Con
l’arresto del probabile telefonista delle Br, le indagini
sull’omicidio di Massimo D’Antona sono ad una svolta. Uno
dei documenti sui quali hanno lavorato gli inquirenti, dal
giorno dell’uccisione del consigliere dell’allora ministro
del Lavoro Antonio Bassolino, è il lungo comunicato
di rivendicazione pervenuto alla stampa qualche ora dopo il
delitto. Quel documento è da tempo in Rete.
Un’analisi
sintattica e linguistica del testo spinge gli autori di
queste pagine elettroniche a formulare un’ipotesi: il
documento potrebbe essere stato realizzato, anche se in parte,
all’estero.
Il
documento, infatti, sembra contenere estratti di altri testi,
scritti in inglese e poi tradotti in italiano. Molte le parole,
infatti, che sembrano mutuate dall’inglese e che vengono
tradotte in italiano con termini spesso incomprensibili o fuori
contesto.
E
in queste pagine troviamo anche un toccante ricordo di Massimo
D’Antona. Una rara foto privata del docente di diritto del
lavoro accompagna un testo scritto da chi ha conosciuto molto
bene l’ultima vittima delle Brigate rosse. Una dedica affidata
alla memoria del web.
In
Rete sono diversi i siti “personali” che analizzano il
fenomeno storico del terrorismo eversivo. Nelle pagine redatte
da un navigatore italiano, ad esempio, i si può leggere
un’ampia raccolta di documenti sulla storia
delle Brigate rosse.
Ma
chi sono stati i protagonisti degli anni di piombo? Nel sito
“Gli
anni oscuri” è presentata una banca dati che raccoglie
brevi profili dei terroristi rossi e neri che hanno segnato le
pagine della storia italiana tra gli anni sessanta e gli anni
ottanta. Gli autori di queste pagine propongono anche un breve,
ma utile,
dizionario dei gruppi armati attivi negli anni di piombo.
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