INTERVISTA:
Domanda 1
Lei supervisiona gli effetti visivi. Come ha cominciato la sua carriera e qual è il suo
bagaglio professionale?
Risposta
Sono andato a scuola di cinema ed ho studiato cinematografia, ed ho così ottenuto il mio
diploma in cinematografia. Immediatamente dopo il mio diploma sono stato così fortunato
da trovare un lavoro come produttore di spot pubblicitari dal vivo. Non possedevo nessun
tipo di conoscenza riguardo agli effetti visivi, e dovendo produrre questi spot televisivi
veramente poco elaborati, tutto dal vivo - si trattava unicamente di produzione- quando,
in qualche occasione, avevamo bisogno di qualcosa di speciale e nessuno sapeva come fare,
poiché non era il nostro campo, io finivo per dover risolvere il problema; dovevo
occuparmene perché non c'era nessun altro tranne me, per farlo. Alcune persone, che
avevano già lavorato nell'ambito degli effetti speciali, mi dissero che lavorare
all'interno di una compagnia specializzata in effetti speciali mi poteva essere molto
utile, soprattutto dal momento che io volevo continuare a girare degli spot e che loro
avevano bisogno di girare delle pubblicità con inserimento di effetti speciali. Sono
entrato, quindi, nella compagnia 'Abelman Associates'. Per poter dirigere questo
tipo di pubblicità ho dovuto imparare come realizzare tutte quelle immagini su croma blu
e tutte quelle tecniche che si usano attualmente nei film; infine, mi sono stancato di
realizzare solo spot pubblicitari, desideravo girare dei formati più lunghi, volevo più
recitazione. Sono, così, arrivato in televisione. Ho fatto una stagione di Twilight
Zone, una serie televisiva, poi sono passato a Star Trek, la serie di Next
Generation. In seguito ho diretto tutta la seconda unità, ho supervisionato tutti gli
effetti visivi ed infine ho diretto tre episodi. Anche la televisione, tuttavia, era
diventata troppo limitativa per poter realizzare alcuni dei progetti che sognavo, ed ho
scelto di lavorare per il cinema. Il primo film al quale ho lavorato è stato Intervista
con il Vampiro. Quindi, sono stato il direttore della seconda unità per questo film,
ho continuato con la realizzazione degli effetti speciali di Apollo 13 e poi di Titanic.
Domanda 2
Quando ha cominciato ad usare il computer per gli effetti speciali?
Risposta
Ho iniziato con le pubblicità ad usare la tecnologia digitale. Il nastro dei video veniva
praticamente digitalizzato, e solo dopo si utilizzavano un tipo di schermi blu elettronici
o cose del genere. Opere che ora si realizzano al computer, a quel tempo venivano
realizzate in tempo reale su una consolle per nastri video; in fondo, si utilizzavano
apparecchi diversi ma la tecnologia era la stessa. Quando ho cominciato a cimentarmi in
queste cose, in qualsiasi nuova situazione professionale mi trovassi - e questo potrebbe
essere un interessante parallelismo- si era sempre agli inizi. Quando lavoravo per le
pubblicità, siamo stati tra i primi ad utilizzare effetti elettronici per degli spot
pubblicitari. In TV non avevano mai realizzato niente del genere, erano ancora più
indietro tecnologicamente, rispetto alle produzioni di spot pubblicitari e, quindi, quando
ho cominciato a lavorare nelle produzioni televisive, è stata anche la prima volta che
sono stati utilizzati degli effetti elettronici. Quando, poi, ho iniziato a lavorare su Star
trek, la tecnologia digitale era agli inizi e mi sono trovato ad operare la
conversione da analogico a digitale praticamente da solo; non ci si poteva avvalere di
molte persone esperte in questo settore ed io ero uno dei pochissimi in grado di
realizzare quel tipo di lavoro. In seguito, quando ho lasciato la TV, il cinema aveva
appena cominciato ad utilizzare la tecnologia digitale e, dal momento che nel mio
curriculum comparivano tutti i lavori realizzati con tecnologie digitali, si è pensato
che sarebbe stato facile per me trasportare nei film le conoscenze tecnologiche di cui mi
servivo per la televisione. E così sono stato presente ad ogni tappa dello sviluppo di
questa tecnologia nei diversi settori.
