INTERVISTA:
Domanda 1
Può introdurci al problema delle telecomunicazioni in libertà'?
Risposta
Le telecomunicazioni sono sicuramente un problema di enorme rilievo economico e sociale;
basti guardare la televisione, interrogare il nostro computer collegandoci ad Internet,
guardare i giornali che ci danno le notizie di gigantesche fusioni fra colossi delle
telecomunicazioni o la privatizzazione di grandi compagnie monopolistiche come Telecom
Italia, o la Deutch Telecom e la France Telecom. Tuttavia, questo enorme rilievo economico
di decine e decine di milioni di dollari non deve fare dimenticare che alla base delle
telecomunicazioni vi è una fondamentale esigenza di libertà. Le telecomunicazioni
soddisfano una primaria esigenza dell'uomo, quella di comunicare con altri suoi simili.
Fino a poco tempo fa questa esigenza era sostanzialmente soddisfatta o attraverso il
colloquio diretto di due persone che si trovavano sullo stesso luogo, oppure attraverso la
corrispondenza epistolare; successivamente è arrivato il telefono, il principale
strumento di telecomunicazione che si è, nel corso dei decenni, a partire dai primi
decenni di questo secolo, evoluto. La nuova realtà delle telecomunicazioni rende le
possibilità di comunicare fra i vari soggetti immensamente più grandi, immensamente più
facili: trenta o quaranta anni fa era necessario fare le telecomunicazioni interurbane
tramite l'operatore; adesso si ha la possibilità di telefonare in tutto il mondo
attraverso la teleselezione internazionale; oppure si pensi alla comodità che può
rappresentare un telefono cellulare o altri strumenti di comunicazione portatile.
Esistono, poi, strumenti ancor più sofisticati come Internet, che permette di connettersi
ad una rete di telecomunicazioni di dimensioni mondiali e ci consente di comunicare non
solo attraverso scritti ma anche attraverso voci e, prossimamente, anche attraverso
immagini in qualunque parte del mondo; da qualunque parte del mondo si può ricevere,
trasmettere documenti, archivi e comunicare anche una serie di dati molto ampi, molto
complessi che prima avrebbero dovuto essere mandati attraverso un corriere, attraverso la
posta con dei tempi di comunicazione, di trasmissione lunghissimi. Questa dimensione che
hanno assunto le telecomunicazioni induce a riflettere su un'altra dimensione, quella
della libertà in questo mondo che oramai viene chiamato il mondo cablato'. Qual è
l'esigenza fondamentale di libertà che emerge da questa nuova realtà? La possibilità
che tutti possano comunicare con tutti; o meglio che si possa avere la libertà di
comunicare con chi si vuole diffondendo le proprie opinioni, i propri pensieri e i propri
materiali, e la libertà di ricevere. Dunque, questo gigantesco sviluppo delle
telecomunicazioni è legato al soddisfacimento della libertà di comunicare, sia di
trasmettere che di ricevere. Ciò cambia notevolmente la prospettiva rispetto ad altri
strumenti tecnologici di grande rilievo, come ad esempio la televisione; la televisione è
un grande strumento di comunicazione che, però, proviene da pochi soggetti, coloro i
quali hanno in mano l'emittente televisiva e trasmettono per una molteplicità di
soggetti, i quali hanno un rapporto tendenzialmente e puramente passivo con il mezzo
televisivo; possono certamente cambiare canale, possono spegnere il televisore ma non
possono colloquiare direttamente con l'emittente. Nell'attuale sistema delle
telecomunicazioni questa unidirezionalità del messaggio della televisione, dall'emittente
al pubblico, cambia completamente. Cambia completamente perché in questo caso si tratta
di una comunicazione biunivoca: i soggetti, tutti ad un pari livello, in una posizione di
pari dignità, comunicano gli uni con gli altri. Cosa significa questo in termini concreti
e trasportando questa esigenza sul piano giuridico? È necessario fare in modo che questa
libertà di comunicare, libertà di ricevere e libertà di trasmettere venga, in buona
sostanza, assicurata; e in questo passaggio sorgono subito le prime difficoltà.
Assicurare la libertà di ricevere, la libertà di trasmettere
all'interno di uno spazio nazionale limitato - pensiamo solo all'Italia- è un conto;
altro è assicurare, garantire la libertà di trasmissione, di ricezione in tutto il
mondo. Come fare in modo che l'utente delle telecomunicazioni possa tranquillamente,
liberamente, senza pericoli e senza limitazioni comunicare e trasmettere, ricevere e
parlare, sentire, ascoltare con un suo interlocutore o più interlocutori che si trovano
dall'altra faccia della terra? In questo caso vengono chiamate in causa una serie di
questioni di sovranità nazionale e di internazionalità delle telecomunicazioni che sono
proprie di questo sistema.
