INTERVISTA:
Domanda 1
Poiché Lei ha scritto un libro sulle comunità virtuali, può darci delle chiarificazioni
sulla loro natura sociale?
Risposta
Il libro, ora disponibile anche in traduzione italiana, prende il titolo di Le
comunità virtuali. Il libro descrive persone che, come me e come tante altre nel
mondo, non utilizzano Internet solo per trovare o pubblicare informazioni ma comunicano
tra di loro utilizzando la tastiera; da ciò nascono lunghe discussioni. I temi che si
trattano possono essere di diversa natura: possono riguardare la politica, oppure problemi
privati di ognuno; sono migliaia i soggetti sui quali discutere. L'importante è che
queste persone possano comunicare tra di loro attraverso Internet per arrivare a
conoscersi, anche se non si sono mai incontrate nella vita reale; questo è ciò che io
chiamo una comunità virtuale: un gruppo di persone che comunicano tramite Internet per un
certo periodo di tempo. Ho trovato molti vantaggi in questa forma di comunicazione.
Domanda 2
In che modo le comunità virtuali si differiscono da quelle reali?
Risposta
Il vantaggio delle comunità virtuali è nel poter incontrare persone che dividono i
nostri stessi interessi, anche se questi ultimi sono singolari, e, normalmente, di
difficile condivisione, come l'interesse all'allevamento di una razza canina rara, per
esempio; si possono trovare, in una comunità virtuale, persone disposte a parlare di
qualsiasi argomento. Su Internet si possono incontrare persone che dividono i nostri
interessi anche se si trovano in paesi lontani: partecipa a questo scambio gente
proveniente da centinaia di paesi diversi! Uno dei vantaggi di Internet è che non si deve
essere perennemente collegati per conversare; tramite l'utilizzo della bacheca si può
lasciare un messaggio e tornarci più tardi per controllare le risposte. Alcune
conversazioni durano settimane o mesi, addirittura anni; in questo "luogo" si
trascendono tempo e spazio, poiché non si deve essere tutti collegati contemporaneamente
e nello stesso posto. Inoltre, molti pregiudizi cadono poiché non necessariamente si
conosce l'età o il sesso o, ancora, l'appartenenza ad una cultura dell'interlocutore.
Sono molte le barriere comunicative che vengono meno con questo medium. Tuttavia, esistono
anche degli svantaggi in questa forma di comunicazione; intanto, non si ha una persona
reale di fronte a sé e, probabilmente, non la si incontrerà mai. Ecco perché, forse,
non si avrà lo stesso senso di responsabilità che si ha con il vicino di casa. In
secondo luogo, è facile, una volta collegato, mascherare la propria identità fingendo di
essere qualcun altro. Le persone poco gentili possono fingere di esserlo e viceversa.
Alcuni cercano di ingannarci in comunicazioni sociali o economiche per le quali è
possibile non sentirsi preparati. Ritengo sia importante che la gente capisca come
utilizzare questo medium, così da non essere più sorpresi quando qualcuno pretende di
essere quello che non è realmente. Un altro vantaggio relativo al mezzo, in rete, delle
comunità virtuali è la sensibile diminuzione delle inibizioni da parte di chi lo usa. Le
persone più timide che non riescono ad intervenire in un gruppo e hanno difficoltà a
partecipare alla conversazione, se hanno bisogno di tempo per riflettere, le comunità
virtuali permettono di essere ascoltati in un modo impossibile altrove. Questo diminuisce
l'inibizione, che impedisce, normalmente, la partecipazione alla conversazione. Vista da
un'altra prospettiva, questa inibizione può provocare svantaggi nella conversazione:
quando si è in rete, e non si ha la persona di fronte, non la si vedrà piangere se la si
ferisce, e nessuno potrà picchiarci se riceve un insulto. In questo senso, bisogna essere
molto cauti nell'utilizzare la parola "comunità". Penso che la gente collegata
possa sviluppare relazioni e possa incontrarsi nel mondo reale, e questo è un modo
magnifico di connettersi con la gente che condivide valori e idee. Se non si ha una vera
connessione, l'idea di comunità diventa abbastanza distante dalla nostra idea
tradizionale di comunità.
Domanda 3
Esiste un'identità nella vita reale e una quando si è collegati, oppure l'identità si
sceglie man mano che cambiano spazio e tempo?