Domanda 3
Nel tipo di lavoro che lei svolge, il rapporto tra il regista e colui che si occupa di
effetti speciali è molto importante. Quali sono gli aspetti di questa collaborazione?
Risposta
Il lavoro del regista consiste nell'interpretare il testo o la sceneggiatura al fine di
tradurli in emozioni, sentimenti e sfumature, piuttosto che occuparsi di come realizzare
tecnicamente il tutto. Infatti, quando si tratta di operazioni così tecniche come gli
effetti speciali, diventa molto difficile colmare il divario che esiste tra quello che il
regista vuole ottenere in termini di immagini e sensazioni e come poterlo realizzare. La
collaborazione, allora, è molto simile a quella che si instaura tra il regista ed il
cineasta: il regista conosce qualcosa sulla macchina da presa ma non tutto; tuttavia, sa
bene che cosa vuole trasmettere, che tipo di sensazioni si devono creare. Il cineasta, in
realtà, è il direttore della fotografia. Quando si hanno i migliori collaboratori, si
realizzano i migliori film: Il Padrino e L'Ultimo Imperatore, per esempio, ed altri
bellissimi film. Dunque, si tratta, praticamente, dello stesso tipo di collaborazione e,
fatta eccezione per l'aspetto tecnologicamente più avanzato, dello stesso tipo di lavoro.
Non c'è differenza tra il ruolo di cameraman, di editor o di direttore della produzione:
lo scopo è concretizzare le sensazioni e l'aspetto del film.
Domanda 4
L'uso di effetti digitali nel cinema potrebbe dare luogo ad un nuovo linguaggio artistico.
A Suo avviso quale regista ha capito meglio questo nuovo linguaggio?
Risposta
Effettivamente ci sono solo poche persone attualmente in grado di esprimere questo nuovo
linguaggio come lei lo chiama, ad alti livelli, come Steven Spielberg, James Cameron, Bob
Zemeckis, e altri ancora. Questi registi soprattutto incoraggiano l'utilizzo di questa
tecnologia, non si spaventano, ma coraggiosamente fanno dipendere le loro storie proprio
dalla realizzazione degli effetti speciali; altri ne sono intimoriti e gestiscono questo
linguaggio come una sorta di aggiunta, una sorta di corredo al processo di sviluppo del
soggetto. Questi tre, invece, credo che siano, attualmente, i migliori in questo genere di
cinematografia.
Domanda 5
Quali sono i nuovi strumenti che ha utilizzato per la realizzazione di Titanic?
Risposta
Per il Titanic ho lavorato due anni, spesso sette giorni a settimana, per quindici,
sedici, diciassette ore al giorno. Le novità sono state nel creare acqua sintetica e
persone sintetiche, acqua e persone digitali, e nell'utilizzarle insieme in modo tale da
dare un'impressione più naturale e reale possibile, affinché non si avesse l'impressione
di un effetto speciale. Siamo stati in grado di alternare immagini reali ed immagini
digitali, in modo che gli spettatori non distinguessero più quelle reali dalle altre. Nel
momento in cui gli spettatori non distinguono più le immagini reali da quelle digitali,
allora il film viene giudicato come tale e non come un successo dell'impiego di nuove
tecnologie, proprio perché in tal modo lo spettatore si dimentica della tecnologia che
viene impiegata. La nave sembra una vera nave, così come tutto il resto: questo è il
risultato positivo nell'impiego degli effetti speciali. Il successo del film è dovuto, in
parte, al fatto di aver potuto disporre di mezzi che ci hanno permesso di creare degli
stunt digitali, gente che precipitava in mare da centinaia di metri di altezza che
sembravano persone vere, la nave che solca il mare durante il giorno, o il Titanic
sommerso e gli apparecchi subacquei che lo riprendono. Queste sono il tipo di immagini che
utilizziamo. Penso che il risultato sia stato di realizzarle con una tale fedeltà che la
gente non se ne è nemmeno accorta, non era più una questione di effetti visivi. Sembra
vero.
