| INTERVIEW:Domanda 1Quali sono le diverse professionalità che si sono venute a creare nel
        settore della computer grafica?
 RispostaCi sono delle professionalità specifiche che sono legate all'industria
        dell'audiovisivo, che in generale possiamo chiamare anche industria
        dell'intrattenimento. In questo ambito abbiamo degli animatori 3D, una
        figura professionale del tutto nuova. Abbiamo degli esperti in effetti
        speciali che hanno un ruolo non solo nella post-produzione, ma seguono
        ormai tutta la produzione del filmato o del prodotto video. Poi abbiamo,
        sempre legato all'intrattenimento, un "mestiere" che si sta
        affermando, che è quello di creatore di videogame, di game designer.
        All'interno della produzione di videogame ci sono alcune figure
        professionali molto specifiche decisamente nuove, a metà tra il
        designer e il programmatore. Ad esempio, lo stesso game designer per
        certi aspetti è un progettista nel senso che è anche un creatore di
        contenuti. Deve infatti conoscere la storia e la struttura del gioco, i
        livelli, e tutta una serie di caratteristiche proprie del contenuto e
        del soggetto. E poi deve comunque conoscere la programmazione perché
        non può creare dei giochi che poi non siano realizzabili, quindi tutto
        ciò che crea deve essere già posizionato all'interno della tecnologia
        per cui è pensato.
 
 Domanda 2In cosa si differenzia il linguaggio della computer grafica da quello
        della grafica tradizionale?
 RispostaDipende molto dal settore per cui si lavora. In generale possiamo
        dire intanto si tratta di produzione di immagini di sintesi che non sono
        mai state create precedentemente. Un'immagine di sintesi è un'immagine
        che si può ottenere soltanto attraverso un programma che esiste sul
        computer, quindi sono immagini che nascono in un ambiente digitale e non
        sono realizzabili con nessun altro strumento. Questa è già una
        tipologia interessante, una produzione di immagini in modi o con
        strumenti completamenti nuovi. E' come quando nella storia dei media si
        è scoperta la fotografia e poi si è cominciato ad estenderne
        l'utilizzo. All'inizio la fotografia veniva usata per fare dei ritratti,
        quindi come analogo della pittura, poi pian piano, a forza di
        sperimentazione e ricerca, ha trovato una sua collocazione come media
        specifico, e si è caratterizzata per la possibilità di realizzare
        delle immagini in modo totalmente innovativo. Il discorso della
        differenziazione è legato a dei settori applicativi legati ai nuovi
        media. Quindi abbiamo delle applicazioni che riguardano la
        multimedialità, la produzione di programmi interattivi online e off
        line. Quello che differenzia molto e che caratterizza la formazione
        delle persone nell'ambito della computer grafica è anche la competenza
        nel campo della programmazione.
 
 Domanda 3Quali sono i fattori che influenzano la codificazione linguistica
        all'interno dei nuovi mezzi digitali?
 RispostaAbbiamo degli elementi che sono decisamente innovativi e sono comuni ai
        media interattivi online e offline, come ad esempio proprio l'elemento
        dell'interattività che è quello che determina maggiormente il distacco
        rispetto ai media tradizionali. L'interattività non è soltanto una
        funzione, evidentemente deve diventare anche una possibilità
        espressiva. Se io ad esempio creo un'animazione tradizionale e mi pongo
        il problema di creare una animazione interattiva devo avere a che fare
        con l'elemento della linearità. Solitamente siamo abituati a vedere
        nell'ambito dell'animazione o del video un processo lineare: un video
        inizia in un determinato punto e poifinisce. Al massimo posso
        interromperlo, metterlo in pausa. L'interattività mi determina dei
        tempi e delle modalità di fruizione completamente diversi che possono
        diventare delle possibilità espressive e produrre delle innovazioni
        anche nell'ambito del linguaggio. Poi abbiamo degli elementi legati
        specificatamente alla multimedialità. La multimedialità non sempre
        diventa un linguaggio. Anzi, attualmente spesso e volentieri si riduce
        più che altro a una possibilità tecnica o all'utilizzo di una
        strumentazione. Perché diventi un linguaggio dovremmo riflettere su
        quello che vuol dire veramente lavorare e estrarre gli elementi
        specifici della multimedialità. Ad esempio, non è detto che in un
        prodotto multimediale bisogna usare tutti i media ottenendo certe volte
        una cacofonia tremenda. Una maturità e un aspetto anche evolutivo
        nell'ambito della multimedialità potrebbe essere la scelta di
        utilizzare certi media e non altri. Ad esempio il suono e le fotografie
        perché bisogna sempre usare a trecentosessanta gradi tutte le
        possibilità, appunto, di trattamento immagine o di creazione di media
        di cui disponiamo adesso. Quindi io vedo una possibilità di evoluzione
        del linguaggio della multimedialità nella scelta e nella consapevolezza
        del messaggio che si vuole comunicare. Un terzo elemento, che non è per
        nulla indifferente, è l'elemento della tipologia di immagini. Oggi
        abbiamo dei programmi di trattamento immagine o, per esempio,
        nell'ambito del video digitale, dei programmi di composizione che ci
        consentono di ottenere degli effetti, delle immagini, che erano
        assolutamente impensabili fino a poco tempo fa. Quindi ci sono delle
        possibilità di lavorare sul segno e sulle caratteristiche delle
        immagini che sono veramente innovative e possono diventare dei
        contributi creativi originali. E poi non dimentichiamoci mai che,
        parlando di nuovi media, ormai siamo in grado di creare un prodotto
        digitale dall'inizio alla fine e di riprodurlo senza passare attraverso
        dei medium di tipo analogico. E questo ci crea comunque un contesto di
        creazione e sperimentazione qualitativamente molto diverso.
 
