Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Vincenzo Zeno Zencovich

Roma, 06-11-97

"Quali regole per far sì che davvero tutti possano comunicare con tutti"

SOMMARIO:

  • Zencovich sottolinea l’importanza, da un punto di vista economico e sociale, delle telecomunicazioni alla cui base c’è, tuttavia, sempre un'esigenza di libertà di comunicare con i propri simili. A questa evoluzione è corrisposta una evoluzione di ordine giuridico (1).
  • Negli Stati Uniti la legge di tutela della libertà di telecomunicazioni ha determinato contrasto teorici in rapporto alla libertà di espressione (2).
  • La bidirezionalità della comunicazione permette un aumento della libertà espressiva, utilizzata dal soggetto attivo e non dal fruitore passivo (3).
  • Al tema della libertà di comunicazione è strettamente legato quello del diritto alla privacy (4).
  • Esiste ormai un approccio unitario da parte dei paesi della comunità europea riguardo alla tutela giuridica della riservatezza, che risulta essere estremamente diverso da quello statunitense (5).
  • Al tema della libertà espressiva va strettamente connessobquello dell'assunzione di responsabilità del singolo individuo e delle corrispondenti norme giuridiche che possano prevenire eventuali reati perpetrabili attraverso le reti di telecomunicazione (6).
  • Queste norme giuridiche incontrano delle difficoltà di elaborazione in quanto inapplicabili alle reti di telecomunicazioni che non hanno una collocazione geografica definita (7).
  • I problemi inerenti alla lesioni di diritti individuali sono similari a quelli causati dagli altri strumenti di comunicazione; più difficile cercare di perseguirli poiché diverse le legislazioni dei singoli stati (8).
  • In sede europea esiste una disciplina a tutela del consumatore per le vendite televisive e telematiche (9).
  • Il tentativo di disciplinare la materia in sede europea è stato attuato da una risoluzione del 1995, ma tutto lascia intendere che il vero indirizzo sia quello di una autoregolamentazione (10).
  • Uno dei principali problemi diventa quello della coscienza dell'importanza dell'autoregolamentazione (11).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Può introdurci al problema delle ‘telecomunicazioni in libertà'?

Risposta
Le telecomunicazioni sono sicuramente un problema di enorme rilievo economico e sociale; basti guardare la televisione, interrogare il nostro computer collegandoci ad Internet, guardare i giornali che ci danno le notizie di gigantesche fusioni fra colossi delle telecomunicazioni o la privatizzazione di grandi compagnie monopolistiche come Telecom Italia, o la Deutch Telecom e la France Telecom. Tuttavia, questo enorme rilievo economico di decine e decine di milioni di dollari non deve fare dimenticare che alla base delle telecomunicazioni vi è una fondamentale esigenza di libertà. Le telecomunicazioni soddisfano una primaria esigenza dell'uomo, quella di comunicare con altri suoi simili. Fino a poco tempo fa questa esigenza era sostanzialmente soddisfatta o attraverso il colloquio diretto di due persone che si trovavano sullo stesso luogo, oppure attraverso la corrispondenza epistolare; successivamente è arrivato il telefono, il principale strumento di telecomunicazione che si è, nel corso dei decenni, a partire dai primi decenni di questo secolo, evoluto. La nuova realtà delle telecomunicazioni rende le possibilità di comunicare fra i vari soggetti immensamente più grandi, immensamente più facili: trenta o quaranta anni fa era necessario fare le telecomunicazioni interurbane tramite l'operatore; adesso si ha la possibilità di telefonare in tutto il mondo attraverso la teleselezione internazionale; oppure si pensi alla comodità che può rappresentare un telefono cellulare o altri strumenti di comunicazione portatile. Esistono, poi, strumenti ancor più sofisticati come Internet, che permette di connettersi ad una rete di telecomunicazioni di dimensioni mondiali e ci consente di comunicare non solo attraverso scritti ma anche attraverso voci e, prossimamente, anche attraverso immagini in qualunque parte del mondo; da qualunque parte del mondo si può ricevere, trasmettere documenti, archivi e comunicare anche una serie di dati molto ampi, molto complessi che prima avrebbero dovuto essere mandati attraverso un corriere, attraverso la posta con dei tempi di comunicazione, di trasmissione lunghissimi. Questa dimensione che hanno assunto le telecomunicazioni induce a riflettere su un'altra dimensione, quella della libertà in questo mondo che oramai viene chiamato il mondo ‘cablato'. Qual è l'esigenza fondamentale di libertà che emerge da questa nuova realtà? La possibilità che tutti possano comunicare con tutti; o meglio che si possa avere la libertà di comunicare con chi si vuole diffondendo le proprie opinioni, i propri pensieri e i propri materiali, e la libertà di ricevere. Dunque, questo gigantesco sviluppo delle telecomunicazioni è legato al soddisfacimento della libertà di comunicare, sia di trasmettere che di ricevere. Ciò cambia notevolmente la prospettiva rispetto ad altri strumenti tecnologici di grande rilievo, come ad esempio la televisione; la televisione è un grande strumento di comunicazione che, però, proviene da pochi soggetti, coloro i quali hanno in mano l'emittente televisiva e trasmettono per una molteplicità di soggetti, i quali hanno un rapporto tendenzialmente e puramente passivo con il mezzo televisivo; possono certamente cambiare canale, possono spegnere il televisore ma non possono colloquiare direttamente con l'emittente. Nell'attuale sistema delle telecomunicazioni questa unidirezionalità del messaggio della televisione, dall'emittente al pubblico, cambia completamente. Cambia completamente perché in questo caso si tratta di una comunicazione biunivoca: i soggetti, tutti ad un pari livello, in una posizione di pari dignità, comunicano gli uni con gli altri. Cosa significa questo in termini concreti e trasportando questa esigenza sul piano giuridico? È necessario fare in modo che questa libertà di comunicare, libertà di ricevere e libertà di trasmettere venga, in buona sostanza, assicurata; e in questo passaggio sorgono subito le prime difficoltà.