Domanda 6
Preferisce lavorare con effetti digitali per creare storie di fantasia o oggetti
inventati, oppure creare effetti che riproducano mondi reali?
Risposta
Per me è più semplice ricreare qualcosa di reale, qualcosa che conosco. Non sono un
grande estimatore della fantascienza e cose simili, e penso che non potrei dare il mio
apporto personale in questo ambito. Nel caso, invece, di immagini di vita reale posso
farlo in quanto sono un attento osservatore della vita, del comportamento e delle reazioni
delle persone, dell'aspetto degli oggetti, e posso dare il mio contributo e spero anche
delle emozioni in modo che un'immagine possa raccontare la sua storia; è più facile, per
me, lavorare in questo modo. Realizzare qualcosa che sia essenzialmente spettacolo è una
cosa che possono fare artisti concettuali. Per quel che mi riguarda, preferisco la vita
reale.
Domanda 7
In Titanic esiste una scena dove Lei pensa di aver realizzato il suo miglior lavoro, il
suo miglior effetto digitale?
Risposta
Ce ne sono talmente tante che è veramente difficile restringerle ad un solo esempio.
Dirò quelle che credo siano state le più complesse. Una di queste è all'inizio della
sequenza subacquea, dove si vedono i piccoli sommozzatori che viaggiano sopra il vero
Titanic. Le immagini reali prendono più della metà della lunghezza della pellicola; da
una parte c'è il vero Titanic ed i veri sub, e dall'altra ci sono le immagini digitali, e
le immagini vengono montate in sequenze che alternano quelle reali e quelle digitali.
Ripeto: l'aspetto più interessante del film in generale, a mio avviso, è stato quello di
rendere il massimo del realismo, affinché tutto fosse altrettanto realistico ed efficace
delle riprese dal vivo. Quando nell'immagine ci sembra di vedere il vero Titanic, proviamo
delle emozioni. Penso che questo sia stato un grande risultato. Molto difficile da
realizzare e da rendere realistica è stata la scena verso la fine del film, in cui la
nave si spacca a metà e ci sono persone che precipitano e migliaia di persone che vi
rimangono aggrappate. Non si tratta della singola sequenza, ma della somma di tutte le
riprese e sequenze che ti fanno sentire a bordo del Titanic nel momento dell'epilogo e
dell'inabissamento. Probabilmente, se ci potesse essere una singola sequenza per
condensare il tutto, direi che è quella finale dove la telecamera viaggia attraverso il
vero Titanic, passando nel corridoio centrale, ed il corridoio si trasforma in quello del
lussuoso Titanic del 1912, percorre la grande rampa di scale e segue Rose fino in cima ai
gradini: questa è una sequenza veramente molto lunga. E credo che rispecchi meglio di
tutte quello che speravamo di ottenere, di ritrarre quello che nei nostri cuori ci
auguravamo succedesse: che il Titanic riuscisse a rivivere veramente. L'effetto speciale
è stato realizzato proprio tenendo conto di questa sensazione. E proprio mentre la
telecamera ripercorre tutto il corridoio fino al salone lo spettatore sente il desiderio
di vedere rivivere il relitto. Questo è quello che abbiamo cercato di ottenere. Abbiamo
cercato di far sì che fosse lo spettatore a desiderare di veder rivivere la nave, come se
fosse il frutto dei desideri degli spettatori e non il risultato del lavoro del regista e
la sua troupe. Realizzare questo particolare aspetto è stato molto difficile ed
insidioso, ma era esattamente quello che avevo in mente appena ho visto le immagini del
vecchio Titanic, quello che volevo ottenere trasformandolo e ridandogli la vita. Ci siamo
riusciti.
Domanda 8
Può spiegarci perché pensa che l'utilizzo della tecnologia digitale nel cinema dia
garanzia di ottimi risultati?
