INTERVISTA:
Domanda 1
Sistema operativo GNU: di cosa si tratta?
Risposta
GNU è il nome del sistema operativo a cui lavoriamo da 14 anni; questo sistema è
interamente costituito da software libero, e ciò lo caratterizza rispetto a tutti gli
altri software. Poiché è un software libero, gli utenti hanno la "libertà",
appunto, di modificare il software stesso a seconda dell'uso che se ne vuole fare, hanno
la libertà di studiare come funziona il software; noi diamo all'utente il codice sorgente
- non c'è nulla di segreto all'interno del suo software -, e l'utente ha la libertà di
fare copie e distribuirle in modo da condividerle col suo vicino. Inoltre si ha la
possibilità di fare versioni migliorate e diffonderle sulla rete, al fine di un uso
comune; di conseguenza, chiunque può collaborare alla costruzione della sua comunità. Il
significato di software libero consiste in queste tre libertà che ho sinteticamente
riassunto. L'idea stessa di questo sistema è che ogni sua parte è software libero, così
un utente può usare un computer che ha esclusivamente software libero per ogni funzione.
In questo modo non si è vincolati a nessun proprietario di programmi.
Domanda 2
Immagino che ciò sia utile ai programmatori, ma per quanto riguarda gli utenti comuni?
Risposta
Per un utente comune è utile poter essere libero di fare una copia del programma per il
proprio amico. Condividere informazioni con i propri amici è una delle azioni
fondamentali dell'amicizia, e se l'unica possibilità di condivisione è
"underground", furtiva, non è un bel vivere comune. Credo sia importante per
tutti, questo programma, non solo per i programmatori. Inoltre, molte persone usano il
software come parte del loro lavoro, ed in questo caso è molto importante avere la
libertà di modificarlo. Se il software è libero, si può assumere un programmatore, o
chiunque voglia farlo, per operare le modifiche che si ritengono utili. Se il software è
"proprietario", nessuno tranne chi ne detiene i diritti può apportarvi
modifiche. E chi ne detiene i diritti sarà, probabilmente, troppo occupato anche solo per
ascoltarla.
Domanda 3
Come è nato il progetto, e quali obiettivi sono stati raggiunti?
Risposta
Ho cominciato a lavorare al programma GNU all'inizio del 1984, ed ero l'unico, allora, a
scrivere il software. Col passare del tempo e a poco a poco, altri si sono uniti al
progetto. Molti sono i volontari, me compreso. Inoltre, la Free Software Foundation ha
raccolto fondi per pagare dei programmatori per lavorare al software GNU. Un intero
sistema operativo è composto di programmi diversi che svolgono molte funzioni, e noi
dovevamo trovare o scrivere un programma per ognuna di queste funzioni. Durante gli anni
80 e nei primi anni 90 abbiamo, a poco, a poco, colmato le lacune; all'inizio
degli anni 90, tra il 1992 e il 1993, l'ultima lacuna è stata colmata: Linus
Torvalds ha sviluppato un kernel che si chiama Linux, e il risultato di tutte queste
ricerche consiste nella realizzazione di sistemi operativi liberi completi, i
"Sistemi GNU su base Linux".
Domanda 4
Come si svilupperà il software GNU in futuro?
Risposta
Per il futuro c'è molto lavoro da fare! Adesso abbiamo un sistema che è compatibile con
UNIX ed è facile come UNIX. Noi vogliamo rendere i sistemi operativi liberi efficienti e
semplici per la gente comune, non solo per gli hacker; in questa prospettiva si sta
lavorando molto sulle interfacce grafiche in modo che si possa usare il mouse', come
piace fare a chi non è un programmatore.
Domanda 5
Lei afferma di volere che le persone scrivano e distribuiscano il software libero. Quali
sono gli argomenti più comuni con cui i proprietari di software reagiscono alle sue
proposte?
Risposta
I proprietari di software raramente cercano di convincermi a non scrivere software libero,
perché riconoscono, in genere, che non c'è modo di fermarmi e che questa è una mia
scelta. Tuttavia, quando dico alle persone che è ingiusto rendere il software privato,
che è ingiusto ed immorale, naturalmente, queste stesse persone non sono d'accordo con me
perché sto dicendo loro che c'è qualcosa di ingiusto in ciò che fanno, e a nessuno
piace sentirsi dire che si è ingiusti e immorali! In genere, non c'è logica in nessuna
delle motivazioni spese a difesa del loro operato.
