Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Danco Singer

Roma, 21-10-1996

"Editoria elettronica e multimedialità"

SOMMARIO:

  • L'editoria elettronica è in crisi soltanto in parte poiché grosse case editrici sono dovute uscire dal settore per non aver ben considerato tutte le caratteristiche di un prodotto multimediale. Esso, infatti, offre notevoli possibilità di conoscenza e approfondimento e, raccogliendo in sé funzioni di media diversi, deve essere ben concepito; devono, quindi, lavorarci persone competenti che si rendano conto della differenza esistente tra editoria elettronica ed editoria tradizionale (1).
  • Le nuove tecnologie digitali potenziano notevolmente la conoscenza e la comunicazione, che si può realizzare anche in tempo reale (2).
  • Quello che più conta nell'editoria elettronica è la consapevolezza che un'opera multimediale deve essere concepita rispetto a canoni nuovi e specifici, non ereditabili dall'editoria tradizionale (3).
  • Le opere multimediali hanno un linguaggio specifico determinato dalla interattività che spesso le caratterizza. Inoltre, stimolano lo sviluppo non solo di nuovi linguaggi, ma anche di nuove forme di pensiero (4).
  • Le innovazioni tecnologiche dovrebbero essere sempre accompagnate da un'evoluzione e un adattamento delle relative modalità di creazione del contenuto (5).
  • Multimedialità significa, banalmente, che un contenuto è veicolato da più media; soprattutto, però, significa che più media rendono possibile una conoscenza attiva, che si sposta rapidamente da un concetto all'altro (6).
  • La differenza principale tra l'editoria classica e quella multimediale è che nel primo caso il creatore è uno: l'autore del testo; nel secondo, invece, si tratta di un team di persone con competenze diverse che lavorano allo stesso progetto (7).
  • Singer presenta gli ultimi progetti di "Opera multimedia" (8).
  • Il mercato multimediale ha risentito della crisi generale anche se, già agli inizi di Settembre '96, c'è stata una ripresa che, si prevede, continuerà ancora (9).
  • I supporti tecnologici a disposizione dell'editoria elettronica sono in continua evoluzione e offrono notevoli prospettive; anche l'evoluzione dei contenuti deve, però, seguire questo sviluppo (10).
  • Le opere multimediali non sostituiranno il libro ma, forse, ne aumenteranno la diffusione (11).
  • Nell'editoria elettronica è fondamentale un dialogo tra tecnici e umanisti (12).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Siamo in presenza di una crisi nel mondo della editoria elettronica?

Risposta
Durante la fiera di Francoforte sono usciti alcuni articoli, alcuni editoriali sui principali quotidiani italiani, riguardanti una presunta crisi sull'editoria multimediale, o, almeno, le notizie riportavano alcuni dati delle maggiori case editoriali americane, che ritenevano un elemento di passaggio difficile quello del trasferimento dei contenuti dall'editoria cartacea a quella elettronica multimediale. A mio avviso è una notizia vera soltanto in parte. E' vero che alcune grandi case editrici sono uscite dal settore perché hanno fatto, in questi anni, significativi e grossi investimenti nel campo della multimedialità; però, forse, senza conoscerne integralmente le caratteristiche, come l'evoluzione delle tecnologie, la modifica dei contenuti, le capacità tecniche professionali nuove, che richiedevano abilità tali, per cui non era sufficiente passare semplicemente dall'editoria cartacea a quella multimediale. Io credo invece che i dati di mercato, soprattutto in questi giorni, e anche i dati che sono emersi in occasione della grande fiera dello SMAU a Milano, dimostrano che il mercato della multimedialità è in grande, significativa, crescita. Il problema, dunque, sta nel fatto che, per entrare in questo settore, bisogna fare investimenti mirati, non necessariamente giganteschi, o almeno non sempre; questi investimenti richiedono capacità e attitudini particolari, legate al mondo della multimedialità, delle tecnologie interattive, dei CD ROM, probabilmente anche delle capacità di trasferimento di questi contenuti online, mettendo da parte un'organizzazione di lavoro e di competenze tipiche, invece, delle grandi case dell'editoria tradizionale. Le caratteristiche specifiche del mercato e dell'editoria multimediale in sé riguardano una capacità di trasformazione di contenuti specifici, come le enciclopedie; oppure particolari, come libri interattivi, legati alla possibilità di sfruttare al massimo le caratteristiche delle tecnologie multimediali interattive. Quindi bisogna trasferire libri, concetti tipici dell'editoria tradizionale, che hanno una logica sequenziale: da 'à a 'b', da 'b' a 'c' e via di seguito, in una capacità invece interattiva. Essa consiste nella possibilità di saltare da un concetto all'altro istantaneamente utilizzando, nella spiegazione, nell'illustrazione e nell'approfondimento, strumenti e media diversi: testi, filmati, audio, animazioni, fotografie, parlati, tutta la possibilità che il mondo della comunicazione può offrire. Questi elementi sono quelli che determinano la profonda differenza tra chi riesce a caratterizzare i propri prodotti e i propri contenuti, in modo diverso da quelli dell'editoria tradizionale. Un libro di fotografie o di immagini di arte, molto ben articolato, con bellissime illustrazioni, sicuramente, a volte, è preferibile ad un CD ROM, che ripropone, in modo sequenziale, testo e fotografie. Viceversa, un CD-Rom, che permette di approfondire l'immagine e vederne i particolari, vedere quali capolavori l'autore ha eseguito in altri contesti, fare un confronto fra opere, aspettare un commento specifico, questi elementi, un prodotto di editoria tradizionale, sicuramente non li può fornire; o, almeno, per offrire queste informazioni deve fornire diversi supporti: libro, videocassetta, diapositive.

