INTERVISTA:
Domanda 1
Sig. Ungerer, Lei è venuto allo SMAU dalla Commissione Europea di Bruxelles. Qual è il
suo ruolo all'interno della Commissione Europea?
Risposta
La Comunità Europea porta avanti un programma globale sulla società dell'informazione e
sulle tecnologie dell'informazione, che sono l'argomento dello SMAU. Essa lavora
essenzialmente in tre aree: nel campo della ricerca sulle tecnologie dell'informazione,
nella promozione di programmi per gli utenti e i media, e nelle questioni relative alla
concorrenza nello sviluppo di nuove tecnologie dell'informazione e dei media, sotto
l'egida dell'area più recente: la Direzione Concorrenza della Commissione Europea.
Domanda 2
La guerra digitale è sottoposta a cambiamenti molto veloci; Lei pensa che i governi in
Europa siano in grado di legiferare e di regolamentare in tempo?
Risposta
Penso che sia diventato nuovamente chiaro, durante questa conferenza, che i cicli di
innovazione in questo settore sono nell'ordine di due o tre anni: questa è una sfida
completamente nuova per i governi. La nostra soluzione di questo problema è la
deregolamentazione del settore centrale dell'economia; ridurre, in altre parole,
l'intervento del governo laddove non sia necessario, ma, allo stesso tempo, definire delle
chiare visioni dove siano realmente coinvolti gli interessi pubblici.
Domanda 3
Nicholas Negroponte ha sostenuto che per il commercio elettronico e il banking su Internet
è necessario utilizzare la crittografia. Ma in Francia la legge è contraria alla
crittografia. Si tratta di casi molto frequenti?
Risposta
Direi che non si dovrebbe mai iniziare dal lato più difficile. La crittografia è un
argomento molto difficile perché contiene molteplici aspetti: si può anche abusare della
crittografia, ed è una preoccupazione che esiste in Europa, ma anche molto negli Stati
Uniti. Gli Stati Uniti, per esempio, come ha anche detto Negroponte, non consentono
l'esportazione di metodi di crittografia ufficiali. La Commissione Europea è consapevole
di questa questione, così come lo sono gli stati membri. La Commissione Europea ha
pubblicato la cosiddetta carta verde, cioè un documento di discussione globale sul
trattamento futuro della crittografia in Europa. Il dibattito è aperto.
Domanda 4
Esiste un'altra carta verde sulla società dell'informazione che tratta della protezione
delle banche dati, della sfera privata, dei diritti d'autore. Ci può spiegare di che si
tratta?
Risposta
Ci sono state una serie di azioni. E' necessario entrare in qualche dettaglio. Una delle
azioni principali riguarda la protezione della sfera privata. La Commissione, il Consiglio
dei Ministri dell'Unione Europea e il Parlamento Europeo hanno adottato, l'anno passato,
una direttiva generale sulla protezione della sfera privata a cui devono adempiere gli
stati membri entro un periodo di tre anni; ora, quello che conta è l'adempimento al
livello nazionale. Esiste una carta verde, o un documento di discussione generale, sui
diritti della proprietà intellettuale, una questione fondamentale per la società
dell'informazione futura, molto difficile, che può essere risolta solo a livello globale.
Questo si nota anche dall'interesse degli Stati Uniti in questo campo. Il dibattito è in
corso. Ci sono state altre azioni che riguardano, per esempio, la protezione legale delle
banche dati. Esiste una legislazione comunitaria che ancora deve essere messa in
applicazione nei paesi membri.
Domanda 5
Che cosa è successo con Internet? Come è possibile proteggere diritti e sfera privata su
Internet?
Risposta
La questione della sfera privata su Internet è molto interessante, perché contiene
molteplici aspetti, e mostra, in effetti, la complessità di queste questioni. Ma mi lasci
fare prima una dichiarazione generica: noi abbiamo bisogno in Europa di più Internet, non
meno. Attualmente solo un europeo su cento ha realmente accesso a Internet. Questo è il
punto di partenza. Quindi dobbiamo essere estremamente prudenti quando parliamo di misure
da prendere su Internet, e valutare con molta cura gli effetti sull'utilizzo futuro della
rete. Per quanto riguarda la protezione della sfera privata, ci sono, essenzialmente, due
aspetti attualmente in discussione: da una parte la questione, molto generale, della
protezione della sfera privata che deve consentire lo stesso tipo di protezione che
abbiamo sulle reti di telecomunicazione in Europa; dall'altra parte l'intrusione nella
sfera privata, che riguarda, per esempio, la questione della pornografia, la protezione
dei bambini e dei minori. Quest'ultima ha una priorità molto alta sull'agenda. Il
Parlamento Europeo e il Consiglio hanno chiesto alla Commissione di agire. La Commissione
pubblicò due anni fa una comunicazione importante sulla sua strategia futura in questo
campo. Le linee principali sono, da una parte, di tenere Internet aperto, dall'altra, di
dare ai genitori gli strumenti e i mezzi per proteggere i propri figli.
