Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Giuliano Massa

Roma - Convegno Telework, 11/11/95

"La STET e il telelavoro"

SOMMARIO:

  • Il telelavoro può essere uno strumento fondamentale per risolvere alcuni problemi ambientale e sociali in Italia (1).
  • La STET è attiva anche nell'ambito del teleinsegnamento, in collaborazione con il Ministero della Pubblica Istruzione (2).
  • Il telelavoro richiede la riorganizzazione delle strutture sociologiche, culturali e normative (3).
  • I progetti concreti avviati dalla STET comprendono i servizi civici ai cittadini, i servizi bancari e la televisione on demand (4) (5).
  • Il telelavoro comporta una maggiore autonomia del dipendente e un maggiore decentramento dell'organizzazione delle aziende (6).
  • Saranno i bambini di oggi, abituati si dall'infanzia ai computer, a determinare il comportamento della società verso le nuove tecnologie (7).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Quali sono dal vostro punto di vista le prospettive del telelavoro, in particolare in Italia?

Risposta
Riteniamo che il telelavoro costituisca un elemento fondamentale di un progetto-paese, in quanto lo sviluppo del telelavoro può contribuire nel nostro paese a risolvere un insieme di problemi, comuni a quelli di altri grandi paesi avanzati, quali la congestione del traffico, con la riduzione del tasso di inquinamento, il risparmio energetico, ma anche alcuni problemi specifici del nostro paese, come la necessità di un incontro tra domanda ed offerta di lavoro - mi riferisco alla tematica Nord-Sud, oggi in essere - attraverso una riduzione della delocalizzazione - brutta parola - dei lavoratori, cioè consentendo ai lavoratori di rimanere nel proprio luogo di origine, operando per conto di organizzazioni situate in zone più ricche del paese.

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Domanda 2
Ci sono dei progetti particolari nell'ambito della teledidattica?

Risposta
Anche in questo ambito STET è presente con un insieme di iniziative che stiamo sviluppando d'intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione. Sta per essere lanciata un'iniziativa per lo sviluppo del multimediale nelle scuole italiane, attraverso un progetto pilota, che riguarderà 140 scuole italiane e sarà teso alla alfabetizzazione sul multimediale dei nostri ragazzi. Vi sono altre iniziative nel campo della teledidattica. Vi sono addirittura società orientate alla teledidattica nella nostra costellazione di imprese, come Trainet, società di Telecom Italia. Vi è una storica presenza di Finsiel nello sviluppo dei sistemi informativi nel mondo della pubblica istruzione.

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Domanda 3
Può dirci qualcosa sui progetti sul telelavoro, ai quali sta collaborando in questo momento la STET?

Risposta
La STET ha impostato un grande progetto integrato sul telelavoro, che parte dalle esperienze che svariate aziende del nostro gruppo hanno sviluppato al loro interno - mi riferisco alle esperienze quali quelle di Telecom Italia - sulla remotizzazione di alcune attività lavorative, le esperienze di ITALTEL fatte nell'ambito di programmi della Comunità economica Europea, quelle di Saritel e Finsiel. Ma la caratteristica che da alcuni mesi determina l'azione di STET è quella di integrare queste esperienze con quelle che hanno sviluppato degli altri grandi attori, in paesi più avanzati del nostro, progetti di eccellenza in questo ambito. E STET non dimentica che il telelavoro è innanzi tutto un progetto di riorganizzazione con vaste componenti, sociologiche, culturali e normative. Il fattore tecnologico è quello che ci preoccupa meno, perché le tecnologie sono chiaramente mature per il telelavoro, perché nel nostro ambito vi è una adeguata presenza di competenze tecnologiche. Sul fatto sociale, organizzativo e culturale ci stiamo impegnando, vorremmo sviluppare un'offerta completa per il nostro mercato sul telelavoro.

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Domanda 4
Abbiamo parlato di telelavoro, di teledidattica, si va verso una situazione di connettività globale o almeno di connettività diffusa. Che altri progetti avete in quest'ambito? Ci saranno anche progetti che riguardano, per esempio, l'ambito ricreativo?