Assicurare la libertà di ricevere, la libertà di trasmettere all'interno di uno spazio nazionale limitato - pensiamo solo all'Italia- è un conto; altro è assicurare, garantire la libertà di trasmissione, di ricezione in tutto il mondo. Come fare in modo che l'utente delle telecomunicazioni possa tranquillamente, liberamente, senza pericoli e senza limitazioni comunicare e trasmettere, ricevere e parlare, sentire, ascoltare con un suo interlocutore o più interlocutori che si trovano dall'altra faccia della terra? In questo caso vengono chiamate in causa una serie di questioni di sovranità nazionale e di internazionalità delle telecomunicazioni che sono proprie di questo sistema.

Si sono verificati casi nei quali alcuni paesi non consentono che le telecomunicazioni passino sul loro territorio o vengano indirizzate sul loro territorio o vengano ricevute nel loro territorio o trasmesse dal loro territorio; esistono paesi – non solo quelli a regime totalitario, dove vi sono precise restrizioni alla libertà di comunicare - che hanno una costituzione democratica ma che per ragioni storiche e politiche ritengono lesive e illecite determinate trasmissioni riguardanti certi argomenti. Il caso classico è quello della trasmissione in Germania di scritti apologetici di comunicazioni di una banca di dati, di un sito collocato nella rete Internet, sostanzialmente di propaganda neonazista; questa circostanza che in altri paesi potrebbe in qualche modo essere tollerata, limitandosi al solo livello della propaganda è ritenuto illecito in Germania, dove ovviamente la tragedia nazista ha determinato il vigore di determinate leggi che vietano in maniera, con pesanti sanzioni penali la propaganda neonazista. Allora questo fa' sorgere subito un problema: se ed in che misura dei cittadini tedeschi possono connettersi con una banca di dati o con un sito Web collocato in un'altra parte del mondo dove possono reperire scritti di Hitler, messaggi di propaganda neonazista e così via dicendo. Questo semplice esempio fa comprendere come il problema della libertà nelle telecomunicazioni non è un problema che riguarda un contrasto tra paesi democratici, dove viene sancito ed affermato il diritto e la libertà di comunicazioni e di telecomunicazioni, ma riguarda anche paesi e non solo non riguarda solo paesi con regime autoritario, ma anche paesi democratici che hanno una costituzione la quale riconosce la libertà di comunicazione. Quindi questo è il primo problema che si pone a chi voglia affrontare dal punto di vista giuridico la questione delle telecomunicazioni.

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Domanda 2
Storicamente il problema di libertà delle comunicazioni aveva cominciato a porsi con il concetto della libertà di stampa, quando ancora non esisteva il concetto di telecomunicazione. In paesi diversi si è evoluta diversamente l'interpretazione di questo concetto. Adesso come si pone la situazione generale di fronte a questa diversità di evoluzione?