Domanda 6
Il software libero può essere venduto?
Risposta
Il modo migliore per avere un sistema operativo libero completo è quello di comprare un
CD ROM. In realtà, il significato di software libero consiste anche nella libertà di
venderne delle copie. Tuttavia, quando si parla di software libero, si affronta una
questione riguardante la libertà, non il prezzo. Non voglio dire che nessuno deve mai
pagare per avere una copia del programma, ma che una volta che se ne possiede una copia,
si deve essere liberi di cambiarlo, ridistribuirlo, fare versioni migliorate e
pubblicarle. Tale processo comprende la libertà di vendere il software nel momento in cui
si ridistribuisce. In realtà, vendere copie di software libero è molto importante
perché è un modo per guadagnare, dando la possibilità di creare fondi per sviluppare
nuovo software libero: è quello che fa la Free Software Foundation'. Devo
specificare che la Free Software Foundation' è un Ente di beneficenza ufficialmente
riconosciuto negli USA, è come una scuola o un ospedale, la gente può offrire alla
fondazione una donazione e dedurla dalle tasse. Ma la maniera principale in cui
raccogliamo soldi è vendendo copie di software libero, e vendiamo anche manuali -
"manuali liberi", naturalmente, perché chiunque è libero di farne più copie e
distribuirle -. Questi ultimi si possono anche modificare; il testo del manuale nella
versione computerizzata è disponibile, lo si può prendere sulla rete o sul nostro CD
ROM. Quindi, si può scaricare il testo e scrivere un manuale modificato; infine esso può
essere stampato e venduto. La Free Software Foundation' vende copie di cose che
chiunque può copiare e chiunque può vendere. In questo modo guadagniamo abbastanza
denaro per pagare il personale, vale a dire lo stipendio di quattro programmatori.
Domanda 7
Può spiegarci come funzione la General Licence?
Risposta
Il nostro scopo attraverso il progetto GNU è quello di dare libertà a ciascun utente;
quindi, vogliamo essere sicuri che ogni persona che possiede una copia del nostro software
ottiene anche le libertà di cui ho parlato. Noi riusciamo ad ottenere ciò attraverso una
tecnica che si chiama 'copyleft'. L'idea del copyleft consiste nel dare il permesso di
modificare il programma, di distribuirlo, e di pubblicarne una versione perfezionata. Ogni
volta, però, che questo programma viene distribuito, si devono usare esattamente i
termini sopra indicati senza cambiamenti; in tal modo, chiunque ottiene una copia del
software ottiene la stessa libertà che noi diamo all'utente primo. Poiché le copie
circolano da una persona ad un'altra, e ad un'altra ancora, ogni persona della catena
riceve le stesse libertà che noi diamo in origine. Se noi rendessimo il software di
dominio pubblico permetteremmo alle varie società poco scrupolose che producono software
non libero di prendere i nostri programmi e farne versioni modificate e di distribuirle
come software 'proprietario' senza alcuna libertà. Ciò significa che molte persone, pur
utilizzando il nostro software, non avrebbero libertà nel senso che ho chiarito sopra;
per noi, ciò rappresenterebbe un fallimento per il nostro progetto, perché il nostro
scopo è dare la libertà alla gente. Con il 'copyleft' ci assicuriamo che ognuno abbia
libertà di utilizzo, e così via. 'GNU General License' è il termine legale specifico
per copyleft, quello che usiamo per la maggior parte dei programmi; abbiamo, tuttavia,
anche altri metodi di 'copyleft' che usiamo in situazioni particolari. Devo aggiungere che
il 'copyleft' è giuridicamente basato sul copyright, ed è per questa ragione che
possiamo farlo valere. Se qualcuno viola il nostro 'copyleft' distribuendo versioni senza
il codice sorgente o cercando di annettervi altre restrizioni, viola le leggi del
copyright; di conseguenza noi possiamo fare causa a tale soggetto all'atto della
violazione. In genere, se qualcuno procede in tale modo col nostro software, gli mandiamo
una lettera, e ciò è sufficiente per farlo smettere; naturalmente, questi individui non
vogliono affrontare un processo. Aggiungo che si può vedere il 'copyleft' come un portare
via le armi ai proprietari di software e usarle contro di loro. Il copyright è usato per
uno scopo tendenzialmente di destra: soggiogare gli altri, farsi pagare con tutto il loro
denaro. Il 'copyleft' è usato con uno spirito di sinistra, uno scopo di sinistra:
incoraggiare le persone a cooperare e ad aiutarsi reciprocamente e a dare a tutti la
stessa libertà.