Risposta
Secondo la mia opinione personale niente affatto condivisa da molti, quando si realizzano
degli effetti digitali in un film ci si ritrova a raccontare una storia con un potenziale
espressivo maggiore. E' probabile che, grazie all'uso della tecnologia, la storia di
Titanic sia stata espressa meglio al giorno d'oggi rispetto a come poteva essere resa
cinque anni fa, quando si sarebbero dovute evitare molte situazioni che oggi abbiamo
risolto ed adottato. A mio avviso l'aspetto più positivo nell'uso di questi strumenti
tecnologici - e questo discorso ha valore anche per il lavoro che ho svolto per Apollo 13-
consiste nella capacità di ricreare una situazione realmente esistita, non un effetto
speciale. Le immagini dell'Apollo erano già state viste, probabilmente anche sui grandi
schermi, ma non erano mai state raccontate in maniera drammatica nel modo in cui noi
l'abbiamo fatto. Il miglior modo di impiegare questa tecnologia nel cinema è, dunque,
saper ricreare situazioni già esistite, poiché permette allo spettatore di essere
catturato dalla storia senza che ci si accorga del trucco. E quando vado a vedere un film
con grandi effetti speciali, come si può bene immaginare, sono abituato a trovare il
trucco, non può essere altrimenti. Ma non mi diverto mai così tanto come quando sono
completamente ingannato.
Domanda 9
Per Apollo 13 ha usato un minor numero di effetti speciali rispetto al Titanic...
Risposta
Sono stati effettivamente utilizzati tutti gli effetti visivi di cui necessitava la
storia. Ci sono state circa 160 sequenze digitali per Apollo 13, e 516 sono state quelle
utilizzate per Titanic; questa differenza è dovuta soprattutto al tipo di soggetto
trattato e alla lunghezza del film. Titanic è lungo due volte Apollo 13, e c'erano molte
più sequenze da creare. In Apollo13 abbiamo usato tutte le sequenze digitali di cui
pensavamo di avere bisogno per rendere efficacemente la storia. Si tratta, inoltre, anche
di una questione di budget: i costi sono alti per la realizzazione degli effetti speciali
e, dunque, il lavoro dipende dal budget che si ha a disposizione. Apollo13 è costato
circa un quarto del costo del Titanic.
Domanda 10
Cosa succederà in futuro nel settore degli effetti digitali?
Risposta
Si vedranno sempre quei grossi film con grandi produzioni ed ovviamente grandi effetti
speciali. Gli effetti digitali, tuttavia, saranno in ogni film. Il Postino, per esempio,
è un tipo di film che potrebbe trarre vantaggio dal ricostruire alcuni scenari in studio
piuttosto che viaggiare tra le diverse località per girare, pur conservando totalmente la
veridicità della storia. Penso che questo sarà per tutti una sorpresa, ma sarà sempre
più frequente. Anche solo basandoci sull'esempio del Titanic, abbiamo la prova che è
possibile creare uno scenario dove si muovono migliaia di persone con estrema veridicità.
Ho svolto un piccolo lavoro per il film di Martin Scorsese, Kundun, dove dopo aver girato
una scena il regista si era accorto che c'era bisogno di altre 5000 persone: siamo stati
in grado di creare queste persone ed inserirle nella scena ed il regista stesso era
piacevolmente sorpreso che il risultato sembrasse così reale. Sembrava proprio che fosse
la scena originale, girata dal vero. E Kundun non è proprio il tipo di film dove ci si
aspetterebbe di vedere degli effetti speciali. Penso che questi interventi saranno sempre
più frequenti, sono tutti interessati al fatto di poter creare persone digitali da
impiegare in situazioni e posizioni altrimenti impensabili. E ciò succederà perché gli
spettatori vogliono vedere questo tipo di effetti. Per realizzare Titanic abbiamo
utilizzato moltissimi stunt digitali proprio per evitare tutte quelle elaborate scene di
stunt dal vivo, con persone che precipitano veramente da altezze mai viste e che per la
loro complessità sono ormai scomparse.
Domanda 11
Cosa succede attualmente ad Hollywood? Ci sono molti cineasti che utilizzano effetti
digitali?