Risposta
Se vogliamo fare un esempio concreto senza limitarci al piano teorico l'esperienza americana è senza dubbio quella più interessante in questo ambito. Gli Stati Uniti sono il paese dove è nato questo grande sviluppo delle telecomunicazioni di cui maggiore espressione è Internet ma non l'unica sua manifestazione, in quanto il concetto di telecomunicazione comprende anche la telefonia fissa, quella mobile, la trasmissione satellitare, l'insieme di trasmissioni ad onde, abbracciando, quindi, un insieme di tecnologie molto diverse fra di loro. Un ottimo esempio del rapporto che c'è tra libertà di stampa e libertà di telecomunicazioni, può venire appunto dall'esperienza americana. Nel 1995 l'amministrazione Clinton ha emanato una legge che disciplina il settore delle telecomunicazioni: la cosiddetta legge del ‘Telecommunications act' con la quale si intende applicare una disciplina amministrativa, ma anche verificare le possibili lesione dei diritti altrui e gli eventuali reati commessi attraverso le reti di telecomunicazioni. Principale preoccupazione dell'amministrazione in questa sua legge, è rappresentata dal problema che le trasmissioni attraverso reti di comunicazione, in particolare attraverso Internet, possano ledere la moralità pubblica, diffondere messaggi o trasmissioni di carattere osceno. Appena approvata questa legge immediatamente le organizzazioni dei diritti civili americani, nonché i produttori di software a partire dalla Microsoft di Bill Gates, decisero di impugnare questo atto legislativo dinanzi la corte federale della Pennsylvania, lamentando la possibilità che questa legge contenga elementi di anticostituzionalità in quanto limita la libertà di espressione dei singoli cittadini. Ancora più in maniera dettagliata fecero riferimento al primo emendamento della costituzione americana che sancisce la non possibilità che il parlamento voti alcuna legge che limiti la libertà di parola o di stampa. Si scorge subito la interazione che sorge tra stampa e telecomunicazioni. Negli Stati Uniti il primo emendamento è stato il pilastro su cui negli ultimi trenta anni si è sviluppata una copiosissima giurisprudenza della corte suprema degli Stati Uniti a tutela della stampa, in particolare nel caso in cui la stampa avesse violato la reputazione o la riservatezza di singoli soggetti. Questo emendamento, era stato utilizzato fino ad allora per tutelare la stampa e quindi dei soggetti imprenditoriali, compresi radio e televisione, la quale attività commerciale si fondava sulla comunicazione di informazioni, subiva una interpretazione rovesciata in quanto la corte federale della Pennsylvania prima e la corte suprema poi, affermarono che il primo emendamento della costituzione non tutela soltanto la libertà delle imprese di comunicare, ma anche ed in primo luogo la libertà dei singoli cittadini di comunicare fra di loro e di potere manifestare il loro pensiero, le loro opinioni attraverso le reti di telecomunicazioni tra cui sicuramente era da annotare anche Internet. A questo punto il giudizio della corte suprema è che la normativa in materia contenuta nel ‘Communications act' del 1995 è costituzionalmente illegittima a causa della vaghezza della previsione normativa contenuta dalla legge, per la vaghezza della sanzione penale combinata, in quanto in grado di limitare la libertà di comunicazione dei singoli. Questo episodio mostra come in un contesto molto evoluto, in una società molto attenta ai problemi, da un lato di telecomunicazioni e dall'altra di libertà di comunicazione e di espressione, sia molto delicato il rapporto che viene a crearsi tra libertà di stampa e libertà di telecomunicazione.

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Domanda 3
Fatto fondamentale, è che le telecomunicazioni hanno la particolarità di essere bidirezionali. Quindi qualsiasi utente risulta un soggetto attivo e non solo passivo, e questo può essere rappresentato come un rafforzamento del diritto alla libertà di espressione?

Risposta
Ritengo che questo sia un rafforzamento della libertà di espressione. Finora la libertà di stampa o la libertà di radiotrasmissione è stata una libertà concessa ed attribuita a pochi soggetti, i quali erano garantiti da una notevole dimensione economica, o tutelava piccole espressioni locali che potevano creare un bollettino della piccola associazione godendo delle garanzie costituzionali. Ora con la libertà di telecomunicazioni, questa tutela è estremamente diffusa, è una libertà che tocca tutti e chiunque e soprattutto non costituisce una funzione passiva, bensì è una "libertà" attiva di potere comunicare con altri soggetti. Se la mia necessità è quella di inviare un personale messaggio ad un indirizzario abbastanza ampio concernente determinati temi, è chiaro che attraverso un sistema molto semplice come Internet, sono in grado di contattare questi soggetti in tempi rapidissimi con una spesa assai modesta e con la certezza che questo mio messaggio venga ricevuto. Questa è quella che io definisco una libertà attiva e non puramente legata alla comunicazione di due soggetti, come prima succedeva con il telefono dove, tradizionalmente, erano sono solo due le persone che comunicavano. La realtà attuale delle telecomunicazioni è una realtà nella quale c'è un soggetto che comunica contemporaneamente, in una posizione di parità, con una molteplicità di soggetti, ricevendo nel contempo da un uguale numero di persone altrettanti messaggi più o meno personalizzati. Questa è la tendenza del sistema che risulta oltremodo evidente se noi consideriamo il fenomeno della multimedialità, dove, attraverso le reti della telecomunicazione, non soltanto viaggiano messaggi personali, dati di carattere puramente numerico e così via dicendo, bensì viaggiano immagini, suoni e trasmissioni animate che possono essere composte, ricomposte o frazionate da colui il quale si trova dal lato attivo. Portiamo l'esempio assai concreto, già in fase di sperimentazione in Italia ed in fase già di attuazione in altri paesi: il ‘video on demand', cioè il video su richiesta; in questo caso, in buona sostanza, abbiamo una banca di dati, di immagini video, cioè di trasmissioni; possono essere trasmissioni di intrattenimento, culturali, telegiornali, film che possono riguardare avvenimenti sportivi e che possono essere acceduti dall'interessato il quale, a seconda di quello di cui ha bisogno, interroga questa banca di dati e chiede ciò che egli desidera. Nel caso della televisione generalista, il soggetto era soltanto passivo, poiché poteva scegliere tra più canali ma non fare nulla di più -; con il video on demand questa scelta dell'utente non è solo tra più canali trasmissivi, ma consiste nella possibilità di decidere quello che vuole vedere, se il varietà del sabato sera corrente o quello del sabato sera di venti anni fa, confrontandolo, ad esempio, con quello attuale. Attraverso questa multimedialità, questa integrazione tra i diversi sistemi trasmissivi -voce, musica, dati, immagini, immagini in movimento- il soggetto non svolge più un ruolo passivo bensì un ruolo attivo. Questo sicuramente è un ruolo che va tutelato e che corrisponde alla libertà di telecomunicazioni ed è tale libertà che va, in qualche modo, tutelata ed assicurata.

