| INTERVIEW:Domanda 1Quale ruolo può avere il computer nella didattica?
 RispostaPuò avere moltissime utilizzazioni. Naturalmente la cosa importante è che si integri al
        curriculum, che non sia un elemento distaccato dal resto della formazione. Quindi va
        studiato molto bene in rapporto al programma e alla materia in cui lo si vuole inserire. E
        poi ci sono, ovviamente, delle variazioni in base all'età e in base all'esperienza che
        gli alunni hanno già oppure non hanno con il computer. Con i bambini più piccoli verrà
        utilizzato soltanto qualche volta per fare disegni, per stampare un testo che si è
        scritto, per familiarizzare con la tastiera, mentre con i ragazzi più grandi può essere
        utilizzato per fare delle ricerche, per fare dei calcoli, per scrivere dei testi, per
        mandare delle e-mail ad amici e ad altre scuole. Si può fare anche una conferenza in
        diretta; non c'è che l'imbarazzo della scelta.
 
 Domanda 2A che età un bambino può avvicinarsi al computer per divertirsi ma anche per imparare?
 RispostaAnche un bambino del primo ciclo delle elementari può avere la curiosità di esplorare la
        tastiera, di vedere che cosa può fare, appunto, sul video premendo alcuni tasti.
        Tuttavia, pensando alla globalità degli alunni, sicuramente il secondo ciclo delle
        elementari è più adatto. E si può iniziare con piccole cose perché naturalmente
        all'inizio il bambino deve conoscere lo strumento, deve capire come lo si utilizza, deve
        acquisire anche una certa competenza. I bambini mostrano una grandissima motivazione. Io
        sto seguendo un esperimento da tre anni, iniziato in terza elementare e adesso arrivato
        fino in quinta. I bambini di questo nucleo sperimentale sono molto attratti dal computer e
        da quello che si può fare e vedere anche attraverso il computer. I bambini sono
        estremamente curiosi soprattutto nei confronti degli ipertesti, quindi si sentono spinti a
        esplorare, navigare attraverso il computer. Tutto questo però loro tendono a farlo come
        se si trattasse di un videogioco. Quindi ci vuole l'azione dell'insegnante che li
        indirizza e che poi collega questa esperienza allo studio. Questo non significa che si
        debba tralasciare il libro o la scrittura a mano. Questi elementi devono rimanere, anche
        perché sono vicini alla biologia del bambino, però a fianco può esserci il computer che
        va usato progressivamente, con moderazione, in rapporto all'età e non deve assorbire
        troppo tempo. C'è anche una questione fisica da tenere in considerazione: i bambini non
        si devono stancare stando troppo a lungo di fronte ad un video e ci sono una serie di
        accorgimenti da prendere però sicuramente le nuove generazioni dovranno lavorare sempre
        di più con questo strumento, quindi devono conoscerlo in tutte le sue potenzialità.
 
 Domanda 3Che cosa affascina il bambino quando si trova di fronte a un computer? Quali sono gli
        elementi più interessanti e su cosa può puntare un insegnante?
 RispostaMolti programmi sono basati sull'immagine e naturalmente l'immagine attira moltissimo,
        anche perché poi sono immagini colorate e a queste immagini sono abbinati dei suoni. Per
        non parlare poi degli ipertesti che costituiscono una specie di avventura. Ci sono dei
        percorsi guidati, immagini molto affascinanti e tutto questo ovviamente attira. Ma anche
        la possibilità di creare qualcosa direttamente è molto importante, cioè costruire dei
        testi, poter fare dei disegni, delle ricerche e potere anche comunicare con una classe di
        bambini che si trova da tutt'altra parte, oppure fare il giornalino di classe. I bambini
        possono imparare molte cose sul computer. Molto rapidamente possono rendersi conto di come
        lavorano i vari programmi e tutto questo può avvenire sotto una forma giocosa in classe,
        in gruppo, purché l'insegnante sia preparato. Ci vogliono insegnanti preparati che
        abbiano una conoscenza abbastanza approfondita del computer, perché quando si verifica un
        problema bisogna anche saperlo superare rapidamente, altrimenti si perde una gran
        quantità di tempo.
 
 Domanda 4Per quanto riguarda il rapporto e la comunicazione fra ragazzi, come il computer può
        essere utile?
 RispostaPuò essere un pretesto per socializzare. In genere i bambini lo utilizzano, perlomeno a
        scuola, sempre in due o tre insieme. C'è sempre un gruppetto di bambini intorno al
        computer quando c'è un computer in classe e quindi non ci sono controindicazioni dal
        punto di vista della socializzazione, a meno che il bambino lo utilizzi da solo in casa e
        ci trascorra ore e ore. In questo caso il computer assume il valore di una fuga dalla
        realtà, come può capitare a volte, o perché il ragazzo ha dei problemi personali o
        perché si abitua troppo a quel linguaggio. Il computer viene usato molto per i
        videogiochi e il bambino si abitua ad avere tante gratificazioni, piccole soluzioni,
        diciamo "virtuali" che gli danno molta soddisfazione e allora può, se esagera,
        preferire questo tipo di gratificazioni a quelle che può ottenere nel mondo reale che gli
        appare come più complicato e meno sotto controllo rispetto invece ai risultati che può
        avere con i videogiochi. Quindi i bambini vanno sorvegliati, il computer non deve essere
        utilizzato senza assistenza. Bisogna seguirli e gli adulti devono aggiornarsi e conoscere
        il mondo delle nuove tecnologie.
 
