INTERVISTA:
Domanda 1
Comincerei dal suo recente libro "Operazione Via Appia", un romanzo che ha come
argomento le intercettazioni telefoniche. Cosa c'è di vero e cosa c'è di romanzesco in
questo libro?
Risposta
Più o meno direi che il libro è vero a metà e nasce in parte dai miei ricordi personali
e in parte da qualche appunto di un mio compagno di scuola all'università che trovò poi
lavoro facendo lascoltatore presso i servizi del Ministero dell'Interno che
controllavano le telefonate. Fu un periodo intensissimo, il momento in cui si stava
preparando il passaggio dal regime fascista al periodo storico successivo. Attraverso
questo singolare punto di osservazione sono riuscito ad avere un numero di informazioni
abbastanza attendibile ed originale su cui ho costruito, in modo un po romanzato,
questo libretto.
Domanda 2
Il libro suggerisce che le tecnologie di controllo dell'informazione fossero importanti in
fondo già all'epoca in cui è ambientato il romanzo e, in un certo senso, probabilmente
anche prima. Dal suo punto di vista, cosa pensa che sia cambiato da quel tipo di controllo
dell'informazione al controllo che si può effettuare attualmente attraverso strumenti
tecnologici molto più sofisticati?
Risposta
Il controllo dei telefoni è stato introdotto prima del regime fascista, naturalmente con
il proposito, non so dire se sempre osservato da chi compiva queste operazioni, di
servirsene per i casi previsti dalla legge. La censura delle lettere invece ebbe un
carattere militare; si voleva cioè evitare che, specialmente dal fronte e per il fronte,
filtrassero delle notizie. Era comunque anche uno strumento per vigilare un po su
tutta la società. Certamente durante il regime fascista la vigilanza era piuttosto
intensa, compresa quella di molti portieri che, avendo lincarico di capifabbricato
agli effetti della sicurezza, erano poi quelli che riferivano allautorità. Poteva
così accadere che se magari qualcuno dava una buona mancia di Natale era un gran
galantuomo, se invece non elargiva suscitava sospetti. Questo lo dico per alleggerire e
sdrammatizzare il ricordo di un periodo che era invece piuttosto duro.
Oggi le possibilità che la tecnologia offre non mettono più al riparo nessuno dal
controllo dellinformazione. Credo che l'unico modo per essere certi che nessuno
possa venire a conoscenza di quello che si pensa sia quello di non pensare. Oramai, grazie
al progresso tecnologico, a distanza di spazi enormi e addirittura attraverso le mura di
un edificio, si può intercettare quello che una persona dice. Stiamo andando verso, se
non lannullamento della privacy, certamente verso una possibilità di
"impicciarsi" dei fatti altrui, uso un termine che non è prettamente giuridico,
che è probabilmente illimitata.
Domanda 3
Il protagonista del suo libro è Tonino l'intercettatore. Nel romanzo però compare la
figura del dottor Laconi che è il personaggio che decide effettivamente in che modo
trasmettere le informazioni ed anche in che modo queste informazioni vengono poi
utilizzate. Parliamo del livello dell'utilizzazione dell'informazione. Questa informazione
che Tonino raccoglie nel romanzo come e da chi viene utilizzata?
Risposta
La tecnica di allora consentiva un filtro maggiore perché l'ascolto era in cuffia e, con
la stenografia, lintercettazione veniva registrata e poi riscritta. Questo
procedimento dava una certa discrezionalità al materiale raccolto. Poi vi era la figura
del coordinatore, quello che doveva smistare le notizie, sapere quello che era importante
e quello che andava tralasciato. Nel libro emerge, particolare che poi corrisponde a
verità, che questo coordinatore era collegato con il Quirinale e che, attraverso il
Ministro della Real Casa, Acquarone stava creando le reti per catturare il pesce Mussolini
e per arrivare a un dopofascismo con un doppio gioco o triplo gioco, lasciando credere a
Grandi che sarebbe stato lui il successore di Mussolini e lasciando credere allo stesso
tempo a Vittorio Emanuele Orlando la stessa cosa. Quando poi usci fuori il nome di
Badoglio suscitò molte reazioni, in modo particolare negli inglesi, perché era difficile
vedere Badoglio come un afascista, il duca di Addis Abeba, quello che aveva
conquistato l'Abissinia. In Inghilterra in modo particolare, dove era stato ospite il
Negus durante il periodo della guerra d'Africa, vi era un certo tipo di mondo che rimase
sconcertato nel vedere quello che accadeva in Italia.