Si sono verificati casi nei quali alcuni paesi non consentono che le
telecomunicazioni passino sul loro territorio o vengano indirizzate sul loro territorio o
vengano ricevute nel loro territorio o trasmesse dal loro territorio; esistono paesi
non solo quelli a regime totalitario, dove vi sono precise restrizioni alla
libertà di comunicare - che hanno una costituzione democratica ma che per ragioni
storiche e politiche ritengono lesive e illecite determinate trasmissioni riguardanti
certi argomenti. Il caso classico è quello della trasmissione in Germania di scritti
apologetici di comunicazioni di una banca di dati, di un sito collocato nella rete
Internet, sostanzialmente di propaganda neonazista; questa circostanza che in altri paesi
potrebbe in qualche modo essere tollerata, limitandosi al solo livello della propaganda è
ritenuto illecito in Germania, dove ovviamente la tragedia nazista ha determinato il
vigore di determinate leggi che vietano in maniera, con pesanti sanzioni penali la
propaganda neonazista. Allora questo fa' sorgere subito un problema: se ed in che misura
dei cittadini tedeschi possono connettersi con una banca di dati o con un sito Web
collocato in un'altra parte del mondo dove possono reperire scritti di Hitler, messaggi di
propaganda neonazista e così via dicendo. Questo semplice esempio fa comprendere come il
problema della libertà nelle telecomunicazioni non è un problema che riguarda un
contrasto tra paesi democratici, dove viene sancito ed affermato il diritto e la libertà
di comunicazioni e di telecomunicazioni, ma riguarda anche paesi e non solo non riguarda
solo paesi con regime autoritario, ma anche paesi democratici che hanno una costituzione
la quale riconosce la libertà di comunicazione. Quindi questo è il primo problema che si
pone a chi voglia affrontare dal punto di vista giuridico la questione delle
telecomunicazioni.
Domanda 2
Storicamente il problema di libertà delle comunicazioni aveva cominciato a porsi con il
concetto della libertà di stampa, quando ancora non esisteva il concetto di
telecomunicazione. In paesi diversi si è evoluta diversamente l'interpretazione di questo
concetto. Adesso come si pone la situazione generale di fronte a questa diversità di
evoluzione?
Risposta
Se vogliamo fare un esempio concreto senza limitarci al piano teorico l'esperienza
americana è senza dubbio quella più interessante in questo ambito. Gli Stati Uniti sono
il paese dove è nato questo grande sviluppo delle telecomunicazioni di cui maggiore
espressione è Internet ma non l'unica sua manifestazione, in quanto il concetto di
telecomunicazione comprende anche la telefonia fissa, quella mobile, la trasmissione
satellitare, l'insieme di trasmissioni ad onde, abbracciando, quindi, un insieme di
tecnologie molto diverse fra di loro. Un ottimo esempio del rapporto che c'è tra libertà
di stampa e libertà di telecomunicazioni, può venire appunto dall'esperienza americana.
Nel 1995 l'amministrazione Clinton ha emanato una legge che disciplina il settore delle
telecomunicazioni: la cosiddetta legge del Telecommunications act' con la quale si
intende applicare una disciplina amministrativa, ma anche verificare le possibili lesione
dei diritti altrui e gli eventuali reati commessi attraverso le reti di telecomunicazioni.
Principale preoccupazione dell'amministrazione in questa sua legge, è rappresentata dal
problema che le trasmissioni attraverso reti di comunicazione, in particolare attraverso
Internet, possano ledere la moralità pubblica, diffondere messaggi o trasmissioni di
carattere osceno. Appena approvata questa legge immediatamente le organizzazioni dei
diritti civili americani, nonché i produttori di software a partire dalla Microsoft di
Bill Gates, decisero di impugnare questo atto legislativo dinanzi la corte federale della
Pennsylvania, lamentando la possibilità che questa legge contenga elementi di
anticostituzionalità in quanto limita la libertà di espressione dei singoli cittadini.
Ancora più in maniera dettagliata fecero riferimento al primo emendamento della
costituzione americana che sancisce la non possibilità che il parlamento voti alcuna
legge che limiti la libertà di parola o di stampa. Si scorge subito la interazione che
sorge tra stampa e telecomunicazioni. Negli Stati Uniti il primo emendamento è stato il
pilastro su cui negli ultimi trenta anni si è sviluppata una copiosissima giurisprudenza
della corte suprema degli Stati Uniti a tutela della stampa, in particolare nel caso in
cui la stampa avesse violato la reputazione o la riservatezza di singoli soggetti. Questo
emendamento, era stato utilizzato fino ad allora per tutelare la stampa e quindi dei
soggetti imprenditoriali, compresi radio e televisione, la quale attività commerciale si
fondava sulla comunicazione di informazioni, subiva una interpretazione rovesciata in
quanto la corte federale della Pennsylvania prima e la corte suprema poi, affermarono che
il primo emendamento della costituzione non tutela soltanto la libertà delle imprese di
comunicare, ma anche ed in primo luogo la libertà dei singoli cittadini di comunicare fra
di loro e di potere manifestare il loro pensiero, le loro opinioni attraverso le reti di
telecomunicazioni tra cui sicuramente era da annotare anche Internet. A questo punto il
giudizio della corte suprema è che la normativa in materia contenuta nel
Communications act' del 1995 è costituzionalmente illegittima a causa della
vaghezza della previsione normativa contenuta dalla legge, per la vaghezza della sanzione
penale combinata, in quanto in grado di limitare la libertà di comunicazione dei singoli.