Domanda 8
Nel caso in cui il programma si dovesse rompere, a chi ci si rivolge?
Risposta
Noi risolviamo questo problema molto meglio di quanto non avvenga nel mondo del software
commerciale, e la ragione è che quando qualcuno prende un programma proprietario, non ha
nessun'idea di ciò che c'è dentro e non ha alcun modo di scoprirlo. Si deve soltanto
sperare e fidarsi che non ci sia nulla di pericoloso in quel programma, poiché può
accadere anche un fatto di questo genere. Ci sono compagnie che mettono nel software
informazioni personali su una persona a chiunque le richieda. Microsoft ha messo cose nel
software che diranno alla Microsoft stessa tutto quello che è stato installato nel
proprio computer. Questo è inammissibile! E la Microsoft dice "In realtà il
software pone una domanda. Se uno ci fa attenzione, se ne accorge." Naturalmente,
molte persone non ci badano e non sanno che il software di una certa compagnia diffonde
continuamente le informazioni personali di chi lo usa. E qualcuno potrebbe cominciare a
vendere software proprietario che contiene qualcosa di pericoloso e l'utente potrebbe non
saperlo mai. E' possibile che un individuo metta qualcosa di pericoloso anche in un
programma libero, ma con quest'ultimo è sempre disponibile il codice sorgente. E se Lei,
ad esempio, non legge il codice sorgente, qualcun altro potrebbe farlo. Certo, bisogna
rendersi conto che le cose che non vanno presenti nel software - chiunque ne sia l'autore-
sono, per la maggior parte, errori casuali; quando la Microsoft scrive programmi, commette
degli errori, quando io scrivo programmi faccio errori, tutti i programmatori commettono
degli errori. Di conseguenza, il grosso pericolo non viene dai danni volontari, ma da un
errore nel programma! Di nuovo, il software libero ha un vantaggio perché molti degli
utenti sono programmatori, e sono costantemente alla ricerca di errori, me li dicono e li
risolvono. Di fatto, io, come programmatore di software libero ricevo continuamente aiuto
da altre persone in tutto il mondo che risolvono ogni tipo di problema si trovi nel mio
software. Mi capita di ricevere un messaggio che dice: "Un giorno stavo leggendo una
certa parte del programma e ho visto qualcosa che non sembrava del tutto giusto. È sicuro
che sia giusto?" Io vado a controllare e, molto spesso, mi accorgo che c'è un
errore. In sintesi, gli altri mi aiutano a far sì che il programma funzioni. La Microsoft
non ha questi aiuti, e se c'è un difetto in un programma Microsoft, molto probabilmente
è possibile che passino sei mesi o un anno prima che lo eliminino. In effetti, uno degli
aspetti del sistema informatico che interessa alla gente è la sicurezza, e, naturalmente,
ogni sistema operativo ogni tanto ha qualche difetto che lo compromette. Possiamo dire,
infine, che nei sistemi operativi liberi questi difetti vengono eliminati molto
rapidamente: il difetto viene segnalato e, in genere, viene mandata una soluzione sulla
rete cosicché, chiunque voglia, la può installare nel proprio programma.
Domanda 9
Con un software libero chi è il responsabile dell'errore?
Risposta
Per quanto riguarda il software libero, la persona da cui si riceve la copia è
responsabile. Se si vuole, dunque, essere sicuri sul software, ci si deve procurare la
copia da qualcuno di cui ci si fida. Faccio un esempio: se Lei prende una copia di
software nuovo dalla 'Free Software Foundation', Lei sa che si tratta della versione fatta
da noi, non modificata da nessun altro. Allo stesso modo una compagnia potrebbe essere
ingannata da qualche infida spia o da un terrorista che vende a Lei software proprietario
progettato per distruggerle il computer: come si fa a scoprirlo? Intanto, si presume
semplicemente che se si tratta di una compagnia, essa vuole continuare a lavorare e quindi
non farebbe mai una cosa simile. La stessa cosa vale per la 'Free Software Foundation'. Il
nostro obbiettivo è dare alla gente l'alternativa di un software libero
'autosufficiente'; sarebbe quindi stupido, autodistruttivo, per noi, mettere qualcosa nel
software che possa irritare gli utenti, si sa che cerchiamo di fare del nostro meglio.
