INTERVISTA:
Domanda 1
Qual è in Italia, attualmente, il grado di penetrazione delle tecnologie informatiche e
di telecomunicazioni nell'Amministrazione Pubblica?
Risposta
La Pubblica Amministrazione è una struttura complessa; ormai possiamo parlare più
correttamente di amministrazioni. Ora ci sono alcune amministrazioni che sono certamente
all'avanguardia, ci sono altre che invece sono molto in ritardo. In media, c'è una scarsa
penetrazione delle tecnologie nelle amministrazioni; l'aspetto più grave è che queste
tecnologie non vengono usate per alleviare i problemi dell'amministrazione, soprattutto
dei cittadini, ma per evitare i lavori manuali, i lavori ripetitivi, quindi hanno una
funzione più di supplenza che di innovazione vera e propria.
Domanda 2
Si è ancora nella vecchia fase dell'office automation e non nella cultura delle
reti?
Risposta
Assolutamente sì; anzi, purtroppo, in alcune situazioni siamo ancora ad un periodo
precedente all'office automation, siamo nella situazione in cui si meccanizzavano i
lavori manuali. In alcune realtà c'è già un po' di office automation, ma
certamente non c'è una visione di rete, di interconnessione, di condivisione delle
informazioni, di parlarsi attraverso le reti informatiche. Questo è un passaggio alla
cooperazione, che non è stato fatto. Oggi sono ancora tutti quanti legati
all'informatizzazione del singolo ufficio, della singola procedura.
Domanda 3
Ha detto che, comunque, c'è qualche situazione di avanguardia.
Risposta
Il Ministero delle Finanze, certamente, è all'avanguardia rispetto all'uso delle
tecnologie; ma anche lì si potrebbe fare molto di più. Con il Ministro Visco e con
l'Amministrazione stiamo studiando una evoluzione a favore dei servizi al cittadino, in
questo caso del contribuente; stiamo seguendo una strategia per il rinnovamento. Anche
l'INPS è in una situazione di informatizzazione abbastanza penetrante in tutti gli
uffici, su tutto il territorio nazionale. Il problema grosso è che molte volte
l'amministrazione centrale trascura la periferia; di conseguenza, la situazione in
periferia è ancora peggiore di quella che in realtà si ha nella media.
Domanda 4
Da una Sua relazione in SMAU risulta che in Italia vengono richiesti ogni anno
circa cinque milioni di certificati; una cifra enorme, che potrebbe essere ridotta. Le
nuove tecnologie, le carte intelligenti, potrebbero favorire lo snellimento della
burocrazia?
Risposta
A mio avviso i certificati devono essere eliminati, però non si risolve il problema
sostituendo un certificato con una carta intelligente, perché, anche in questo caso, è
sempre il cittadino che deve portare l'informazione all'amministrazione. Noi invece
vogliamo che le informazioni dell'amministrazione siano messe a disposizione delle altre
amministrazioni. Da questo punto di vista la nostra strategia è leggermente diversa. Ma
anche la strategia delle carte intelligenti è complementare a questo passaggio, perché,
evidentemente, ci possono essere delle situazioni in cui il cittadino è bene che abbia la
sua storia immagazzinata in un chip; ma anche in questo caso occorre che i sistemi
informativi siano aggiornati, in modo che non ci sia una discrasia fra quello che c'è sul
chip e quello che c'è nel sistema informativo. Tuttavia, la carta intelligente, a
mio avviso, deve essere usata con molta accortezza, perché è solo uno strumento, e, come
tale, non può essere usata per tutto.
Domanda 5
Per introdurre le nuove tecnologie nelle amministrazioni bisogna combattere una mentalità
che si oppone allo sviluppo di queste ultime.
Risposta
Molti esprimono il dubbio sulla efficacia dell'innovazione, poi c'è la paura del
cambiamento conseguente ad un innato conservatorismo. Le motivazioni sono tante. Ci sono
due punti fermi, però, sui quali noi abbiamo dei grandi alleati: il primo è il disegno
politico. Il cambiamento in atto per definizione richiede un cambiamento anche del
funzionamento dell'amministrazione e quindi tanto vale usare delle tecnologie nuove;
questo è un disegno strategico, politico. In secondo luogo: la società si sta muovendo
in quella direzione; anche il burocrate che ha dei figli che giocano con il computer e
dialogano sulle rete, per effetto d'imitazione, è spinto al cambiamento.
Domanda 6
Può descriverci quali sono i piani concreti per creare queste reti interconnesse nella
pubblica amministrazione?