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Domanda 2
Lei crede che siamo di fronte ad una rivoluzione nel modo di fare editoria, come quella che produsse la stampa nel Cinquecento? Quali saranno, secondo Lei, le conseguenze di questa rivoluzione, se c'è una rivoluzione?

Risposta
Io sono convinto che siamo realmente di fronte ad una rivoluzione, poiché cambiano gli strumenti di lavoro. Siamo passati, senza annullarli o cancellarli, alla penna, alla carta, all'inchiostro nelle sue forme diverse, ad elementi digitali, a bit. Questi elementi richiedono capacità di analisi e anche di presentazione diversi: innanzi tutto, il fatto che noi possiamo trasformare qualunque contenuto in elemento digitale e comprimerlo, trasferirlo. E' un fatto che a noi ci permette di trasferire queste conoscenze in qualunque parte del mondo, direi, in tempo reale. Internet ne è una dimostrazione. Quindi, il fatto di avere una comunicazione in tempo reale, con chiunque in quel momento si vuol sintonizzare con noi, già, di fatto, implica una capacità diversa di comunicazione, ma soprattutto ci permette di mettere insieme contenuti che stanno in ambiti diversi. Il fatto di poter avere insieme videocassette che hanno immagini e movimento -e che hanno avuto, fino adesso, uno standard particolare- quindi CD audio, o testi che viaggiano su carta, animazioni che richiedono strumenti in grafica 3D, per presentare contenuti e concetti integrati tra loro, dimostra, di per sé che, per la prima volta nella storia dell'uomo, che tutti gli apparati visivi e sensoriali possono essere contenuti in un unico strumento.

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Domanda 3
Quali sono, a Suo avviso, gli sviluppi dell'editoria nell'incontro con le nuove tecnologie, in particolare con Internet? Cambierà qualcosa quando si arriverà al supporto ottico

