INTERVIEW:
Domanda 1
Per prima cosa, vorrei chiederLe di introdurci la differenziazione di organizzazione
concettuale tra il tempo obbligato e il tempo vincolato.
Risposta
Noi abbiamo assunto questo modello che io ho proposto nellambito della ricerca che
riguarda il grado di vincolo che viene esercitato sul tempo, e labbiamo classificato
in 4 aree. Il tempo necessario è quello sostanzialmente necessario alla sopravvivenza,
alla riproduzione di se stessi, il tempo necessario per mangiare, dormire, vestirsi:
alcune funzioni proprio naturali della vita quotidiana. Allaltro estremo cè
il tempo libero, quello sul quale si esercita massimamente la possibilità di scelta del
soggetto rispetto allutilizzazione del tempo. Al centro ci sono queste due fasce di
tempo obbligato e tempo vincolato, che vanno tenute distinte perché nel tempo obbligato
noi consideriamo che non solo la durata di unattività è fissata dagli altri, ma
anche la sua collocazione nellarco della giornata. Tipicamente, il tempo obbligato
è costituito dal tempo di lavoro e dal tempo di studio. Se io decido di andare a scuola o
se io vado al lavoro ci vado per quel certo numero di ore e ci debbo andare in un orario
che è definito da altri. Viceversa, il tempo vincolato è un tempo nel quale si svolgono
alcune attività che, in generale, sono di durata definita da altri, ma la loro
collocazione nellarco della giornata può essere decisa abbastanza autonomamente,
sia pure con dei vincoli. Tipicamente, se si deve andare a svolgere una pratica in Comune
o andare da un medico per una visita, si può scegliere di andare o non andare; nel caso
in cui si voglia andare, si deve decidere di andare quando lo sportello del Comune è
aperto o quando il medico riceve. Quindi questa è la differenza.
Domanda 2
Rispetto a questa categorizzazione del tempo come si inseriscono le tecnologie della
comunicazione?
Risposta
Agiscono in due modi diversi perché nel tempo obbligato le tecnologie della comunicazione
agiscono rendendo questo tempo un pochino più flessibile; vale a dire: mantenendo la
durata dellattività del lavoro o della lezione di scuola, ma consentendo al
soggetto di rendere più libera e quindi più flessibile la sua collocazione nella
giornata. Ad esempio: se io faccio del telelavoro, è abbastanza noto che la durata del
mio lavoro potrà anche essere la stessa che io avrei se lavorassi in un ufficio, ma,
viceversa, io posso decidere di svolgerlo in ore che sono più comode per me. Lo stesso
discorso è valido per la teledidattica: posso decidere di assistere a quella lezione in
differita in orari per me più comodi. Quindi, per queste attività le tecnologie della
comunicazione agiscono in modo da flessibilizzare quel tipo di tempo. Sul tempo vincolato,
invece, le tecnologie della comunicazione agiscono in modo ancora più efficace: nel tempo
vincolato, in generale, trattandosi di prestazioni che si svolgono fuori casa, cè,
solitamente, anche un tempo di attesa. Allora, normalmente, le tecnologie della
comunicazione consentono di eliminare il tempo dellaccesso perché questi servizi
possano essere utilizzati da casa, come ad esempio un servizio di banca a domicilio, di
interrogazione del conto bancario svolta dal computer del proprio domicilio o
dellufficio. Queste macchine consentono di eliminare il tempo di accesso, il tempo
di attesa e, ugualmente, di flessibilizzare la prestazione rispetto al tempo. Mentre
rispetto al lavoro ed allo studio le tecnologie della comunicazione non potranno mai
essere totalmente sostitutive, rispetto, invece, ad attività come laccesso a
sportelli amministrativi ed uffici, potenzialmente, potrebbero anche essere totalmente
sostitutive in futuro.
Domanda 3
In questo senso, le tecnologie della comunicazione non finiscono per diluire, sciogliere
queste categorie e creare un unico tempo nel quale la connessione permanente
dellindividuo attraverso il telefonino, il modem, il computer, lavora anche mentre
si sposta nel treno...
