INTERVISTA:
Domanda 1
Professor Stoppelli, Lei è stato uno dei primi in Italia, a realizzare un prodotto
multimediale, anzi un prodotto su CD ROM dedicato alla Letteratura italiana. Ci può
raccontare questa esperienza?
Risposta
Questa esperienza nasce dall'esigenza di mettere a disposizione degli studiosi una Banca
Dati con i testi della nostra letteratura dalle origini fino a Pirandello e D'Annunzio.
Costruire una Banca Dati di cinquecento testi significa fornire agli studiosi di
filologia, linguistica, letteratura italiana, uno strumento che fino a poco tempo fa era
addirittura inconcepibile, ossia uno strumento che permette di dominare un universo
letterario sterminato e di poter far ricerche su questo dominio in forme assolutamente
varie e molteplici, potendo conseguire dei risultati estremamente complessi.
Domanda 2
Qual è stato il metodo di lavoro che ha utilizzato per realizzare questa grande Banca
Dati, con quali tecnologie, con quali risorse umane?
Risposta
Ma le tecnologie sono quelle ovvie per un'opera di questo tipo. Cioè abbiamo lavorato
assumendo il testo attraverso lettore ottico; il testo è stato corretto su carta e quindi
è stato codificato per un programma, un software, che costituisce il motore di questa
Banca Data. Il nome del software è "DBT - Data Base Testuale", ed è stato
sviluppato presso l'Istituto di Linguistica Computazionale di Pisa, da Eugenio Picchi.
Domanda 3
Il problema di questi soggetti molto spesso, almeno per quanto riguarda il panorama
italiano, è rappresentato dal fatto che non trovano una buona accoglienza presso le case
editrici tradizionali. Qual è stato il suo rapporto con l'editore in Italia?
Risposta
Gli editori della Zanichelli sono stati ottimi; anzi devo dire che la Zanichelli ha avuto
un intuito notevole, perché era un po' difficile convincere un editore cartaceo a
investire su un prodotto che, nel momento in cui fu progettato, non era di sicurissimo
avvenire, perché i computer non erano ancora diffusissimi e soprattutto non erano diffusi
i lettori di compact disk. La situazione attuale è radicalmente modificata e credo che
nel futuro le cose andranno sempre meglio. Quindi ritengo possibile che editori
tradizionali, i quali normalmente pubblicano su carta, si aprano all'editoria elettronica.
Domanda 4
Tornando al rapporto tra scienze umane e nuove tecnologie, molto probabilmente questo
incontro produrrà dei cambiamenti nel modo di lavorare classico degli studiosi umanisti.
Qual è il suo punto di vista in proposito e ritiene che avverrà un cambiamento
strutturale, epistemologico, oppure sarà solamente un incontro strumentale?
Risposta
Ho i miei dubbi che possa avvenire un cambiamento epistemologico, per lo meno nella
ricerca scientifica, nel senso che il computer, continuerà ad avere un valore
strumentale; naturalmente un valore strumentale altissimo, poiché è alto il potenziale
conoscitivo del computer, nel senso che permette di fare cose che risulterebbero
manualmente quasi impossibili, proprio per la capacità di dominare degli universi
testuali, che altrimenti il singolo studioso non potrebbe dominare. C'è, inoltre,
l'aspetto della didattica, degli strumenti per la formazione. In questo caso, forse, il
ruolo dell'informatica è un po' diverso, perché effettivamente modifica le modalità
dell'apprendimento e, quindi, della conoscenza. Per quanto riguarda la ricerca scientifica
non vedo la possibilità di rivoluzioni epistemologiche.
Domanda 5
Qual è il rapporto reale che c'è tra queste nuove tecnologie e i professori, ovvero gli
attuali esponenti della ricerca scientifica. E' diffuso, c'è un rifiuto, è un rapporto
che è legato fortemente all'età, dunque al rapporto generazionale?