Domanda 4
Dal punto di vista di un uomo politico, l'informazione raccolta attraverso i servizi di
sicurezza quanto è importante per lo Stato?
Risposta
La cosa importante per svolgere correttamente la propria missione politica è avere un
grande rispetto delle leggi. La legge stabilisce che per controllare occorre un atto del
magistrato con precise motivazioni, con tempi predeterminati. È necessario filtrare bene
questo materiale e non servirsene mai nella lotta politica. Abbiamo avuto una serie di
casi eclatanti in cui è stata infranta la legge, l'ultimo dei quali che è venuto fuori
dal libro del magistrato Francesco Misiani che si chiama La toga rossa.
Misiani è stato interrogato per tre giorni su una trascrizione di un nastro che poi è
risultato inesistente. Ci sono veramente da rivedere molte regole e non è questione tanto
di scrivere diversamente le leggi, quanto di ripristinare un costume di correttezza che
altrimenti, di deperimento in deperimento, porta la politica ad essere una giungla.
Domanda 5
Come cambia invece il comportamento dell'uomo politico contemporaneo che probabilmente sa
di poter essere, almeno potenzialmente, sempre controllato?
Risposta
Questo aspetto tutto sommato è un vantaggio per il politico poiché è consapevole di non
potersi permettere certe "libere uscite" che altrimenti sarebbero immediatamente
scoperte. C'è stato un momento drammatico nella storia di questo secolo e cioè quello
vissuto da Churchill quando ebbe l'informazione che Coventry sarebbe stata distrutta.
Churchill era preso tra due fuochi: da un lato, se avesse preso delle misure per salvare
la città avrebbe scoperto le sue fonti. Gli inglesi infatti avevano degli infiltrati
presso il comando tedesco. Dall'altro, non facendo niente, Coventry sarebbe stata
distrutta. Prese la decisione di stare zitto e avvenne una "coventrizzazione",
termine che è entrato addirittura nel vocabolario per identificare la distruzione
massiccia di una città, proprio perché riteneva che fosse importante mantenere le sue
fonti. Ecco, questo fu forse il momento storicamente più difficile per decidere
sull'utilizzo di uninformazione.
Domanda 6
Lasciando da parte per un momento il problema del controllo e affrontando invece il
problema delle tecnologie della comunicazione, lei ha ricoperto per molti anni la carica
di Presidente del Consiglio e comunque sempre ruoli di primissimo piano. Come sono
cambiate nel corso degli anni le tecnologie della comunicazione utilizzate per scambiare
informazioni o per avere notizie in modo rapido?
Risposta
E cambiato tutto. Basti pensare alla leggenda che è venuta fuori sui brogli nel
referendum monarchia-repubblica. Che cosa è accaduto? Non cè stato nessun broglio,
io ero presente. Lequivoco si è creato a causa di un sistema telefonico obsoleto.