Questo è tutto quello che si può sapere di coloro che producono software: cercano di
fare del loro meglio per renderlo buono. Allo stesso modo, se qualcuno distribuisce una
versione modificata del nostro software, ci si può fidare. Oppure, si può prendere una
copia del programma da un amico e se ci si fida di lui, si sa che non cercherà di
colpirci e si sa che starà attento anche lui ad installarsi buone versioni del software.
Quindi anche questa è una cosa che si può fare in piena tranquillità. È proprio come
se Lei andasse a casa di un amico e gli chiedesse un bicchiere di latte; a meno che non si
tratti di uno psicopatico o di un assassino, il Suo amico non le metterà il veleno nel
latte. La gente a volte fa cose mostruose, ma normalmente ci fidiamo degli amici, è
fondamentale fidarsi degli amici. Come si potrebbe vivere altrimenti?
Domanda 10
E cosa può dirci a proposito di questioni decisive come quelle riguardanti la
circolazione delle informazioni?
Risposta
I detentori dell'informazione, l'industria del copyright, stanno facendo una campagna
mondiale per cambiare le leggi in tutti i paesi in modo da avere più potere per
controllare quello che fanno tutti: questa è la loro attività principale. In questo
momento vogliono avere il controllo totale di tutti gli usi delle informazioni che sono
state pubblicate, e giustificano tale obiettivo affermando che il pubblico ne trarrà
vantaggio. Tuttavia, non analizzano in dettaglio i motivi per i quali il pubblico dovrebbe
ottenere dei vantaggi per il fatto che i proprietari detengono il potere
sull'informazione. Costoro dicono soltanto: "fidatevi, dateci più potere, e il
pubblico ne avrà dei vantaggi". Ciò è stupido, è come dire: "paga il latte
il doppio e avrai latte migliore". La conseguenza di tale operazione sarebbe
l'aumento vertiginoso del prezzo del latte! E, naturalmente, avremmo un latte
straordinario, il migliore che si sia mai visto. Fuor di metafora, io sostengo che questo
è stupido. C'è un principio chiamato 'profitti calanti', e i proprietari,
fondamentalmente, vogliono ignorarlo perché vogliono semplicemente il potere assoluto.
Essi, ad esempio, vogliono rendere illegale il fatto che un utente possa permettere ad un
amico di vedere il suo computer per leggerci un libro. Anche se il libro l'ha avuto
legalmente e sta sul suo computer legalmente, loro vogliono rendere illegale il fatto che
il suo amico lo legga; e se il suo amico vuole comunicare in rete, la situazione peggiora:
se lui manda il libro attraverso la rete -per metterlo semplicemente sul suo schermo in
modo da poterlo vedere e leggere, anche solo temporaneamente- tale azione sarebbe
illegale. Quando un individuo legge un libro, se ne forma, temporaneamente, una copia
sulla retina. La prossima volta, i detentori dell'informazione, diranno che è una
violazione del copyright fare una copia sulla retina e che quindi ci vuole un permesso per
leggere il libro! In Unione Sovietica ogni copista aveva un sorvegliante il cui compito
era di osservare cosa veniva copiato e assicurarsi che nessuno facesse copie illegali,
perché prevenire le copie illegali era una delle priorità del governo sovietico.
L'industria del copyright vuole fare la stessa cosa, con la differenza che allo scopo
utilizzerebbero sorveglianti computerizzati, sorveglianti robot. E, ancora, sarà illegale
eliminare questo 'robot sorvegliante' dal computer. In tal modo, l'industria del copyright
cerca di interferire nella vita dell'utente in un modo molto più diretto e seccante di
quanto non abbia mai fatto prima. Ai detentori del copyright non importa se hanno
abbastanza denaro, se le pubblicazioni continuano e se le librerie sono piene di libri, ma
vogliono avere tutto il denaro che possono desiderare. Questa è ragione per la quale
cercano di cambiare le leggi in Italia e in altri paesi, ed è importante per gli utenti
dell'informazione organizzarsi politicamente su questo fronte opponendosi a queste
decisioni. La legge sul copyright è nata con il torchio per la stampa. Nel mondo antico,
quando il modo per copiare un libro era quella di farsene una copia a penna, non c'era il
copyright. Chiunque sapesse scrivere poteva copiare un libro e, in principio, poteva
copiarlo bene come chiunque altro; fare una copia era come fare cento copie. L'unico modo
per fare cento copie era trascriverlo cento volte. Il torchio per la stampa ha creato una