 Domanda 5Dunque è questo è il consiglio che lei darebbe per utilizzare il computer in famiglia?
 RispostaBisogna che anche gli adulti lo conoscano perché, attraverso il computer, si possono fare
        molte cose utili, positive, ma anche molte altre negative. Pensiamo solo ai videogiochi.
        Ce ne sono di istruttivi, di educativi, ci sono videogiochi basati sulla simulazione che
        possono insegnare molto al bambino, aiutarlo a sviluppare la propria immaginazione, farlo
        diventare, per esempio, un personaggio che gira nell'antica Roma, oppure nella New York
        contemporanea. Ci sono dei videogiochi attraverso cui si impara, divertendosi. Si impara
        la geografia, si impara a costruire una città e a capire tutte le esigenze che ci sono
        per farla funzionare. Ma ci sono anche dei videogiochi ripetitivi, scarsamente
        intelligenti e su cui non vale la pena di perdere troppo tempo e dei videogiochi violenti.
        I videogiochi violenti possono essere pericolosi soprattutto perché danno un'immagine
        estetizzante della violenza. La violenza in quei videogiochi sembra bella, sembra facile,
        e soprattutto poi non si vedono le conseguenze negative. E questo è diseducativo. Quindi,
        sapere cosa fa nostro figlio con il computer è molto importante.
 
 Domanda 6Dunque, seguirlo anche quando naviga su Internet?
 RispostaAnche quando naviga su Internet, anche solo perché non perda troppo tempo. Bisogna fargli
        capire fin dall'inizio che c'è moltissima spazzatura ed è inutile seguire tutto. È
        meglio andare direttamente al sito che ci interessa. E poi ci sono anche dei siti
        pericolosi che non è il caso di frequentare ad una determinata età. Come noi educhiamo i
        nostri figli a orientarsi nel mondo, per strada, così dovremo educarlo ad orientarsi in
        questo mondo virtuale che presenta tante possibilità di strumentalizzazione. Pensiamo a
        quel film "nemico pubblico", che è attualmente in circolazione, dove un gruppo
        di giovani, che non sono dei ragazzini però sono dei giovani, lavorano per un ente di
        stato che fa dello spionaggio. Questi giovani non si chiedono che cosa stanno facendo.
        Sono talmente sedotti dal piacere di usare questi strumenti, queste tecnologie così
        avanzate, così potenti, che si lasciano strumentalizzare completamente. Se noi inseriamo
        queste tecnologie così potenti a scuola, se le diamo in mano a dei ragazzi, dovremo anche
        subito fin dall'inizio spiegare che ci possono essere tanti usi diversi e che ci possono
        anche essere degli usi negativi e che loro stessi possono essere strumentalizzati.
 
 Domanda 7Molto spesso alcuni videogiochi sono destinati soprattutto ai maschi. Perché, secondo
        lei?
 RispostaPerché tutte queste macchine sono state inventate da maschi e molti di questi videogiochi
        sono fatti da maschi per maschi, quindi con una mentalità maschile e sono in gran parte
        basati su azioni, avventure e violenze. Però questo non significa che le bambine non
        siano interessate. Si è visto che a volte basta cambiare il contenuto di un videogioco o
        di un ipertesto o di una qualche storia che può essere vista al computer perché anche le
        bambine si interessino. Invece di una storia di pirati o di cowboy, basta creare una
        storia in cui degli orsi cercano il miele, per esempio. Gli orsi devono superare una serie
        di ostacoli per trovare il miele e le bambine possono risolvere lo stesso tipo di problema
        dei loro coetanei di sesso maschile in un contesto differente e a loro più consono. In
        questo modo maschi e femmine possono applicarsi entrambi allo stesso modo e risolvere lo
        stesso tipo di problemi.
 
 Domanda 8Il computer può sviluppare alcune capacità sensoriali del bambino?
 RispostaNaturalmente dipende da quello che si fa. Quando ci sono dei videogiochi veloci, per
        esempio, i bambini sviluppano i riflessi, le capacità percettive. Ma anche per sviluppare
        l'intelligenza, soprattutto l'intelligenza logica anche perché tutti questi linguaggi si
        basano sulla logica e quindi, da questo punto di vista, è molto utile. I bambini imparano
        molto presto ad seguire delle procedure. Se non seguono queste procedure si rendono conto
        che il cervello del computer non capisce.
 
 Domanda 9Ci sono determinate materie, secondo lei, che si prestano più facilmente a essere
        studiate attraverso il computer?
 RispostaDirei un po' tutte. Le materie scientifiche sembrano essere più adatte, però anche in
        campo umanistico si possono fare delle ricerche attraverso il computer o accedere alle
        biblioteche. Le operazioni sono talmente tante e diverse che, in pratica, può esser
        utilizzato per qualsiasi cosa.
 