Domanda 6
La televisione interattiva verrà inclusa nella regolamentazione delle telecomunicazione?
Risposta
La televisione interattiva presenta numerosi aspetti; esiste la questione
dell'infrastruttura e del semplice accesso; c'è l'aspetto, per esempio, della
costituzione di reti di cavi, una questione molto importante per la legge antitrust
dell'Unione Europea. La stiamo esaminando dal punto di vista delle telecomunicazioni. Ci
sono altri aspetti della TV interattiva del futuro, più connessi alla pay-TV, all'accesso
con il cosiddetto set top box, che consentirà, in futuro, l'accesso e il pagamento per i
servizi interattivi digitali. Questi argomenti vengono esaminati dalla commissione sotto
una prospettiva generica dei media. La commissione ha anche pubblicato questa settimana
una carta verde generale sul trattamento futuro di nuovi servizi audiovisivi, che toccano
anche questi argomenti.
Domanda 7
Qual è il rapporto con i diversi governi? Qual è la sua impressione dell'Italia? Sta
facendo le cose giuste per la regolamentazione delle telecomunicazioni?
Risposta
La situazione in Italia è ambivalente: da un lato, il paese dispone di una potenzialità
immensa per entrare nell'era digitale, perché esiste una quantità immensa di creatività
in questo paese; dall'altra parte il paese deve ancora intraprendere i passi essenziali.
L'intenzione generale del governo è buona, ci sono stati degli impegni. Sarà decisivo,
nei prossimi mesi, che il governo applichi a fondo le misure decise. Noi ci attendiamo la
liberalizzazione delle telecomunicazioni e intraprendiamo delle azioni in questo senso,
perché essa è l'essenza e il supporto della futura società dell'informazione, e sarà
la cartina tornasole della capacità dell'Italia di avanzare in quest'area.
Domanda 8
Qual è la sua impressione rispetto al problema della disponibilità della tecnologia per
le persone nei diversi paesi d'Europa. Sarà un grande problema, ci saranno dei rischi?
Risposta
E' molto evidente che l'Europa è socialmente più sensibile degli Stati Uniti, però
bisogna anche considerare che il 70 percento degli utilizzatori di Internet sono negli
Stati Uniti e solo il dieci percento in Europa. La mia sensazione è che forse dovremmo
dare la tecnologia a tutti, piuttosto che rischiare che non l'abbiano tutti.
Domanda 9
Esistono dei programmi di alfabetizzazione della Comunità Europea?
Risposta
C'è un gran numero di programmi. Il più recente, che mira direttamente a questo settore,
è anche il più sensato e quello maggiormente orientato al futuro: l'educazione e le
scuole. La commissione ha annunciato due settimane fa un programma chiamato
"L'apprendimento nella società dell'informazione", il quale, essenzialmente,
mira all'utilizzo delle tecnologie dell'informazione nelle scuole. Ci sono,
fondamentalmente, quattro linee: collegare le scuole in un'unica rete, scambiare
informazioni, rendere più facile l'accesso e, infine, raggruppare in genere i programmi
della comunità più efficientemente verso le scuole.
Domanda 10
Immagino che ci siano anche dei programmi comunitari sul telelavoro. E' possibile
proteggere la gente che svolge il telelavoro in tutta l'Europa?
Risposta
Dipende da come si vede il telelavoro. Si può vedere come pericolo oppure come
potenzialità. Il forum della società dell'informazione che riunisce i sindacati, i
fornitori, gli innovatori al livello europeo nel contesto del programma per la società
dell'informazione dell'Unione Europea, sta assumendo un punto di vista ottimista: credono
che il telelavoro creerà, sostanzialmente, nuovi posti di lavoro. In una relazione
ministeriale, in Germania, si asserisce che attualmente, in Germania, il potenziale di
telelavoro è pari soltanto al 10% del potenziale totale. Dunque, su questo argomento si
possono assumere due atteggiamenti. Si può anche dire che l'esitazione sul telelavoro
implica una perdita pari al 90% del lavoro potenziale. E io penso sia questa la posizione
da assumere.
Domanda 11
Ha delle cifre sui telelavoratori in Europa?
Risposta
Non abbiamo ancora una visione globale; la situazione è molto diversa nei vari paesi
dell'Unione Europea. Ma, per esempio, in Germania il potenziale complessivo di posti di
lavoro che potrebbero essere creati dal telelavoro è intorno ai 3 milioni, che
corrisponde ad una quota compresa tra il 5% e il 15% dei lavori totali, come nuovi lavori,
lavori in più.
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