Mercoledi' 20 giugno 2001

Revisione testi a cura della redazione internet di MediaMente

La Stazione Spaziale Internazionale
"Un passaporto italiano per lo spazio"


La Stazione Spaziale Internazionale
"Un passaporto italiano per lo spazio"

La scoperta dello spazio quale ambiente in cui vivere e compiere studi e ricerche che consentano di migliorare la qualità della vita sulla terra, sono i temi che andremo insieme ad esaminare.
Parleremo, infatti, della Stazione Spaziale Internazionale (detta ISS), il più importante programma di cooperazione internazionale, nel campo scientifico e tecnologico fino ad oggi intrapreso.
Il progetto, chiamato inizialmente "Freedom" e avviato nel 1984 dietro l'invito dell'allora Presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, fu immediatamente accettato da paesi come il Canada, il Giappone e dagli Stati membri dell'Agenzia Spaziale Europea, anche grazie alla spinta dell'Italia.
Per la sua complessità, il programma ha subito fino al 1992 numerose revisioni dovute ai mutamenti politici che hanno interessato alcuni dei paesi partecipanti ed agli imprevisti incrementi di costi.

La Stazione Spaziale

La costruzione in orbita della Stazione Spaziale Internazionale è cominciata nel novembre del 1998 ed il suo completamento dell'assemblaggio è previsto nel 2005, dopo circa 60 missioni dello Shuttle e dei lanciatori russi. Da quel momento la stazione potrà ospitare permanentemente un equipaggio di 6-7 persone.
La configurazione della nuova Stazione Spaziale Internazionale è stata definitivamente consolidata nel 1993, tenendo conto sia delle limitazioni finanziarie imposte dai Paesi partecipanti sia dell'adesione della Russia, ricca del patrimonio di esperienze acquisite con la precedente missione della MIR.
L'attuale Stazione Spaziale, posta in orbita ad una quota di 400 chilometri è grande quanto un campo di calcio, con una vita operativa di 10 anni, grazie ai suoi laboratori pressurizzati ed alle piattaforme esterne. Sarà un vero e proprio istituto internazionale orbitante per la ricerca scientifica multidisciplinare e offrirà ai ricercatori possibilità senza precedenti, in campo scientifico e tecnologico in discipline quali la fisica, la chimica, la biologia, la medicina, la fisiologia, le scienze dell'universo e della terra. Una volta completata, la Stazione Spaziale Internazionale sosterrà con la sua struttura reticolare i pannelli solari per la generazione di energia elettrica, i radiatori per la dissipazione del calore in eccesso ed il complesso dei moduli pressurizzati.
Su questa struttura verranno montati una serie di elementi funzionali della stazione, tra cui il braccio robotico canadese e quattro piattaforme esterne per l'alloggiamento di carichi utili e per gli esperimenti. Lo spazio abitabile sarà di 1300 metri cubi (pari al volume di due jumbo jet) e comprenderà: Destinity, un laboratorio multidisciplinare statunitense; un laboratorio ospitante la centrifuga per esperimenti in gravità variabile, detto CAM. Ma non solo, Columbus, il laboratorio multidisciplinare Europeo; il laboratorio multidisciplinare giapponese; tre laboratori russi ed, infine, due moduli destinati all'alloggiamento degli astronauti.

L'Italia
In tutto questo, il nostro Paese si è saputo conquistare un ruolo rilevante nel contesto internazionale e nei confronti degli stessi 15 Paesi che partecipano alla costruzione della Stazione Spaziale (Belgio, Brasile, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Norvegia, Olanda, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svezia e Svizzera), attraverso l'accordo di cooperazione con la NASA che vede la costruzione di tre Moduli Logistici e mediante la contribuzione in ESA per la realizzazione del noto modulo "Columbus".
Il nostro paese, a fronte di un investimento iniziale per lo sviluppo di elementi della Stazione e di una spesa annua relativa al finanziamento di attività operative, ha acquisito automaticamente il diritto all'utilizzo di una percentuale delle risorse disponibili a bordo della Stazione per l'effettuazione di esperimenti scientifici e tecnologici.
Il nostro Paese, inoltre, vanta altri meriti, non ultimo quello di aver realizzato il modulo europeo "Columbus", tre moduli logistici, due nodi che consentiranno l'attracco, in caso di emergenza, per il veicolo di salvataggio e garantiranno la connessione delle diverse "utenze" (potenza, aria, comunicazione). E, ancora, delle cupole di osservazione, una sorta di torri di controllo, e di tutta una serie di ricerche ed esperimenti in orbita, dove l'assenza di gravità facilita questa attività, con delle forti ricadute sul piano industriale, scientifico e tecnologico.
Il Multi Purpose Logistic Module, realizzato da Alenia Spazio, è, infatti, uno dei moduli, di produzione italiana, per il trasporto alla Stazione Spaziale Internazionale di esperimenti e/o rifornimenti che richiedono un ambiente pressurizzato.
In orbita per la durata di 10/16 giorni, può compiere fino a 25 missioni e consente agli astronauti le operazioni di carico e di scarico del materiale trasportato. Sono state già consegnati alla NASA due unità MPLM. La prima, denominata "Leonardo" nel marzo del '98 e la seconda "Raffaello, nell'agosto del '99. L'unità Leonardo ha compiuto il suo primo volo nel febbraio scorso, mentre il primo volo di Raffaello ha portato, recentemente in orbita, come abbiamo visto, l'astronauta italiano Umberto Guidoni.
E la terza unità "Donatello", allestita negli stabilimenti dell'Alenia Spazio di Torino, è stata spedita al Kennedy Space Center lo scorso febbraio.

Conclusioni

Abbiamo, quindi, capito quanto la Stazione Spaziale Internazionale sia di importanza veramente mondiale, non solo per i paesi che vi partecipano, ma anche e, soprattutto, per i risultati che i ricercatori per primi si aspettano. Recentemente si è tenuto a Torino un workshop teso a riflettere sull'interrogativo: "Come sfruttare al meglio il grande laboratorio di ricerca in costruzione in orbita?" L'incontro avvenuto tra i rappresentanti della comunità scientifica e delle industrie nel settore dello spazio, è stata una tappa importante nella definizione del programma italiano di utilizzo della Stazione Spaziale Internazionale. Si dovrà garantire, infatti, come abbiamo più volte sentito, un "ritorno" degli investimenti non limitato alle sole commesse industriali, ma volto anche a produrre risultati per il progresso delle conoscenze scientifiche, per lo sviluppo delle capacità tecnologiche e, non ultimo, per il miglioramento delle condizioni di vita sulla Terra.
Oltre a tutto questo, già in atto, curiosa e poi sensazionale è stata l'esperienza del primo turista spaziale, il miliardario americano Dennis Tito che di ritorno dal "viaggio" ha dichiarato: "È stata la più grande emozione della mia vita: sono appena tornato dal paradiso".
E il domani? Tra i tanti progetti, uno dei più incredibili a pensarci è quello dell'ascensore spaziale. La Nasa, infatti, sta studiando la possibilità di costruire, prima del 2100, un ascensore per le stelle, un lungo cavo che dovrebbe collegare la terra con un'orbita esterna. Ma noi, che non lo vedremo, ricordiamo una vecchia strofa di Paul Simon: "Credo nel futuro, vivrò in macchina con la radio sintonizzata su una voce proveniente da una stella lontana". Perché sulla terra abbiamo il difetto di essere tecnologici e, forse, anche un po' sentimentali.