Risposta
La comunicazione online ha effetti diversi rispetto ad altre forme di comunicazione. Noi
tutti utilizziamo identità diverse nella vita quotidiana; si hanno identità diverse a
seconda che ci si trovi con i propri genitori, con il proprio coniuge, con il collega di
lavoro, oppure con uno sconosciuto. Siamo tutti abituati nel presentare facce diverse,
maschere diverse per gente diversa. Con il collegamento è possibile creare diverse
identità: se si è un uomo si può diventare una donna, se si è adolescente si può
fingere di essere adulto. Quando si hanno dodici anni e si è particolarmente intelligenti
risulta difficile farsi ascoltare dagli adulti; in rete, gli stessi adulti possono pensare
che si è un professore o un esperto perché non possono sapere la reale età
dell'interlocutore. Tutti questi vantaggi possono anche diventare svantaggi: è facile
prendersi gioco della gente, e se si pensa di comunicare con un adulto e si realizza di
parlare con un dodicenne o con un uomo mentre si pensava di discutere con una donna, non
ci si sente molto bene, in seguito; ci si sente, in qualche modo, traditi. La gente
utilizza l'abilità di mascherarsi per divertimento. Ci sono delle comunità conosciute
come MUD, ossia multi-users dungeons, nelle quali si assumono ruoli diversi: ci
sono principi e principesse, draghi e maghi. Invece di andare al cinema o di leggere un
libro per divertirsi, lì, le persone creano il loro proprio film, il proprio libro nel
quale giocano i loro rispettivi ruoli. In queste particolari comunità, la gente capisce
che deve assumere ruoli diversi. Ci possono essere altre discussioni, anche molto serie,
nelle quali i partecipanti non capiscono che altri possano avere opinioni politiche molto
diverse rispetto alle loro. Entriamo, così, nel mondo online, dove la propria identità
è molto più malleabile rispetto alla vita reale. Come, ciò, influenzerà il modo in cui
ci sentiamo? In realtà nessuno lo sa. E' stata fatta troppa poca ricerca in quest'ambito.
Sherry Turkle ha scritto a proposito dell'identità in rete. Considerando che centinaia di
milioni di persone stanno sedute davanti al computer, tutto il giorno, e che molti di
questi comunicano tramite Internet, è sorprendente quanta poca ricerca sia stata fatta,
finora, in campo psico-sociologico, su come Internet interferisce con la nostra mente,
come modifica la comunicazione con gli altri. La rete è un fenomeno nuovo e
l'establishment educativo si è mosso piuttosto lentamente. I resoconti si hanno solo da
gente come me. Non abbiamo una vera ricerca scientifica che ci dica come tutto questo
modifichi il senso dell'identità personale. Ripeto: ci sono vantaggi e svantaggi
nell'abilità di mascherare la propria identità, poiché si possono sperimentare tante
possibilità. Penso sia utile, per un uomo, provare a fingere di essere una donna per
vedere come si viene trattati. E' anche possibile nascondersi dietro false identità e
calunniare gli altri, sentendosi al sicuro perché non sarà possibile, per l'altro,
ribattere. Come per qualsiasi tecnologia ci sono vantaggi e svantaggi. Ciò di cui abbiamo
bisogno è imparare ad utilizzare la tecnologia vantaggiosamente, e sapere come
proteggerci dai suoi lati negativi.
Domanda 4
Quali sono le opportunità offerte dalle nuove tecnologie nell'ambito dell'educazione?
Risposta
Per poter affrontare il problema dell'impatto delle tecnologie sull'educazione bisogna
capire la differenza tra il sistema scolastico e l'educazione. L'educazione riguarda la
preparazione delle menti per potere interagire con il mondo, insegnando metodi di studio
per introdurre alla storia della civilizzazione occidentale e alla geografia mondiale,
argomenti di cui si necessita per essere effettivamente al mondo. La scuola, invece, si
preoccupa molto di cosa fare dei bambini durante il giorno mentre i genitori lavorano,
assolvendo alla funzione, piuttosto, di baby sitting; la scuola ha a che fare con la
creazione di cittadini che saranno membri effettivi della società. Il sistema scolastico,
come lo conosciamo ora, è stato creato per formare buoni cittadini per la società
industriale. Si insegna a stare seduti tranquillamente al proprio banco, con tutti i
banchi in fila e ad ascoltare quello che il professore ha da dire. Il professore, in
realtà, trasmette la conoscenza come se versasse la propria sostanza negli alunni.
