INTERVISTA:
Domanda 1
Quali sono i fondamenti disciplinari dei Futures Studies?
Risposta
Per stabilire quali ne siano i fondamenti, io amo stabilire un parallelo fra Futures
Studies e storiografia. Cera un tempo nel quale non si registrava la storia nel modo
in cui lo facciamo oggi: le storia era essenzialmente mito e leggenda, e aveva il fine di
insegnare lezioni morali, e di mantenere la coerenza e coesione della società. Nel
passato remoto ci fu comunque il desiderio di documentare gli eventi e di stabilire un
principio di veridicità dei documenti. Il che costituì un pensiero rivoluzionario,
allepoca. Potremmo trovarci in una contingenza analoga, oggi, nella quale ci si
chiede, dato che il futuro ci interessa in modo decisivo, ne siamo preoccupati, se ne
discute, se non si possa fare qualcosa per orientarlo. Il gruppo della University of
Houston di cui faccio parte ritiene sia necessario studiare il futuro con la stesso
impegno e serietà che si investono nello studio della storia, utilizzando le tendenze
storiche, e una dose salutare di immaginazione per comprendere non solo ciò che
probabilmente avrà luogo, ma anche ciò che potrebbe avvenire in un futuro veramente
nuovo e diverso.
Domanda 2
Quali sono i rapporti fra Futures Studies e sociologia, e qual è il loro statuto, spazio
e ruolo allinterno delluniversità statunitense, oggi?
Risposta
La sociologia è una disciplina relativamente recente, sviluppatasi in larga misura nel
ventesimo secolo, e i Futures Studies, ancor più recenti, sono connessi alla sociologia
perché entrambe le discipline hanno un interesse nei sistemi di cambiamento sociale. Ma i
Futures Studies non attingono solo alle metodologie sociologiche: attingono anche alla
psicologia, allo studio della tecnologia, alla demografia, e alla scienza ambientale. In
ultima analisi non vi è sfera di studio che non possa rientrare nei Futures Studies, a
patto che abbia a che fare con i sistemi umani.
Benché si sia di fronte a una possibile rivoluzione intellettuale, anzi, forse proprio
in ragione di ciò, luniversità americana non ha ancora definitivamente
riconosciuto lo statuto scientifico dei Futures Studies. Una delle ragioni è
probabilmente una differenza fondamentale che esiste fra questi e altre discipline
scientifiche. Le scienze, attraverso laccumulo di dati e il confronto delle teorie
con la fattualità, sono in grado di produrre una convergenza su verità e
generalizzazioni che possono essere considerate più vere, più valide rispetto a quanto
si credeva nel passato. Basti pensare allastronomia, alla fisica, alla chimica. Nei
Futures Studies, al contrario, sappiamo che il nostro oggetto di studio, il futuro, è per
sua natura imprevedibile, e che è dunque impossibile produrre una teoria del cambiamento
sociale che, una volta divulgata, non diventi a sua volta parte del fenomeno che si
studia: nei Futures Studies, la teoria attraverso la quale si studia un oggetto si
confonde insomma con loggetto di studio. Abbiamo cioè una situazione simile alla
teoria della Borsa: qualora uno di noi scoprisse un metodo certo per guadagnare in Borsa,
si guarderebbe bene dal divulgarlo, perché così tutti lo adotterebbero e il metodo
perderebbe efficacia. Le dinamiche stesse dei Futures Studies fanno sì che le previsioni
e le tecniche di studio rientrino fra gli elementi che influenzano il futuro, e quindi in
modo ricorsivo è impossibile determinare teorie e generalizzazioni che abbiano intrinseca
e costante validità.
Domanda 3
Quali sono le origini dei Futures Studies?
Risposta
Lorigine dei Futures Studies può essere identificata nel momento in cui ci si è
interrogati sul futuro, ossia fin dalla notte dei tempi. Ma in effetti il diciassettesimo
secolo è stato il periodo in cui si è iniziato a porre unesplicita attenzione sul
futuro in quanto tale, attraverso la scrittura utopica e il pensiero
dellIlluminismo. Con lIlluminismo francese si produsse una nuova forma di
utopia, ambientata nel futuro. Lemercier per primo scrisse un volume sullanno 2200,
nel quale, con un tipico ottimismo illuminista, delineò uno scenario di società resa
perfetta dallapplicazione di principi scientifici. Questesperienza sembra poi
trasferirsi nella scrittura fantascientifica di fine Ottocento, con Jules Verne, H. G.
