La rete telefonica è il sistema di telecomunicazione più esteso del pianeta. La sua evoluzione è durata oltre un secolo, ed è stata la palestra di prova per importanti innovazioni tecnologiche. In origine il collegamento tra la linea del chiamante e quella del chiamato nei centralini (la "commutazione") veniva effettua manualmente da operatori umani. Il cinema ha consegnato all'immaginario collettivo la figura di questi operatori, o meglio operatrici: infatti per svolgere la funzione di centralinista, furono assunte quasi esclusivamente giovani donne. La ragione ufficiale per questa preferenza era la pazienza (dote femminile?!) richiesta dal lavoro; ma non poco dovette pesare la considerazione che la retribuzione concessa a una giovane donna era assai minore di quella di un uomo in età da lavoro.
Figura 20 - Una centrale telefonica italiana negli anni 60 con le centraliniste |
La crescita del numero degli utenti, tuttavia, rese ben presto impraticabile il sistema di commutazione manuale. Esso fu dunque progressivamente sostituito con un sistema automatico a funzionamento elettromeccanico ideato nel 1892 da Almon Strowger. La commutazione elettromeccanica, con poche modifiche, è stata utilizzata fino agli anni cinquanta, quando comincia ad essere sostituita dai primi apparati elettronici. A partire dagli anni ‘70, poi, cominciano ad essere introdotti gli apparati di commutazione digitale, veri e propri computer specializzati nella gestione di milioni di conversazioni contemporanee.
Ma è solo all'inizio degli anni ottanta che la maggior parte dei gestori pubblici di reti telefoniche ha iniziato a adottare impianti di telecomunicazione integralmente digitali. Questo passaggio al digitale è avvenuto in due fasi. La prima fase ha visto la digitalizzazione delle linee di collegamento tra le centrali di commutazione locali e nazionali. Questa conversione, almeno nei paesi a tecnologia avanzata, è quasi completa.
La seconda fase dovrebbe invece portare all'estensione della trasmissione digitale fino ai telefoni degli utenti. La tecnologia prescelta dalla maggior parte dei gestori telefonici del mondo per la telefonia digitale si chiama ISDN (Integrated Services Data Network). Si tratta di una tecnologia che adotta come infrastruttura i cavi telefonici già esistenti, e che è in grado di fornire una banda passante di 128 Kbps per ogni singolo cavo. Come suggerisce il nome, ISDN è in grado di veicolare sia dati sia suoni sia immagini, con la qualità ed i vantaggi della codifica digitale. Ad esempio è possibile realizzare servizi come la videotelefonia e la teleconferenza.
La commercializzazione di ISDN ha subito molti ritardi, e solo oggi sta iniziando a diffondersi, specialmente presso l'utenza professionale. I costi, almeno nel nostro paese, sono quasi equiparati a quelli dell'accesso alla rete analogica (detta anche PSTN, Public Switched Telephone Network).
Tuttavia il ritardo con cui è stata introdotta ha reso ISDN una tecnologia "anziana" prima ancora che il suo impiego uscisse dalla fase sperimentale. Infatti, lo sviluppo prodigioso dei servizi informativi telematici, l'introduzione della tv digitale e le tecnologie di diffusione informativa on-line richiedono una larghezza di banda molto maggiore dei 128 Kbps oggi offerti da ISDN.
Si è pensato che fosse giunto il momento di modificare radicalmente anche le infrastrutture della rete telefonica, per passare ad un'estensione capillare delle fibre ottiche, e di adottare sistemi evoluti di trasmissione digitale, come ATM (Asynchronous Transfer Mode). Ma questa soluzione comporta dei costi di investimento enormi, che le compagnie telefoniche, in balia di un mercato sempre più complesso e globalizzato, non sembrano voler sostenere. Né le pubbliche amministrazioni sono oggi in grado di sostenere tale investimenti come è avvenuto più volte nel nostro secolo ed in quello passato.
Alcuni recenti sviluppi tecnologici, tuttavia, sembrano aver individuato una possibile soluzione alternativa, che rende disponibile banda passante sufficiente per i servizi digitali avanzati, almeno per il momento. Si tratta della tecnologia ADSL (Asymmetric Digital Subscriber Line, Linea Utente Digitale Asimmetrica). Sfruttando intensamente le tecniche di compressione dei dati, ADSL permette di ricevere dati a 8 Mbps e di inviare a 1 Mbps (per questo viene definita "asimmetrica") attraverso le linee telefoniche già esistenti. Essa dunque non richiede un nuovo (costoso) cablaggio. È probabile, tuttavia, che ben presto questa soluzione dimostrerà i suoi limiti, e che dunque il cablaggio in fibra ottica ritornerà di attualità.