Risposta
Io penso che la vera rivoluzione, la vera innovazione sia in questo: noi non dobbiamo limitarci, come in parte ancora avviene, a trasferire nei nuovi formati contenuti standard tradizionali; dobbiamo riuscire a fare in modo che le informazioni che vogliamo comunicare e la forma con la quale vogliamo trasmetterle siano legate, utilizzando al massimo le nuove tecnologie. Noi abbiamo realizzato la prima parte della Storia della civiltà europea diretta da Umberto Eco, non prendendo una enciclopedia o testi o strumenti già esistenti su carta, o comunque già codificati. Li abbiamo ripensati e riprogettati da capo, perché riteniamo che questi nuovi strumenti multimediali abbiano delle caratteristiche proprie e quindi anche i contenuti vanno pensati in funzione di questi strumenti. Quindi, se io prendo un testo e cerco di renderlo interattivo, ha una sua dimensione; ma se io progetto un testo, un argomento, che deve essere interattivo fin dall'inizio, possiede caratteristiche diverse. In fondo è come scrivere sceneggiature, copioni di film, pensando anche a come la macchina da presa può valorizzarli e può renderli. Credo che, in fondo, alcune differenze nelle tecnologie passate ci dimostrino come sia possibile il passaggio da una tecnologia tradizionale ad un'altra in evoluzione. Chiaramente, questo richiede competenze che fino adesso erano sparse. Riunire insieme persone che lavorano ad una tecnologia, ad un prodotto interattivo, vuol dire avere esperti di comunicazione, di tecnologia, in parte di informatica, ma anche di aspetti che legano l'interattività e di apparati iconografici. Queste cose non si inventano, non si creano in pochi mesi, in pochi anni. Quindi, serve un lavoro lungo di esperienza e anche di preparazione teorica sul campo.

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Domanda 4
Il linguaggio multimediale possiede delle caratteristiche specifiche?

Risposta
Io direi che le caratteristiche specifiche del linguaggio multimediale siano quello di tener sempre presente la possibilità che l'utente -per usare il termine di cui abusiamo molto-, quindi la persona che utilizza lo strumento, possa intervenire, o debba intervenire, in qualunque momento. Quando noi parliamo di strumenti interattivi, non è solo uno slogan; chi usa questi strumenti può intervenire per modificare il percorso, la presentazione del testo, ma anche di aggiungerci elementi propri. Io credo che la caratteristica di fondo di questi strumenti sia di tener conto che chi lo utilizza -chi usa i CD ROM da una parte, ma anche tutto il mondo dell'online, e quindi di Internet-, possa o debba intervenire in prima persona. Questo vuol dire di tener presente aspetti cognitivi, psicologici, pedagogici, elementi che rendano o stimolino in modo attivo e interattivo la persona che utilizza questi strumenti multimediali. Viceversa, se noi pensiamo che l'utente si limiti a sfogliare, o passare da una schermata all'altra, e in forma passiva, credo che noi non aggiungiamo molto all'editoria tradizionale, portandola soltanto su un nuovo formato. Credo che il mondo di Internet in questo senso stimoli ad operare, come ha già fatto, un salto di qualità. Il fatto di poter aprire nella comunicazione forum, pareri, chat-line, -la possibilità per chiunque, che nello stesso momento in cui legge una notizia, un'informazione, possa dire la sua e farla conoscere a tutti quelli che in quel momento sono sintonizzati-, già implica una comunicazione molto diversa. Quindi, basta leggere le comunicazioni, gli scambi di opinioni che avvengono in un qualunque forum, per vedere che già le caratteristiche, anche della comunicazione stessa, sono diverse. Ecco: credo che i nuovi strumenti stimolino non solo linguaggi, ma modi anche di pensare e di comunicare diverso.

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Domanda 5
Quale ritiene debba essere la qualità di un autore multimediale?

Risposta
Io credo che la multimedialità, come, nel loro complesso, le tecnologie elettroniche, abbiano avuto un limite. Senza negare il vantaggio dell' innovazione, il loro limite è stato quello per cui l'elemento tecnologico condizionava l'aspetto del contenuto. Quindi si partiva dai linguaggi, dalla possibilità dell'elettronica, per poter poi adattare i contenuti. Credo che, oggi, noi dobbiamo cominciare a pensare in modo un poco diverso, partendo da quello che noi vogliamo dire, far conoscere, comunicare, e cercare di adeguare o rinnovare o modificare l'aspetto tecnologico, informatico, multimediale che esso sia, e adattarlo alle nostre esigenze. Credo, in fondo, che tutte le grandi rivoluzioni poi siano partite da questo. L'elemento innovativo è dato sicuramente dall'apparato tecnico, ma poi l'aspetto della comunicazione, nell'editoria del contenuto, deve appropriarsi di questi contenuti e modificarlo. In concreto, finché noi partiamo dal primato dell'informatico, dal tecnologo, credo che valorizziamo la macchina. Se noi cercheremo di fare in modo di permettere a coloro che hanno qualcosa da dire di avere conoscenze informatiche e tecnologiche, e di poter trasferire le proprie competenze nei nuovi media, credo che faremo un salto di qualità. In fondo, nella fotografia durante il secolo scorso, questo è avvenuto; e poi, anche in seguito, col cinema: siamo partiti da quello che la macchina da presa poteva dare, e poi, i grandi registi, gli sceneggiatori hanno guidato l'evoluzione anche dell'apparato, delle macchine legate al cinema o alla fotografia.