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Domanda 4
E può essere considerato un diritto umano fondamentale?

Risposta
Sicuramente. Nell'articolo 15 della nostra Costituzione, come del resto quasi tutte le costituzioni approvate dopo la seconda guerra mondiale, la libertà di comunicazione è considerata un diritto fondamentale; è considerata tale anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, dal Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici, approvato a New York nel 1970, dalla Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo del 1950. Quindi, noi troviamo, già a livello di atti internazionali, il riconoscimento della dignità di diritto umano fondamentale della libertà di comunicazione.

A questo tema si interseca un altra questione: non soltanto dobbiamo parlare di libertà delle telecomunicazioni, ma dobbiamo anche considerare la riservatezza o la segretezza delle telecomunicazioni. Siamo abituati a considerare il principio della segretezza delle comunicazioni inerente alla corrispondenza, la circostanza che nessuno può aprire una lettera da noi indirizzata ad un altro soggetto, quale che sia il contenuto; il contenuto potrebbe essere banale o riservato e confidenziale, ma chiunque, dal portalettere, al portiere, alla donna di servizio o qualunque altra persona non può aprire questa lettera. Il livello successivo è quello delle trasmissioni e comunicazioni di carattere telefonico; in questo caso in tutti i paesi si è intervenuti per disciplinare la possibilità che le comunicazioni telefoniche vengano intercettate e c'è una disciplina che è stata introdotta nel nostro paese da più di venti anni che vorrebbe regolamentare in maniera abbastanza chiara la possibilità di intercettazione, di interferenza nelle comunicazioni telefoniche.

Successivamente, in epoca ancora più recente, il nostro legislatore è intervenuto nuovamente -nel 1994- con riferimento alle comunicazioni di carattere telematico, per circostanze che riguardano l'inserimento sul cavo per captare le trasmissioni che avvengono tra un elaboratore e l'altro. Tuttavia, questa disciplina che esiste nel nostro paese e non solo nel nostro paese, è frammentaria, ovvero è una disciplina che non riesce a coprire tutti i paesi; ciascun paese ha le proprie regole e queste regole non necessariamente sono eguali e, dunque, poiché le telecomunicazioni sono necessariamente internazionali si pone un grave problema di uniformità nelle discipline della intercettazione illecita ed illegale delle comunicazioni. Un primo passo, in questo senso, è stato fatto in sede comunitaria per cercare di disciplinare in maniera uniforme la possibilità di intercettazione legale delle comunicazioni. Tuttavia, il problema delle telecomunicazioni riguarda non solo la libertà di comunicare con altri soggetti ma anche la riservatezza dei contenuti. Riguardo questo ultimo punto, a partire dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo al Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici di New York, alla Convenzione di Strasburgo sui Diritti dell'Uomo il quadro è meno rassicurante, poiché manca una precisa disposizione che consenta di affermare che le telecomunicazioni siano non soltanto libere ma anche segrete. Se, inoltre, si riconosce la segretezza della corrispondenza epistolare non si vede per quale motivo, a livello internazionale, non si debba riconoscere anche la segretezza delle telecomunicazioni quando queste sono inviate da un soggetto ad un altro ed hanno una evidente contenuto di carattere personale.

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Domanda 5
Esistono, dunque, prospettive internazionali di regolazione di questo diritto di libertà?

Risposta
Vi è una forte preoccupazione da parte di tutti i paesi sviluppati, i paesi industrializzati appartenenti al mondo occidentale; a livello di Comunità Europea vi sono numerose iniziative, come una disciplina comunitaria di Internet che cerca di fissare alcuni principi. Vi è una direttiva di recente approvata dal Consiglio dell'Unione Europea che riguarda la tutela della riservatezza dei dati personali raccolti attraverso reti di telecomunicazioni. Quindi, in sede comunitaria vi è già un primo approccio unitario nella consapevolezza della necessità di affrontare questo problema su una scala ben più ampia che non sia quella unicamente nazionale. Iniziative sono state prese in sede dell'OCSE, l'organizzazione che riguarda la cooperazione allo sviluppo economico e che raggruppa tutti i grandi paesi, non solo quelli della comunità europea ma anche quelli non appartenenti, in particolare gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia. In sede OCSE si è rilevata la necessità di una disciplina comune nel settore delle telecomunicazioni volta a garantire determinati e precisi diritti dei vari soggetti coinvolti. Quindi, qualcosa si sta muovendo. Il problema di questi interventi internazionali è che essi sono necessariamente molto lunghi da attuare ed a meno che non ci siano delle impellenti spinte, non ci siano dei casi gravissimi che si verificano, vi è una scarsa tendenza dei diversi paesi ad adottare una soluzione; direi, anzi, che in generale, in termini di prospettiva vi è una certa divergenza di opinioni tra la posizione americana - così come è manifestata dalla corte suprema nella decisione che ho appena ricordato sul 'Comunications Act' del 1995- e quella europea.

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Domanda 6
Quali sono i limiti entro cui gioca la libertà delle telecomunicazioni?

