INTERVISTA:
Domanda 1
Come si può usare la multimedialità nella scuola?
Risposta
La si può usare in diversi modi: o come semplice macchina, con la quale insegnare quel
che si continua ad insegnare, o come oggetto di insegnamento. E queste sono due soluzioni
accettabili ma, comunque, a mio avviso, limitate. Sarebbe bene utilizzarle come ambiente
entro il quale ripensare le forme e i modi dell'insegnamento, i contenuti
dell'insegnamento, le modalità dell'apprendimento. Partire dalla macchina, come da
sempre, si parte dal libro.
Domanda 2
Ma come si può cambiare l'attuale sistema scolastico?
Risposta
La multimedialità, comunque, anche quando viene prodotta ai livelli minimi, mette la
scuola in rete con il mondo, consente alla scuola di partecipare alla vita del mondo,
consente alla scuola di uscire dalla sua chiusura. E questo è già un grandissimo
risultato sia per la cultura dei docenti, sia per gli studenti. Si tratta di ribaltare
completamente la modalità classica di insegnamento della scuola, partire da quello che i
ragazzi sanno, da quello che vivono, da quello che i bambini sono, grazie anche alla
multimedialità.
Domanda 3
E invece cosa dovranno fare gli insegnanti per aggiornarsi?
Risposta
Ma io credo che lo si possa dire con una formula: gli insegnanti devono 'rimbambinirsi',
devono farsi bambini, devono accettare dalla multimedialità l'incrocio e la pluralità
dei linguaggi, devono imparare a stare in rapporto con le cose, con le conoscenze, con le
esperienze. Devono imparare ad immergersi nella realtà. Penso, dunque, che il digitale
dia un valore aggiunto agli oggetti della conoscenza, e permetta, tramite il virtuale, di
dare più spessore, più contestualizzazione, più realtà al reale.
Domanda 4
Lei ha parlato di una dimensione dell'oralità?
Risposta
La dimensione dell'oralità va vista anche in senso metaforico. I ragazzi e noi stessi,
quando ascoltiamo, stiamo in un rapporto di totale condivisione ed immersione nel suono.
La multimedialità consente di creare lo stesso tipo di rapporto con le conoscenze, non
come una forma di sapere critico, distaccante, ma come una forma di sapere condiviso,
partecipante, immersivo.
Domanda 5
Per quanto riguarda il rapporto fra il bambino e il videogioco, Lei ha detto che il
bambino vive il ciberspazio come nel liquido amniotico.
Risposta
Si, il videogioco rappresenta una grande rivoluzione epistemologica, da molti punti di
vista. Prima di tutto perché consente al soggetto di stare in un rapporto con le
situazioni, di stare in un rapporto multi sensoriale. In secondo luogo perché crea rete
di condivisione, di socialità, crea intelligenza collettiva. I bambini si scambiano le
soluzioni dei videogiochi, leggono le riviste in cui queste soluzioni poi vengono
pubblicate, fanno gruppo, fanno coscienza, fanno conoscenza. Io credo che il futuro della
tele didattica sia di assumere il videogioco come matrice per l'insegnamento.
Domanda 6
Crede che il digitale potrà, in qualche modo, "uccidere" il libro?
Risposta
No, questa è una delle mille sciocchezze che vengono dette soprattutto da coloro che non
sono utenti del digitale. Ce ne sono molti anche nel nostro Paese che non sono utenti del
digitale e che parlano senza sapere di che cosa parlano. La multimedialità può
rinforzare il libro, sempre che gli editori diventino, come soggetti e come istituzioni,
loro stessi utenti e produttori di digitale.
Domanda 7
Si è parlato anche di una carta per tutelare i bambini dagli eventuali problemi e
pericoli di Internet e delle reti. Lei cosa ne pensa?
Risposta
Io penso che sia una prospettiva importante da tenere presente. Penso che la morale, così
come la pedagogia, in un mondo come il nostro abbia bisogno di infrastrutture; e le
infrastrutture costano. Il bambino non può vivere in totale libertà; però, la famiglia,
può chiedere dei servizi e pagare i servizi di accesso filtrato ad Internet. Penso che
questa possa essere un'ipotesi per il futuro: avere delle agenzie, dei server che
producono dei filtri all'interno dei quali la navigazione del bambino sia libera.
Domanda 8
Lei ha anche affermato che il multimediale ha rilanciato delle caratteristiche che sono
proprie del popolo italiano, come la musica e il teatro. In che modo?
Risposta
Il mondo ci conosce per la nostra tradizione musicale, ci conosce per la nostra tradizione
culinaria, per la nostra tradizione artistica, per le nostre città. Sono tutte cose che
possiamo e dobbiamo trasferire in multimediale, perché noi dobbiamo entrare in contatto
con il mondo per quello che il mondo ci chiede e per come il mondo ci conosce. Io credo
che sia assurdo che la nostra scuola, che pure dovrebbe essere tramite di questa cultura,
centri tutta la sua attenzione su Manzoni, e disconosca completamente Verdi. Un giapponese
sa chi è Verdi, ma non conosce Manzoni. Se vogliamo pensare ad un'Italia che stia in
Europa e nel mondo, forse dovremmo puntare su Verdi.
Domanda 9
Quali sono, a Suo avviso, le materie che un bambino può studiare in modo più completo
grazie al digitale?
Risposta
Questo è un problema. Il digitale rompe l'architettura delle materie, e un bambino che
videoscrive compie maggiore attività; in teoria, egli dovrebbe avere dietro di sé
docenti di lingua, di tecnologia, di arte, perché esiste un'educazione alla grafica; e
anche docenti di musica: nel caso di Win Scribo, il programma di scrittura consente anche
l'esecuzione vocale e musicale. Quindi, il bambino dovrebbe avere, come supporto,
un'équipe. Questo è assolutamente impossibile e sarebbe anche sbagliato perché ogni
docente, poi, punterebbe l'attenzione sul suo specifico. Il problema è che in questo caso
si perdono gli specifici, e si crea una condizione nuova rispetto alla quale l'insegnante
deve mettersi in gioco, deve essere insegnante di abilità, di competenze, di conoscenze,
di esperienze e meno insegnante di disciplina.
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