Risposta
Per realizzare ciò sono necessari tre passaggi; il primo riguarda il servizio di
trasporto. Quando parlo di servizi di trasporto non intendo la rete di trasporto, proprio
perché noi vogliamo avere qualcuno che ci fornisca il servizio. Non ci interessa avere
una rete, quanto un servizio di connessioni.
Domanda 7
E' necessaria maggiore velocità per scambiare documenti?
Risposta
Certo. Poiché le reti a disposizione consentono questa alta velocità, noi ci serviamo di
questi servizi che già sono attivi; si tratta di servizi di interoperabilità, quelli di
cui abbiamo bisogno, quindi di posta elettronica, di accesso a Internet, e così via.
Tutto questo è stato liberalizzato, quindi non è necessario assegnare il servizio alla
Telecom, dobbiamo fare delle gare di appalto. E noi puntiamo ad avere l'eccellenza del
servizio, poiché abbiamo bisogno di avere un disegno che possa durare per cinque anni;
dobbiamo guardare molto lontano. Il piano, per ora, è triennale, però ha questa visione
strategica di lungo periodo.
Domanda 8
Questo piano triennale, dunque, da qui al Duemila, è già stato approvato? Quando
diventerà operativo? Che tempi di applicazione avrà e che investimenti richiede?
Risposta
Noi proponiamo al governo il piano sulla base delle indicazioni che ci vengono dalle
amministrazioni. Quindi, il governo lo approva, ma poi sono le singole amministrazioni che
devono renderlo operativo, nei limiti delle risorse di cui dispongono. Per noi si tratta
di un quadro di riferimento nel quale inserire successivamente le realtà, le
realizzazioni delle singole amministrazioni; è un disegno che ormai ha tre anni di
evoluzione e che ci ha consentito di fare i passi avanti che sono stati fatti. Si tratta
di un piano in movimento, nel tempo, e ogni anno noi facciamo un piano per gli altri anni
successivi. E il disegno della rete in Italia delle amministrazioni centrali è stato
accettato anche dalle regioni e dagli enti locali. Poi ognuno farà la sua parte.
Domanda 9
Qual è la cifra degli investimenti per i prossimi tre anni?
Risposta
La cifra che noi abbiamo elaborato, di solito varia fra i 3500 e i 4000 miliardi all'anno
e sul triennio siamo intorno agli 11 mila miliardi, qualche volta di più, qualche volte
di meno, in relazione ai progetti che si stano realizzando, distribuiti tra la cablatura
degli uffici, acquisto di nuovi PC e loro connessione in rete. Ci sono dei grossi
progetti, per esempio, per il Ministero di Grazia e Giustizia. Aggiungo che ci sono dei
grandi progetti che poi si esauriscono, e ciò crea impennate economiche; in generale
queste sono le cifre: 3500 all'anno, 11000 per tre anni. La realizzazione, in questo
periodo, della rete unitaria richiederebbe un ulteriore investimento di 2500 miliardi
all'anno.
Domanda 10
Quando si arriverà al dialogo diretto con il cittadino attraverso o il terminale o anche
Internet?
Risposta
In alcune parti sta già avvenendo. Noi stiamo sperimentando a Bari la realizzazione di un
interscambio catasto-comuni, per cui i cittadini andando al comune dialogano, ottengono le
informazioni sul catasto e scambiano le informazioni sul catasto. Sul fisco posso dire che
prestissimo ci saranno questi cambiamenti.
Domanda 11
Il modello 740 sarà sul dischetto?
Risposta
Questa è la cosa più semplice; c'è poi il pagamento in banca con compensazione fra il
credito e il debito. Questi servizi partono il prossimo anno, come la realizzazione del
mandato informatico, per cui gli stipendi e i pagamenti effettuati nella pubblica
amministrazione arriveranno direttamente sul conto corrente e non saremo più costretti a
andare con un notaio o con due amici per incassare un assegno o quant'altro. Entro il
duemila possiamo sperare senz'altro in più trasparenza e riduzione della burocrazia,
poiché dovrebbe modificarsi il protocollo. Il protocollo vigente risale al 1900, le
regole sul protocollo sono del 1900; ora andiamo verso il protocollo informatico. Questo
significa che ogni cittadino saprà qual è il numero della sua pratica e avrà la
possibilità di avere la situazione della sua pratica interrogandola da casa, sapendo in
che ufficio è e quali sono le ragioni per cui si è fermata. E' evidentemente più
difficile, nella situazione attuale, modificare l'ordine di lavorazione delle pratiche. Il
regolamento di questo protocollo è stato già delineato e approvato. Noi stiamo svolgendo
uno studio di fattibilità per arrivare a fare due o tre ware standard, per far
partire questo disegno.
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