INTERVISTA:
Domanda 1
Egidio Pentiraro, lei viene dall'editoria tradizionale ma è stato tra i pionieri in
Italia dell'editoria elettronica. Come nasce l'editoria elettronica?
Risposta
Le prime cose si sono cominciate a intravedere nell'83, ma erano argomenti riservati agli
esperti di settore, soprattutto a chi seguiva questi argomenti, scientificamente,
dall'università. Si vagheggiava di un supporto che doveva tenere 100 megabyte di dati, si
parlava di memorie a bolle. Poi arrivò il CD ROM. Credo che questa industria non sarebbe
stata possibile se non ci fosse stato il Compact Disc Audio, il dischetto di 12
centimetri. E' su quel tipo di supporto che si è potuto mettere prima il testo, poi
l'immagine e il suono, ed oggi il filmato. Ed è sempre su quel tipo di supporto che
domani, un domani che comincia già nel 1996, potremo inserire un filmato in alta
definizione su di una superficie che non conterrà più 600 milioni di caratteri, come
avviene nel CD ROM di oggi, ma, a seconda delle varie ipotesi industriali, sette miliardi
virgola quattro, oppure nove miliardi di caratteri per facciata.
Domanda 2
Per non perderci nelle cifre, facciamo degli esempi. Nei primi CD interattivi da lei
prodotti c'era l'intera opera di Sant'Agostino. Che cosa c'è, oggi?
Risposta
Oggi, su questi CD a alta densità, possono trovare posto due interi film come "La
Dolce Vita" e, per esagerare, "Novecento". E in più c'è ancora posto per
il testo, naturalmente, la critica, e per migliaia e migliaia di immagini. Sono
potenzialità ancora tutte da sfruttare.
Domanda 3
Mentre si continuano a produrre CD ROM sempre più ricchi e sofisticati, la
multimedialità è arrivata sulle reti. Questi stessi prodotti passeranno online anziché
essere consultati su dischetto?
Risposta
Questa è una osservazione molto interessante. Non ci sarà un modo unico per fruire di
questi prodotti. Ci sarà, sicuramente, la fruizione online ma questo non vorrà dire che
scomparirà la fruizione off line. Nel senso che ci sarà sempre il lettore sofisticato
che vorrà avere in casa una sua biblioteca fatta di dischi particolarmente curati, da
interrogare più volte. Credo che la garanzia del futuro di questa industria risieda nella
sua compatibilità con i prodotti degli anni più recenti. Nel senso che i dischi del
futuro saranno letti usufruendo, al tempo stesso, di tutto ciò che arriva online.
Insomma, ho l'impressione che i due sistemi, non solo conviveranno, ma si sosterranno a
vicenda.
Domanda 4
Come nasce un'opera interattiva?
Risposta
Si tratta di un confluire di esperienze, da quella di chi viene dal mondo editoriale, di
chi è abituato a costruire libri illustrati, per esempio, con testo ed immagini fisse, a
quella di chi viene dal mondo della televisione o del cinema, di chi è abituato a
ragionare in termini di script, di sceneggiatura. La prima cosa che occorre mettere a
fuoco, quando si progetta un'opera su CD, è il concetto dell'opera. Il concetto deve
essere contenuto, non si può espandere troppo ciò che si vuole raccontare, bisogna
metterlo in uno spazio di fruibilità. Solo dopo aver chiarito il concetto - che
disciplina l'interconnessione dei suoni, delle immagini fisse, delle immagini in movimento
- ci si può occupare del resto. Ovvero di trovare il testo, di farlo scrivere, di trovare
le immagini, di farle realizzare, immagini fisse e in movimento, della musica, del
software. Tutto questo, ovviamente, in base alle regole stabilite nel concetto.
Domanda 5
Nel campo dei CD multimediali arriveremo anche ai CD d'autore?