Risposta
Rimangono, comunque, anche dei vincoli molto grossi su alcune attività a carattere
collettivo (tipicamente lo studio ed il lavoro), che possono anche essere rese più
individualizzate e, quindi, più flessibili. Ma esistono anche una serie di attività a
forte carattere socializzante (sono tipicamente lo studio, il lavoro, in certa misura
anche lo shopping, gli acquisti) per le quali, a mio giudizio, non è pensabile che tutte
le attività possano essere portate sulle reti e quindi essere completamente sostitutive.
Questo significa che alcune di queste attività rimarranno di carattere collettivo e
quindi vincolate da unorganizzazione temporale eteronormata, eterodiretta, cioè:
decisa dagli altri. Certamente, invece, alcune di queste potrebbero non essere più
definite dagli altri ed inserirsi, in maniera abbastanza frammentaria, nella continuità
temporale di una giornata. Questo sì, ma non per tutte le attività, ritengo.
Domanda 4
Unaltra delle categorie con cui potersi organizzare il lavoro (anche se poi, in
parte, rientra in quello che abbiamo detto) è il potenziale di sostituibilità. Che cosa
si intende?
Risposta
Anche su questo problema ho cercato di fare un ragionamento che mettesse in luce il
potenziale di sostituibilità di alcune teleattività rispetto alle attività svolte
faccia a faccia. Benché si parli di telelavoro e di teledidattica, tuttavia, il lavoro e
la didattica sono connotate da un alto grado di socialità, da una complessità tecnica
molto elevata. Ritengo sia piuttosto complesso supportare dei contenuti didattici o dei
contenuti lavorativi sulle reti, e da un grado di fruizione collettiva che comporta e
genera una serie di scambi comunicativi fra i soggetti che vivono la stessa esperienza con
ununità di tempo e di luogo. Viceversa, ci sono attività come laccesso agli
sportelli amministrativi che non possiedono, di solito, un carattere di socialità, non
prevedono nessuna fruizione collettiva ed hanno una complessità tecnica molto semplice.
In prospettiva io posso pensare che ci sia, fra 5 o 10 anni, la banca virtuale o lo
sportello della pubblica amministrazione virtuale, ma non posso sinceramente pensare che
tutto il lavoro e tutto lo studio siano virtualizzati. Analizzando le tavole si vede che,
innanzitutto, i 10 gruppi di stile temporale possono essere raggruppati in 3 grandi fasce:
coloro che hanno poco tempo, coloro che hanno il tempo giusto, coloro che hanno molto
tempo. Per valutare il rapporto tra gli stili di uso del tempo e le tecnologie della
comunicazione per noi è particolarmente interessante analizzare coloro che hanno poco
tempo. Questo perché una delle ipotesi alla base della ricerca era capire quanto
luso ed il ricorso alle tecnologie della comunicazione fosse motivato dalla
scarsezza di tempo, sia come dato reale, sia come dato percepito. Allora, rispetto a
questo problema si nota chiaramente che la categoria di coloro che vengono chiamate le
"persone col doppio ruolo" (la categoria di donne che hanno sia il lavoro per il
mercato, sia impegni famigliari), sia, in assoluto, la categoria che possiede minor
quantità di tempo. Segue la categoria che è chiamata "dei compressi", che sono
persone in carriera, le élites intellettuali, professionali, economiche e politiche di un
paese, e che hanno una vita assolutamente piena di impegni, per le quali il tempo libero
è molto scarso ed il tempo vincolato è molto. Quindi, queste categorie si distribuiscono
in modo molto differenziato nei diversi stili di gruppi temporali, anzi li caratterizzano.
Domanda 5
E la percezione del tempo come vincolo?
