Già da tempo le potenzialità dei nuovi media hanno attirato l’attenzione di studiosi di scienze umane, di letteratura, di filosofia. Questo incontro tra tecnologie e saperi umanistici ha prodotto una quantità di iniziative, strumenti e progetti che promettono di innovare radicalmente la ricerca e la didattica. Per non parlare di temi di enorme rilevanza come quello della migrazione del patrimonio culturale dall'universo gutenberghiano della stampa a quello immateriale del digitale.
Ma, accanto a queste esperienze più propriamente scientifiche, su Internet sono ormai numerose anche le sperimentazioni creative. Siti e riviste elettroniche in cui scrittori, poeti ed artisti, non necessariamente legati alla cultura cyber, esplorano (con alterno successo, si deve dire) nuove forme della produzione estetica.
In questo campo la natura ipertestuale ed interattiva di World
Wide Web sembra fornire le chiavi di nuove potenzialità espressive. Per
avere un’idea di queste esperienze un ottimo punto di partenza è il sito Hyperizons
(http://www.duke.edu/~mshumate/hyperfic.html
), curato
da Michael Shumate. Vi si trovano elencate opere e siti realizzati da noti
protagonisti della "avanguardia digitale", quali Michael Joyce, Stuart
Moulthrup, Douglas Cooper, Charles Deemer.
Uno degli aspetti più stimolanti della scrittura in rete è la possibilità di rendere il lettore protagonista attivo del processo creativo, permettendogli di contribuire allo sviluppo di una narrazione, di inventare personaggi e situazioni. Uno dei primi esempi di tale "scrittura collettiva" è stato The Hypertext Hotel, curato da Robert Coover. Questa esperienza è stata descritta dallo stesso Coover nel famoso articolo The End of Book (apparso sul New York Times Book Review nel 1992) che per molti segna l’inizio dell’era ipertestuale in letteratura.
Si deve dire che la qualità di gran parte di questi esperimenti è per il momento assai scarsa. E tuttavia il mezzo sta cominciando ad attirare anche scrittori di successo. Lo dimostra l'esperimento di scrittura collettiva che ha coinvolto John Updike, organizzato da "Amazon.com", la famosa libreria on-line. Centinaia di "lettori autori navigatori", attirati anche dal congruo premio in palio, hanno sviluppato una vicenda narrativa a partire da un incipit scritto dal noto scrittore statunitense. I migliori contributi, valutati da una giuria di esperti, sono confluiti in un libro intitolato Murder makes the Magazine.
Sebbene la maggior parte delle esperienze di questa
avanguardia digitale vengano dagli Stati Uniti, anche in Italia non mancano
esperienze interessanti in questo settore. Possiamo ricordare, a titolo di
esempio l’ipertesto poetico a più mani realizzato da Machina Amniotica
(http://www.pengo.it/machina/
), un
gruppo di giovani autori accomunati da una posizione libertaria e fortemente
critica nei confronti del diritto di autore. Da segnalare anche l’esperienza
di DADA (http://dadamag.agonet.it
), un
sito dedicato alla scrittura letteraria amatoriale che recentemente ha dato vita
a DadaMag, una vera e propria rivista letteraria ondine, ed infine l’esperimento
di scrittura collaborativa che Mediamente ha realizzato nel 1997 grazie alla
collaborazione dello scrittore Nanni Balestrini.
Ancora più noto è il circolo letterario telematico Fabula
(http://www.fabula.it ).
Oltre a offrire spazi di discussione su argomenti letterari e culturali, esso
raccoglie nel suo archivio testi inediti di ogni genere e forma. Vi si trovano
sia testi di autori affermati, sia esemplari di quella letteratura sommersa che
finora era condannata a languire nei cassetti. Dedicato a quest’universo di
autori, Fabula ogni anno bandisce anche il concorso 'Il tacchino
letterario’: i partecipanti devono scrivere un breve racconto a partire da uno
di tre incipit, redatti da alcuni narratori affermati.
Il successo di questi siti letterari dimostra come la frequentazione di Internet tenda a liberare le energie creative di persone che non sarebbero mai state in grado di pubblicare nel contesto delle tradizionali tecnologie della stampa. Naturalmente, restano i dubbi sulla qualità letteraria di questi scritti. Ma probabilmente ci troviamo nel pieno di una transizione che almeno in parte cambierà l’idea di letteratura che abbiamo avuto fino ad ora.