Risposta
Certamente. Per ora non abbiamo ancora il regista in senso tecnico. Noi, ad esempio,
abbiamo trovato una formula per esprimere l'azione dell'organizzatore culturale dell'opera
multimediale. E questa formula sta nelle parole: "a cura di" . E chi cura
un'opera per noi, ne segue tutti gli aspetti, da quelli connessi al testo a quelli
connessi all'immagine.
Domanda 6
Non trova che, in fondo, nella struttura i compact disc multimediali si assomiglino un po'
tutti, che non ci sia ancora un linguaggio originale, una espressività che li
caratterizzi?
Risposta
Dirò di più, voglio essere provocatorio in questa direzione. Non sappiamo ancora fare i
CD multimediali. Siamo degli apprendisti stregoni, che non lavorano in modo difforme da
quei signori che cento anni fa avevano una scatoletta in mano e facevano cinema, usando le
nuvole che si rincorrono all'indietro per significare il flashback, con dei signori che si
voltano verso la quinta e bisbigliano qualcosa, come si faceva in teatro... Poi,
improvvisamente, è nato il linguaggio del cinema. Con una sua sintassi, di cui pochi si
rendono pienamente conto. Bene, per il CD siamo più o meno nella stessa situazione. Siamo
al momento della invenzione delle formule, delle sintassi del racconto interattivo.
Purtroppo la ricerca è molto disattenta nei confronti di questo settore. Chi lavora in
questo settore sta cercando la propria strada da solo, procedendo a tentoni. E quindi si
vedono soluzioni interessanti e soluzioni che sono assolutamente insoddisfacenti. Ci
vorrebbe più ricerca. La più grande difficoltà che noi incontriamo è quella di
riuscire a reperire una figura di autore veramente multimediale. Se come editore
tradizionale voglio fare un libro di geografia, piuttosto che un libro illustrato su
qualsiasi argomento, trovo un esperto del campo che viene dalla cultura del libro e che mi
sa fare un racconto per immagini. In questo settore no, non lo trovi. Abbiamo bisogno di
ricerca, occorre che l'università si occupi di questi argomenti. E, naturalmente, di
mezzi, perché fare i CD costa moltissimo.
Domanda 7
Ci sono differenze tra i CD prodotti in Italia e quelli che vengono dall'estero?
Risposta
La differenza va fatta tra i prodotti europei e quelli americani. La produzione degli
Stati Uniti è molto diversa dalla produzione europea. La produzione degli Stati Uniti è
soprattutto focalizzata sui giochi o sul settore dell'intrattenimento e dell'educazione
per un pubblico giovane, di bambini o di adolescenti. In Europa, invece, la produzione
degli editori è più di qualità, nel senso che prevale una produzione fatta di libri
elettronici tutti rivolti ad un pubblico adulto. Probabilmente, le ragioni di questa
dicotomia, stanno nel fatto che negli Stati Uniti il calcolatore è stato portato nelle
case prevalentemente dalla scuola, dai bambini, i ragazzi, gli adolescenti, che dunque
costituiscono la maggioranza degli utenti del calcolatore. In Europa, invece, il
calcolatore è stato portato nelle case soprattutto da un pubblico di esperti, di
competenti, di affezionati al calcolatore, persone adulte, quindi, con una certa capacità
di acquisto. Queste due modalità finiscono per determinare due distinte aree di consumo.
Ed è per questo che il prodotto europeo è per lo più un prodotto di qualità, molto
simile al tradizionale libro di qualità, mentre il prodotto americano rientra, invece,
prevalentemente nell'area dei giochi.
Domanda 8
Come mai i grandi editori italiani non hanno ancora scommesso veramente sul mercato della
multimedialità interattiva?
Risposta
Molti hanno cercato di entrare in questo settore, ma con poca determinazione. Hanno anche
investito cifre cospicue. Ma non hanno ben capito che bisogna assolutamente crearsi delle
competenze, perché senza di queste non si va lontano. Il caso italiano, se così si può
dire, tranne che per qualche eccezione, è stato un caso di piccole aziende che sono via
via cresciute e che hanno elaborato un prodotto editoriale di qualità che oggi si vende
molto bene anche all'estero.
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