Risposta
Da sempre, il tema della libertà è collegato a due istanze di uguale rilievo; per un verso quello dei limiti alla libertà, giacché la libertà non è mai stata intesa - partendo dalla filosofia antica, dai greci, che hanno maggiormente sviluppato il tema della libertà- come libertà assoluta, indiscriminata; il secondo problema è quello della responsabilità. Alla libertà si collega sempre la responsabilità del soggetto il quale esercita questa sua libertà. Dunque, nel momento in cui noi parliamo di telecomunicare e sosteniamo che la libertà di telecomunicazioni è un diritto umano fondamentale, tuttavia dobbiamo cercare di individuare quelli che sono i limiti a tale libertà e comprendere fino a che punto essa può estendersi. Ciò appare ovvio, vale per tutti i diritti; se io ho la libertà di circolare, questa mia libertà non si può spingere fino al punto da investire i pedoni che incontro per strada mentre sto circolando con il mio bolide a centottanta all'ora. È evidente che nell'esercizio di qualsiasi libertà ci incontriamo con i diritti degli altri, che possono anche trovarsi in una posizione di uguale rilievo sia sul punto di vista dei valori, sia dal punto di vista della concreta disciplina giuridica. Taluni, non necessariamente debbono essere sacrificati per consentire l'esercizio della libertà di cui si parla.

Noi, tendenzialmente, individuiamo una serie di limiti, alcuni sono posti a tutela di interessi di carattere pubblico, altri limiti vengono posti a tutela di interessi di carattere privato. Nel primo settore troviamo, evidentemente, i limiti che vengono posti alla libertà di comunicazione e di telecomunicazione a tutela dell'ordine pubblico; il concetto di ordine pubblico è un concetto estremamente ampio che è interpretato variamente a seconda delle epoche storiche e del contesto politico – istituzionale al quale ci si riferisce. Prendiamo, come standard, quello di una nozione di ordine pubblico all'interno di una società democratica. Una società democratica può essere posta in pericolo da una serie di attività che determinano un sovvertimento delle istituzioni, un sovvertimento violento delle istituzioni con la lesione di alcuni principi fondamentali che possono essere, immaginiamo, la forma dello stato, lo stesso regime democratico, la integrità statuale. Il primo problema è quello di individuare quali sono i limiti posti al diritto della libertà di telecomunicazione a tutela dell'ordine pubblico. A mio avviso questi limiti non dovrebbero essere diversi da quelli che già esistono con riferimento ad altri mezzi di manifestazione del pensiero; non ritengo che alla libertà di telecomunicazioni debbano essere posti dei limiti diversi da quelli che già si pongono alla stampa o alla televisione; se io pubblico un giornale con il quale rivendico l'esigenza di separare le Marche e l'Umbria dal resto dell'Italia e costituire uno stato autonomo separato dall'Italia, questa mia prospettazione è una prospettazione che rimane nell'ambito della manifestazione dell'opinione, opinabile, condivisibile o meno ma che certamente non lede diritti, posizioni istituzionali fondamentali. È chiaro che, però, nel momento in cui attraverso la stampa o le reti di telecomunicazioni si passa dal pensiero alla concreta proposizione di attività sovversive, istigando ad attività di sovvertimento dell'ordine pubblico e di iniziative concrete, a questo punto il limite dell'ordine pubblico verrebbe chiamato in causa. Tuttavia, queste sono ipotesi estreme che nella storia del nostro paese sono ancora ben lontane dall'essersi verificate, anche negli anni più bui della nostra repubblica, gli anni del terrorismo, le disposizioni in tema di sovversioni dell'ordine pubblico sono state interpretate ed applicate con una certa, notevole intelligenza da parte delle autorità giudiziarie chiamate al controllo dell'esercizio della azione di polizia. Quindi, io ritengo che, nel nostro paese, il problema del limite dell'ordine pubblico sia un problema interessante dal punto di vista teorico ma di modesto rilievo pratico.

Più complesso è il problema a livello internazionale. Trascuriamo i paesi autoritari o addirittura dittatoriali dove è evidente che la libertà di comunicazione non è consentita e dunque è chiaro che ciò lo si dice invocando l'ordine pubblico. Piuttosto ci interessa la questione di opinioni all'interno di paesi democratici, giacché ciascun paese ha una diversa tradizione in questa materia; esistono paesi di lunga tradizione democratica, penso all'Inghilterra e agli Stati Uniti d'America, dove viene tollerato tutto fin tanto che non si traduca in attività concreta e paesi dove invece, di tradizione democratica meno antica o comunque più fragile, penso all'Italia e alla Germania che sono usciti, dopo la seconda guerra mondiale, da una esperienza dittatoriale dove la esigenza di tutela dell'ordine pubblico è maggiormente sentita ed anche certe volte sancita nelle rispettive costituzioni. Il problema, come al solito, è quello di conciliare, di cercare di trovare un punto comune tra le diverse normazioni esistenti a livello internazionale tra i diversi paesi. Ancora a livello di tutela dell'interesse pubblico vi è un problema di prevenzione dei reati attraverso le reti di telecomunicazioni; del resto, attraverso qualsiasi strumento possono commettersi dei reati; io posso commettere un reato attraverso il telefono, così come lo posso commettere attraverso la rete Internet, o solo mandando una lettera di estorsione o di ingiurie e di minacce ad un soggetto. Quindi, la possibilità che attraverso gli strumenti di telecomunicazione si realizzino dei reati è una realtà che noi conosciamo bene e si è sempre presentata.