Era talmente scassato che le telefonate avvenivano con un disordine assoluto. Accadde
allora che se arrivava prima la telefonata di Siracusa che non quella di Milano, si creava
nell'immediato la sensazione che ci fosse un ritmo pro monarchia o pro repubblica che poi
cambiava e si rovesciava ogni ora in base agli effetti di questa comunicazione che sarebbe
dovuta rimanere interna ma che poi divenne pubblica a causa del numero elevato di gente
intenta a fare questi controlli. Cito questo episodio perché tutto poi è cambiato,
compreso il modo di far politica. La televisione, ad esempio, ha creato un contatto
diretto ma freddo con gli elettori. Personalmente ho una nostalgia formidabile dei comizi
che si facevano nei comuni, anche delle grandi città, in cui si poteva vedere la gente in
faccia, osservarne la reazione e cambiare tono in base alle sensazioni che trasmettevano
gli astanti. Però, detto questo, oggi abbiamo certamente delle possibilità maggiori di
esercitare in modo corretto la politica. Anche per lavorare, per scrivere, per prepararsi
i discorsi, per assistere ad un congresso, si possono avere a disposizione una quantità
di informazioni, da cui si può rimanere anche affogati, ma che consentono di vincere
veramente la superficialità. Occorre avere un metodo e anche avere molti collaboratori
perché nessuno può fare da solo tutto.
Domanda 7
Lei utilizza strumenti informatici e telematici?
Risposta
Personalmente sono legato alla scrittura manuale. Anche perché avevo sessantanni
quando fecero la loro apparizione quelle formidabili macchine con cui si poteva scrivere e
impaginare contemporaneamente. Io ero ancora reduce da macchine da scrivere in cui
bisognava mettere la carta carbone per cancellare e ci si sporcava tutti. Ho preso
talmente poco gusto a questo tipo di scrittura che ho cominciato a scrivere a mano e
continuo tuttora a scrivere a mano. Anche i miei libri sono tutti scritti a mano. Però ho
avuto la possibilità di un aggiornamento. Proprio qui in Senato il presidente
Scognamiglio organizzò delle serate di aggiornamento in cui venne un professore del
M.I.T. dal Massachusetts a spiegarci Internet che poi ci domandò se era stato chiaro. Io
dissi: "Non si offenda ma sa perché ho capito? Perché un mio nipote di 14 anni mi
ha spiegato bene come funziona la Rete. Un mio nipote con cui gioco a carte con il
computer". Il professore non si offese, anzi mi disse che è molto più semplice per
un giovanetto padroneggiare le nuove tecnologie perché per lui è tutto nuovo mentre per
noi adulti bisogna sostituire tutta una serie di norme di linguaggio precedenti che
abbiamo acquisito nel corso degli anni. Certamente Internet possiede un fascino
straordinario. Vi si può attingere una quantità illimitata di informazioni. È vero che
si può anche usare male. Però, di tutte le cose, se per il rischio di usarle male non
fossero state inventate o fossero state messe in soffitta, noi saremmo alletà della
pietra o giù di lì.
Domanda 8
Da questa utilizzazione di Internet, del computer, in compagnia dei suoi nipoti, che
impressione si è fatto delle nuove tecnologie?
Risposta
Si ha veramente la sensazione di entrare in un mondo diverso. Del resto, già con qualche
cosa che adesso può sembrare obsoleto, ovvero quei piccolissimi calcolatori da due soldi
che hanno sostituito anche la tavola pitagorica, la mia generazione si è accorta di
appartenere a un periodo tecnologicamente archeologico. Cè anche un aspetto
negativo in tutto questo: oggi siamo talmente abituati a questo continuo accavallarsi e
susseguirsi di novità che forse non ci commuoviamo più, non sentiamo più stupore. Da
bambino prendevo il tram e dal centro di Roma andavo in periferia da una mia zia solo
perché aveva una piccola radio a galena. Nel mettermi quella cuffia e sentire della
musica mi sembrava di aver fatto una specie di traversata transoceanica. Adesso, se
raccontassi questo a mio nipote, mi considererebbe ancora più mummificato di quanto non
mi considera.
Domanda 9
Si dice spesso che l'informazione è potere, che il controllo dell'informazione, la
possibilità di acquisire informazione si traduca immediatamente nella possibilità di
agire, di operare e quindi in una vera e propria forma di potere. Nellattuale
situazione in cui a volte il flusso dinformazione diventa quasi incontrollabile,
l'informazione continua ad essere potere?
Risposta
Il concetto di troppa informazione è paragonabile a quello che si può dire della luce.