"Imparate a muovervi quando suonano i campanelli": questo è l'imperativo che
prepara la gente a lavorare in fabbrica o in ufficio. Sfortunatamente, questo tipo di
sistema educativo è molto efficiente nell'era industriale, ma ora siamo giunti in
un'epoca nella quale le cose si muovono più rapidamente; la nostra, è un'era nella quale
non si lavora più nella fabbrica o in ufficio come si faceva una volta. Le nuove
tecnologie, le nuove industrie e i nuovi modi di vivere arrivano così velocemente che
quello che si è imparato a scuola, o quello che è stato versato nella testa dello
studente, diventa obsoleto entro il diploma. Oggi, per preparare gli studenti ad essere
cittadini in un mondo che cambia rapidamente, affetto dalle tecnologie, nel quale i ruoli
cambiano più rapidamente di quanto siamo abituati, è importante insegnargli a pensare
per se stessi, a pensare criticamente ed insegnare loro come imparare a muoversi. Molti
genitori e molte società non vogliono trattare i bambini come gli adulti, non vogliono
insegnare loro a pensare criticamente. Un altro grande problema negli Stati Uniti, e penso
anche in altre società industriali democratiche, è che la gente risulta sempre meno
propensa a pagare tasse per l'educazione pubblica. Di conseguenza i professori non sono
pagati bene e non vengono attratte le menti migliori all'insegnamento. Le scuole non sono
bene equipaggiate: non ci sono abbastanza matite, mancano libri, i bagni sono fatiscenti e
le aule hanno bisogno di essere tinteggiate. Insomma: la scuola è una parte della
società dalla quale dipendiamo tutti ma non siamo d'accordo nell'aiutarla a crescere,
quando ciò implica un impegno economico. L'educazione è in crisi e alcuni pensano che
aggiungendo tecnologia tutto si risolverà. Oggi sono arrivati Internet e i computer,
strumenti che creano un vantaggio didattico eccezionale. Nelle piccole scuole, lontane dai
centri metropolitani, dove è difficile viaggiare d'inverno, può darsi che ci sia una
piccola biblioteca. Uno studente o un gruppo di studenti brillanti, forse più
intelligenti del loro professore, saranno limitati alle risorse della piccola biblioteca.
Avendo una connessione ad Internet, questi possono accedere alle più grandi biblioteche
del mondo. Avrebbero accesso a più informazioni e a più sapere di quanto ne potrebbero
mai avere dalla loro piccola biblioteca. Ancora più importante, avrebbero un contatto
diretto con i professori e con altri studenti che possono dar loro un aiuto per imparare
insieme. Se si tratta di uno studente di matematica avanzata, egli potrà studiare con
qualcuno del MIT, anche se si trova in una piccola città australiana. Esistono modi di
utilizzare il computer per costruire simulazioni e per utilizzare modelli grafici che
permettono agli studenti di studiare molto più attivamente che con la vecchia lavagna.
Tuttavia, aggiungere Internet e i computer nelle aule non garantisce che tutti sappiano
utilizzarli. I professori devono essere formati e devono esserci fondi per la formazione
continua. Inoltre, questi strumenti necessitano di una manutenzione tecnica, necessaria
quasi ogni giorno. Molto spesso le scuole dispongono di fondi per l'acquisto di computer e
per la connessione Internet ma non per la formazione e per l'assistenza. Bisogna, dunque,
destinare una parte del budget alla formazione e all'assistenza. Non penso valga la pena
utilizzare un nuovo strumento per continuare con vecchie tecniche educative; se si
utilizza il computer per collaborare, allora credo che Internet rappresenti
un'opportunità fantastica per l'educazione. Basti guardare i migliori professori in tutto
il mondo che hanno trovato il modo di utilizzare al meglio la rete per insegnare ed
imparare. Queste opportunità andranno perdute se non si inizia a pensare realmente alla
tecnologia e all'educazione: dobbiamo capire che aggiungere tecnologia al sistema
scolastico non risolverà il più ampio problema sociale dell'educazione nella nostra
società.
Domanda 5
E come possiamo insegnare agli insegnanti? Come possiamo, inoltre, insegnare loro ad
apprezzare l'utilità delle nuove tecnologie per trasmettere la loro importanza agli
studenti?