 Domanda 10A Genova, alla Città del Bambino, si dà la possibilità ai bambini di sperimentare varie
        tecnologie. Anche divertirsi all'interno di un piccolo studio televisivo dove possono
        giocare a fare la televisione. Questo, secondo lei, è positivo?
 RispostaNon solo è positivo ma è indispensabile perché oggi uno dei rischi nel rapporto
        bambini-televisione è che i bambini diventino passivi, che siano soltanto degli
        spettatori. Invece, se possono fare loro della televisione o costruirsi un home video,
        sono loro i protagonisti, gli attori. Vedere anche queste tecnologie dall'altra parte è
        molto importante perché queste competenze non devono rimanere un bagaglio esclusivo di
        una minoranza di individui, ma devono essere conosciute dal maggior numero di persone
        possibile in modo da capire anche meglio il perché di certi messaggi, perché alcuni
        messaggi vengono costruiti in un certo modo piuttosto che un altro. Direi che è proprio
        una questione di democrazia. La televisione è uno strumento potentissimo e che può,
        appunto, trasmettere notizie in tempo reale facendoci conoscere molto del mondo ma si può
        anche manipolare molto in sede di montaggio e si può far vedere una cosa invece
        dell'altra. È bene che man mano i bambini si rendano conto di tutto quello che si può
        fare in televisione sia in senso positivo che negativo. Bisogna essere poi anche in grado
        di decodificare, di leggere al di là delle immagini.
 
 Domanda 11Come fare capire al bambino che quando si trova di fronte alla TV o al computer si trova
        di fronte a un mondo non reale?
 RispostaMa questo dipende molto dall'età del bambino: Fin verso i 5-6 anni i bambini confondono
        molto il vero con il falso, in alcuni momenti ne hanno la percezione, in altri no, a
        seconda anche di quello che vedono. Poi incominciano a distinguere e distinguono anche i
        vari generi, la fiction dal telegiornale, per esempio. Però quello che resta molto
        difficile da differenziare, a volte anche per gli adulti, è il vero dal verosimile. Molte
        cose sono verosimili però questo non significa che siano vere. Ecco perché è necessario
        fare una attenta analisi del messaggio, decostruirlo, capire che cosa ha voluto dire il
        regista oppure perché è stato mandato in onda in un certo orario o in un certo
        programma. Porsi tutta una serie di domande per diventare spettatori esperti e critici.
 
 Domanda 12E per quanto riguarda il computer, come il genitore deve far capire al figlio che,
        attraverso Internet, proprio per il fatto che si può nascondere la propria identità
        quando si dialoga in rete, potrebbe incorrere in dei pericoli.
 RispostaBisogna sapere che non si devono dare i propri dati, il proprio indirizzo, conoscere una
        serie di norme. Ma questo è abbastanza facile da insegnare. L'importante è che il
        bambino veda che anche l'adulto se ne intende. Se quando inizia ad avere un rapporto con
        questa tecnologia il bambino ha al suo fianco un adulto esperto, si affida molto al sapere
        dell'adulto e non ci sono problemi.
 
 Domanda 13I programmi informatici possono essere utili per insegnare a leggere e a scrivere a
        bambini molto piccoli?
 RispostaNon più di quanto lo possano essere i tradizionali cartelloni. Anche perché bisogna
        distinguere la lettura dalla scrittura. La lettura è più facile, viene prima. La
        scrittura richiede una coordinazione e movimenti più complessi. Come avviamento alla
        lettura, non c'è attualmente nella tecnologia molto di più di quello che ci può essere
        normalmente nell'insegnamento tradizionale attraverso i cartelloni appesi al muro. In
        bambini molto piccoli i programmi informatici sicuramente non sono indispensabili. Con
        bambini più grandi può essere un buon esercizio, ad esempio, rivedere sullo schermo
        delle paroline che sono state scritte dal bambino per verificare gli errori che può avere
        fatto. Ma con i più piccoli direi che i cartelloni tradizionali o il metodo razionale va
        altrettanto bene, perché poi il bambino ha bisogno anche di sentire, di toccare, di usare
        le mani. Per esempio utilizzare dei cubetti con le varie letterine da poter mettere
        insieme. Non dimentichiamoci che il computer trasmette attraverso lo schermo e spesso i
        bambini hanno l'esigenza invece di avere qualcosa in mano. Quando fanno qualcosa
        attraverso il computer, poi vogliono stamparla. E il bambino ha bisogno di questa
        concretezza.
 
 Domanda 14La Lego ha messo in commercio un CD-ROM con i Lego da costruire al computer, però in
        questo modo non si può utilizzare la manualità.
 RispostaI bambini hanno l'esigenza di essere coinvolti con tutti quanti i sensi e anche
        fisicamente di poter toccare le cose. Più sono piccoli e più hanno questa esigenza e lo
        schermo rimane un'astrazione rispetto a questo loro bisogno.
 
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