Questo episodio mostra come in un contesto molto evoluto, in una società molto attenta ai
problemi, da un lato di telecomunicazioni e dall'altra di libertà di comunicazione e di
espressione, sia molto delicato il rapporto che viene a crearsi tra libertà di stampa e
libertà di telecomunicazione.
Domanda 3
Fatto fondamentale, è che le telecomunicazioni hanno la particolarità di essere
bidirezionali. Quindi qualsiasi utente risulta un soggetto attivo e non solo passivo, e
questo può essere rappresentato come un rafforzamento del diritto alla libertà di
espressione?
Risposta
Ritengo che questo sia un rafforzamento della libertà di espressione. Finora la libertà
di stampa o la libertà di radiotrasmissione è stata una libertà concessa ed attribuita
a pochi soggetti, i quali erano garantiti da una notevole dimensione economica, o tutelava
piccole espressioni locali che potevano creare un bollettino della piccola associazione
godendo delle garanzie costituzionali. Ora con la libertà di telecomunicazioni, questa
tutela è estremamente diffusa, è una libertà che tocca tutti e chiunque e soprattutto
non costituisce una funzione passiva, bensì è una "libertà" attiva di potere
comunicare con altri soggetti. Se la mia necessità è quella di inviare un personale
messaggio ad un indirizzario abbastanza ampio concernente determinati temi, è chiaro che
attraverso un sistema molto semplice come Internet, sono in grado di contattare questi
soggetti in tempi rapidissimi con una spesa assai modesta e con la certezza che questo mio
messaggio venga ricevuto. Questa è quella che io definisco una libertà attiva e non
puramente legata alla comunicazione di due soggetti, come prima succedeva con il telefono
dove, tradizionalmente, erano sono solo due le persone che comunicavano. La realtà
attuale delle telecomunicazioni è una realtà nella quale c'è un soggetto che comunica
contemporaneamente, in una posizione di parità, con una molteplicità di soggetti,
ricevendo nel contempo da un uguale numero di persone altrettanti messaggi più o meno
personalizzati. Questa è la tendenza del sistema che risulta oltremodo evidente se noi
consideriamo il fenomeno della multimedialità, dove, attraverso le reti della
telecomunicazione, non soltanto viaggiano messaggi personali, dati di carattere puramente
numerico e così via dicendo, bensì viaggiano immagini, suoni e trasmissioni animate che
possono essere composte, ricomposte o frazionate da colui il quale si trova dal lato
attivo. Portiamo l'esempio assai concreto, già in fase di sperimentazione in Italia ed in
fase già di attuazione in altri paesi: il video on demand', cioè il video su
richiesta; in questo caso, in buona sostanza, abbiamo una banca di dati, di immagini
video, cioè di trasmissioni; possono essere trasmissioni di intrattenimento, culturali,
telegiornali, film che possono riguardare avvenimenti sportivi e che possono essere
acceduti dall'interessato il quale, a seconda di quello di cui ha bisogno, interroga
questa banca di dati e chiede ciò che egli desidera. Nel caso della televisione
generalista, il soggetto era soltanto passivo, poiché poteva scegliere tra più canali ma
non fare nulla di più -; con il video on demand questa scelta dell'utente non è solo tra
più canali trasmissivi, ma consiste nella possibilità di decidere quello che vuole
vedere, se il varietà del sabato sera corrente o quello del sabato sera di venti anni fa,
confrontandolo, ad esempio, con quello attuale. Attraverso questa multimedialità, questa
integrazione tra i diversi sistemi trasmissivi -voce, musica, dati, immagini, immagini in
movimento- il soggetto non svolge più un ruolo passivo bensì un ruolo attivo. Questo
sicuramente è un ruolo che va tutelato e che corrisponde alla libertà di
telecomunicazioni ed è tale libertà che va, in qualche modo, tutelata ed assicurata.
Domanda 4
E può essere considerato un diritto umano fondamentale?
Risposta
Sicuramente. Nell'articolo 15 della nostra Costituzione, come del resto quasi tutte le
costituzioni approvate dopo la seconda guerra mondiale, la libertà di comunicazione è
considerata un diritto fondamentale; è considerata tale anche dalla Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'Uomo, dal Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici,
approvato a New York nel 1970, dalla Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo del 1950.
Quindi, noi troviamo, già a livello di atti internazionali, il riconoscimento della
dignità di diritto umano fondamentale della libertà di comunicazione.
A questo tema si interseca un altra questione: non soltanto dobbiamo
parlare di libertà delle telecomunicazioni, ma dobbiamo anche considerare la riservatezza
o la segretezza delle telecomunicazioni. Siamo abituati a considerare il principio della
segretezza delle comunicazioni inerente alla corrispondenza, la circostanza che nessuno
può aprire una lettera da noi indirizzata ad un altro soggetto, quale che sia il
contenuto; il contenuto potrebbe essere banale o riservato e confidenziale, ma chiunque,
dal portalettere, al portiere, alla donna di servizio o qualunque altra persona non può
aprire questa lettera. Il livello successivo è quello delle trasmissioni e comunicazioni
di carattere telefonico; in questo caso in tutti i paesi si è intervenuti per
disciplinare la possibilità che le comunicazioni telefoniche vengano intercettate e c'è
una disciplina che è stata introdotta nel nostro paese da più di venti anni che vorrebbe
regolamentare in maniera abbastanza chiara la possibilità di intercettazione, di
interferenza nelle comunicazioni telefoniche.