Wells, e lopera di Edward Bellamy, Looking Backward: 2000-1887, un importante
trattato sociale sulla perfettibilità sociale.
In quanto attività professionale, a ogni modo, i Futures Studies emergono nel secondo
dopoguerra. Per molte ragioni, lapparato militare statunitense aveva la necessità
di prevedere il futuro molto più di quanto fosse necessario prima, ad esempio
nellipotesi assolutamente catastrofica di un conflitto nucleare. In questo caso, era
chiaro che ogni pianificazione di guerra andava fatta prima che iniziasse il conflitto,
perché una volta lanciati i missili sarebbe stato ormai
troppo tardi per riunirsi e discutere di strategie. Si doveva anche capire la natura delle
nuove tecnologie, perché per impiantare sistemi militari a lungo termine era necessario
determinare non solo quali tecnologie fossero disponibili nel loro presente, ma anche
quali sarebbero state sviluppate in futuro. E questa necessità produsse gli studi di
previsione tecnologica. A tal scopo il Dipartimento della Difesa statunitense costituì la
Rand Corporation, una task force che annoverava nomi come Ted Gordon, e che sviluppò un
ampio numero di metodologie fra cui il metodo Delphi, e che negli anni 60 iniziò a
divulgare queste metodologie sulla stampa specializzata. Ovviamente gli anni Sessanta
furono unepoca di grandi cambiamenti sociali e di tensioni, e molti rivolsero lo
sguardo al futuro. I primi corsi di futurologia furono offerti presso la Yale University e
la Virginia Polytechnic University, e fra fine anni 60 primi anni 70 si
costituirono associazioni come la World Future Society e la World Futures Studies
Federation. Negli stessi anni la University of Houston-Clear Lake attivò un corso di
Studi del Futuro. Da allora i Future's Studies sono stati un movimento interessante e
molto attivo, anche se non si è esteso molto al di là dei suoi confini originari.
Domanda 4
E stato detto che le previsioni sono decisive anche nel momento in cui vengono
smentite dai fatti, poiché influenzano le decisioni che verranno prese, e contribuiscono
a cambiamenti strategici nella politica di sviluppo. Cosa pensa di questa affermazione?
Risposta
La gente spesso mi chiede quanto spesso abbia avuto ragione, se mi volto le spalle e
ripenso alle previsioni che ho prodotto in passato; ma si tratta di una domanda mal posta.
Quello che ci chiediamo nei Futures Studies è quanto sia utile una previsione. Una
previsione può essere smentita e mantenere la propria utilità, soprattutto se si tratta
di una previsione negativa, che delinea problemi o anche catastrofi. Se si prendono
seriamente queste previsioni, si lavorerà per prevenire ed evitare questi problemi. La
previsione in sé risulterà così "sbagliata", ma utile, perché ha contribuito
a creare un futuro migliore. Le previsioni utili per i Futures Studies offrono non tanto
immagini accurate e fedeli di ciò che avverrà, ma una comprensione delle dinamiche di
cambiamento, di come potrebbero aver luogo certi eventi, stanti determinate circostanze;
il loro fine è dunque quello di offrire uno strumento per scegliere il proprio futuro, e
per iniziare a crearlo.
Domanda 5
Cosa risponde a chi sostiene che i Futures Studies non possono essere puramente oggettivi,
e che dunque si risolvono in un puro esercizio soggettivo di dubbia utilità?
Risposta
In linea di principio non ci riconosciamo in ciò che è "puramente" oggettivo o
soggettivo: lo studio del futuro presuppone entrambi gli elementi. Sul piano oggettivo, in
effetti, esistono delle tendenze che possiamo misurare, e da cui possiamo estrapolare dati
attraverso tecniche matematiche. Ma ci è ben chiaro che il futuro riserva un ampio spazio
di inaspettato, il che è ovviamente una funzione delle nostre aspettative. E
importante capire cosa sia possibile, cosa funzionerà, cosa è invece impossibile, e
spesso saremo sorpresi da avvenimenti che non ritenevamo possibili o probabili. Pertanto
lo studio del futuro è costituito da un equilibrio fra studio oggettivo di tendenze, di
vettori di cambiamento, e di una forte dose di immaginazione e creatività per cercare di
considerare lelemento di sorpresa, di inatteso, che il futuro ci riserva, e di
prepararci a esso.
