruire le date di Pynchon e
capire che le prime tre opere sono state scritte fra il '63 ed il '73, in un periodo in
cui di queste cose assolutamente non si parlava. Per certi versi Pynchon ci viene
restituito adesso come autore molto attuale perché è un autore profondamente radicato in
un certo tipo di controcultura che è la cultura americana e non degli anni Sessanta di
cui lui appartiene senza ombra di dubbio; e se è vero che nei nuovi temi del cervello
sociale esiste un collegamento diretto per diversi studiosi, io penso per esempio ad un
libro uscito recentemente 'Velocità di Fuga' che è , diciamo un esame della
cyber-cultura, si sostiene proprio espressamente che quasi tutti gli studiosi di
cyber-cultura sono o figli degli anni Sessanta o addirittura le stesse persone che hanno
partecipato alla controcultura degli anni Sessanta e riemergono dopo venti anni di
silenzio alla fine degli anni Ottanta, in questo senso Pynchon fa' parte di questo
movimento, fa' parte di una logica che ha molti punti di contatto.
Domanda 8
Per molto tempo Pynchon, in Italia, è stato quasi dimenticato. Può spiegarci la ragione
di questa non valorizzazione della sua opera?
Risposta
In questo caso, bisognerebbe intanto domandarsi che cosa sia stato e se mai sia esistita
in Italia una riflessione sul post-moderno. La mia sensazione è che dal punto di vista
dell'analisi della società contemporanea e della cosiddetta società post-industriale,
come anche viene chiamata, sia la narrativa italiana sia la teoria della cultura italiana
siano rimaste per molto tempo indietro. Naturalmente Pynchon ne ha risentito come più di
chiunque altro proprio perché tutta la sua narrativa è profondamente influenzata ed
influenza al tempo stesso questa condizione post-moderna. La narrativa italiana è
rimasta, a mio avviso, forse troppo accademica anche per accettare Pynchon immediatamente.
Pynchon è un autore che usa anche una quantità di conoscenze e linguaggi che è
difficile trovare, tranne poche eccezioni, nel panorama del romanzo italiano. In un
intervento interessante di questo convegno si istituiva un paragone fra Pynchon ed Umberto
Eco; il primo fenomeno narrativo italiano classificabile come post-moderno, con tutte le
riserve del caso, è, forse, proprio Umberto Eco: proprio grazie alle sue origini di
semiologo egli è interessato al problema della comunicazione dei sistemi di informazione;
per tale ragione lo si può avvicinare a Pynchon. Eco certamente conosce - e bene -
Pynchon. Le ragioni per le quali adesso ci si interessa a Pynchon sono molteplici, ma io
credo in prima istanza, in questo momento Pynchon acquisti una 'visibilità'; moltissime
persone hanno letto Gravity's Rainbow, che pure non è un testo tradotto ancora in
italiano ed è di difficilissima lettura perfino per un lingua madre. Eppure è stato
letto da moltissimi e vi è una autentica passione, sotterranea, intorno a questo
personaggio. L'impressione è che adesso, nell'era di Internet, questa passione da
sotterranea stia finalmente venendo alla luce.
Domanda 9
Un'analogia fra l'immaginario di Pynchon e l'immaginario della rete...
Risposta
E' lo stesso immaginario in cui compare, fondamentale, l'importanza di queste connessioni,
che sono connessioni che possono essere perfino di tipo analogico. Tutti i romanzi di
Pynchon sono strutturati attraverso un sistema di connessioni continue, di comunicazioni
continue, di moltiplicazione di trame, proprio come una rete, insomma. Non per nulla, una
delle definizioni più comuni dell'opera di Pynchon è quella di 'trama' intesa sia come
complotto, sia proprio come trama di una rete che si estende all'infinito. I romanzi di
Pynchon, in questo senso, non possono essere chiusi perché trascendono perfino nelle loro
stesse dimensioni che pure variano dalle cinquecento alle ottocento pagine, ma che non
possono, comunque, esaurire la qualità e la complessità della trama.
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