Figura 7 - G. W. Leibniz (1646-1716) |
Filosofo, matematico, studioso di fisica e di diritto, storico e linguista, ingegnere e diplomatico, Leibniz è forse uno degli ultimi esempi di ingegno 'universale'; sia la sua filosofia, sia il suo lavoro nei campi della fisica e della matematica sono del resto direttamente influenzati dalla molteplicità dei suoi interessi.
Nato a Lipsia nel 1646, morto ad Hannover nel 1716, Leibniz è autore di un numero relativamente limitato di opere organiche (fra le quali vanno ricordate almeno la Teodicea e i Nuovi saggi sull'intelletto umano), accompagnate tuttavia da una sterminata quantità di brevi saggi, di appunti, di lettere: un patrimonio che, proprio per la sua complessità e la sua natura composita, è in parte ancora inedito.
Nel XVII secolo l'idea del calcolo binario era in qualche misura 'nell'aria', anche per il proliferare di studi sulla combinatoria, e se ne possono trovare abbozzi in Thomas Hariot (1560-1621; per informazioni su di lui si veda l'indirizzo http://www.luminarium.org/renlit/hariot.htm) e in Juan Caramuel y Lobkowitz (1606-1682; per informazioni su di lui si veda l'indirizzo http://history.math.csusb.edu/Mathematicians/Caramuel.html ). Leibniz tuttavia è stato il primo a dare sistematicità all'idea, a studiare in maniera specifica le caratteristiche delle operazioni sui numeri binari, e a sostenere con forza l'estremo interesse matematico e filosofico dell'aritmetica binaria.
Probabilmente, Leibniz è stato portato a sviluppare il suo sistema di numerazione binaria riflettendo su quello a base 4 (nel quale vengono usate 4 'cifre' primitive attraverso la cui combinazione ottenere tutti i numeri) ideato da uno dei suoi maestri, il matematico Erhard Weigel (1625-1699). Leibniz criticava l'arbitrarietà della base 4 scelta da Weigel: se l'obiettivo che ci muove nell'allontanarci dalla familiare 'base 10' è quello di ridurre la lunghezza dei numeri, ragiona Leibniz, occorre scegliere semmai una base più alta del 10, ad esempio 12 o 16 (nella programmazione dei computer si usa oggi spesso proprio un sistema esadecimale, cioè a base 16! La calcolatrice binaria fornita nel CD permette anche di convertire numeri decimali e binari in esadecimale).
Se viceversa l'obiettivo è quello della maggiore semplicità teorica, occorre scegliere la base più 'semplice' possibile, quella che comprende il minor numero possibile di simboli primitivi: la base 2 propria del calcolo binario. Proprio per la sua caratteristica di semplicità teorica, argomentava Leibniz, il calcolo binario si presta particolarmente bene a permettere lo studio delle proprietà dei numeri e delle successioni di numeri, un campo di studio di particolare importanza per la matematica a cavallo fra XVII e XVIII secolo.
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