Successivamente, in epoca ancora più recente, il nostro legislatore è
intervenuto nuovamente -nel 1994- con riferimento alle comunicazioni di carattere
telematico, per circostanze che riguardano l'inserimento sul cavo per captare le
trasmissioni che avvengono tra un elaboratore e l'altro. Tuttavia, questa disciplina che
esiste nel nostro paese e non solo nel nostro paese, è frammentaria, ovvero è una
disciplina che non riesce a coprire tutti i paesi; ciascun paese ha le proprie regole e
queste regole non necessariamente sono eguali e, dunque, poiché le telecomunicazioni sono
necessariamente internazionali si pone un grave problema di uniformità nelle discipline
della intercettazione illecita ed illegale delle comunicazioni. Un primo passo, in questo
senso, è stato fatto in sede comunitaria per cercare di disciplinare in maniera uniforme
la possibilità di intercettazione legale delle comunicazioni. Tuttavia, il problema delle
telecomunicazioni riguarda non solo la libertà di comunicare con altri soggetti ma anche
la riservatezza dei contenuti. Riguardo questo ultimo punto, a partire dalla Dichiarazione
Universale dei Diritti dell'Uomo al Patto Internazionale dei Diritti Civili e Politici di
New York, alla Convenzione di Strasburgo sui Diritti dell'Uomo il quadro è meno
rassicurante, poiché manca una precisa disposizione che consenta di affermare che le
telecomunicazioni siano non soltanto libere ma anche segrete. Se, inoltre, si riconosce la
segretezza della corrispondenza epistolare non si vede per quale motivo, a livello
internazionale, non si debba riconoscere anche la segretezza delle telecomunicazioni
quando queste sono inviate da un soggetto ad un altro ed hanno una evidente contenuto di
carattere personale.
Domanda 5
Esistono, dunque, prospettive internazionali di regolazione di questo diritto di libertà?
Risposta
Vi è una forte preoccupazione da parte di tutti i paesi sviluppati, i paesi
industrializzati appartenenti al mondo occidentale; a livello di Comunità Europea vi sono
numerose iniziative, come una disciplina comunitaria di Internet che cerca di fissare
alcuni principi. Vi è una direttiva di recente approvata dal Consiglio dell'Unione
Europea che riguarda la tutela della riservatezza dei dati personali raccolti attraverso
reti di telecomunicazioni. Quindi, in sede comunitaria vi è già un primo approccio
unitario nella consapevolezza della necessità di affrontare questo problema su una scala
ben più ampia che non sia quella unicamente nazionale. Iniziative sono state prese in
sede dell'OCSE, l'organizzazione che riguarda la cooperazione allo sviluppo economico e
che raggruppa tutti i grandi paesi, non solo quelli della comunità europea ma anche
quelli non appartenenti, in particolare gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia. In sede
OCSE si è rilevata la necessità di una disciplina comune nel settore delle
telecomunicazioni volta a garantire determinati e precisi diritti dei vari soggetti
coinvolti. Quindi, qualcosa si sta muovendo. Il problema di questi interventi
internazionali è che essi sono necessariamente molto lunghi da attuare ed a meno che non
ci siano delle impellenti spinte, non ci siano dei casi gravissimi che si verificano, vi
è una scarsa tendenza dei diversi paesi ad adottare una soluzione; direi, anzi, che in
generale, in termini di prospettiva vi è una certa divergenza di opinioni tra la
posizione americana - così come è manifestata dalla corte suprema nella decisione che ho
appena ricordato sul 'Comunications Act' del 1995- e quella europea.
Domanda 6
Quali sono i limiti entro cui gioca la libertà delle telecomunicazioni?
Risposta
Da sempre, il tema della libertà è collegato a due istanze di uguale rilievo; per un
verso quello dei limiti alla libertà, giacché la libertà non è mai stata intesa -
partendo dalla filosofia antica, dai greci, che hanno maggiormente sviluppato il tema
della libertà- come libertà assoluta, indiscriminata; il secondo problema è quello
della responsabilità. Alla libertà si collega sempre la responsabilità del soggetto il
quale esercita questa sua libertà. Dunque, nel momento in cui noi parliamo di
telecomunicare e sosteniamo che la libertà di telecomunicazioni è un diritto umano
fondamentale, tuttavia dobbiamo cercare di individuare quelli che sono i limiti a tale
libertà e comprendere fino a che punto essa può estendersi. Ciò appare ovvio, vale per
tutti i diritti; se io ho la libertà di circolare, questa mia libertà non si può
spingere fino al punto da investire i pedoni che incontro per strada mentre sto circolando
con il mio bolide a centottanta all'ora. È evidente che nell'esercizio di qualsiasi
libertà ci incontriamo con i diritti degli altri, che possono anche trovarsi in una
posizione di uguale rilievo sia sul punto di vista dei valori, sia dal punto di vista
della concreta disciplina giuridica. Taluni, non necessariamente debbono essere
sacrificati per consentire l'esercizio della libertà di cui si parla.