Risposta
La percezione del tempo come vincolo è anchessa correlata a questa scarsità di
tempo libero, comè ovvio; anzi, dalle indagini risulta perfino una cosa un po
paradossale: essendo stata posta la domanda in modo un po ambiguo ("per lei il
tempo costituisce un problema?"), hanno risposto di sì anche alcuni gruppi temporali
che hanno troppo tempo libero. Le persone, in questo caso, percepiscono il tempo come
problema non in quanto vincolo dal quale liberarsi, ma in quanto, piuttosto, risorsa che
non riescono ad utilizzare. Però, togliendo questo margine di ambiguità, in realtà, la
percezione del tempo come tempo fortemente vincolato è molto parallela e molto correlata
al dato di fatto reale: di avere poco tempo libero, molto tempo vincolato e addirittura
obbligato.
Domanda 6
Mi sembra, però, che non si tenga conto del fatto che la gente abbia moltissimo tempo e
non sa come spenderlo!
Risposta
In realtà, dallesposizione che è stata fatta degli stili temporali, questo aspetto
risulta molto bene. Si tratta di persone che sono o ritirate dallattività
lavorativa, oppure non vi sono ancora entrate: sono o anziani o giovani; mentre la fascia
di età produttiva è ovviamente più sensibile al vincolo del tempo. Si tratta spesso di
persone che vivono in piccoli centri, poiché la dimensione della città genera
occupazione del tempo; basti pensare alle necessità degli spostamenti. Se si guarda, poi,
alla mappa degli stili del tempo si vede in modo chiaro che, sostanzialmente, circa un 45%
della popolazione vive il problema di come utilizzare il tempo vuoto, piuttosto che di
ottimizzare il tempo troppo pieno.
Domanda 7
Ci sono delle possibilità perché queste persone utilizzino il proprio tempo? Le nuove
tecnologie possono essere utili?
Risposta
Certamente. Io mi sono concentrata su coloro che hanno poco tempo perché la mia ipotesi
era che la scarsezza di tempo, sia reale, sia percepita, fosse correlata
allutilizzazione dei servizi di telecomunicazione. Quello che si vede è che le
persone che hanno molto tempo sono un po più propense ad utilizzare i servizi di
telecomunicazione a fini di entertainment, intrattenimento; quindi, di uso di un tempo
libero, vuoto. Mentre, le persone che hanno a disposizione poco tempo sono, ovviamente,
più propense ad utilizzare dei servizi in funzione sostitutiva di attività svolte faccia
a faccia, con lobiettivo di risparmiare del tempo: questa è la distinzione grossa.
Gli indici di concentrazione parlano chiaro: si vede benissimo che gli indici di
concentrazione sono tutti più elevati nelle fasce che hanno pochissimo tempo. Però,
appunto, io ho cercato anche di analizzare altre variabili rispetto al tempo perché
questa dimensione del tempo spiega alcuni fenomeni, ma non tutto.
Domanda 8
Il telelavoro è molto poco adoperato come stile di lavoro, mentre linteresse è
alto.
Risposta
Linteresse è molto alto. Questo è un dato che ci ha stupito, perché fino a
qualche anno fa solo la parola telelavoro suscitava alcune reazioni molto negative, oppure
reazioni puramente utopiche, come: "staremo tutti a casa, non ci muoveremo più"
(che sono assolutamente illusorie). Oppure, reazioni molto negative, come: "la gente
sarà tutta chiusa in casa, non si incontrerà più, il lavoro invece è un grande
strumento di socializzazione, non bisogna toglierlo alla gente e soprattutto alle
donne". Oggi esiste una concezione del telelavoro molto più meditata, che assume il
telelavoro per quello che è, o perlomeno, per quello che potrebbe essere: uno strumento
per flessibilizzare la prestazione di lavoro e per restituire alle persone un po
più di controllo sullorganizzazione temporale della propria giornata. Naturalmente,
raggiungere questo obiettivo risulta abbastanza complesso tecnicamente, organizzativamente
e socialmente; però è un obiettivo entrato nella testa della gente. Io credo che questa
sia la motivazione di una risposta, tutto sommato, molto positiva, alla prospettiva di
telelavorare rispetto ad una realtà che ancora oggi è molto, molto ridotta. Al
telelavoro si rivolgono le persone che hanno poco tempo, quindi le "compresse";
poi le cosiddette "doppio ruolo", che è un gruppo prevalentemente femminile;
poi i cosiddetti "dinamici", i giovani che già oggi usano molto le tecnologie,
che navigano su Internet, e che non hanno nessun pregiudizio rispetto al telelavoro, anzi,
pensano che potrebbe dar loro una maggiore flessibilità. Quindi, cè di nuovo una
correlazione positiva con la cultura e con il reddito perché, in fondo, sono solo queste
fasce già un po privilegiate che cercano di cogliere i vantaggi delle nuove
tecnologie.