Risposta
Un professore non diventerà, certo, un effettivo insegnante di tecnologia se non è
entusiasta del suo utilizzo. Se i professori sono sottopagati e gli si chiede di
aggiornarsi da soli, non avranno le risorse adeguate per poter imparare a rapportarsi con
le nuove tecnologie. In questa prospettiva, perché dovrebbero essere entusiasti di
imparare? E' importante dialogare con gli insegnanti per capire i loro bisogni, prima di
installare le nuove tecnologie nelle scuole. Viceversa, sorgerà un vero e proprio
risentimento verso queste tecnologie: se sono pagati poco potrebbero prendersela con le
nuove tecnologie. Che senso ha se sono collegati ad Internet ma il tetto di casa rimane
rotto? Si deve pensare a tutto quello che riguarda le tecnologie: non si tratta soltanto
di mettere il cavo che porta Internet. Infine, non bisogna far sì che queste novità
siano in competizione con l'insegnamento ma, piuttosto, che accrescano le abilità
all'insegnamento.
Domanda 6
Vuole aggiungere qualcos'altro riguardo all'insegnamento e alla scuola per il futuro?
Risposta
Internet permette l'accesso ad ogni tipo di materiale, e il materiale didattico che si
riesce a trovare in rete è interessantissimo. C'è anche del materiale pornografico e
tanta informazione falsa, certo. Dobbiamo, allora, innanzi tutto, capire che gli studenti
devono essere responsabili; i professori, i distretti educativi, i genitori ed i ragazzi
devono, insieme, decidere quale sia l'utilizzo accettabile di Internet. Tutte queste
entità devono firmare un pezzo di carta contenete le "Regole di Utilizzo
Accettabile", un documento che stabilisca che i genitori sono consapevoli e gli
studenti responsabili del proprio comportamento. Se uno di loro viene sorpreso a guardare
un sito pornografico invece che un sito educativo, la responsabilità non ricadrà sulla
scuola o su i genitori ma sullo studente, perché ha accettato egli stesso questa
responsabilità. Penso sia importante allenare la gente a pensare in modo critico sui
contenuti che si possono trovare in rete, poiché se si introducono, in un motore di
ricerca, alcune parole, non è detto che la risposta accurata sia all'interno della lunga
lista di siti che Internet ci invia. In secondo luogo, chiunque può pubblicare su
Internet e ciò permette, all'utente che utilizza l'informazione, di stabilire se
l'informazione sia accurata o no. E' molto importante sottolineare questa libertà che si
trova in Internet, poiché significa che dobbiamo insegnare agli studenti ad interrogare
criticamente le fonti d'informazione 'incrociando' le ricerche. Ritorna ancora una volta
il paradosso: per potere utilizzare queste tecnologie bisogna insegnare ai ragazzi come
pensare in modo critico. Molti genitori e professori si oppongono a questo tipo di
insegnamento: se si insegna loro a mettere in discussione le autorità gli studenti
inizieranno a dare fastidio sia ai genitori che ai professori. Sapere come insegnare
criticamente e tenere una classe ordinata rimane ancora un problema importante da
risolvere.
Domanda 7
Non crede che basti un V-chip nella televisione oppure una cyber baby sitter per bloccare
quello che potrebbe guardare un bambino?
Risposta
Il problema dei filtri su Internet è molto complesso. Non ci sono modi per capire quello
che verrà censurato: un sito che censura temi relativi al sesso impedirà di vedere
immagini pornografiche ma anche informazioni sul cancro al seno o sull'AIDS. Penso sia
pericolosa una censura dall'alto, governativa. Un professore non vorrà che i suoi ragazzi
vadano a vedere il sito di 'Playboy', ma vorrà forse trasmettere loro informazioni sul
cancro al seno o su un quadro classico contenente un nudo. Dobbiamo essere molto cauti,
per mantenere sempre il controllo su questi filtri. In ogni caso, se si hanno dei filtri,
è bene conoscere cosa si filtra e come poter modificare i criteri di censura. Se il
filtro, poi, è creato da aziende come Microsoft o America On Line, non ci sono
possibilità di rendere gli utenti responsabili.
Domanda 8
E nel caso in cui i genitori non hanno abbastanza tempo a disposizione per poter
controllare i percorsi in rete dei figli?