Se la luce è eccessiva, non illumina ma accieca. Io credo che le informazioni non siano
mai troppe; il discrimine sta nel saper fare una selezione. La cosa importante è che le
fonti siano delle fonti che diano delle garanzie. Perché si possono inquinare, anche
tecnicamente, e si rischia di mettere in circolo uninformazione sbagliata che può
essere causa di un depistaggio. Basti pensare alla guerra con i narcotrafficanti. E
una guerra forse più complicata della guerra dei Cent'anni con cui ci seccavano durante
le lezioni di storia al liceo.
Domanda 10
Nei decenni passati una delle immagini più ricorrenti, anche nell'immaginario collettivo,
della tecnologia era forse quella della bomba atomica. Adesso nell'immaginario collettivo
la bomba, la tecnologia, usata dal punto di vista delle armi, è un po' passata in secondo
piano rispetto al calcolatore, al computer, alla tecnologia usata per la circolazione
dell'informazione. C'è un rischio nel dimenticare gli usi militari della tecnologia?
Risposta
Credo che perdere il senso dell'orrore delle armi e anche del potere di deterrenza delle
armi sia molto negativo. Abbiamo avuto una stagione, più o meno negli ultimi dodici anni,
nella quale si sono raggiunti dei risultati enormi in direzione del disarmo nucleare. Ma
poi lopinione pubblica ha perduto un po' di interesse sullargomento. Forse
recentemente c'è una ripresa ma se da un lato sembra che la gente torni ad occuparsi del
problema delle armi nucleari, dall'altro temo che ci si possa adagiare come se questi
problemi non esistessero. Molte armi nucleari esistono ancora e se non si arriva ad un
accordo di distruzione, come per le armi chimiche, chi è che avrà in futuro il diritto
di impedire ad alcuni paesi di armarsi nuclearmente? Il nostro è un sistema mondiale che
può provvisoriamente reggere ma che è un sistema di diseguaglianze sul piano
internazionale. Non si deve perdere di vista quello che chiamo lorrore delle
armi perché, altrimenti, si potrebbe tornare verso una frequenza bellica che per
fortuna è scomparsa. Nella seconda metà di questo secolo almeno di guerre mondiali non
ne abbiamo più avute. Forse perché siamo più buoni dei nostri bisnonni o trisnonni? Io
non lo credo. Le circostanze hanno voluto che la bomba atomica servisse anche, con il suo
potere distruttivo, a far sì che nessuno scatenasse poi una guerra nucleare. Esistono due
possibilità di progresso parallele: una è quella delle tecnologie, che devono camminare
e che nessuno può fermare. E l'altra è quella della educazione civico-morale
che indica una capacità di far politica sul piano internazionale capace di impedire che
si creino condizioni di pericolo per il genere umano.
Domanda 11
Il mondo della televisione in questi anni è cambiato molto. Da una situazione in cui
c'erano pochi canali e un certo tipo di comunicazione televisiva si è passati a una
situazione in cui ci è stata una moltiplicazione del numero dei canali e anche un
cambiamento abbastanza radicale dei modi della comunicazione televisiva. Come valuta
questo cambiamento? Qual è l'immagine che lei ha adesso della televisione?
Risposta
La possibilità oggi di avere il collegamento con il satellite con una scelta, non dico
illimitata, ma enorme di programmi, consente veramente di poter impostare le proprie
giornate e particolarmente le proprie serate in una maniera suggestiva, anche perché crea
un po più di problemi domestici per la scelta della trasmissione da vedere. A parte
gli scherzi c'è oggi la possibilità di una televisione migliore, basti pensare
alleducazione sanitaria o alla conoscenza delle lingue. Per quello che riguarda
invece la vita pubblica, dobbiamo abituarci a pensare che oggi il linguaggio televisivo è
un linguaggio diverso. Purtroppo, invece, molti politici hanno paura di essere semplici e
di esser considerati poco colti e allora hanno creato quel linguaggio che, detto in
bruttissima parola, si chiama politichese.
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