Noi, tendenzialmente, individuiamo una serie di limiti, alcuni sono
posti a tutela di interessi di carattere pubblico, altri limiti vengono posti a tutela di
interessi di carattere privato. Nel primo settore troviamo, evidentemente, i limiti che
vengono posti alla libertà di comunicazione e di telecomunicazione a tutela dell'ordine
pubblico; il concetto di ordine pubblico è un concetto estremamente ampio che è
interpretato variamente a seconda delle epoche storiche e del contesto politico
istituzionale al quale ci si riferisce. Prendiamo, come standard, quello di una nozione di
ordine pubblico all'interno di una società democratica. Una società democratica può
essere posta in pericolo da una serie di attività che determinano un sovvertimento delle
istituzioni, un sovvertimento violento delle istituzioni con la lesione di alcuni principi
fondamentali che possono essere, immaginiamo, la forma dello stato, lo stesso regime
democratico, la integrità statuale. Il primo problema è quello di individuare quali sono
i limiti posti al diritto della libertà di telecomunicazione a tutela dell'ordine
pubblico. A mio avviso questi limiti non dovrebbero essere diversi da quelli che già
esistono con riferimento ad altri mezzi di manifestazione del pensiero; non ritengo che
alla libertà di telecomunicazioni debbano essere posti dei limiti diversi da quelli che
già si pongono alla stampa o alla televisione; se io pubblico un giornale con il quale
rivendico l'esigenza di separare le Marche e l'Umbria dal resto dell'Italia e costituire
uno stato autonomo separato dall'Italia, questa mia prospettazione è una prospettazione
che rimane nell'ambito della manifestazione dell'opinione, opinabile, condivisibile o meno
ma che certamente non lede diritti, posizioni istituzionali fondamentali. È chiaro che,
però, nel momento in cui attraverso la stampa o le reti di telecomunicazioni si passa dal
pensiero alla concreta proposizione di attività sovversive, istigando ad attività di
sovvertimento dell'ordine pubblico e di iniziative concrete, a questo punto il limite
dell'ordine pubblico verrebbe chiamato in causa. Tuttavia, queste sono ipotesi estreme che
nella storia del nostro paese sono ancora ben lontane dall'essersi verificate, anche negli
anni più bui della nostra repubblica, gli anni del terrorismo, le disposizioni in tema di
sovversioni dell'ordine pubblico sono state interpretate ed applicate con una certa,
notevole intelligenza da parte delle autorità giudiziarie chiamate al controllo
dell'esercizio della azione di polizia. Quindi, io ritengo che, nel nostro paese, il
problema del limite dell'ordine pubblico sia un problema interessante dal punto di vista
teorico ma di modesto rilievo pratico.
Più complesso è il problema a livello internazionale. Trascuriamo i
paesi autoritari o addirittura dittatoriali dove è evidente che la libertà di
comunicazione non è consentita e dunque è chiaro che ciò lo si dice invocando l'ordine
pubblico. Piuttosto ci interessa la questione di opinioni all'interno di paesi
democratici, giacché ciascun paese ha una diversa tradizione in questa materia; esistono
paesi di lunga tradizione democratica, penso all'Inghilterra e agli Stati Uniti d'America,
dove viene tollerato tutto fin tanto che non si traduca in attività concreta e paesi dove
invece, di tradizione democratica meno antica o comunque più fragile, penso all'Italia e
alla Germania che sono usciti, dopo la seconda guerra mondiale, da una esperienza
dittatoriale dove la esigenza di tutela dell'ordine pubblico è maggiormente sentita ed
anche certe volte sancita nelle rispettive costituzioni. Il problema, come al solito, è
quello di conciliare, di cercare di trovare un punto comune tra le diverse normazioni
esistenti a livello internazionale tra i diversi paesi. Ancora a livello di tutela
dell'interesse pubblico vi è un problema di prevenzione dei reati attraverso le reti di
telecomunicazioni; del resto, attraverso qualsiasi strumento possono commettersi dei
reati; io posso commettere un reato attraverso il telefono, così come lo posso commettere
attraverso la rete Internet, o solo mandando una lettera di estorsione o di ingiurie e di
minacce ad un soggetto. Quindi, la possibilità che attraverso gli strumenti di
telecomunicazione si realizzino dei reati è una realtà che noi conosciamo bene e si è
sempre presentata.
Quali sono i problemi che si pongono con riguardo alla prevenzione dei reati che si
commettono attraverso reti di telecomunicazioni? Ciò che preoccupa maggiormente in tutti
i paesi sono soprattutto tre tipi di reati: i reati contro i minori, i reati contro la
morale pubblica, i reati contro il patrimonio. Reati contro i minori là dove gli
strumenti delle telecomunicazioni diventano degli strumenti di abuso della immaturità che
è propria del minore, altrimenti non sarebbe un minore. Qualche anno fa erano in auge
servizi telefonici, tipo: "telefonate a Babbo Natale chiedendogli quello che
volete"; il minore si attaccava al telefono, telefonava a Babbo Natale ignorando che
questa sua telefonata avrebbe portato via dalle tasche dei suoi genitori decine di
migliaia di lire di bolletta telefonica per il preteso servizio che gli veniva reso.
