Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Pierre Laffitte

Nizza, (Sophia Antipolis-France Telecom Agora) 10-09-1997

"Le «Smart Communities»"

SOMMARIO:

  • Il senatore Lafitte spiega cos'è una smart community e cosa la distingue dalla comunità virtuale (1) (2).
  • Un esempio di smart community è proprio il parco tecnologico di Sophia Antipolis (3).
  • La comunità di Sophia Antipolis è in contatto con numerosi centri di simile natura (4).
  • Queste comunità sono molto importanti sia per lo sviluppo tecnologico ed economico di un centro che per la salvaguardia delle culture minori (5).
  • Il progetto MedSat intende potenziare la comunicazione tra comunità europee (6).
  • Le infrastrutture che rendono possibili comunicazioni rapide ed efficienti dovrebbero raggiungere anche gli angoli più dispersi delle nazioni europee (7).
  • Il dibattito sull'impatto economico-sociale delle nuove tecnologie è a buon punto ma non ha ancora modificato in modo adatto i costumi politici. Si deve investire molto sulla formazione dei giovani (8).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Può darci una definizione di Smart Community?

Risposta
Una Smart Community è un insieme di uomini, di donne e di organizzazioni che sono in grado di reagire molto rapidamente e che si interessano particolarmente delle nuove tecnologie, dell'informazione e della comunicazione. Questo può riguardare delle regioni o delle città, per esempio Torino o Milano o Sophia Antipolis, oppure può avvenire in alcune grandi imprese che hanno dei poli di attività in luoghi diversi. Vi sono dunque delle localizzazioni e poi vi sono delle imprese multipolari.

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Domanda 2
Qual è la differenza fra le comunità virtuali e le S. C.?

Risposta
Le S.C. sono delle comunità reali spesso composte di persone che mangiano insieme, che parlano insieme e che lavorano insieme fisicamente, mentre le comunità virtuali sono già ad uno stadio più elaborato. Ma perché si possa parlare veramente di S.C. è necessaria, quanto meno, una concentrazione abbastanza grande di persone che si conoscono e che hanno gli stessi obiettivi.

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Domanda 3
Sophia Antipolis può essere vista come una S.C.?

Risposta
Sì, assolutamente; perché qui, allorché, per esempio, vi è una organizzazione, una visita istantanea, si può rapidamente, dall'oggi al domani, avere dei contatti con molti organismi e organizzare qualche cosa in modo molto reattivo, molto rapido; in francese noi chiamiamo le S.C. 'comunità reattive', delle comunità, ben inteso, intelligenti, ma molto, molto reattive, elemento che per il mondo moderno è molto importante, perché il tempo di reazione conta molto.

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Domanda 4
Lei ha già visto, al di fuori di Sophia Antipolis, ma nella regione, degli esempi simili di S.C.?

Risposta
All'inizio, una S.C. è diffusa automaticamente e tutte le scuole dei dintorni, le città vicine e tutte le operazioni di biblioteca stanno diventando degli pseudo poli di questa S.C.; d'altronde abbiamo degli embrioni di S.C. con i quali siamo in relazione , in particolare attraverso il canale della strada biotecnologica che li collega. Ma non ce n'è nessuno che abbia l'importanza di Sophia Antipolis, la quale può essere tranquillamente paragonata alle S.C. che esistono negli Stati Uniti. Noi siamo in contatto piuttosto stretto con, per esempio, la città di Torino ed il progetto di sviluppo di Perth.

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Domanda 5
La vostra preoccupazione - l'avete anche detto al Senato della Repubblica Francese -, è di preservare le differenze culturali e le differenze di linguaggio. Allora, come è possibile farlo attraverso le S.C.?