Domanda 9
Fra i servizi innovativi più desiderati ci sono il telelavoro, l'home banking e poi lo
sportello della pubblica amministrazione o postale. Perché questi servizi?
Risposta
Anchio mio sono un po stupita, ma forse cè una specie di intuizione del
fatto che questi siano obiettivi più velocemente raggiungibili. Nella cultura comune si
sa che, comunque, la banca e la pubblica amministrazione trattano informazioni e che,
quindi, lì è più facile una sostituzione con le tecnologie. Tutti coloro che vanno in
banca vedono che il bancario si serve di un computer, ha un monitor sulla scrivania, ed
intuitivamente pensano di poter avere un computer sulla propria scrivania per svolgere lo
stesso servizio direttamente da casa. Si parla molto anche della necessità di ammodernare
la pubblica amministrazione, di metterla in rete. Al telelavoro, evidentemente, si pensa
con più cautela, perché si sa che è un poco più difficile ottenerlo. Anche in questo
caso le donne esprimono interesse per i teleservizi di tipo bancario e di tipo
amministrativo, probabilmente perché (questo è un risultato di ricerche svolte negli
anni 80 ormai consolidato) nelle famiglie le donne sono gli intermediari tra i
bisogni della famiglia e lapparato esterno dei servizi. Mediamente sono più le
donne che gli uomini che vanno in comune, alla banca, alla USL, alla scuola dei bambini e
che, quindi, mediano fra i bisogni della famiglia e lapparato dei servizi esterni.
Anche in questo caso, le donne con doppio ruolo esprimono una preferenza perché questi
servizi possano diventare dei teleservizi.
Domanda 10
A proposito di donne, mi incuriosce il fatto che, rispetto alla dotazione tecnologica,
sono più del doppio dellutenza per quanto riguarda il collegamento a Internet ed
anche per quanto riguarda il possesso del telefono cellulare. Esiste una differenziazione
di genere forte?
Risposta
La differenziazione di genere nelluso della tecnologia ha una dimensione essenziale;
esistono molti studi compiuti negli anni 80, proprio quando ha cominciato a
diffondersi linformatica, che esprimevano, alla base, levidenza che le donne
sono coloro che maggiormente usano il PC nellambiente di lavoro. Questo perché
svolgono dei lavori spesso di carattere esecutivo, di tipo segretariale, che richiedono
lutilizzo del PC; viceversa, usavano meno il computer in casa. Oppure, ancora, si
evidenziava che la facoltà di matematica è una facoltà fortemente femminilizzata e la
facoltà di ingegneria è una facoltà con scarsissima presenza femminile. Allora, sui
motivi di questa perdurante distanza delle donne dalla tecnologia sono stati compiuti
molti studi e riflessioni negli anni80, sia di carattere economico-sociale (cioè le
donne hanno comunque minor reddito, minor titolo di studio e quindi minor motivazioni ed
occasioni di utilizzare questi strumenti), a spiegazioni molto innovative come quelle, per
esempio, di tipo psico-sociale fornite a metà degli anni 80 da Evelyn Fox Keller,
che riguardano, invece, il tipo di socializzazione che precocemente viene data alle donne,
alle bambine, che è più orientata verso il rapporto con le persone piuttosto che verso
rapporto con gli oggetti e la realtà fisica. Senza entrare in modo approfondito in questo
dibattito che è molto complesso e che ha dato risultati molto importanti, noi, qui,
abbiamo potuto verificare che questa distanza continua ad esserci, poiché le donne, nei
diversi gruppi caratterizzati dalla presenza femminile, pur dichiarando di tendere ad un
risparmio di tempo, pur dichiarando di usare il telefono per risparmiare tempo, non
sembrano individuare la stessa possibilità nelluso del PC; si tengono ancora
abbastanza lontane dal PC, per non parlare di Internet, che sembra un oggetto ancora molto
lontano.