Quali sono i problemi che si pongono con riguardo alla prevenzione dei reati che si commettono attraverso reti di telecomunicazioni? Ciò che preoccupa maggiormente in tutti i paesi sono soprattutto tre tipi di reati: i reati contro i minori, i reati contro la morale pubblica, i reati contro il patrimonio. Reati contro i minori là dove gli strumenti delle telecomunicazioni diventano degli strumenti di abuso della immaturità che è propria del minore, altrimenti non sarebbe un minore. Qualche anno fa erano in auge servizi telefonici, tipo: "telefonate a Babbo Natale chiedendogli quello che volete"; il minore si attaccava al telefono, telefonava a Babbo Natale ignorando che questa sua telefonata avrebbe portato via dalle tasche dei suoi genitori decine di migliaia di lire di bolletta telefonica per il preteso servizio che gli veniva reso. Questo è un esempio tipico che mostra come attraverso le reti di telecomunicazione si possono concretizzare delle truffe a danno dei minori abusando della loro immaturità.

L'altro profilo strettamente collegato al problema dei minori è quello della diffusione di immagini, o di servizi, o di programmi, o di testi di contenuto osceno; pensiamo non soltanto alla trasmissione di programmi propriamente pornografici, ma a tutto il profilo della pedofilia, della offerta di minori attraverso le immagini degli stessi via Internet; pensiamo ancora al problema del ‘turismo sessuale'. Queste reti di telecomunicazione sono internazionali e dunque coinvolgono tanti paesi contemporaneamente; il problema, dunque, anche in questo caso, è dato dalla circostanza che non in tutti i paesi vi è un comune senso del pudore e ciò che viene ritenuto osceno in una certa comunità può essere ritenuto perfettamente accettabile in un'altra.

Qualche tempo fa, in certe parti dell'Europa si è sviluppata la moda del topless sulla spiaggia ed in Italia vi erano non pochi pretori che arrestarono le turiste straniere, le quali abituate a spogliarsi, a mettersi a seno nudo nelle fredde spiagge del nord, pensavano di potere fare la stessa cosa in Italia, ignorando la diversa concezione del pudore che almeno a quell'epoca vigeva nella magistratura italiana. Il problema della repressione delle comunicazioni contrarie alla morale sulle reti di telecomunicazione sconta questa diversità di opinione su che cosa sia una trasmissione oscena o quale il concetto di ‘osceno'; il concetto di osceno è concepito in un certo modo in una metropoli come Los Angeles, in altro modo è concepito in una piccola comunità rurale fortemente legata ai suoi valori tradizionali. Il problema, dunque, è quello di trovare un comune denominatore, una regola che possa applicarsi nei diversi paesi evitando che un soggetto che ritiene di svolgere una attività lecita in un paese, veda invece incriminarsi in un altro posto per lo stesso fatto.

Il problema della tutela del patrimonio attraverso le reti di telecomunicazione è possibile ed anzi vi sono egregi esempi di reati contro il patrimonio; un reato di questo genere è commesso da coloro che si introducono nel sistema informatico altrui; pensiamo al fenomeno degli haker i quali entrano in un sistema informatico e ne scombinano il funzionamento, sottraendo a scopo puramente ludico informazioni o rendendo impossibile il suo uso a ben più complesse truffe di carattere elettronico; sono state commesse truffe ai danni di istituti di credito attraverso il trasferimento falsamente autorizzato dalla banca ad un soggetto inesistente, il quale, poi, ricevuti i soldi, sparisce. Pensiamo ancora a tutte le attività che attualmente vengono svolte attraverso mezzi più banali e meno sofisticati, attraverso la Posta o attraverso il soggetto che va a casa della persona anziana spacciandosi come impiegato delle Poste o del servizio della società dei telefoni o della società elettrica chiedendo il pagamento di canoni o di bollette. Trasferiamo questi episodi su una rete telematica dove il soggetto si spaccia per qualcuno e chiede il pagamento di determinati servizi; pensiamo ancora, sempre per restare nell'ambito dei reati contro il patrimonio, al grosso problema che si è posto negli Stati Uniti delle così dette borse su Internet, cioè lo scambio di titoli azionari, la compravendita di titoli azionari su una rete non controllata e sostanzialmente libera quale è Internet. Qui si pongono gravi problemi sulla certezza che il soggetto che acquista sia certo, poi, di ricevere queste azioni e di potere essere effettivamente il titolare delle medesime.

Il panorama dei possibili reati che si possono commettere attraverso le reti delle telecomunicazioni è estremamente ampio. Accanto a questi due profili legati alla lesione di interessi pubblici, ci si pone l'esigenza di tutela di diritti individuali, nel senso che le telecomunicazioni possono ledere non soltanto diritti, interessi di carattere pubblico ma anche interessi di carattere privato.

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Domanda 7
Tornando al problema dei diritti contro la morale, Lei ha portato l'esempio delle diverse reazioni rispetto ad un atteggiamento tra la comunità rurale e la metropoli; dunque il problema emerge anche all'interno di uno stesso paese?