Le fonti saranno diverse: verranno dalle società telefoniche, dai fornitori, verranno
da società di cavi; potrebbero venire da satelliti un'intera gamma di fonti che
necessitano dell'integrazione e della distribuzione attraverso la casa. Non conosciamo i
tempi di questo progetto, poiché si tratta di qualcosa a cui stiamo ancora lavorando.
C'è un bel po' di lavoro da fare, ma crediamo che sia una visione importante di ciò che
potrà accadere nelle case durante i prossimi anni.
Domanda 6
Lei sostiene dunque la necessità di un equilibrio fra immaginazione e conoscenza
scientifica. Ritiene che allinterno dei Futures Studies alcuni ricercatori possano
privilegiare il primo termine, assumendo un carattere profetico nel proprio lavoro?
Risposta
Ritengo che ci sia un forte pericolo nel privilegiare le caratteristiche oggettive oppure
soggettive dello studio del futuro. Se ci si limita a pure condizioni di oggettività, si
ottiene una estrapolazione delle forze del presente che per definizione non contiene
linaspettato, la novità. Se si privilegia unicamente laspetto immaginativo e
speculativo, comunque, senza dare attenzione a ciò che emerge dai dati oggettivi e dalle
tendenze, si ottengono futuri altamente speculativi che non considereremmo necessariamente
impossibili, ma senzaltro privi di plausibilità. In tutte le diverse previsioni, è
importante focalizzare quelle che sono non necessariamente probabili, ma senzaltro
plausibili. Senza la giusta commistione di analisi scientifica e esercizio creativo di
immaginazione non si ottengono esempi particolarmente utili di Futures Studies.
Domanda 7
Ritiene che i Futures Studies, se non altro per come sono praticati da alcuni ricercatori,
possano soffrire di determinismo tecnologico?
Risposta
Ogni qual volta abbiamo un margine di determinismo abbiamo un problema, dato che non
riteniamo che il futuro sia completamente determinato; esso è solo in parte condizionato
da forze e vincoli. Per fare un esempio, attualmente non è credibile che si possa
superare la velocità della luce. Forse in futuro ciò sarà possibile, ma al momento
questo è un limite reale. Analogamente ci sono molti altri vincoli, economici, politici e
culturali. Ma al contempo, questi limiti non ci determinano completamente: abbiamo un
margine di scelta, sebbene non si tratti di una scelta incondizionata. Pertanto, se si
parla di determinismo, si abolisce la possibilità di scelta, e i Futures Studies
contestano ciò. Gli eventi sono determinati da varie condizioni, come ho detto,
economiche, politiche e culturali, e la tecnologia è uno degli elementi che vincola il
futuro e che allo stesso tempo offre delle opportunità. Ma la tecnologia, così come ogni
altro singolo elemento, non determina il futuro perché è un semplice strumento. Ha i
suoi effetti, ma la gente a lungo termine è in grado di scegliere se adottare una
tecnologia o meno, se e come usarla, a in una certa misura può avere un controllo sugli
effetti della tecnologia stessa.
Ci sono varie forze cui i Futures Studies rivolgono la propria attenzione, e la
tecnologia è solo una di queste. In genere la visione occidentale privilegia le forze
tecnologiche sulle altre; altre culture privilegiano fattori politici, culturali o
sociali, e ritengono che lattenzione occidentale alle tecnologie sia mal riposta,
poiché privilegiando un singolo fattore ne fa lunico elemento che produce
lesito di una società. Qualora un futurologo, o chi si arroghi letichetta di
futurologo, enfatizzasse solamente gli effetti della tecnologia, produrrebbe uno studio di
poco valore.
Domanda 8
Quale impatto ritiene possano avere i Futures Studies sulla formazione?
Risposta
La costituzione dei Futures Studies come disciplina accademica ha una portata
rivoluzionaria se questa disciplina viene resa fruibile a persone di tutte le età.
Offriamo lo studio del passato, con corsi di storia, in ogni scuola, in ogni università
americana ed europea. Dovremmo fare altrettanto con lo studio del futuro. Quali siano gli
esiti possibili, quelli probabili, cosa si preferisca, come gestire il cambiamento, sono
tutte domande con le quali bisognerebbe confrontarsi direttamente nel nostro sistema
educativo, piuttosto che incrociare le dita nella speranza che tutto si risolverà benone.