Domanda 11
Quali sono i motivi?
Risposta
Mi sembra di poter capire che la tecnologia alla quale noi facciamo riferimento non è una
tecnologia uniforme, si articola in almeno tre fasce. Esiste un tipo di tecnologia che
consiste negli apparati: le antenne paraboliche, lo stesso telefono cellulare, il decoder
della Pay TV che non richiede nessuna interazione da parte dellutente. Il telefono
cellulare, praticamente, non viene percepito come un servizio innovativo, ma come un
apparato innovativo: si usa come il telefono normale, salvo premere un tasto in più; non
richiede nessun tipo di apprendimento. Lantenna parabolica e il decoder, in realtà,
non si vedono, funzionano da soli. Una prima soglia è rappresentata dal Personal
Computer, il quale richiede un livello di interazione maggiore e un apprendimento
maggiore. Per quanto riguarda questo strumento le donne sembrano non avere né tempo, né
voglia, particolarmente, di imparare, salvo le più giovani. Il terzo livello è quello di
Internet, che richiede ancora più interattività; e richiede non solo di saper usare uno
strumento, ma di saper usare, addirittura, un intero sistema concettuale che è quello del
browsing: dellandare a cercare le informazioni nella vastissima biblioteca
costituita da Internet. Qui cè una prevalenza, non solo maschile, ma giovanile.
E interessante vedere che noi, adesso, abbiamo solamente potuto sfiorare in
superficie come agiscono i due fattori genere e generazione nelluso delle
tecnologie, con lipotesi che, man mano che aumenta il grado di interattività che
questi apparati richiedono, la propensione sia più legata alla generazione che al genere.
Questa, però, è unipotesi tutta da verificare.
Domanda 12
Rispetto al fatto che il passaggio della generazione finirà per annullare questa
variabile, qual è la sua prassi?
Risposta
Lipotesi interessante da verificare potrebbe essere che la distanza che esiste oggi
rispetto alla tecnologia fra una donna di ventanni e una donna di
cinquantanni, è maggiore della distanza che cè fra una donna di
ventanni e un ragazzo di ventanni e che, parallelamente, la distanza presente
fra un ragazzo di ventanni ed un uomo di cinquantanni che non sia un addetto
ai lavori -cioè, che non sia una persona che si occupa di Information Technology-, sia
più forte della distanza fra lui di ventanni e una sua compagna di università di
ventanni. Si tratta però di unipotesi da verificare. Se così fosse, vorrebbe
dire che con landare avanti delle generazioni la tecnologia si consolida ed entra
nel costume comune superando, quindi, la barriera del genere.
Domanda 13
Rispetto alla situazione attuale si può esprimere un giudizio, una valutazione?
