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Charles Baudelaire

Figura 15 - Charles Baudelaire
Figura 15 - Charles Baudelaire

Charles Baudelaire Nacque a Parigi nel 1821. Il padre morì quando Charles aveva solo sei anni, e il nuovo matrimonio della madre gli procurò molta infelicità. Con il patrigno, un severo ufficiale di carriera, e con il fratellastro molto più grande di lui, ebbe sempre rapporti molto difficili. Dopo aver superato gli esami di baccalaureato al liceo Luis-le-Grand di Parigi abbandonò gli studi dedicandosi ad una vita sregolata con atteggiamenti da dandy.

Nel 1841 per sottrarlo a quella vita disordinata il patrigno lo convinse a imbarcarsi su una nave che faceva vela per le Indie ma, dopo una sosta all’isola Maurice, Baudelaire rientrò a Parigi. Qui, finalmente maggiorenne, entrò in possesso dell’eredità paterna e si stabilì in un appartamento sull’Ile Saint-Louis. Il suo stile di vita però non cambiò e l’assillo delle preoccupazioni economiche rimase una costante per tutta la sua vita. Anche i rapporti con la famiglia restarono sempre molti difficili al punto che la madre, preoccupata dalle sue stravaganze, iniziò un procedimento di interdizione che venne accolto dal tribunale nel settembre del 1844.

La nuova situazione che si venne a creare con la nomina di un notaio come tutore di Baudelaire portò paradossalmente a una riconciliazione con la famiglia che però durò poco e a cui seguì una nuova rottura. Nel maggio del 1945 apparve sulla rivista "L’artiste" la prima poesia pubblicata con la sua firma, A una dama creola. Nello stesso anno uscì anche il suo primo saggio di critica estetica. La rivoluzione del febbraio e del giugno del 1848 vide il giovane Baudelaire in prima linea accanto agli insorti sulle barricate, e in quell’occasione iniziò la sua amicizia col pittore Gustave Courbet. Nel 1851 diede alle stampe il saggio Sul vino e sull’haschisch che insieme ad altri scritti di argomento analogo farà parte del volume I paradisi artificiali pubblicato nel 1861. Nella "Revue des Deux Mondes" del giugno 1855 uscirono diciotto poesie con il titolo I fiori del male.

Fu però solo nel febbraio del 1857 che Baudelaire consegnò all’editore Poulet-Malassis il manoscritto I fiori del male, che in quel momento comprendeva cento poesie suddivise in cinque sezioni, mentre nella seconda e definitiva edizione del 1861 aggiungerà trentacinque poesie e le sezioni diventeranno sei. Il volume messo in vendita il 25 giugno venne sequestrato pochi giorni dopo. Nel mese di agosto venne celebrato a Parigi il processo penale contro Baudelaire e contro il suo editore con l’accusa di pubblicazione oscena. Pubblico ministero al processo era Ernest Pinard, lo stesso che pochi mesi prima aveva pronunciato la requisitoria contro Madame Bovary di Flaubert. Il processo si concluse con la condanna per entrambi al pagamento di una pena pecuniaria e alla soppressione di sei poesie.

Non mancarono in quell’occasione attestati di solidarietà: in una lettera scrittagli da Victor Hugo si legge: "I vostri Fiori del male risplendono e abbacinano come stelle..." Nonostante l’esito del processo gli otto anni che vanno dal 1857 al 1865 furono i più intensi della sua attività creativa. Sono infatti di questi anni i lavori su Edgar Allan Poe, il saggio su Madame Bovary e sull’opera di Théophile Gautier. Ma importanti per il suo percorso poetico furono anche i nuovi interessi che emersero in quegli anni: l’entusiasmo per un altro scrittore di lingua inglese: Thomas De Quincey e la scoperta della musica di Wagner che lo guidò nella ricerca di una nuova forma espressiva: una sorta di prosa poetica e musicale priva sia di ritmo sia di rima.

Nel 1864, dopo il fallimento di un ennesimo tentativo di farsi ammettere alla "Académie française", Baudelaire decise di lasciare Parigi per Bruxelles dove era stato invitato a tenere delle conferenze: una scelta che si rivelò infelice poiché ben presto dovette accorgersi che il Belgio non era nient’altro che una caricatura delle peggiori meschinità della Francia borghese. Durante il soggiorno a Bruxelles apparvero i poemi in prosa, una prima e provvisoria versione di Lo spleen di Parigi e le poesie raccolte sotto il titolo I relitti che contiene quasi tutti i suoi versi, comprese le poesie condannate al processo. Negli ultimi anni lavorò al progetto di un libro autobiografico di confessioni che però non portò mai a compimento.

Nel 1866 era di nuovo in Belgio e mentre visitava la chiesa di Saint-Loup a Namur venne colpito da una paralisi. Poco dopo il primo ricovero all’ospedale di Bruxelles la madre lo fece trasportare a Parigi. Pur restando sempre lucido non recuperò mai la parola e alla sua morte, avvenuta nell’agosto del 1867, la salma venne sepolta nel cimitero di Montparnasse. La prima edizione complessiva delle sue opere in quattro volumi apparve solo dopo la sua morte, nel 1869.

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