Domanda 9
Lei afferma che si ha un margine di scelta nella costruzione del proprio futuro. Qual è
il ruolo della scelta nei Futures Studies, e quanto essa è a disposizione di
tutti?
Risposta
La scelta è un fenomeno interessante nei futures studies. Innanzitutto, è fra le
condizioni per cui il futuro non è prevedibile. Se in effetti cè una scelta, se
cè una libera scelta, non è possibile prevedere le scelte che si faranno.
Se si è determinati nelle proprie scelte, queste scelte non sono realmente tali. La
scelta delluomo rende il futuro imprevedibile. Ovviamente le possibilità di scelta
dipendono dalla situazione in cui ci si trova: la scelta a disposizione di una persona in
un campo di concentramento è limitatissima, pressoché nulla, mentre quella a
disposizione di un politico potente e ricco è abbastanza ampia. Ma oltre che dalla
contingenza, le possibilità di scelta dipendono dallorizzonte temporale, vale a
dire dallarco di tempo futuro cui rivolgiamo lo sguardo possiamo pensare al
futuro in termini di un mese, un anno, 3-5 anni, dai venti ai cinquantanni. La
nostra maggior possibilità di scelta non risiede nel breve periodo, nel decidere per
oggi, domani o per il prossimo anno, dato che ciò è complessivamente già abbastanza
determinato. Il nostro vero potere di scelta scatta se noi ci orientiamo sui
ventanni, e facciamo una scelta su questarco di tempo, e rimaniamo fedeli a
essa continuando a lavorarla per concretizzarla. Anche la gente comune può avere un
effetto sul futuro a lungo termine, se opera delle scelte strategiche cui lavorerà per i
successivi 15-20 anni. E questo è il modo in cui avvengono cose straordinarie: non
immediatamente, e non per magia, ma attraverso una scelta tempestiva corroborata da un
costante investimento di energie su quella scelta iniziale mano a mano che il futuro si
sviluppa.
Domanda 10
Un piccolo esercizio di previsione. Ritiene che i Futures Studies otterranno nei prossimi
anni un maggior spazio fra le discipline accademiche?
Risposta
Un futurologo deve sempre astenersi dal prospettare uno scenario unico sul futuro. Da un
lato, potremmo trovarci nel corso di una rivoluzione intellettuale, in cui si valuta
positivamente il fatto che le previsioni sono solo una delle possibili affermazioni
utili sul futuro. Ci sono altre due possibili affermazioni. In primo luogo, ciò che
plausibile, anche se non necessariamente probabile: se descriviamo il futuro secondo
prospettive sorprendenti, e ci prepariamo a queste ipotesi, per definizione saremo più
preparati ad affrontare un futuro anche improbabile. E un terzo tipo di affermazione è
quella dettata dalle nostre preferenze, che è a volte chiamata la nostra
"visione": quali sono le scelte che facciamo a lungo termine, e quali
conseguenze esse avranno, e quale il nostro atteggiamento.
Ora, mi si chiede una previsione, e i futurologi non dovrebbero offrire previsioni
bensì scenari di futuri alternativi; potremmo dunque trovarci su un vettore di tendenza
nella quale la rapidità del cambiamento e la complessità delle decisioni necessarie
richiedono una maggior lungimiranza e una più profonda comprensione delle dinamiche di
cambiamento perché si possano ottenere dei buoni risultati. Oppure i Futures Studies
potrebbero essere un fenomeno in declino, che ha esaurito il suo corso e la sua funzione
storica. Dopo il 2000, può darsi che la gente sia stanca di parlare del futuro e dica di
non voler più saperne nulla per almeno un centinaio danni. E possibile che ci
sia un decremento dattenzione, ma solo per un breve periodo, e io sono tanto
convinto che il valore di uno studio sistematico del futuro sia vitale, quanto fiducioso
nel fatto che chi ha maggior potere, maggior possibilità di decisione e di scelta, avrà
bisogno di avere queste informazioni e prospettive a portata di mano. Credo insomma che
nel prossimo secolo la pratica dei Futures Studies si diffonderà notevolmente rispetto
allo stato attuale.
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