Risposta
Le persone che sono interessate alla tecnologia e al modo in cui viene utilizzata dai
giovani devono capire che i genitori hanno una responsabilità. Molti genitori utilizzano
la tv come se fosse una baby sitter elettronica, ma quanti siedono insieme ai figli,
soprattutto quando sono molto giovani, per raccontargli cosa succede in una pubblicità o
in un film violento? Quanti spiegano che la pubblicità serve a vendere un prodotto e che
la realtà della violenza è tutt'altra? Ciò non avviene facilmente per la tv, e la
stessa cosa succede per Internet. Molti genitori non conoscono la tecnologia quanto la
conoscono i loro figli, non siedono insieme per vedere come funziona. Ci manca, inoltre,
la capacità di insegnare ai nostri figli come usare tutti i media che li circondano. Oggi
i bambini spendono più tempo davanti al televisore che in classe, e, nonostante ciò, non
ci sono ancora corsi di alfabetizzazione ai media. Per realizzare un'effettiva
civilizzazione al fine di utilizzare le tecnologie vantaggiosamente e per evitarne gli
svantaggi, è necessario insegnare ai genitori come insegnare ai loro figli l'utilizzo dei
media. I problemi sorgono quando i genitori sono troppo occupati, quando non se ne
interessano, quando c'è solo un genitore o quando sono drogati o alcolizzati. Questi sono
problemi sociali che hanno un impatto diretto sull'educazione: quando un bambino di sei
anni arriva in classe, il danno più grosso è già stato fatto. Se ci vogliamo porre
delle domande circa l'educazione bisogna prima interrogarsi sulla funzione genitoriale.
Domanda 9
Poiché chiunque può pubblicare su Internet, cosa sarà delle TV giornalistiche?
Risposta
Internet è il primo medium fatto da tanti e rivolto a tanti. Questo significa che ogni
computer connesso ad Internet diventa potenzialmente una tipografia, una rete televisiva,
una radio o un'assemblea dove la gente può discutere. Esso rappresenta un cambiamento
radicale del potere di comunicazione, dell'influenza e della persuasione sulla gente, e
credo che avrà un impatto profondo sui nostri sistemi politici. Penso che guardare al
passato aiuti a capire meglio il presente; la stampa aiutò veramente la nascita dello
stato-nazione democratico moderno. Prima del processo di stampa, solo una piccola élite
poteva decodificare il sapere dai libri. Dopo l'invenzione della stampa, intere
popolazioni divennero alfabetizzate. In un periodo inferiore a cinquanta anni
dall'invenzione della stampa, milioni di persone in Europa sapevano leggere e scrivere,
potevano governarsi da soli. Non può esistere una popolazione che si governa senza essere
alfabetizzata, senza capire e comunicare le istanze che gli interessano. Nel ventesimo
secolo, i mass media hanno avuto una tremenda influenza sulla gente, portando immagini da
tutto il mondo all'interno delle case. Nei mass media, un piccolo gruppo di persone
decidono quello che un vasto gruppo di gente può sentire e vedere dal mondo; viceversa,
non si può riprendere con la telecamera quello che succede fuori dalla nostra finestra e
ritrasmetterlo al mondo, se non si possiede Internet. Internet permette di fare uscire
mille voci dove prima se ne sentivano solo alcune! Abbiamo potuto vedere ciò durante le
dimostrazioni di piazza Tien-an-men quando gli studenti cinesi inviarono testimonianze
oculari su Internet. Durante le sommosse in Unione Sovietica, quando il comunismo si
disgregava, le informazioni venivano e andavano da una società chiusa come non era stato
possibile prima. In Bosnia, quando la radio serba d'opposizione fu chiusa, iniziò a
trasmettere da Internet nel giro di poche ore. Oggi abbiamo uno strumento potenziale per
una comunicazione democratica essendo difficilmente controllabile da un potere centrale,
al contrario della tv e della radio. Questo significa anche che qualsiasi tipo di persona
può trasmettere informazioni, inclusi estremisti e pazzi. Dobbiamo, dunque, affrontare il
fatto che non esistono più guardiani che determinano come o quando dare accesso ai media.
Domanda 10
Dunque, tutto accade fuori casa e chiunque può scrivere in rete. Non si avrà più
bisogno di giornalisti o della CNN? Esisterà ancora un ruolo per i giornalisti?
Risposta
Il giornalismo sta' assolutamente cambiando a causa dei nuovi media, rappresentati da
Internet. Ci sono due aspetti che dividono i professionisti dai dilettanti ed uno di
questi è l'accesso ai mezzi di produzione. Qualche tempo fa una videocamera era costosa,
il prezzo era di circa 60.000$ US; oggi la si può trovare per poche centinaia di dollari.