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Domanda 6
Può darci una definizione di multimedialità?

Risposta
In senso tradizionale, multimedialità è la possibilità di lavorare nello stesso tempo con più media. Quando sono nate le prime tecnologie multimediali, alla fine degli anni Ottanta -quando si usciva dai laboratori per entrare nei primi prototipi-, la terminologia stava a significare che un prodotto multimediale poteva contenere almeno tre strumenti: quindi testo, audio e immagini fisse e in movimento. Credo che questo, ormai, sia un dato scontato, non sia più un elemento innovativo. E' invece significativo il fatto di poter ottenere, attraverso l'interazione di questi elementi sensoriali, un cambiamento nella comunicazione e nella interattività: poter passare, dunque, da un concetto all'altro, da un contenuto all'altro, utilizzando simultaneamente più media.

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Domanda 7
Quali sono, a Suo avviso, le differenze tra i processi produttivi nell'editoria tradizionale e nell'editoria elettronica? Come vengono realizzati i nostri prodotti?

Risposta
Partiamo da una cosa molto semplice: nell'editoria tradizionale un romanzo o un saggio viene pensato, scritto, redatto dall'autore; viene trasferito poi presso la casa editrice, quindi vengono corrette le bozze e poi stampato. Si tratta di una consuetudine di secoli, di passaggi, codificati, standardizzati, tempi, costi definiti. Nell'editoria multimediale, bisogna considerare che le tecnologie sono in continuo e rapido cambiamento, e quindi, mentre pensiamo ad un prodotto di un certo tipo, alla fine della sua realizzazione scopriamo che sono avvenute già cose nuove, che potevano renderlo diverso. Scontando questo fatto di cui siamo ben consapevoli, un prodotto non può essere più pensato, progettato, realizzato da una sola persona o da un'unica competenza. L'autore in quanto tale si trasforma in un team. E un team vuol dire mettere insieme chi ha maggiore competenze nella valorizzazione di strumenti tecnici, accanto a chi, invece, sa come rendere più comunicativo, interattivo lo strumento. Un team di tre, quattro, cinque persone -il numero non è fisso, ma deve contenere delle competenze di base- determina la profonda differenza tra un prodotto di una sola persona a quello creato da una squadra.

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Domanda 8
Qual è la linea editoriale di "Opera multimedia"? Quali sono i progetti a cui state lavorando?

Risposta
I progetti editoriali di "Opera multimedia" si caratterizzano in tre linee editoriali: una di esse, che noi consideriamo di più ampio respiro e innovazione, è quella che chiamiamo della "cultura": sono i CD ROM diretti da Umberto Eco. Il Seicento è già uscito, il Settecento sta per uscire, e gli altri secoli completeranno la storia della civiltà europea. Poi l'enciclopedia Zanichelli, che è uscita in questi giorni. La seconda linea è quella dell'arte, che consiste nelle realizzazioni, su supporti multimediali, dei più grandi musei italiani: gli Uffizi, il Palazzo Ducale, il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Si tratta, quindi, di realizzazioni di opere multimediali interattive, che valorizzino l'arte e le caratteristiche dei musei italiani. La terza linea riguarda i viaggi. E' un elemento fondamentale in quanto il Touring Club è un socio di "Opera multimedia", quindi noi realizziamo con loro guide per viaggi e turismo che valorizzino gli aspetti del nostro paese.

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Domanda 9
Come sta andando il mercato del multimedia in questo momento?