Risposta
Tutti usano questi effetti perché sono interessati a sapere come utilizzarli al meglio;
tutto ad un tratto i registi hanno tra le mani un nuovo potente strumento con il quale non
erano abituati a lavorare. Nella programmazione dei film ora, non ti sanno dire cosa
vogliono esattamente, ma vogliono sapere comunque tutto quello che si può fare con gli
effetti digitali. Ci dicono: "ecco la nostra sceneggiatura: fateci vedere qualcosa
che possa servire a fare di questa una sceneggiatura migliore". Non sanno neanche che
cosa potrebbe venire fuori. Abbiamo avuto un incontro con delle persone alle quali abbiamo
mostrato Titanic prima che il film uscisse nelle sale. Ebbene, hanno fermato tutta la
produzione dicendo che, avendo visto le cose che potevano essere realizzate e che prima
sembravano impossibili, dovevano rivedere e riprogrammare tutta l'operazione. Hanno
interrotto così la fase della pre-produzione per poter trarre vantaggio da tutte le
possibilità che la tecnologia offre oggi.
Domanda 12
Che differenze riscontra tra i registi Zemeckis, Cameron e Spielberg, e del loro approccio
riguardo agli effetti digitali?
Risposta
Questi registi hanno completamente capito che non c'è nessuna differenza tra gli effetti
speciali e qualsiasi altro tipo di strumento cinematografico. Sotto questo aspetto sono
più coraggiosi di altri registi che, invece, preferiscono filmare quello che hanno di
fronte e non immaginare quello che verrà fuori a lavorazione ultimata. Loro, invece,
riescono ad immaginare quello che verrà costruito digitalmente, lo vedono come se fosse
fisicamente realizzato. Trattano le porzioni di pellicola che contengono gli effetti come
se questi fossero immagini reali; per loro lo sono. Nel momento in cui girano la scena
sanno immaginare se dietro agli attori ci sarà una nave oppure lo spazio o qualcos'altro.
Grazie alla loro immaginazione, sono in grado di guardare attraverso la telecamera e
riempire quello che manca prevedendo il risultato finale. Altri registi non saprebbero
immaginare il risultato finale e preferiscono filmare quello che hanno di fronte, per non
rischiare. Chi osserva questi registi potrebbe pensare che sono pazzi perché filmano con
un set composto da una sola persona con uno scenario inesistente, ma loro sanno quello che
verrà fuori. Poche persone sono in grado di farlo, perché si tratta di avere immagini
mentali e ciò implica una maggiore creatività. La realizzazione dei film si basa sulla
loro grande immaginazione.
Domanda 13
Oltre alla grande immaginazione, queste persone sanno anche che cosa poter ottenere da un
sistema digitale?
Risposta
Credo che questi artisti non debbano necessariamente sapere come funziona una tecnologia;
essi sanno solo che la realizzazione è possibile, ed una volta sicuri di questo sono
molto più tranquilli. Sanno di poter filmare una certa scena o creare una certa
situazione, sicuri che noi saremo in grado di realizzarla come vogliono. Hanno abbastanza
conoscenze per sapere quali persone assumere per avere la certezza di trovare la soluzione
ottimale. Se sanno che una situazione può essere realizzata, sono sicuri di poterci
contare. Altri, invece, non sanno che cosa può essere realmente creato, e tendono a non
credere alle promesse che vengono loro fatte. Questi registi di cui parliamo, viceversa,
sanno cosa può essere realizzato: questa è la vera differenza tra loro e tutti gli
altri!
Domanda 14
Potrebbe definire il ruolo di supervisore degli effetti visivi?
Risposta
Posso spiegare in cosa consiste il mio ruolo dicendo che è esattamente come se fossi il
direttore di una seconda unità. Il mio compito è quello di filmare una scena d'azione o
qualche aspetto di questa, proprio come farebbe un normale direttore di seconda unità. Mi
viene chiesto di filmare il lancio di un razzo, una scena che non si può realizzare se
non con la tecnologia digitale. Quindi si spiega al regista l'idea e l'emozione da
trasmettere illustrando il progetto che si intende perseguire tecnicamente affinché la
scena sia uguale ad una sequenza girata dal vivo. In ultima analisi, quando tutte le
immagini sono montate insieme, la scena verrà giudicata tanto duramente o tanto
benevolmente quanto le altre immagini della pellicola, credibili o meno che siano
all'interno della storia. Questo tipo di lavoro dovrebbe essere svolto in questo modo.
