INTERVISTA:
Domanda 1
In che cosa consiste il programma "Comenius"?
Risposta
Il programma Comenius è stato concepito dall'Unione Europea al fine di promuovere innanzi
tutto la cittadinanza europea all'interno delle scuole, dando la possibilità a tutte le
scuole dell'UE di formarsi in un partnerariato scolare. Ogni progetto deve coinvolgere
almeno tre scuole di tre stati membri per sviluppare insieme dei progetti educativi
europei. E' un'esperienza veramente unica! Le scuole si sono effettivamente interessate a
quest'iniziativa e posso dirvi che fin ad ora, già in meno di tre anni, si possono
contare otto mila scuole che partecipano in tutta Europa.
Domanda 2
Com'è nato questo programma?
Risposta
Nel 1995 c'è stata l'adozione da parte del ministro dell'Educazione di un
programma-quadro denominato 'Socrates'. In questo programma erano contemplati diversi
capitoli riguardanti i differenti livelli didattici e da ciò abbiamo dunque pensato che
per diventare o per sentirsi europei non bisognava attendere l'ingresso all'università.
Bisogna avere, fin dalla più tenera età, una sensibilizzazione ed una preparazione a
questa UE, per conoscere i vantaggi, le critiche, le diversità, per sviluppare una
solidarietà e per rispettare questo multilinguismo. È così che per la prima volta
questa possibilità ci fu data da Comenius, per le scuole e per i loro insegnanti.
Domanda 3
A proposito dell'introduzione dei computer e dell'informatica nelle scuole, ritiene che
l'Europa sia in un fase più arretrata rispetto agli Stati Uniti?
Risposta
Ritengo che l'approccio sia diverso da quello statunitense. Penso che in Europa ci siano
molte iniziative e molte attività che si sono sviluppate in questi ultimi anni, ma con
modalità molto diverse da quelle negli Stati Uniti. Ciò che è sicuro oggi, è che le
nuove tecnologie, entrate nella vita di ogni persona, devono obbligatoriamente entrare
anche nel sistema didattico per permettere ai bambini, agli insegnanti e soprattutto agli
alunni, di familiarizzare con le tecnologie informatiche. La cosa importante non è
solamente parlare di nuove tecnologie e utilizzare i computer, bensì mettere le nuove
tecnologie al servizio didattico degli alunni.
Domanda 4
Spesso si parla di un'Europa a due velocità relativamente all'aspetto economico. Crede
che possa esserci il rischio di un'Europa a due velocità nel campo della formazione
scolastica?
Risposta
Personalmente non credo che nell'ambito dell'educazione in Europa si possa parlare di due
velocità diverse proprio perché i sistemi educativi sono per eccellenza molto
diversificati e riflettono la tradizione, la mentalità e tutta la ricchezza culturale dei
singoli paesi. Non si tratta di calcolare la qualità didattica né con lo sviluppo né
con la velocità ma in altro modo, cercando di mettere in contatto tutti gli attori
educativi in Europa, seppur diversi, per imparare gli uni dagli altri. Nel nostro
programma Comenius e in tutte le iniziative dell'UE, in particolar modo della Commissione
Europea, cerchiamo di dare la possibilità a tutti gli stati membri di partecipare, con il
loro livello, con la loro velocità, con il loro programma, rispettando tutte le
specificità e le particolarità. In questo senso cerchiamo di promuovere i legami tra i
paesi. Possono esistere realtà più sviluppate su di un tema o su un orientamento e forse
meno su di un altro e risulta proficuo lavorare insieme pur non ricercando una sterile
armonizzazione al tutto. Personalmente, in quanto greca, non sono sicura degli esiti
negativi per questi aspetti nei paesi leggermente sotto sviluppati. Posso dirvi che ho
scoperto, in Grecia, anche nei piccoli villaggi l'utilizzo delle nuove tecnologie perfino
abbastanza avanzate. La ragione è che in questi villaggi o in queste scuole c'erano degli
insegnanti con una formazione molto orientata verso le nuove tecnologie, che avevano una
grande volontà e passione alla partecipazione. Ecco perché non penso si possa parlare di
due velocità nell'insegnamento degli stati membri.