Risposta
L 'obiettivo di una S.C. è certamente quello di sviluppare la tecnologia, di sviluppare l'economia, ma è anche, allo stesso tempo, quello di avere degli obiettivi che riguardino l'etica e la diversità culturale. Non sarebbe pensabile che l'umanità assumesse una posizione in cui tutti parlassero un BASIC AMALGAM inglese e in cui, poco a poco, le caratteristiche proprie di ciascuna cultura fossero cancellate dallo sviluppo della tecnologia. Dunque si potrebbe agire in modo che la cultura italiana, la cultura francese, la cultura araba, la cultura tedesca ecc. traggano profitto dalle nuove tecnologie invece di essere schiacciate da una cultura egemonica. Questo è uno degli obiettivi cui miriamo nella S.C. di Sophia Antipolis.

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Domanda 6
Forse è un po' presto per domandarglielo, ma avete già avuto dei buoni riscontri fra le città europee attraverso il "networking", oppure non è ancora successo?

Risposta
Non è ancora un genere molto frequente, sta cominciando ad esistere; Abbiamo dei riscontri piuttosto buoni a Berlino, ma per il momento tutti gli esercizi delle telecomunicazioni non sono sufficienti. E' per questo che abbiamo sviluppato il progetto "Medsat", che consiste nel riunire tutto l'insieme delle città mediterranee utilizzando delle reti a larga banda con i satelliti. Ed abbiamo dei contatti, in particolare con la rete Nettuno in Italia, con la Città delle Scienze o il Centro Nazionale d'Insegnamento a Distanza in Francia, con la Open University britannica e con i canadesi per avere una rete con la quale poter facilitare gli scambi con dei contenuti importanti in tele-educazione, in tele-medicina e per le questioni culturali e turistiche.

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Domanda 7
E qual è la vostra visione della necessità dei servizi universali? Le prossime autostrade che tipo di servizio universale dovrebbero fornire?

Risposta
Personalmente auspico un servizio universale estremamente forte, affinché tutte le scuole e tutti gli ospedali, in qualunque luogo si trovino, non siano serviti solo dal servizio ISDN, ma anche da delle reti ad almeno due megabyte. Penso che sia possibile e dunque necessario, perché non c'è nessuna ragione per cui un angolo sperduto dell'Abruzzo o delle Alpi italiane o francesi sia trattato meno bene di una grande città. Questo fa parte della democrazia reale, la democrazia dell'accesso ai moderni mezzi comunicazione.

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Domanda 8
E' vero che le reti informatiche hanno cambiato velocemente l'economia. E' altrettanto vero che il cambiamento sociale è più lento, e che, soprattutto, il cambiamento culturale non è ancora avvenuto. Pensa che in Francia vi siano abbastanza dibattiti culturali sull'argomento?

Risposta
Un dibattito culturale, sociale, esiste. Ma il legame fra dibattiti corrispondenti a delle importanti questioni, ed i mezzi che le nuove tecnologie possono offrire non è ancora entrato nei costumi, neanche in quelli politici; ed è per questo che io ammiro ciò che ha fatto John Gage a partire dalla California, sviluppando una specie di crociata, come io l'ho definita in Francia ed anche in Europa, in quanto vi sono dei volontari e dei mecenati, degli sponsor, perché interessa tutti: gli industriali, la stampa, i media; Io credo che si tratti di un progetto di interesse fondamentale, in quanto le nuove tecnologie stanno modificando radicalmente sia le strutture che i modi di governare e le gerarchie. Dunque è necessaria una mobilitazione, poiché tutte le risorse umane di un Paese devono essere messe a disposizione, e particolarmente le risorse di quelli più benestanti. L'esperienza dimostra che così si va avanti bene, l'esperienza mostra che se si fa appello alla buona volontà si va avanti anche nelle zone più difficili: i bambini aumentano la loro creatività, aumentano il loro interesse e di conseguenza diminuisce la frattura sociale. Il cambiamento si vedrà nel corso dello sviluppo della generazione attuale, poiché gli studenti già hanno un altro modo di concepire la vita, e se essi verranno preparati, molto prima potranno essere ancora più reattivi.

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