Risposta
Dopo una fase di relativa staticità nei primi mesi del '96 dovuti ad una serie di elementi di crisi anche del settore dell'editoria, ma che possiamo riscontrare in tutta l'economia italiana, abbiamo verificato, a partire dai primi di settembre ad oggi, una crescita significativa. Noi pensiamo di realizzare, entro il '96, un fatturato intorno, circa, ai cinque miliardi, tra il 15% e il 20% in più rispetto allo scorso anno, se consideriamo i dati che emergono dal mercato e in linea con quello che il mercato della multimedialità sta offrendo. Entro dicembre i personal computer, nelle famiglie italiane, potrebbero raggiungere la cifra di un milione ed è una soglia importante per poterci avvicinare a quelli che sono anche gli standard degli altri paesi europei. Penso a tutta la Germania, ma anche all'Inghilterra e alla Francia.

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Domanda 10
Quindi, in futuro, le tendenze del mercato sono incoraggianti in merito?

Risposta
Io ritengo di sì. Certamente, ci saranno dei cambiamenti. La prossima generazione dei CD ROM, quella che probabilmente uscirà intorno al '98, avrà una possibilità di memoria quattro o cinque o sei volte maggiore rispetto a quella di oggi: nuovi lettori, anche molto più veloci, la possibilità di poter avere quantità di video, di filmati probabilmente molto più grandi di quelli che possiamo contenere oggi anche in un CD ROM. Si verificherà un'evoluzione tecnologica e un'attenzione diversa verso i contenuti da mettere sul multimediale, legati a quello che noi, nello stesso tempo, potremo utilizzare online su Internet; credo che ciò eleverà in modo significativo il settore della multimedialità. Se il CD ROM sarà anche nel futuro, nei prossimi dieci - quindici anni, lo strumento di base, non lo possiamo dire con certezza. Ma io credo che questo non costituisca l'aspetto più importante. Il supporto può cambiare la pellicola, la videocassetta, il betacam, il CD ROM. Quello che sicuramente rimarrà fondamentale è il contenuto e la capacità di trasmetterlo a più persone.

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Domanda 11
Pensa che il CD ROM costituirà un elemento negativo per la lettura del libro tradizionale?

Risposta
No, io non credo. Come in tutte le innovazioni tecniche, fanno un passo in avanti verso dei cambiamenti, ma non cancellano le scoperte precedenti. Nessuno si sogna di buttare la bicicletta perché si usa la macchina o l'aereo. Per spostarsi da un posto all'altro, oggi, ovviamente, si usa meno la bicicletta, però abbiamo scoperto che col tempo libero c'è un ritorno al passato, e la Mountain Bike, in questo senso, rappresenta un'innovazione. Io non credo che il libro scomparirà. Anzi, possiamo dire che con l'evoluzione del multimediale c'è un approfondimento di natura cartacea per consultazioni di alcuni aspetti. Credo che, invece, alcune consultazioni sul libro ci aiutino a volarizzare molto di più, per esempio, l'apparato multimediale. Se io devo fare delle ricerche su un concetto filosofico o di qualunque altra natura, e devo consultare più libri, impiegherò un certo numero di tempo, che invece, potendo accedere ai contenuti in un CD ROM o consultando diverse biblioteche via Internet, ne impiegherò molto meno e avrò una conoscenza più vasta. Quindi, io credo che noi siamo abituati a vivere con tecnologie diverse. Non dobbiamo spaventarci, dobbiamo invece capire qual è la particolarità della multimedialità dell'elettronica rispetto all'editoria tradizionale.

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Domanda 12
A Suo parere è corretto dire che nell'editoria elettronica si possono incontrare competenze prettamente tecniche e competenze umanistiche?

Risposta
Io credo che sia un elemento fondamentale il fatto di riuscire a far dialogare, a far compenetrare elementi tecnici e, in senso lato, elementi umanistici. Certamente bisogna costruire competenze nuove. Ma se noi pensiamo a quand'è nato, potremmo dire, il giornalismo moderno, nello scorso secolo, c'erano soltanto certe competenze. Poi si sono raffinate: l'inviato, il reporter di guerra, il commentatore, l'editorialista. Ecco: credo che queste nuove tecnologie, che legano contenuti e capacità di comunicazione, richiedono forme nuove. Vanno costruite e sperimentate e poi anche sedimentate nei posti dove si costruiscono nuovi modi di trasmissione del sapere e della conoscenza, quindi nelle università, nei centri di ricerca, nelle industrie e nella scuola.

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