Questo è un esempio tipico che mostra come attraverso le reti di telecomunicazione si
possono concretizzare delle truffe a danno dei minori abusando della loro immaturità.
L'altro profilo strettamente collegato al problema dei minori è quello della
diffusione di immagini, o di servizi, o di programmi, o di testi di contenuto osceno;
pensiamo non soltanto alla trasmissione di programmi propriamente pornografici, ma a tutto
il profilo della pedofilia, della offerta di minori attraverso le immagini degli stessi
via Internet; pensiamo ancora al problema del turismo sessuale'. Queste reti di
telecomunicazione sono internazionali e dunque coinvolgono tanti paesi contemporaneamente;
il problema, dunque, anche in questo caso, è dato dalla circostanza che non in tutti i
paesi vi è un comune senso del pudore e ciò che viene ritenuto osceno in una certa
comunità può essere ritenuto perfettamente accettabile in un'altra.
Qualche tempo fa, in certe parti dell'Europa si è sviluppata la moda del topless sulla
spiaggia ed in Italia vi erano non pochi pretori che arrestarono le turiste straniere, le
quali abituate a spogliarsi, a mettersi a seno nudo nelle fredde spiagge del nord,
pensavano di potere fare la stessa cosa in Italia, ignorando la diversa concezione del
pudore che almeno a quell'epoca vigeva nella magistratura italiana. Il problema della
repressione delle comunicazioni contrarie alla morale sulle reti di telecomunicazione
sconta questa diversità di opinione su che cosa sia una trasmissione oscena o quale il
concetto di osceno'; il concetto di osceno è concepito in un certo modo in una
metropoli come Los Angeles, in altro modo è concepito in una piccola comunità rurale
fortemente legata ai suoi valori tradizionali. Il problema, dunque, è quello di trovare
un comune denominatore, una regola che possa applicarsi nei diversi paesi evitando che un
soggetto che ritiene di svolgere una attività lecita in un paese, veda invece
incriminarsi in un altro posto per lo stesso fatto.
Il problema della tutela del patrimonio attraverso le reti di telecomunicazione è
possibile ed anzi vi sono egregi esempi di reati contro il patrimonio; un reato di questo
genere è commesso da coloro che si introducono nel sistema informatico altrui; pensiamo
al fenomeno degli haker i quali entrano in un sistema informatico e ne scombinano il
funzionamento, sottraendo a scopo puramente ludico informazioni o rendendo impossibile il
suo uso a ben più complesse truffe di carattere elettronico; sono state commesse truffe
ai danni di istituti di credito attraverso il trasferimento falsamente autorizzato dalla
banca ad un soggetto inesistente, il quale, poi, ricevuti i soldi, sparisce. Pensiamo
ancora a tutte le attività che attualmente vengono svolte attraverso mezzi più banali e
meno sofisticati, attraverso la Posta o attraverso il soggetto che va a casa della persona
anziana spacciandosi come impiegato delle Poste o del servizio della società dei telefoni
o della società elettrica chiedendo il pagamento di canoni o di bollette. Trasferiamo
questi episodi su una rete telematica dove il soggetto si spaccia per qualcuno e chiede il
pagamento di determinati servizi; pensiamo ancora, sempre per restare nell'ambito dei
reati contro il patrimonio, al grosso problema che si è posto negli Stati Uniti delle
così dette borse su Internet, cioè lo scambio di titoli azionari, la compravendita di
titoli azionari su una rete non controllata e sostanzialmente libera quale è Internet.
Qui si pongono gravi problemi sulla certezza che il soggetto che acquista sia certo, poi,
di ricevere queste azioni e di potere essere effettivamente il titolare delle medesime.
Il panorama dei possibili reati che si possono commettere attraverso le reti delle
telecomunicazioni è estremamente ampio. Accanto a questi due profili legati alla lesione
di interessi pubblici, ci si pone l'esigenza di tutela di diritti individuali, nel senso
che le telecomunicazioni possono ledere non soltanto diritti, interessi di carattere
pubblico ma anche interessi di carattere privato.
Domanda 7
Tornando al problema dei diritti contro la morale, Lei ha portato l'esempio delle diverse
reazioni rispetto ad un atteggiamento tra la comunità rurale e la metropoli; dunque il
problema emerge anche all'interno di uno stesso paese?