Risposta
Riferendoci alle telecomunicazioni parliamo di uno spazio virtuale; non solo le comunicazioni abbracciano l'intero globo terrestre, ma, soprattutto, spesso noi non sappiamo da dove viene generata una determinata telecomunicazione. Se nel cuore della notte veniamo svegliati da uno squillo prolungato del telefono noi non sappiamo se chi telefona si trova nel palazzo di fronte a noi ed è un signore che ci vuole molestare oppure se si tratta di una persona che ci sta telefonando dagli Stati Uniti d'America. Vi è un ulteriore problema; su rete di telecomunicazione quale è Internet noi non sappiamo da dove parte la comunicazione o l'informazione che noi riceviamo; questa potrebbe essere generata sia in un punto ben determinato sia da un punto virtuale; la trasmissione transatlantica a causa della scarsità dei cavi ha costi elevati ed essendo questi cavi particolarmente intasati per le telecomunicazioni ordinarie, molte volte, il soggetto che fornisce informazioni costituisce un equivalente, un elaboratore che contiene le stesse informazioni in un punto già sul continente europeo. Noi interroghiamo o pensiamo di interrogare la Library of Congress a Washington, in realtà stiamo interrogando un elaboratore che si trova in Svezia o in Francia. Il luogo di generazione del messaggio potrebbe trovarsi tanto su una sconosciuta e minuscola isola dei Caraibi, quanto in una grande metropoli americana; non è assolutamente facile e spesso è impossibile comprendere esattamente il punto di partenza di queste comunicazioni, tanto meno è possibile capire quale sia il passaggio che questo messaggio compie, perché una delle caratteristiche della rete Internet è quello di consentire ai pacchetti di informazione di fare diversi percorsi alternativi fra di loro a seconda del maggiore o minore traffico che c'è su una linea piuttosto che un'altra. Quindi, addirittura, ci sono alcuni che parlano di una totale extraterritorialità delle telecomunicazione e delle reti di telecomunicazione, identificabile in uno spazio virtuale; ciò, se certamente può soddisfare la fantasia e gli ingegni di coloro che vogliono trovare delle soluzioni innovative, sicuramente, però, non risponde alla realtà giuridica perché la tradizione del mondo occidentale è quella di affermare la giurisdizione ed il controllo sullo spazio, sia esso aereo, sia terreno che quello delle acque. Dunque, non si vuole che fenomeni che si verificano in una parte o dall'altra del globo terrestre rimangano privi di una loro regola, privi di una loro giurisdizione. Il problema è quale sia questa regola e ci sono contese tra i diversi stati sulla regola applicabile.

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Domanda 8
Per quanto riguarda invece la tutela dei diritti personali?

Risposta
Attraverso le reti di telecomunicazione si possono ledere diritti individuali fondamentali, in particolare quello della riservatezza e della reputazione, così come si possono ledere la riservatezza e la reputazione attraverso un giornale, la televisione, attraverso una semplice telefonata. Quindi, i problemi che si pongono con riferimento alla lesione dei diritti individuali in rapporto alle telecomunicazioni sono problemi da lungo tempo studiati e da lungo tempo si è cercato di trovare un equilibrio tra la libertà fondamentale di comunicare e di diffondere il pensiero e la libertà individuale di vedere rispettata la propria personalità. I problemi sorgono, ancora una volta, dalla internazionalità delle telecomunicazioni; ovvero, fintanto che la lesione della reputazione o della riservatezza si verifica all'interno di un preciso ambito nazionale non si porranno grandi problemi; nel momento in cui questa lesione avviene all'esterno di questo ambito territoriale, subito sorgerà un problema. Un esempio per tutti: l'anno scorso, dopo la morte del Presidente della Repubblica francese François Mitterand, era stata diffusa in Francia, attraverso le reti di telecomunicazione, un diario del suo medico personale, il quale rivelava una serie di notizie di carattere riservato sul conto dello stato di salute e sugli ultimi giorni del Presidente. La diffusione di questo diario su un sito Internet collocato in Francia indusse subito la magistratura francese ad intervenire ed a dichiarare illecita questa diffusione. Il sito Internet fu subito chiuso e fu costituito in un altro paese dove evidentemente la magistratura francese non aveva la possibilità di intervenire. Questo episodio dimostra come la possibilità di controllare e di impedire, di sanzionare comunicazioni illecite, lesive della reputazione della riservatezza in ambiti territoriali così vasti e diversi, con diversi regimi giuridici costituisce il primo, principale problema della effettività della tutela.

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Domanda 9
Un altro problema dei diritti personali riguarda i consumatori.

