Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Luisa Anastopoulos

Roma, 09/11/97

"Il programma Comenius"

SOMMARIO:

  • L'intervistato inizia con il descrivere il programma "Comenius": un programma che offre la possibilità a tutte le scuole dell'Unione Europea di lavorare insieme per sviluppare progetti educativi europei (1);
  • il programma è nato conseguentemente al progetto 'Socrates' (2).
  • In Europa sono diverse le modalità con le quali ci si rapporta alle nuove tecnologie da quelle statunitensi (3).
  • I sistemi educativi dei singoli paesi europei sono pure diversi; è importante, perciò, sviluppare una mentalità in grado di aiutare lo scambio culturale tra i diversi paesi (4).
  • Molte iniziative in ambito europeo fanno pensare in maniera ottimistica rispetto all'introduzione delle nuove tecnologie nelle scuole di tutti i paesi (5).
  • Per la formazione degli insegnanti l'UE dovrebbe impegnarsi a superare problemi di ordine politico (6).
  • Il multimediale promuove la multidisciplinareità sia nella classe che nel sistema educativo; è vero anche che le novità che le nuove tecnologie apportano nel sistema educativo possono sconvolgere il nostro rapporto con la conoscenza, ma ciò è assolutamente positivo (7).

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INTERVISTA:

Domanda 1
In che cosa consiste il programma "Comenius"?

Risposta
Il programma Comenius è stato concepito dall'Unione Europea al fine di promuovere innanzi tutto la cittadinanza europea all'interno delle scuole, dando la possibilità a tutte le scuole dell'UE di formarsi in un partnerariato scolare. Ogni progetto deve coinvolgere almeno tre scuole di tre stati membri per sviluppare insieme dei progetti educativi europei. E' un'esperienza veramente unica! Le scuole si sono effettivamente interessate a quest'iniziativa e posso dirvi che fin ad ora, già in meno di tre anni, si possono contare otto mila scuole che partecipano in tutta Europa.

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Domanda 2
Com'è nato questo programma?

Risposta
Nel 1995 c'è stata l'adozione da parte del ministro dell'Educazione di un programma-quadro denominato 'Socrates'. In questo programma erano contemplati diversi capitoli riguardanti i differenti livelli didattici e da ciò abbiamo dunque pensato che per diventare o per sentirsi europei non bisognava attendere l'ingresso all'università. Bisogna avere, fin dalla più tenera età, una sensibilizzazione ed una preparazione a questa UE, per conoscere i vantaggi, le critiche, le diversità, per sviluppare una solidarietà e per rispettare questo multilinguismo. È così che per la prima volta questa possibilità ci fu data da Comenius, per le scuole e per i loro insegnanti.

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Domanda 3
A proposito dell'introduzione dei computer e dell'informatica nelle scuole, ritiene che l'Europa sia in un fase più arretrata rispetto agli Stati Uniti?

Risposta
Ritengo che l'approccio sia diverso da quello statunitense. Penso che in Europa ci siano molte iniziative e molte attività che si sono sviluppate in questi ultimi anni, ma con modalità molto diverse da quelle negli Stati Uniti. Ciò che è sicuro oggi, è che le nuove tecnologie, entrate nella vita di ogni persona, devono obbligatoriamente entrare anche nel sistema didattico per permettere ai bambini, agli insegnanti e soprattutto agli alunni, di familiarizzare con le tecnologie informatiche. La cosa importante non è solamente parlare di nuove tecnologie e utilizzare i computer, bensì mettere le nuove tecnologie al servizio didattico degli alunni.

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Domanda 4
Spesso si parla di un'Europa a due velocità relativamente all'aspetto economico. Crede che possa esserci il rischio di un'Europa a due velocità nel campo della formazione scolastica?

Risposta
Personalmente non credo che nell'ambito dell'educazione in Europa si possa parlare di due velocità diverse proprio perché i sistemi educativi sono per eccellenza molto diversificati e riflettono la tradizione, la mentalità e tutta la ricchezza culturale dei singoli paesi. Non si tratta di calcolare la qualità didattica né con lo sviluppo né con la velocità ma in altro modo, cercando di mettere in contatto tutti gli attori educativi in Europa, seppur diversi, per imparare gli uni dagli altri. Nel nostro programma Comenius e in tutte le iniziative dell'UE, in particolar modo della Commissione Europea, cerchiamo di dare la possibilità a tutti gli stati membri di partecipare, con il loro livello, con la loro velocità, con il loro programma, rispettando tutte le specificità e le particolarità. In questo senso cerchiamo di promuovere i legami tra i paesi. Possono esistere realtà più sviluppate su di un tema o su un orientamento e forse meno su di un altro e risulta proficuo lavorare insieme pur non ricercando una sterile armonizzazione al tutto. Personalmente, in quanto greca, non sono sicura degli esiti negativi per questi aspetti nei paesi leggermente sotto sviluppati. Posso dirvi che ho scoperto, in Grecia, anche nei piccoli villaggi l'utilizzo delle nuove tecnologie perfino abbastanza avanzate. La ragione è che in questi villaggi o in queste scuole c'erano degli insegnanti con una formazione molto orientata verso le nuove tecnologie, che avevano una grande volontà e passione alla partecipazione. Ecco perché non penso si possa parlare di due velocità nell'insegnamento degli stati membri.