Risposta
Riferendoci alle telecomunicazioni parliamo di uno spazio virtuale; non solo le
comunicazioni abbracciano l'intero globo terrestre, ma, soprattutto, spesso noi non
sappiamo da dove viene generata una determinata telecomunicazione. Se nel cuore della
notte veniamo svegliati da uno squillo prolungato del telefono noi non sappiamo se chi
telefona si trova nel palazzo di fronte a noi ed è un signore che ci vuole molestare
oppure se si tratta di una persona che ci sta telefonando dagli Stati Uniti d'America. Vi
è un ulteriore problema; su rete di telecomunicazione quale è Internet noi non sappiamo
da dove parte la comunicazione o l'informazione che noi riceviamo; questa potrebbe essere
generata sia in un punto ben determinato sia da un punto virtuale; la trasmissione
transatlantica a causa della scarsità dei cavi ha costi elevati ed essendo questi cavi
particolarmente intasati per le telecomunicazioni ordinarie, molte volte, il soggetto che
fornisce informazioni costituisce un equivalente, un elaboratore che contiene le stesse
informazioni in un punto già sul continente europeo. Noi interroghiamo o pensiamo di
interrogare la Library of Congress a Washington, in realtà stiamo interrogando un
elaboratore che si trova in Svezia o in Francia. Il luogo di generazione del messaggio
potrebbe trovarsi tanto su una sconosciuta e minuscola isola dei Caraibi, quanto in una
grande metropoli americana; non è assolutamente facile e spesso è impossibile
comprendere esattamente il punto di partenza di queste comunicazioni, tanto meno è
possibile capire quale sia il passaggio che questo messaggio compie, perché una delle
caratteristiche della rete Internet è quello di consentire ai pacchetti di informazione
di fare diversi percorsi alternativi fra di loro a seconda del maggiore o minore traffico
che c'è su una linea piuttosto che un'altra. Quindi, addirittura, ci sono alcuni che
parlano di una totale extraterritorialità delle telecomunicazione e delle reti di
telecomunicazione, identificabile in uno spazio virtuale; ciò, se certamente può
soddisfare la fantasia e gli ingegni di coloro che vogliono trovare delle soluzioni
innovative, sicuramente, però, non risponde alla realtà giuridica perché la tradizione
del mondo occidentale è quella di affermare la giurisdizione ed il controllo sullo
spazio, sia esso aereo, sia terreno che quello delle acque. Dunque, non si vuole che
fenomeni che si verificano in una parte o dall'altra del globo terrestre rimangano privi
di una loro regola, privi di una loro giurisdizione. Il problema è quale sia questa
regola e ci sono contese tra i diversi stati sulla regola applicabile.
Domanda 8
Per quanto riguarda invece la tutela dei diritti personali?
Risposta
Attraverso le reti di telecomunicazione si possono ledere diritti individuali
fondamentali, in particolare quello della riservatezza e della reputazione, così come si
possono ledere la riservatezza e la reputazione attraverso un giornale, la televisione,
attraverso una semplice telefonata. Quindi, i problemi che si pongono con riferimento alla
lesione dei diritti individuali in rapporto alle telecomunicazioni sono problemi da lungo
tempo studiati e da lungo tempo si è cercato di trovare un equilibrio tra la libertà
fondamentale di comunicare e di diffondere il pensiero e la libertà individuale di vedere
rispettata la propria personalità. I problemi sorgono, ancora una volta, dalla
internazionalità delle telecomunicazioni; ovvero, fintanto che la lesione della
reputazione o della riservatezza si verifica all'interno di un preciso ambito nazionale
non si porranno grandi problemi; nel momento in cui questa lesione avviene all'esterno di
questo ambito territoriale, subito sorgerà un problema. Un esempio per tutti: l'anno
scorso, dopo la morte del Presidente della Repubblica francese François Mitterand, era
stata diffusa in Francia, attraverso le reti di telecomunicazione, un diario del suo
medico personale, il quale rivelava una serie di notizie di carattere riservato sul conto
dello stato di salute e sugli ultimi giorni del Presidente. La diffusione di questo diario
su un sito Internet collocato in Francia indusse subito la magistratura francese ad
intervenire ed a dichiarare illecita questa diffusione. Il sito Internet fu subito chiuso
e fu costituito in un altro paese dove evidentemente la magistratura francese non aveva la
possibilità di intervenire. Questo episodio dimostra come la possibilità di controllare
e di impedire, di sanzionare comunicazioni illecite, lesive della reputazione della
riservatezza in ambiti territoriali così vasti e diversi, con diversi regimi giuridici
costituisce il primo, principale problema della effettività della tutela.
Domanda 9
Un altro problema dei diritti personali riguarda i consumatori.