 Domanda 4Non c'è il rischio che le potenzialità di questi nuovi mezzi che
        aumentano di continuo prendano un po' la mano a chi poi ne fa uso?
 RispostaCerto che prendono la mano, mi sembra inevitabile. È un dato di fatto.
        Prendono la mano perché si rimane affascinati dalle possibilità
        tecniche e si cerca di sperimentarle. Sono certa che le nuove
        possibilità espressive nasceranno da una sperimentazione cosciente
 
 Domanda 5Si può affermare che i linguaggi che si vanno codificando sui media
        digitali sono molto più fluidi di quelli tradizionali?
 RispostaSì, assolutamente. Sono molto più fluidi e sono molto più plasmabili.
        Una conseguenza diretta della digitalizzazione, della possibilità di
        non utilizzare più dei supporti cartacei o, nel caso del video, dei
        supporti analogici, porta in un certo senso ad una maggiore fluidità
        delle immagini. Quindi alla possibilità, ad esempio, di usare delle
        immagini che sono sincronizzate ad una musica, ad altre immagini in
        movimento. L'immagine in movimento sta assumendo un'importanza
        trasversale in tutti i media. Per esempio nei siti Internet abbiamo
        degli elementi in movimento che sono piccole animazioni, simboli grafici
        in movimento o banner o comunque elementi che non si possono definire
        delle vere e proprie animazioni. Abbiamo poi una strutturazione invece
        di vere e proprie animazioni e contributi video sempre più importanti e
        sempre più integrati all'interno della comunicazione.
 
 Domanda 6John Lasseter, regista e animatore del film Toy Story, sembra promuovere
        nel campo dell'animazione tridimensionale una visione in cui non c'è
        soluzione di continuità tra l'animazione tradizionale e l'animazione
        3D, legate tra loro da una forza della storia estremamente presente. È
        l'unica visione possibile o le immagini in 3D hanno un loro diverso
        linguaggio specifico?
 RispostaNell'animazione 3D possono confluire sia degli aspetti di animazione
        tradizionale per cui si può far muovere il personaggio così come si
        muoveva un personaggio disneyiano, che è quello che fa Lasseter e che
        va benissimo, però ci sono degli aspetti specifici del 3D sui quali si
        può anche costruire e si possono tentare delle formule espressive di
        tipo completamente diverso e molto più specifico. Ad esempio ci sono
        stati degli animatori francesi che hanno fatto delle sperimentazioni
        utilizzando anche dei difetti del 3D, come può essere per esempio la
        compenetrazione dei solidi, giocando sulla compenetrazione dei solidi
        che normalmente è uno spauracchio di tutti gli animatori 3D perché una
        compenetrazione è un difetto tremendo. Però, assunto tale difetto come
        linguaggio, si è ottenendo coscientemente, intenzionalmente, un gioco
        molto divertente. Non mi riconosco nella lettura di Lasseter perché
        comunque l'animazione, la modellazione e l'animazione in 3D hanno delle
        caratteristiche completamente innovative e diverse sulle quali bisogna
        veramente lavorare e sperimentare. Nel 3D siamo noi che troviamo delle
        caratteristiche ai solidi. I solidi che creiamo sono modelli virtuali.
        Siamo noi che determiniamo come si deve poi comportare il solido o
        l'oggetto, il modello. Se per esempio deve avere delle caratteristiche
        di peso di gravità, saremo noi che dobbiamo costruirgliele
        artificialmente. Altrimenti possiamo assolutamente non attribuirgli
        nessun modello, nessuna forma di comportamento che di solito è
        connaturata a quell'oggetto o quel solido. Una animazione 3D può
        passare in tempo reale da un solido modello a cui sono attribuite le
        caratteristiche di peso, di gravità che simulano quelle degli oggetti
        reali, a delle caratteristiche di assenza di peso, di gravità, di
        compenetrazione e via discorrendo. Quindi abbiamo una dimensione
        spaziale completamente innovativa. Anche, ad esempio, rispetto allo stop
        motion. Chi si occupa tradizionalmente di animazione di oggetti o di
        pupazzi sa benissimo qual è la differenza tra uno spazio reale di un
        set di stop motion che comunque presenta dei vincoli dati dalle
        dimensioni reali e quello che invece è lo spazio virtuale di una
        animazione 3D.
  
 Domanda 7Le animazioni 3D e le forme di realtà virtuale hanno cambiato la
        percezione dello spazio visivo reale?
 RispostaIo penso di si. È più difficile però capire come. Non credo che
        l'abbiano cambiata in modo molto importante a livello di percezione
        diffusa. Penso che però chi ha dimestichezza con questo tipo di
        produzione virtuale comincia effettivamente a presentare degli elementi
        percettivi diversi. Per esempio, uno degli effetti della
        tridimensionalità e della costruzione di oggetti e modelli
        tridimensionali è quello di farci sentire l'immaterialità dello
        spazio, quindi anche vivere gli spazi dell'ambiente in cui viviamo con
        una maggiore immaterialità. La conseguenza può essere una
        virtualizzazione dello spazio che si traspone anche nella vita reale.
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