Risposta
Credo che i rapporti generazionali contino molto in questo ambito, perché quello a cui si
può assistere è quanto segue: c'è la generazione di coloro che hanno superato i
cinquant'anni, che accetta con una certa difficoltà questi strumenti. All'opposto i
ricercatori più giovani, i ventenni, i trentenni, sono entusiasti di queste possibilità.
Naturalmente vi sono delle eccezioni sia in un campo che nell'altro, ma la tendenza si
può dire che è questa. La difficoltà di riconoscere il servizio che questo strumento
può offrire è legata anche a un pregiudizio: si ha l'impressione che il sapere
umanistico, per effetto di uno strumento, quale il computer, possa diventare un sapere
tecnologico e quindi si possano perdere dei valori che sono i valori tradizioni della
cultura umanistica, che appunto ha al suo centro l'uomo, la sua individualità. Ma credo
che questi siano dei pregiudizi che lo stesso computer poi riuscirà a sfatare.
Domanda 6
Le nuove tecnologie stanno producendo una rivoluzione nei mezzi di diffusione del sapere.
Il suo è un esempio dedicato alla ricerca, ma le nuove tecnologie vengono usate anche per
altro tipo di diffusione. Il libro elettronico probabilmente rappresenterà una realtà
sempre più diffusa. Quale pensa che potrà essere il futuro proprio in questo campo,
nella diffusione del sapere, se il libro elettronico toglierà il potere al libro cartaceo
o, viceversa, coesisteranno?
Risposta
Tutti noi siamo assolutamente affezionati al libro di carta, ma il futuro del libro di
carta è certamente minacciato dal libro elettronico. E questo per una ragione elementare,
perché nel libro il supporto elettronico è incomparabilmente più economico del supporto
cartaceo. Nella storia abbiamo assistito ad altre trasformazioni di questo tipo. Quando si
è passati dalla pergamena alla carta, per esempio, è stato un passaggio in cui le
ragioni economiche hanno contato moltissimo; così quando si è passato dalla trasmissione
del libro manoscritto a quella del libro a stampa, ancora una volta c'erano ragioni
economiche a rendere la stampa vincente rispetto al manoscritto. E questo credo che
avverrà nel futuro. Naturalmente alcuni libri sono destinati a trasferirsi su supporto
elettronico molto prima di altri; per esempio le enciclopedie e i dizionari, cioè libri
di consultazione; quindi, probabilmente sarà la volta dei saggi e dei romanzi; forse, per
ultima, sarà la poesia ad essere pubblicata esclusivamente su dischetto, ma certamente
questo è un processo che avverrà nel tempo, ma sarà un processo a lunga scadenza.
Domanda 7
Questi passaggi dalla carta alla pergamena e dalla scrittura alla stampa, produssero
sicuramente una rivoluzione culturale, ovvero incisero fortemente sulla nascita della
modernità, per come l'abbiamo conosciuta. Ritiene dunque che questo passaggio nuovo che
stiamo vivendo, questa fase di transizione in cui siamo immersi, produrrà anche un
cambiamento culturale? Ovvero ritiene che le tecnologie in qualche maniera determineranno
anche i contenuti della cultura che veicolano?
Risposta
Certamente il mezzo di trasmissione della cultura determina anche le modalità della
trasmissione della cultura e quindi determina un nuovo rapporto tra il lettore, in questo
caso, e il mondo. Perché il problema più in generale è il rapporto col sapere, quindi
il rapporto con la realtà. Se questo è avvenuto nel passato, c'è da ritenere che possa
avvenire, che debba avvenire anche nel futuro. Ma del resto già noi assistiamo a
modificazioni nel sistema di apprendimento. Per esempio la multimedialità ormai è parte
costitutiva del modo di apprendere del bambino. Questo probabilmente è determinato, dalla
televisione, dal ruolo che ha la televisione nell'infanzia. E la difficoltà di
rapportarsi al libro scritto è una difficoltà - dal libro di carta al libro scritto -
che i ragazzi hanno. Quindi non si sa bene dove si vada a finire; non si sa bene se è un
fatto positivo o un fatto negativo, ma sicuramente delle trasformazioni di questo tipo
sono in corso e tanto più nel futuro.
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