Risposta
Qui noi vediamo che una delle prospettive delle telecomunicazioni è quella di essere un
formidabile strumento per la soddisfazione di interessi del consumatore. Il consumatore
entra in gioco nelle telecomunicazioni sotto due profili: uno abbastanza banale che è
quello del contraente dei servizi di telecomunicazione; si tratta di tutelare il
contraente nel momento in cui egli stipula un contratto con un'impresa di
telecomunicazioni oppure si serve di servizi di telecomunicazioni, accede ad una banca di
dati, acquista della merce attraverso una rete telematica; in questo caso il soggetto va
tutelato in quanto contraente di un servizio di telecomunicazioni indipendentemente dalla
qualità e dal contenuto dei servizi. La soluzione viene individuata in quasi tutti i
paesi con la istituzione di autorità di controllo che hanno il compito di verificare le
tariffe, ed evitare che queste tariffe abbiano dei costi troppo elevati; in secondo luogo,
hanno il compito di controllare il contenuto di questi contratti con i consumatori i quali
si avvalgono di servizi di telecomunicazioni. Chiunque abbia seguito le vicende del così
detto regolamento del servizio telefonico' in vigore in Italia negli ultimi decenni,
si è reso conto come progressivamente questo regolamento del servizio telefonico abbia
dovuto prendere in considerazione anche le esigenze ad i giusti diritti degli utenti
telefonici, con riguardo alle inadempienze del servizio, ai mancati allacci, al mancato
funzionamento, alla mancata riparazione del servizio, agli errori di pubblicazione
sull'annuario telefonico e così via. Il secondo problema è quello della tutela del
consumatore il quale svolge un'attività di carattere contrattuale attraverso le reti di
telecomunicazione; un soggetto, anziché utilizzare un normale catalogo di vendita per
corrispondenza, si collega ad un'impresa che vende per corrispondenza consultando tale
catalogo per via telematica ed ordinando, sempre per via telematica, un determinato
prodotto. Oppure immaginiamo il problema della tutela del consumatore nel momento in cui
egli consulta una banca di dati di informazioni economiche o consulta una banca di dati di
informazioni di altro genere; questo tipo di servizio che gli viene offerto non è un
servizio corrispondente alla qualità da lui richiesta, oppure ha un costo eccessivo. A
questo punto sorgono problemi tradizionali di tutela del consumatore né più né meno di
quando il consumatore stipula un contratto con un altro fornitore di servizi al di fuori
di una rete di telecomunicazioni. La difficoltà qual è? Spesso, in questi casi, il
pagamento del servizio o della merce avviene con lo stesso mezzo, con lo strumento
telematico con la indicazione della carta di credito e con l'addebito del costo del
servizio acquistato, fornito o del bene acquistato. In sede europea già vi è un
importante intervento che è quello rappresentato dalla recente direttiva sulla vendita e
conclusione dei contratti a distanza che estende una certa disciplina già esistente a
tutela del consumatore, anche per le vendite televisive e telematiche. Bisogna però
aggiungere che il legislatore italiano in questo caso era stato anticipatore rispetto alla
normativa comunitaria e già cinque anni fa aveva esteso la protezione di queste vendite
fuori dei locali commerciali anche il caso di vendite telematiche e televisive. Quindi, un
certo tipo di disciplina a tutela del consumatore si pone. Il grosso problema sarà quello
della crescente integrazione delle reti di telecomunicazioni attualmente utilizzate
soltanto per effettuare gli ordini di prodotti o la fornitura di servizi con le reti di
pagamento. Per il momento le reti di pagamento sono ben separate; immaginiamo
semplicemente la rete interbancaria del Bacomat che è ben separata e che è gestita dagli
istituti di credito in maniera ben separata dalle altre reti di telecomunicazioni.
Progressivamente queste reti verranno unificate o, comunque, si cercherà di consentire
che lo stesso soggetto possa svolgere una attività di acquisto di beni o la fornitura
richiesta di servizi e pagare attraverso la stessa rete, attraverso un criterio di
addebito automatico sulla sua carta di credito o sul proprio conto corrente bancario. In
questo caso si aprirà il problema della tutela dei pagamenti che vengono effettuati su
queste reti per evitare che il soggetto venga truffato delle somme che egli offre in
pagamento non ricevendo, però, i servizi o i prodotti da lui richiesti, oppure evitando
altri tipi di truffe di carattere elettronico. Questa è un'altra prospettiva ed è di
estrema importanza per la tutela del consumatore.
Domanda 10
Anche in questo caso si pongono i problemi di carattere internazionale perché molto
spesso il venditore e l'acquirente si trovano in posti diversi.
Risposta
Vi è un tentativo da parte della Comunità Europea di disciplinare la materia, con una
recente risoluzione della primavera del 1997 sulle attività svolte attraverso Internet,
oltre alla tutela dei minori, alla tutela del buon costume e alla prevenzione ai reati si
individua come ulteriore settore di intervento comunitario la esigenza di tutela del
consumatore. Per il momento la Comunità Europea si indirizza più verso soluzioni di
autoregolamentazione, nella consapevolezza che una disciplina uniforme e legislativa di
carattere internazionale richiederebbe tempi lunghissimi; allora si tenta di fare in modo
che i vari operatori di telecomunicazioni, i fornitori di servizi, i serviceprovider
si accordino fra di loro elaborando regolamentazioni proprie, codici deontologici che in
qualche modo assicurino o garantiscano all'utente dei servizi di telecomunicazione di
avere una rispondenza fra ciò che egli chiede e quello che effettivamente gli viene
offerto. Ma anche questa è una prospettiva che richiederà molto tempo prima di essere
concretamente attuata.
Domanda 11
Ci sono paesi che si affacciano adesso alle telecomunicazioni internazionali
Risposta
Questi problemi riguardano soprattutto i paesi occidentali dove, grosso modo, lo sviluppo
è abbastanza omogeneo; è l'uso che si fa delle telecomunicazioni che è disomogeneo: in
Italia il numero di utenti Internet è un decimo di quello degli Stati Uniti. Il problema
è quello della consapevolezza, all'interno dei singoli paesi, dell'importanza
dell'autodisciplina. In Italia si coglie questa importanza soltanto quando scoppia il caso
clamoroso. Negli Stati Uniti invece ogni giorno si discute come disciplinare o, meglio,
come autodisciplinare il settore delle telecomunicazioni.
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