Risposta
I ricercatori non devono esprimere i giudizi, devono cercare di leggere i fatti e, ripeto,
rispetto a questa perdurante distanza che le donne mettono fra sé e la tecnologia, si
possono tentare delle spiegazioni. Una delle spiegazioni è nelloggetto stesso della
ricerca: spesso non hanno il tempo per dedicarvisi. Tra un uomo ed una donna di
trentanni e ambedue in condizioni di doppio ruolo, cioè di lavoro per
lesterno e ruolo famigliare, come risulta dai dati della nostra ricerca, il tempo
disponibile che hanno le donne è molto più basso di quello che hanno gli uomini. Quindi,
limparare ad usare il PC o il curiosare su Internet è probabilmente una cosa per la
quale non hanno tempo. Però, è noto (e su questo io non esprimo nessun giudizio, ma
prendo atto delle molte ricerche che sono state fatte, alcune anche da me stessa negli
anni 80) che rimane un disinteresse e una specie di timore della tecnologia, un
senso di spersonalizzazione che nasce fin dalladolescenza. Esperimenti compiuti
nelle scuole dimostrano che ragazzini, maschi e femmine, di tredici - quattordici anni
messi davanti al computer, imparano ad usarlo impiegando lo stesso tempo; ma le ragazzine
sono meno interessate e comunque lo usano in maniera molto diversa. Anche qui si potrebbe
entrare un po più nel merito: per esempio, i ragazzi lo usano più per fare dei
giochi competitivi fra di loro, le ragazzine lo usano più per fare del lavoro cooperativo
fra di loro: per fare il giornale di classe, per scrivere una ricerca insieme. Queste
differenze sono state analizzate e sono molto interessanti. Poi, con landare del
tempo, si verificano questi casi strani di donne, ragazze che stanno davanti al PC tutto
il giorno e poi tornano a casa e non hanno più voglia di mettersi davanti al PC, mentre
è noto che ci sono dei ragazzi fra i venti ed i trentanni che lavorano tutto il
giorno con il PC (per esempio, lavorano per costruire pagine Internet), poi tornano a casa
e si rimettono davanti al PC perché si divertono. Queste differenze, come dicevo
allinizio, sono spiegabili in vario modo. Nessuno le ha mai spiegate con la pura
biologia perché non esiste il gene dellInformation Technology nella genetica,
almeno finché non lo scoprono. Per adesso sono state spiegate con la differente
impostazione che si dà in età molto precoce a maschi e femmine, e che poi ha tanti
stereotipi; ai bambini si insegna a giocare col trenino, quindi si insegna a giocare con
uno strumento esterno del mondo reale, alle bambine no. Queste sono, in gran parte, le
spiegazioni.
Domanda 14
Prima ha accennato alla Home Banking, al telelavoro e ai servizi. Non avete considerato il
lotto automatizzato, la schedina del totocalcio?
Risposta
Sono dei dettagli, molto specifici. In una fase ulteriore della ricerca ci dedicheremo
anche a questi; non si tratta di servizi utilitari che servono a fare risparmiare tempo,
ma sono servizi che, caso mai, occupano il tempo. Nei servizi di intrattenimento viene
considerata la televisione e laudio, laudiovisivo in tutte le sue forme: Pay
TV, Video on Demand, e così via; vengono considerate le News, le notizie: di vedere sul
PC o sul televisore delle notizie dellultima ora, oppure le notizie e gli orari dei
treni e anche i giochi, sia quelli competitivi, sia i giochi a premi (la lotteria, le
scommesse e così via).
Domanda 15
Un breve commento sulla dotazione tecnologica: notavo che, per quanto riguarda il PC
collegato in Internet, coloro che possiedono il titolo di scuola media superiore hanno la
percentualità più alta rispetto ai laureati e lo stesso accade per il possesso del
telefono cellulare. Comè possibile?
Risposta
Una possibile spiegazione può essere cercata nellesistenza dei nuovi
mini-imprenditori di Internet, che sono ragazzi in possesso del diploma di scuola media
superiore, che fanno pagine HTML, sviluppano nuovi piccoli servizi; poi, può essere
spiegato di nuovo con la disponibilità di tempo. Un laureato, normalmente, si inserisce
velocemente nel mondo del lavoro e, a quel punto, normalmente, ha una vita di lavoro
abbastanza intensa. Il collegamento ad Internet è una delle cose più "time
consuming" che esistano: se una persona si mette davanti al PC e comincia a navigare
su Internet, facilmente passa delle mezzore senza accorgersene. Allora, è possibile
che questa differenza passi anche per una disponibilità oggettiva di tempo.
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