INTERVISTA:
Domanda 1
Fino ad ora, le opere dell'ingegno, che si trattasse di un film o di un romanzo o di una
sceneggiatura, erano opere sequenziali. Cioè: c'era un inizio del racconto, c'era una
trama che si svolgeva meccanicamente e in maniera deterministica, c'era una conclusione.
Questo era il modo tradizionale di procedere con le opere monomediali. Quando si tratta di
progettare un opera multimediale, che cosa cambia?
Risposta
Ci si deve porre un problema fondamentale di relazione fra le parti. Non si tratta più di
progettare un discorso sequenziale, una sequenza di cose che si succedono nel tempo, ma
piuttosto una città, che sarà percorsa dai suoi cittadini attraverso tutte le strade che
ci sono. In un certo senso è un'operazione di architettura ed urbanistica: si tratta di
progettare un labirinto, permettendo agli utenti, se vogliono, di perdersi, come pure, se
non lo vogliono, di trovare le strade di cui hanno bisogno.
Domanda 2
Quali problemi avete dovuto affrontare nella realizzazione del vostro CD-Rom dedicato al
Seicento per la Opera Multimedia, l'"Encyclomedia"?
Risposta
Dovevamo presentare e far conoscere ad un pubblico non necessariamente colto la storia
della civiltà di un intero secolo. E quindi abbiamo dovuto far sì che i legami culturali
tra le varie discipline, come pure quelli tra eventi accaduti in contesti diversi,
diventassero dei legami informatici tramite i quali l'utente potesse muoversi. Da un lato,
quindi, ragionando su supposta competenza dell'utente, abbiamo dovuto preparare e
facilitare i percorsi che egli stesso presumibilmente avrebbe voluto seguire; dall'altro,
abbiamo cercato di sorprenderlo, facendogli scoprire ad esempio che Rubens, negli ultimi
anni del Cinquecento e nei primi del Seicento, si trovava a Mantova e che dunque poteva
aver conosciuto Monteverdi, che in quegli stessi anni si trovava lì e che lavorava per il
Duca di Mantova. Questo, ovviamente, passando dalla pittura alla musica o alla politica, e
così via.
Domanda 3
Nella produzione delle opere multimediali il lavoro è sempre collegiale. Quali problemi
pone questa condizione?
Risposta
Quando si progetta un prodotto multimediale è come progettare una enciclopedia, anche se
poi, il prodotto multimediale non sarà necessariamente una enciclopedia. Una
enciclopedia, anche una enciclopedia cartacea, pone dei problemi molto diversi e molto
più complessi che la semplice produzione di un libro. Chi dirige una enciclopedia si deve
porre il problema di misurare le varie parti che ci saranno, cioè di fare un lavoro di
progettazione globale, in più, quando questa enciclopedia è un prodotto multimediale, la
progettazione di come sarà fatto il sistema influisce profondamente, anche sui nodi
attraverso i quali i contenuti, qualunque essi siano, finiranno per essere mostrati agli
utenti. Quando noi progettammo "Encyclomedia", ci siamo posti innanzitutto il
problema di capire come si potesse presentare una materia così sfumata, complessa, piena
di interrelazioni come la storia, attraverso uno strumento che tradizionalmente è
considerato, come dire, rigido e tecnologico come, come il computer. E ci siamo resi
conto, in realtà, che il computer è rigido e tecnologico solo nei limiti in cui vogliamo
che lo sia, cioè la possibilità di renderlo duttile è veramente enorme. Nel costruire
una struttura per dei contenuti storici, abbiamo cercato di capire come normalmente si
studia la storia, come la conoscenza storica viene comunicata agli studiosi ma anche al
lettore occasionale, e ci siamo accorti che oltre alla spiegazione storica, alla
letteratura storica. Ci sono, per esempio, gli atlanti storici, che non sono meno
fondamentali della spiegazione storica; ci sono i dizionari enciclopedici, che a volte
risolvono dei problemi, che nessun trattato di storia può risolvere - perché se io ho
bisogno di sapere chi sia Ferrante Pallavicino, e non ne ho la più pallida idea, lo posso
trovare solo su di un ordine alfabetico, non posso sfogliarmi tremila pagine di manuali;
ci sono le cronologie, che mi danno, come dire, una overview sullo stato di un'epoca.
Ecco, uno strumento informatico ci dà la possibilità di mettere assieme tutti questi
mezzi e di approfittare di tutti loro contemporaneamente.
Domanda 4
Come avviene il passaggio da un argomento all'altro?
Risposta
Questa è stata una delle nostre preoccupazioni principali. Tipicamente, anche negli
ipertesti tradizionali - che hanno grandi vantaggi ma che ovviamente, come tutti gli
strumenti, hanno anche dei limiti - uno dei problemi è quello che, saltando da un
argomento all'altro, l'utente si trova di solito all'interno dello stesso livello di
approfondimento: per esempio, se io trovo il nome Cartesio citato in un libro sulla
scienza e mi sposto, mi trovo in un ambiente in cui si sta parlando diffusamente di
Cartesio. Questo, di solito, non è quello di cui l'utente ha bisogno quando trova un nome
che non conosce all'interno di un contesto. Ha bisogno, invece, di una spiegazione rapida,
una spiegazione superficiale che gli dia l'idea di che cosa si tratta. Poi, a partire da
questa, può sentire l'esigenza di approfondire. Queste due esigenze sono rappresentate
attraverso due componenti centrali di Encyclomedia: i libri multimediali, dove c'è la
spiegazione dettagliata, e le schede, che danno invece una spiegazione molto rapida,
superficiale e di utilizzo immediato, e dalle quali, poi, è possibile passare alle
spiegazioni più dettagliate.
Domanda 5
Un'altra novità dei prodotti multimediali, soprattutto nel campo della cultura
umanistica, è proprio l'incontro tra cultura umanistica e cultura scientifica. Che cosa
comporta questo corto circuito?
Risposta
Ci sarebbe piuttosto da domandarsi che cosa comporterebbe la mancanza di questo
corto circuito. Semplicemente, se non ci fosse questo corto circuito, i calcolatori
continuerebbero ad essere quelli che erano una ventina di anni fa, cioè degli strumenti
astrusi e poco comprensibili, che non sarebbero mai potuti diventare quello che stanno
diventando, cioè degli strumenti sempre più accessibili alla gente, utilizzabili per lo
studio, per la divulgazione scientifica e per l'approfondimento. Nel nostro caso
particolare, la domanda cade a proposito, perché noi che abbiamo progettato Encyclomedia
siamo tutti umanisti con una certa preparazione informatica. Questo ha semplificato molto
le cose, perché uno dei problemi fondamentali della comunicazione, quando si progetta e
quando si realizza un oggetto informatico, è la comunicazione tra gli umanisti, che sono
i detentori dei contenuti, e i tecnici: spesso si parlano proprio linguaggi differenti. Il
cuore del lavoro è stato realizzato da persone che avevano entrambi le competenze e
questo è una cosa di grande importanza, secondo me.
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