Domanda 5
Allo stato attuale in molti paesi europei l'introduzione delle nuove tecnologie,
l'informatizzazione nelle scuole, risulta ancora abbastanza frammentaria e basata su
alcuni progetti-pilota. A suo parere quanto tempo sarà necessario perché il computer
nelle scuole sia una realtà concreta in tutti i paesi europei?
Risposta
Ritengo che questo sia un processo velocissimo anche considerando la rapidità con cui le
nuove tecnologie progrediscono. Inoltre la Commissione europea ha dato un forte stimolo in
questo ambito ultimamente, creando tra l'altro una Task force speciale per il settore
multimediale. I ministri dell'Educazione a livello dell'UE hanno adottato una risoluzione
per sostenere le nuove tecnologie e c'è stato un appello comune con un budget abbastanza
consistente per promuovere tutto questo. Oggi c'è il progetto Comenius e penso che nei
prossimi cinque o sei anni diventerà veramente una realtà. Il settore privato dà in
dotazione alle scuole il materiale necessario per l'equipaggiamento. In Olanda il ministro
ha preso la decisione di finanziare con il 70% un programma per tutte le scuole del paese
perché l'introduzione delle nuove tecnologie sia una realtà. Questi aspetti
costituiscono le basi del mio ottimismo. E sarà anche importante rassicurare gli
insegnanti su queste nuove tecniche didattiche motivandoli e assicurando loro una
formazione continua a loro piacimento, a loro modo, al loro livello.
Domanda 6
Uno dei problemi più grandi quando si parla di nuove tecnologie nelle scuole, è proprio
il discorso dell'aggiornamento degli insegnanti. La Comunità Europea ha fra i suoi scopi
anche questo tipo di attenzione e, se sì, come ha intenzione di affrontarlo?
Risposta
La Commissione Europea ha differenti azioni per la formazione continua degli insegnanti.
Prima di tutto esiste il programma Erasmus che si indirizza alle università ed ha già
permesso il finanziamento e lo sviluppo di un grande numero di progetti per la formazione
continua degli insegnanti. In seguito con questo programma Comenius abbiamo previsto
un'azione specifica per la formazione continua, dando così la possibilità a delle
istituzioni specializzate in questo campo di sviluppare progetti in comune. Finanziamo una
grande parte dei seminari per questi insegnanti. Ritengo che i ministri dell'UE debbano
avere come obbligo quello della promozione dei progetti per la formazone degli insegnanti,
superando gli inevitabili problemi politici. Gli insegnanti dovrebbero, in ogni caso,
mantenere la scelta per le modalità della loro formazione rafforzando così anche le loro
motivazioni e ridimensionando la paura di dover essere costretti a lavorare con le nuove
tecniche o lasciare gli insegnamenti. Io ritengo che questa alternativa sia errata perché
non credo che le nuove tecnologie siano una panacea. Le nuove tecnologie devono essere al
servizio dell'educazione e non il contrario.
Domanda 7
Cosa pensa del pensiero di Papert, lo studioso americano del Mit, che ha sostenuto che il
90% della cultura che viene normalmente insegnata nelle scuole è ormai inutile? È vero
che le innovazioni tecnologiche impongono un totale rinnovamento della didattica, ma anche
dei contenuti dell'insegnamento?
Risposta
Dipende dalla prospettiva con la quale si analizzano le cose. E' evidente che il
multimediale, in generale didattico, sconvolge e rivoluziona i rapporti educativi a
livello scolare, ma ho l'impressione che tutto ciò debba svilupparsi in diverse tappe che
gli insegnanti potranno scegliere nel loro settore. Il multimediale è anche molto
gradevole e può promuovere la multidisciplinareità nella classe e nel sistema educativo,
visto che oggi esiste una concezione della scuola in quanto facente parte della società
ma che deve anche cercare un'integrazione nella vita attiva, non rimanendone isolata.
Penso che le nuove tecnologie abbiano molte cose da apportare e che possono anche
sconvolgere il rapporto con la conoscenza. Infatti, il multimediale offre la possibilità
agli insegnanti e soprattutto agli alunni di partecipare, per non essere più passivi al
processo di conoscenze, per condividere e costruire i lori progetti e per rispondere ai
loro bisogni di conoscenze. Mi pare una cosa straordinaria e interessantissima ma ancora
una volta non bisogna bombardare e impaurire gli insegnanti. E' qualcosa che deve venire
poco a poco al loro livello.
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