Bisogna concepirlo come totalità e non solo come un apporto tecnologico, perché da solo
non significa nulla; non è importante sapere come hai ottenuto un certo tipo di effetto,
l'importante è sapere che è credibile e che funziona. Il mio lavoro consiste nel
prevedere, insieme al regista, come saranno alcune immagini, sempre che quest'ultimo
voglia essere coinvolto fino a questo punto; molte volte non vogliono. Molte volte trovo
la soluzione e la realizzo, progettando tutte le diverse maniere di concretizzare l'idea:
chi si occuperà di fare l'acqua sintetica, chi realizzerà le persone digitali che si
muoveranno all'interno dello scenario, e così via, e, quindi, supervisiono ogni momento
del processo per essere sicuro che tutto sia organizzato per realizzare l'idea originale
della pellicola che ho sviluppato nella mia mente, cercando di convincere il regista che
questa è la soluzione migliore che si potesse trovare.
Domanda 15
Durante la realizzazione di Titanic si sono verificate situazioni dove Lei ha cercato di
convincere il regista con successo?
Risposta
Quasi sempre. All'inizio, anche per uno come James Cameron, che non aveva mai visto questo
tipo di realizzazioni prima, era difficile credere che le persone digitali e l'acqua
digitale potessero integrarsi perfettamente al resto del set tanto da non poter
distinguere dove finisce lo scenario reale e dove comincia quello generato dal computer.
Un esempio concreto: una persona all'interno del suo set precipitava attraverso il set
virtuale fino all'impatto con l'acqua dove nuotavano altre centinaia di persone digitali;
non è stato facile convincere il regista dell'effetto che si sarebbe ottenuto, tuttavia,
ha cominciato a crederci velocemente, ed è diventato dei nostri. All'inizio si è
trattato di una sfida molto pericolosa, poiché Cameron doveva prefigurare delle cose che
non aveva mai visto prima, e questa era la sua grande occasione, il suo film più grosso.
Doveva essere sicuro che il film reggesse in ogni modo, anche quando si fossero presentate
delle situazioni dove avevamo sopravvalutato le nostre capacità realizzative. Doveva
avere la certezza che l'acqua virtuale, le persone e gli stunt digitali fossero
verosimili, in modo che le sequenze fossero convincenti. E noi lo abbiamo dovuto
convincere che ogni cosa avrebbe funzionato. Abbiamo preparato dei test da mostrare al
regista, affinché fosse più facile convincerlo, anche se non poteva vedere subito il
prodotto finito. La cosa difficile è proprio questa: sai quello che devi realizzare,
filmi tutti gli elementi di cui hai bisogno, ma vedrai il risultato solo sei mesi più
tardi, mentre devi comunque continuare a girare con la certezza che tutto funzionerà
anche senza un piano di emergenza.
Domanda 16
Alla fine del secolo gli effetti digitali rappresentano una grande rivoluzione per il
mondo del cinema...
Risposta
Sono orgoglioso di avere contribuito, anche se in piccolo, alla diffusione del digitale
nel cinema o, per lo meno, di aver reso questo aspetto della cinematografia più evidente.
In un modo o in un altro questo processo sarebbe comunque avvenuto. Ma è bello sapere che
io ero presente mentre stava accadendo. Fa tutto parte dell'industria del cinema che io ho
amato sin da quando ero bambino, ed essere in lizza per un Oscar...proprio io che non
pensavo neanche di fare mai parte del mondo del cinema
sono estasiato di prendere
una parte all'interno di tutto lo scenario!
Domanda 17
Il suo prossimo impegno?
Risposta
Non so quale sarà il mio prossimo lavoro. Mi piacerebbe essere in grado di fare una regia
per qualche lavoro, se ne avrò la possibilità, se troverò chi è interessato, e se ci
sono dei soggetti e delle sceneggiature, tra quelle che ho letto, che mi interessano.
Altrimenti aspetterò che venga fuori il soggetto per un grande film.
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