Negli Stati Uniti abbiamo assistito a quel celebre filmato dilettantantistico sul
linciaggio di Rodney King da parte di poliziotti a Los Angeles; questo filmato causò
sommosse e rivolte politiche. Ciò fu possibile perché i costi dell'accesso ai mezzi di
produzione calarono abbastanza da permettere anche ad un dilettante di produrre filmati
del genere. E l'accesso ai mezzi di distribuzione? Il nastro su Rodney King divenne famoso
perché chi lo riprese inviò la cassetta ad una rete televisiva che lo ritrasmise a sua
volta all'intero paese. Oggi, con Internet, le tecnologie permettono a chiunque di
fabbricare video dalla propria scrivania e di ritrasmetterli, ma non credo che ciò
rappresenti la fine del giornalismo professionista. Se tutti possono trasmettere
informazione, possono anche trasmettere cattiva informazione o, addirittura,
disinformazione. Di chi ci possiamo fidare? Da oggi, le organizzazioni che trattano le
notizie non avranno forse più bisogno dei loro edifici, dei loro giornali, delle loro
stazioni di trasmissione, ma avranno sempre bisogno di persone che sappiano come capire
una notizia, come interrogare le fonti, come verificare le informazioni e come presentarle
in modo intelligibile. Può darsi che molti dilettanti finiscano per diventare
professionisti ma non penso che questo significhi la fine dei telegiornali famosi. Le
persone sanno che con la CNN si avrà un certo taglio nelle notizie, ma avranno fiducia
della qualità dell'informazione.
Domanda 11
Se si può mettere in rete quello che si vuole, dovremmo essere al corrente che si possono
incontrare dei proclami terroristici. In questa prospettiva, pensa che tutti abbiano il
diritto di esprimere la propria opinione? E se pensa ci siano, quali sono i limiti?
Risposta
Le società democratiche sono basate su due principi fondamentali; il primo è che si voti
per il proprio leader; il secondo, non meno importante, riguarda la libertà
d'espressione. Le società più democratiche proteggono la libertà d'espressione, anche
quando alcuni esprimono idee estreme o aberranti. Negli Stati Uniti si può stampare un
giornale che esprime idee fasciste o comuniste: entrambi vengono protetti perché
riteniamo sia importante mantenere una varietà d'espressioni e perché non ci fidiamo
delle decisioni governative. Fino ad ora i più grandi network controllavano ciò che si
comunicava tramite i mass media, tutto era mantenuto nel giusto mezzo e le espressioni
estreme venivano marginalizzate. Oggi si può creare un sito Internet su qualunque tema e
molti lo fanno. Credo che la risposta a questo rischio non sia la censura ma l'educazione.
La risposta ad un errore è nel far parlare di più e non nella censura della parola. E'
necessario che la popolazione sia educata a pensare in modo critico altrimenti verrà
influenzata da idee estremiste come mai prima d'ora. Credo, dunque, che non possa esistere
una democrazia senza libertà di espressione, e il miglior modo per affrontare il sistema
della rete credo sia quello di educare le persone.
Domanda 12
Questa nuova democrazia farà avvicinare la gente ai politici ed alla politica?
Risposta
Uno dei problemi che riguarda i mass media è la limitazione della dissertazione politica
da parte dei cittadini. Mentre prima andavamo alle assemblee, nei caffè o nei bar per
discutere di politica, oggi sediamo davanti alla tv dove i politici e le loro idee ci
vengono vendute, vengono "confezionate" da agenzie di pubblicità. Non emerge
necessariamente la verità. Il buon "confezionamento" determina il buon
risultato del politico. Negli Stati Uniti vengono scelti Ronald Reagan o Bill Clinton
perché rendono molto bene in tv. Se non si è un commentatore televisivo non si avrà
accesso a molte persone. In rete, si hanno i famosi gruppi di discussione, in cui la gente
discute di politica 24 ore al giorno. Per il cittadino è positivo poter esprimere la
propria opinione politica confrontandosi con altri; e più la gente discuterà di
politica, meno riceverà passivamente quello che gli viene inviato. Ciò, però, non
equivale a sostenere che Internet sia una democrazia elettronica. Ma la domanda che ci
poniamo è: l'accesso al dibattito ed alla discussione miglioreranno, forse, la
democrazia? Penso che non sapremo la risposta. Il primo passo è quello di far capire alla
gente che Internet, insieme alla nostra capacità di comunicare, è uno strumento politico
fondamentale. Non è uno strumento che permette soltanto l'accesso alle biblioteche o alla
pornografia, ma permette l'accesso all'espressione politica. Se non si riconoscesse questa
potenzialità, prenderemmo decisioni sulla regolamentazione e sull'utilizzo della rete
senza capire che potrebbe essere uno strumento molto importante per la democrazia.
|
|