Risposta
Qui noi vediamo che una delle prospettive delle telecomunicazioni è quella di essere un formidabile strumento per la soddisfazione di interessi del consumatore. Il consumatore entra in gioco nelle telecomunicazioni sotto due profili: uno abbastanza banale che è quello del contraente dei servizi di telecomunicazione; si tratta di tutelare il contraente nel momento in cui egli stipula un contratto con un'impresa di telecomunicazioni oppure si serve di servizi di telecomunicazioni, accede ad una banca di dati, acquista della merce attraverso una rete telematica; in questo caso il soggetto va tutelato in quanto contraente di un servizio di telecomunicazioni indipendentemente dalla qualità e dal contenuto dei servizi. La soluzione viene individuata in quasi tutti i paesi con la istituzione di autorità di controllo che hanno il compito di verificare le tariffe, ed evitare che queste tariffe abbiano dei costi troppo elevati; in secondo luogo, hanno il compito di controllare il contenuto di questi contratti con i consumatori i quali si avvalgono di servizi di telecomunicazioni. Chiunque abbia seguito le vicende del così detto ‘regolamento del servizio telefonico' in vigore in Italia negli ultimi decenni, si è reso conto come progressivamente questo regolamento del servizio telefonico abbia dovuto prendere in considerazione anche le esigenze ad i giusti diritti degli utenti telefonici, con riguardo alle inadempienze del servizio, ai mancati allacci, al mancato funzionamento, alla mancata riparazione del servizio, agli errori di pubblicazione sull'annuario telefonico e così via. Il secondo problema è quello della tutela del consumatore il quale svolge un'attività di carattere contrattuale attraverso le reti di telecomunicazione; un soggetto, anziché utilizzare un normale catalogo di vendita per corrispondenza, si collega ad un'impresa che vende per corrispondenza consultando tale catalogo per via telematica ed ordinando, sempre per via telematica, un determinato prodotto. Oppure immaginiamo il problema della tutela del consumatore nel momento in cui egli consulta una banca di dati di informazioni economiche o consulta una banca di dati di informazioni di altro genere; questo tipo di servizio che gli viene offerto non è un servizio corrispondente alla qualità da lui richiesta, oppure ha un costo eccessivo. A questo punto sorgono problemi tradizionali di tutela del consumatore né più né meno di quando il consumatore stipula un contratto con un altro fornitore di servizi al di fuori di una rete di telecomunicazioni. La difficoltà qual è? Spesso, in questi casi, il pagamento del servizio o della merce avviene con lo stesso mezzo, con lo strumento telematico con la indicazione della carta di credito e con l'addebito del costo del servizio acquistato, fornito o del bene acquistato. In sede europea già vi è un importante intervento che è quello rappresentato dalla recente direttiva sulla vendita e conclusione dei contratti a distanza che estende una certa disciplina già esistente a tutela del consumatore, anche per le vendite televisive e telematiche. Bisogna però aggiungere che il legislatore italiano in questo caso era stato anticipatore rispetto alla normativa comunitaria e già cinque anni fa aveva esteso la protezione di queste vendite fuori dei locali commerciali anche il caso di vendite telematiche e televisive. Quindi, un certo tipo di disciplina a tutela del consumatore si pone. Il grosso problema sarà quello della crescente integrazione delle reti di telecomunicazioni attualmente utilizzate soltanto per effettuare gli ordini di prodotti o la fornitura di servizi con le reti di pagamento. Per il momento le reti di pagamento sono ben separate; immaginiamo semplicemente la rete interbancaria del Bacomat che è ben separata e che è gestita dagli istituti di credito in maniera ben separata dalle altre reti di telecomunicazioni. Progressivamente queste reti verranno unificate o, comunque, si cercherà di consentire che lo stesso soggetto possa svolgere una attività di acquisto di beni o la fornitura richiesta di servizi e pagare attraverso la stessa rete, attraverso un criterio di addebito automatico sulla sua carta di credito o sul proprio conto corrente bancario. In questo caso si aprirà il problema della tutela dei pagamenti che vengono effettuati su queste reti per evitare che il soggetto venga truffato delle somme che egli offre in pagamento non ricevendo, però, i servizi o i prodotti da lui richiesti, oppure evitando altri tipi di truffe di carattere elettronico. Questa è un'altra prospettiva ed è di estrema importanza per la tutela del consumatore.

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Domanda 10
Anche in questo caso si pongono i problemi di carattere internazionale perché molto spesso il venditore e l'acquirente si trovano in posti diversi.

Risposta
Vi è un tentativo da parte della Comunità Europea di disciplinare la materia, con una recente risoluzione della primavera del 1997 sulle attività svolte attraverso Internet, oltre alla tutela dei minori, alla tutela del buon costume e alla prevenzione ai reati si individua come ulteriore settore di intervento comunitario la esigenza di tutela del consumatore. Per il momento la Comunità Europea si indirizza più verso soluzioni di autoregolamentazione, nella consapevolezza che una disciplina uniforme e legislativa di carattere internazionale richiederebbe tempi lunghissimi; allora si tenta di fare in modo che i vari operatori di telecomunicazioni, i fornitori di servizi, i service–provider si accordino fra di loro elaborando regolamentazioni proprie, codici deontologici che in qualche modo assicurino o garantiscano all'utente dei servizi di telecomunicazione di avere una rispondenza fra ciò che egli chiede e quello che effettivamente gli viene offerto. Ma anche questa è una prospettiva che richiederà molto tempo prima di essere concretamente attuata.

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Domanda 11
Ci sono paesi che si affacciano adesso alle telecomunicazioni internazionali…

Risposta
Questi problemi riguardano soprattutto i paesi occidentali dove, grosso modo, lo sviluppo è abbastanza omogeneo; è l'uso che si fa delle telecomunicazioni che è disomogeneo: in Italia il numero di utenti Internet è un decimo di quello degli Stati Uniti. Il problema è quello della consapevolezza, all'interno dei singoli paesi, dell'importanza dell'autodisciplina. In Italia si coglie questa importanza soltanto quando scoppia il caso clamoroso. Negli Stati Uniti invece ogni giorno si discute come disciplinare o, meglio, come autodisciplinare il settore delle telecomunicazioni.

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