Quando nel 1945 Arthur C. Clarke, brillante scienziato oltre che famoso scrittore di fantascienza, ipotizzò la possibilità di inserire in orbita geostazionaria satelliti artificiali destinati alla comunicazione, non immaginava forse che in pochi decenni gran parte della comunicazione mondiale sarebbe transitata proprio da quei satelliti, e non pensò a brevettare la propria idea: un brevetto che, se giuridicamente possibile (i pareri al riguardo sono discordi), l'avrebbe reso sicuramente multimiliardario.
Figura 28 - Satelliti per telecomunicazione (i satelliti Astra) |
Ma cos'è un satellite geostazionario? Come dice il termine, si tratta di un satellite che orbita attorno alla terra seguendone la rotazione e rimanendo sempre sulla verticale di uno stesso punto del globo. In questo modo, le trasmissioni provenienti da un satellite geostazionario possono 'coprire' in maniera costante una specifica area di irradiamento (in gergo, il footprint del satellite): area che, data l'altezza del satellite, può essere anche assai ampia.
Figura 29 – Esempio di 'footprint' di un satellite: le indicazioni in centimetri si riferiscono alle dimensioni che deve avere l'antenna parabolica per poter ricevere il segnale del satellite all'interno delle aree inicate |
Perché il satellite possa ruotare insieme alla terra senza continue manovre di aggiustamento, restando sempre sulla verticale dello stesso punto del globo, la sua orbita deve essere compresa in una fascia piuttosto ristretta, chiamata fascia di Clarke. All'interno della fascia di Clarke orbitano ormai decine e decine di satelliti, ciascuno dei quali dotato di più apparati di trasmissione o trasponder.
Fino a qualche anno fa, le trasmissioni provenienti dai satelliti erano tutte analogiche. Ma negli ultimissimi anni il passaggio a trasmissioni digitali è sempre più frequente. La trasmissione digitale presenta infatti due enormi vantaggi: fa 'risparmiare banda' rispetto alla trasmissione analogica (al posto di ogni canale televisivo analogico è ad esempio possibile trasmettere sei o più canali televisivi digitali, e diverse decine di canali radiofonici), e permette, come vedremo, di 'criptare' le trasmissioni in maniera molto semplice, consentendo di vendere l'accesso a determinati canali o programmi attraverso la vendita dei relativi strumenti di decodifica. La qualità della trasmissione digitale è assai alta (nel caso delle radio, ad esempio, la qualità è la stessa di un compact disc!), ed è meno soggetta a disturbi. Inoltre, come ormai sapete, il digitale presenta tutti i vantaggi di integrazione comunicativa che abbiamo più volte sottolineato: anche se finora la tendenza è stata piuttosto 'conservatrice' (le trasmissioni televisive digitali sono concepite in maniera non troppo diversa dalle tradizionali trasmissioni televisive analogiche, anche se è quasi sempre possibile visualizzare in sovraimpressione informazioni scritte sul programma che si sta seguendo, e magari scegliere la lingua nella quale far comparire i sottotitoli di un film in lingua originale), è prevedibile che in futuro la possibilità di integrare codici comunicativi diversi sarà sfruttata in maniera assai migliore.
Ma come funziona la trasmissione televisiva via satellite dal lato dell'utente? Di quali strumenti occorre disporre per poter ricevere, sul proprio televisore, le immagini via satellite dei canali di tutto il mondo?
Innanzitutto, naturalmente, servirà un'antenna parabolica (per l'Italia una dimensione adeguata è in genere quella di 80 cm di diametro): fissa se vogliamo ricevere un solo satellite o, con un trucco che si chiama dual-feed, due satelliti vicini; motorizzata se vogliamo esplorare tutto il 'panorama' dei satelliti televisivi che orbitano sulle nostre teste (il che naturalmente ha un costo: una buona parabola motorizzata costa circa il doppio della corrispondente parabola fissa, e anche il ricevitore è più caro). I cavi della parabola scenderanno, come i cavi di una normale antenna televisiva, fino al televisore, o meglio, fino a un ricevitore in grado di sintonizzare i vari canali e di trasferirne il segnale al televisore usando una delle frequenze che il televisore è in grado di ricevere. I ricevitori possono essere analogici o digitali: ormai, la scelta della maggior parte degli utenti si orienta verso i secondi.
Figura 30 - Antenna parabolica e ricevitore-decoder, le due componenti fondamentali per ricevere la televisione digitale via satellite |
Per ricevere e interpretare correttamente un segnale digitale, sia che esso arrivi via cavo, sia che arrivi via satellite, occorre che il ricevitore svolga anche la funzione di decoder, sia cioè in grado di interpretare correttamente il flusso di dati digitali e di trasformarlo in immagini video. Per ora, il ricevitore-decoder è un oggetto indipendente, in futuro probabilmente sarà integrato nei televisori. Un ricevitore-decoder sembra un po' un videoregistratore, ma in realtà concettualmente è molto più vicino a un computer. Come un computer, è dotato di un proprio software, composto da programmi che permettono di impostare i canali e il tipo di codifica digitale utilizzata.
Nel caso di un impianto satellitare, il ricevitore-decoder andrà collegato fra il cavo che scende dall'antenna parabolica e il televisore. In un impianto via cavo, anziché arrivare dall'antenna, il cavo arriverà da una centralina di palazzo o di zona.
Una delle caratteristiche del digitale è quella di permettere codifiche alternative della stessa informazione. Diventa allora possibile, volendo, usare codifiche non-standard, che per essere interpretate correttamente richiedono apposite istruzioni. È il meccanismo della cosiddetta criptatura del segnale digitale. Se il decoder riceve un segnale di questo tipo, ha bisogno di conoscere come è stato codificato; le relative istruzioni gli vengono fornite da una piccola carta programmabile, vagamente simile a una carta di credito; la si infila in un apposita fessura, o slot, del decoder. Nella videocassetta che accompagna la nostra dispensa [VC], potrete vedere concretamente come funziona questo meccanismo, utilizzato per vendere, attraverso la vendita delle carte, abbonamenti a singoli canali o gruppi di canali, o addirittura a singoli programmi.
I principali (gruppi di) satelliti per la trasmissione di canali televisivi digitali e analogici attualmente ricevibili in Italia sono due, gestiti rispettivamente dai consorzi Astra e Eutelsat. Fortunatamente, le posizioni orbitali di questi satelliti sono abbastanza vicine da consentire la realizzazione di impianti dual feed in grado di riceverli entrambi. La maggior parte dei programmi in italiano, compresi quelli della RAI, è comunque ospitata dai satelliti del consorzio Eutelsat denominati Hot Bird, la cui posizione orbitale è 13 gradi Est.