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Domanda 5
Allo stato attuale in molti paesi europei l'introduzione delle nuove tecnologie, l'informatizzazione nelle scuole, risulta ancora abbastanza frammentaria e basata su alcuni progetti-pilota. A suo parere quanto tempo sarà necessario perché il computer nelle scuole sia una realtà concreta in tutti i paesi europei?

Risposta
Ritengo che questo sia un processo velocissimo anche considerando la rapidità con cui le nuove tecnologie progrediscono. Inoltre la Commissione europea ha dato un forte stimolo in questo ambito ultimamente, creando tra l'altro una Task force speciale per il settore multimediale. I ministri dell'Educazione a livello dell'UE hanno adottato una risoluzione per sostenere le nuove tecnologie e c'è stato un appello comune con un budget abbastanza consistente per promuovere tutto questo. Oggi c'è il progetto Comenius e penso che nei prossimi cinque o sei anni diventerà veramente una realtà. Il settore privato dà in dotazione alle scuole il materiale necessario per l'equipaggiamento. In Olanda il ministro ha preso la decisione di finanziare con il 70% un programma per tutte le scuole del paese perché l'introduzione delle nuove tecnologie sia una realtà. Questi aspetti costituiscono le basi del mio ottimismo. E sarà anche importante rassicurare gli insegnanti su queste nuove tecniche didattiche motivandoli e assicurando loro una formazione continua a loro piacimento, a loro modo, al loro livello.

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Domanda 6
Uno dei problemi più grandi quando si parla di nuove tecnologie nelle scuole, è proprio il discorso dell'aggiornamento degli insegnanti. La Comunità Europea ha fra i suoi scopi anche questo tipo di attenzione e, se sì, come ha intenzione di affrontarlo?

Risposta
La Commissione Europea ha differenti azioni per la formazione continua degli insegnanti. Prima di tutto esiste il programma Erasmus che si indirizza alle università ed ha già permesso il finanziamento e lo sviluppo di un grande numero di progetti per la formazione continua degli insegnanti. In seguito con questo programma Comenius abbiamo previsto un'azione specifica per la formazione continua, dando così la possibilità a delle istituzioni specializzate in questo campo di sviluppare progetti in comune. Finanziamo una grande parte dei seminari per questi insegnanti. Ritengo che i ministri dell'UE debbano avere come obbligo quello della promozione dei progetti per la formazone degli insegnanti, superando gli inevitabili problemi politici. Gli insegnanti dovrebbero, in ogni caso, mantenere la scelta per le modalità della loro formazione rafforzando così anche le loro motivazioni e ridimensionando la paura di dover essere costretti a lavorare con le nuove tecniche o lasciare gli insegnamenti. Io ritengo che questa alternativa sia errata perché non credo che le nuove tecnologie siano una panacea. Le nuove tecnologie devono essere al servizio dell'educazione e non il contrario.

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Domanda 7
Cosa pensa del pensiero di Papert, lo studioso americano del Mit, che ha sostenuto che il 90% della cultura che viene normalmente insegnata nelle scuole è ormai inutile? È vero che le innovazioni tecnologiche impongono un totale rinnovamento della didattica, ma anche dei contenuti dell'insegnamento?

Risposta
Dipende dalla prospettiva con la quale si analizzano le cose. E' evidente che il multimediale, in generale didattico, sconvolge e rivoluziona i rapporti educativi a livello scolare, ma ho l'impressione che tutto ciò debba svilupparsi in diverse tappe che gli insegnanti potranno scegliere nel loro settore. Il multimediale è anche molto gradevole e può promuovere la multidisciplinareità nella classe e nel sistema educativo, visto che oggi esiste una concezione della scuola in quanto facente parte della società ma che deve anche cercare un'integrazione nella vita attiva, non rimanendone isolata. Penso che le nuove tecnologie abbiano molte cose da apportare e che possono anche sconvolgere il rapporto con la conoscenza. Infatti, il multimediale offre la possibilità agli insegnanti e soprattutto agli alunni di partecipare, per non essere più passivi al processo di conoscenze, per condividere e costruire i lori progetti e per rispondere ai loro bisogni di conoscenze. Mi pare una cosa straordinaria e interessantissima ma ancora una volta non bisogna bombardare e impaurire gli insegnanti. E' qualcosa che deve venire poco a poco al loro livello.

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