Risposta
In effetti siamo presenti, da circa un anno, con un altro progetto strategico in quest'area, del nostro gruppo, che chiamiamo "Progetto riguardante i servizi al cittadino e alle imprese". Riteniamo che le nuove tecnologie di rete e le nuove tecnologie informatiche consentano di migliorare la qualità e l'efficacia dei rapporti tra i cittadini, le imprese e la pubblica amministrazione in senso lato. Abbiamo quindi sviluppato una serie di accordi con le grandi città italiane - e mi riferisco a Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna - con le quali stiamo sviluppando insieme iniziative per facilitare la vita ai cittadini e alle imprese nel loro rapporto con la pubblica amministrazione. Siamo, poi, presenti nell'area dei servizi finanziari, cioè tutte le forme di telepagamento: borsellino elettronico, che vanno verso il home banking, e stiamo impostando iniziative nel settore del commercio elettronico e della televendita. Per quanto riguarda l'aspetto creativo esiste Stream ed esiste la sperimentazione in atto a cura di Stream su video "on demand", che costituisce uno dei sistemi di supporto prevalenti allo sviluppo del multimediale nel nostro paese.

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Domanda 5
Quindi telelavoro e TV interattivo sono strettamente collegati?

Risposta
Sì, io personalmente ritengo che TV interattiva - in termini di video on demand - possa essere una componente dell'offerta per lo sviluppo del multimediale, ma non possa essere l'onda portante unica. Sono convinto che il telelavoro, vissuto in un'ottica, che consenta a chi sta a casa di operare con lo stesso livello di integrazione e di comunicazione di quello che potrebbe fare in ufficio, sia, a livello strategico, più importante addirittura del video on demand, perché stimola l'impiego della videocomunicazione, della teleconferenza e via di seguito. La richiesta d'intrattenimento, partita prima negli Stati Uniti, poi in Europa, può esser risolta con forme quasi analoghe a quelle del video on demand, mentre invece, quando parliamo di telelavoro, parliamo di cose che o non si fanno o, se si fanno, si fanno impiegando le nuove tecnologie di comunicazione e le nuove tecnologie informatiche, e quindi su quelle stiamo fortemente puntando da un anno a questa parte.

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Domanda 6
Che influenza avrà il telelavoro sul concetto di gerarchia?

Risposta
Jack Nilles, che avete intervistato prima, è venuto ieri da noi, - è uno dei guru del telelavoro - e accennava al fatto prevedibile che i primi avversari del telelavoro sono i capiufficio. Però non vediamo solo l'aspetto negativo, vediamo quello positivo. Come un giorno, lo stare a casa era di destra, adesso con Internet lo stare a casa non è più di destra, perché si sta in piazza anche stando a casa. Anche da questo punto di vista il discorso è analogo. Vediamo le nuove tecnologie come uno strumento di maggiore autonomia e di maggiore decentramento, orizzontalizzazione della struttura e dell'organizzazione delle aziende. Se noi parliamo di occupazione, non è che dobbiamo tutelare l'occupazione dei capiufficio, nel senso tradizionale del termine, di quelli, il cui valore aggiunto è tenere sotto controllo alcune stanze con alcuni dipendenti. Meglio abbattere quel tipo di occupazione.

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Domanda 7
La paura opposta è che questo tipo di lavoro richieda troppa attività da parte di un pubblico che preferisce essere passivo, una cosa che si è detta anche per la televisione on demand. C'è questo rischio?

Risposta
Io penso che su questo tipo di tematiche noi tutti, anche le persone più giovani di me, non siamo un campione significativo. Il campione significativo è fatto dai nostri figli, da mio figlio e dai figli delle persone come me, che sono abituati dall'inizio all'interattività attraverso il computer, sia pure attraverso il videogioco, che hanno avuto a cinque anni di età. Stiamo assistendo a una svolta storica, perché la generazione che oggi affronta il lavoro, vede le informatiche e le telecomunicazioni in un modo in cui noi non siamo nelle condizioni di vederlo. Dobbiamo imparare da loro. I gruppi di ascolto li fanno alle Scuole Elementari per inventare il futuro della società dell'informazione e Bill Gates in fondo non è l'ultimo arrivato.

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