Attualmente su Internet sono presenti un ingente numero di biblioteche digitali, di varia tipologia. Parte di tali sperimentazioni si collocano nell’ambito di alcuni grandi progetti di ricerca finanziati da enti pubblici in vari paesi. Per limitarci alle iniziative di maggiore momento, ricordiamo la statunitense Digital Libraries Initiative (DLI), un programma nazionale di ricerca finanziato dai tre enti governativi NSF, DARPA e NASA (per informazioni si può visitare il sito Web http://www.nsf.gov/pubs/1998/nsf9863/nsf9863.htm ) cui partecipano sei grandi università, con altrettanti progetti di implementazione e sperimentazione di tecnologie avanzate per la creazione di biblioteche digitali multimediali distribuite su rete geografica. Il programma britannico eLib (si veda il sito Web http://www.ukoln.ac.uk/services/elib ) che, pur avendo una portata più generale (riguarda infatti tutti gli aspetti dell’automazione in campo bibliotecario), ha finanziati vari progetti rientranti nell’ambito delle biblioteche digitali. Diversi progetti sono stati sostenuti anche dall’Unione Europea, nel contesto dei vari programmi di finanziamento relativi all’automazione bibliotecaria.
Dal canto loro, anche alcune grandi biblioteche nazionali si sono attivate in questo senso. Probabilmente l’iniziativa più nota è quella dalla Bibliothèque Nationale de France, che ha avviato un progetto per l'archiviazione elettronica del suo patrimonio librario sin dal 1992. Obiettivo del progetto è la digitalizzazione di centomila testi e trecentomila immagini, che saranno consultabili sia tramite Internet sia mediante apposite stazioni di lavoro collocate nel nuovo edificio della biblioteca a Parigi. Un primo risultato sperimentale di questo grandioso progetto è il sito Gallica (http://gallica.bnf.fr ), dedicato alla cultura francese del 1800. Si tratta di una banca dati costituita da 2500 opere digitalizzate in formato immagine, 250 opere memorizzate in formato testo e una vasta rassegna iconografica del periodo. Attraverso un motore di ricerca è possibile consultare il catalogo e poi accedere ai documenti.
Un progetto simile è stato intrapreso dalla Library of Congress di Washington (Si veda il sito Web della biblioteca all’indirizzo http://www.loc.gov ), dove peraltro sono in corso numerose iniziative relative alla standardizzazione dei formati di digitalizzazione dei documenti archivistici (in particolare il progetto Encoded Archival Description) e dei metadati documentali.
Accanto ai grandi progetti nazionali ed internazionali, si colloca una mole ormai ingente di esperienze locali. Molte di queste sperimentazioni nascono in ambito accademico (in particolare nell’area umanistica) e sono gestite da biblioteche universitarie o da centri di ricerca costituiti ad hoc. Di norma queste risorse sono il frutto di progetti di ricerca finanziati, che possono disporre di strumenti tecnologici e di competenze specifiche molto qualificate, a garanzia della qualità scientifica dei documenti digitalizzati. I fondi documentali costituiti in questa serie di iniziative rispondono a criteri (tematici, temporali, di genere, etc.) ben definiti e si configurano come l’equivalente digitale delle biblioteche speciale e di ricerca.
Un posto di rilievo è rivestito dal prestigioso Oxford Text Archive, realizzato dallo Oxford University Computing Services. Si tratta di un ingente archivio di testi elettronici di ambito letterario e saggistico, in gran parte di area culturale anglosassone (ma non mancano testi latini, greci e in altre lingue nazionali tra cui l'italiano). Le risorse testuali dell'OTA sono create da studiosi e centri di ricerca di tutto il mondo. Per questo l'archivio contiene edizioni altamente qualificate dal punto di vista filologico, che rappresentano una importante risorsa di carattere scientifico, specialmente per la comunità umanistica. L'Oxford Text Archive ha un sito Web, il cui indirizzo è http://ota.ahds.ac.uk .
Molto importante è anche il servizio on-line realizzato dall’Electronic Text Center che ha sede presso la University of Virginia. Esso ospita molte migliaia di testi in varie lingue, suddivisi in diverse collezioni Tuttavia, solo alcune di queste collezioni sono liberamente consultabili al di fuori delle rete di campus: tra queste la Modern English Collection, con oltre 1500 documenti testuali, corredati da illustrazioni e immagini digitali di parte dei manoscritti; la Middle English Collection; la Special Collection, dedicata ad autori afro-americani; la raccolta British Poetry 1780-1910. Tutte le risorse offerte dallo ETC, oltre ad una serie di informazioni scientifiche, sono raggiungibili attraverso la home page su World Wide Web, il cui indirizzo è http://etext.lib.virginia.edu .
Simile per concezione e soluzioni tecnologiche è la Humanities Text Initiative (http://www.hti.umich.edu ) della University of Michigan, che ospita una serie di progetti, tra i quali l’American Verse Project, costituito da testi della tradizione poetica statunitense antecedenti al 1920. Ed ancora ricordiamo lo Women Writers Project, (http://www.wwp.brown.edu ) realizzato presso la Brown University e recentemente immesso in rete in via sperimentale. Si tratta di un corpus on-line di testi della letteratura femminile inglese dal Trecento all’epoca vittoriana, che si segnala per le avanzate soluzioni tecnologiche adottate.
In questa rassegna di sperimentazioni nel settore delle biblioteche digitali non vanno dimenticati i progetti sviluppati e curati da organizzazioni ed associazioni che si collocano nell’area del "volontariato telematico". Queste esperienze offrono documenti di natura e collocazione tematica eterogenea, che l'utente può prelevare liberamente. Si colloca in questa area il decano dei progetti di biblioteca digitale, il Project Gutenberg (http://www.gutenberg.net ). Le sue origini, infatti, risalgono al 1971, quando Michael Hart digitò manualmente al suo terminale il testo della Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti. Oggi l’archivio contiene migliaia di testi, soprattutto di area linguistica inglese. Sulla spinta del Gutenberg, sono nati una serie di progetti simili, dedicati ad altre lingua nazionali: il progetto Cervantes per la letteratura spagnola; il progetto Runeberg (http://www.lysator.liu.se/runeberg ) per le letterature scandinave; il Progetto Manuzio per testi in lingua italiana (http://www.liberliber.it ).
Le trascrizioni elettroniche contenute in questi archivi, non hanno un grado di affidabilità scientifica adeguato, e quasi mai offrono apparati di codifica digitale (che richiedono competenze specifiche e costi di realizzazione non indifferenti). D’altra parte, trattandosi di iniziative che si basano sullo sforzo volontario di moltissime persone, possono avere buoni ritmi di ampliamento dei fondi, e dunque mettono a disposizione di una utenza generale una notevole mole di materiali testuali che in alcuni contesti sarebbero difficilmente accessibili.