situazione diversa, per cui la maniera migliore per fare copie era la produzione di massa:
si compone il testo una volta, lo si prende e lo si stampa cento volte. È molto più
veloce che comporre il testo una volta e stamparlo una volta. Nessuno lo farebbe. È
troppo stupido. La gente, dunque, si è abituata all'idea che l'unico modo di fare libri
fosse la produzione di massa. In questo sistema, nell'era del torchio per la stampa, il
copyright era un sistema ragionevole perché poneva limiti solo agli editori e agli
autori. Il copyright non poneva limiti ai comuni lettori come Lei e me perché noi non
avremmo potuto copiarci il libro, non avremmo posseduto un torchio. Come si fa a copiare
un libro? Cosa si intende per questo? Se si vuole un'altra copia, si va in libreria e si
compra un'altra copia. Il copyright, in realtà, è uno scambio, un accordo, in cui il
pubblico rinuncia alla libertà di fare copie; in cambio ha la speranza di vedere le
librerie piene di tanti libri che possono comprare; ciò rappresentava un buon affare
nell'era del torchio per la stampa, perché noi, che apparteniamo al pubblico comune, non
avremmo potuto copiare libri, comunque. Che differenza fa rinunciare a una libertà di cui
non si può usufruire? Oggi non siamo più nell'era del torchio per la stampa! Il computer
ci dà un sistema diverso, in cui chiunque possa leggere qualcosa ne può anche fare una
copia alla volta e mandarla a un amico. Ciò è molto utile e positivo, è un modo per
cooperare con il prossimo, fa parte dei rapporti di disponibilità che stanno alla base
della società. Questa libertà a cui abbiamo rinunciato, che abbiamo ceduto, è
ridiventata utile, e, di conseguenza, non è più un affare così vantaggioso cederlo in
cambio di qualcos'altro. Ora vogliamo tenerci parte di quella libertà per poterla usare,
e, quindi, dovremmo ridurre il potere del copyright. Forse basterebbe avere un sistema di
copyright che limitasse la vendita commerciale di copie, che limitasse la ridistribuzione
di massa delle copie; tuttavia, fare una copia occasionale per un amico dovrebbe essere
una operazione consentita a chiunque. È un diritto fondamentale dell'uomo e dovremmo
costituire organizzazioni di persone, utenti dell'informazione in tutti i paesi, persone
che leggono, persone che ascoltano la musica; chiunque usi qualsiasi tipo di informazione
dovrebbe organizzarsi per poter esigere il diritto di condividere copie con gli amici,
come diritto umano fondamentale che è ancora più importante, perché è un diritto
aiutare il proprio amico! Non è solo il diritto di fare qualcosa che è giusto per se
stessi. Il diritto di avere una sufficiente alimentazione, un alloggio dove vivere è
fondamentale, ma è altresì di enorme importanza la libertà di parola e la libertà di
stampa, così come la libertà di condividere l'informazione.
Domanda 11
Dove è iniziata la sua attività?
Risposta
Sono stato affascinato dai computer appena ne ho sentito parlare, e volevo imparare a
programmarli. Avevo 12 anni quando, durante un campo estivo, uno dei consiglieri aveva un
manuale di un computer che usava per la scuola. Così, ho letto il manuale e sono rimasto
affascinato, quindi ho pensato a cose facili che avrei potuto fare con il programma e mi
sono trascritto il software: morivo dalla voglia di programmare! Non vidi, di fatto, un
computer, se non molto tempo dopo, quando frequentavo l'ultimo anno delle superiori; a
quel tempo cominciai a frequentare un laboratorio dell'IBM a New York dove mi facevano
programmare il loro computer, e cominciai a scrivere un progetto molto complesso, che non
ho mai finito, che riguardava i compilatori e l'espansione del linguaggio di
programmazione diffuso allora. In seguito, durante l'estate di quell'anno, mi dettero un
lavoro estivo e mi assunsero per scrivere un programma in fortran. Realizzai il programma
in un mese e passai il resto dell'estate a scrivere altri programmi, come un processore di
testi, per puro divertimento; poiché scoprii quanto fosse scadente il 'fortran' giurai
che non l'avrei mai più usato, e da allora non ho mai più scritto nessun programma in
quel linguaggio. Ma abbiamo un compilatore in 'fortran' nel nuovo sistema nel caso che un
masochista volesse scrivere in fortran o che uno ne avesse bisogno. In seguito, dopo un
anno di università ad Harvard, scoprii i laboratori di informatica al MIT, e andai lì
con la speranza di prendere i manuali del loro sistema; mi dettero, invece, un lavoro, e
da allora in poi lavorai lì fino alla fine del 1983. Ed è così che cominciai a scoprire
cosa fosse una comunità di condivisione di software. Appena arrivai cominciai a far parte
della comunità; e, in questa comunità, se qualcuno stava lavorando a qualcosa cosa che
fosse, in qualche modo, utile, chiunque poteva averne una copia. Si poteva usare il
programma oppure operarvi cambiamenti, staccarne una parte, vale a dire tagliare dei pezzi
e usarli in qualche altro programma che si vuole scrivere. Se qualcuno aveva già scritto
il codice per fare una certa cosa, non si aveva bisogno di riscriverlo e lo si poteva
copiare dal suo programma. Ebbi una bellissima impressione di quello che succedeva perché
sentivo che si stava lavorando tutti insieme per far progredire la conoscenza umana, che
non lavoravamo come nemici l'uno dell'altro, che eravamo tutti in un'unica squadra,
insieme per il bene dell'umanità. Mi piace sentire questa sensazione di condividere un
bene comune! Odio, viceversa, la sensazione di lavorare contro altre persone; io voglio
provare la sensazione di lavorare per l'umanità. Questa comunità di cooperazione di
persone che condividevano il software, purtroppo, si disgregò nei primi anni '80. Una
persona diede l'esempio, scrivendo un programma e vendendolo ad una società; dopo di lui,
altre persone dalla coscienza "fiacca" seguirono il suo esempio. Dissero:
"C'è uno che è stato non cooperativo e sta facendo soldi". Credevano che ci
guadagnasse; in seguito, è venuto fuori che non ci aveva ricavato molto. Lui stesso oggi
dice che la conseguenza principale della sua decisione fu l'insuccesso del suo programma.
Comunque, poiché allora pensarono che ci guadagnasse parecchio, altri lo imitarono e la
gente smise di cooperare. E così vidi la mia parte della società disgregarsi e diventare
una giungla dove vige la legge del più forte. Fui molto addolorato quando questo accadde.
Cominciai, allora, a cercare il modo per creare una nuova società da qualche parte nel
mondo; avevo fatto parte di una comunità di cooperazione che era morta. Mi dimisi dal mio
lavoro al MIT per cominciare il progetto 'GNU' perché volevo essere sicuro di poter
diffondere il software GNU come software libero. Non volevo che il MIT potesse fermarmi.
E, negli USA, quando il personale di un'università - e io facevo parte del personale-
crea dei programmi, l'università stessa li può prendere e venderli se vuole. Volevo
assicurarmi che questo non avvenisse, altrimenti il mio lavoro sarebbe andato sprecato.
L'unico modo in cui potevo essere sicuro che non sarebbe successo e che avrei potuto usare
il 'copyleft', che mi sembrava molto importante, era quello di lasciare il mio lavoro. Ho
lasciato il mio lavoro per cominciare il progetto 'GNU' nel gennaio del 1984.
Domanda 12
Non Le piaceva il modo in cui facevano ricerca al MIT?
Risposta
Non direi questo, perché al MIT non hanno sempre un modo solo di fare ricerca. Sapevo,
però, che era possibile. Inoltre, non volevo trovarmi nella posizione di dover ottenere
il permesso di diffondere il software come software libero, volevo essere assolutamente
sicuro prima di scrivere il software che avrei potuto farlo libero; volevo essere sicuro
di poter usare il 'copyleft' perché avevo visto la vecchia società crollare per il fatto
che era troppo facile per la gente poter rifiutare di collaborare, troppo facile
guadagnare ad essere non-cooperativo. Il 'copyleft', viceversa, stabilisce una forma di
cooperazione, di condivisione del proprio lavoro. Mi sembrava che usare il 'copyleft'
avrebbe dato alla comunità una buona spina dorsale, una buona capacità di tutelarsi
dagli abusi, perché se la gente si sente sopraffatta o sfruttata continuamente comincia a
scoraggiarsi e a mettersi sulla difensiva. Oltre, quindi, agli effetti diretti veri e
propri dell'uso del 'copyleft' e degli effetti pratici ottenuti incoraggiando molta gente
a contribuire con le loro migliorie al programma, penso ci sia anche un effetto
psicologico, dovuto al fatto che poiché le persone vedono che c'è una certa dose di
difesa della comunità, sentono che la comunità è autosufficiente. Sentono che cooperare
con la comunità ha un senso. E per concludere: buon hacking a tutti!
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