INTERVISTA:
Domanda 1
Parlando di globalizzazione e virtualità, lei ha affermato che la gente viene utilizzata
dalla tecnologia, e non viceversa. Questo vuol dire che le ottimistiche aspettative poste
alla grande possibilità di libertà derivante dal progresso tecnologico verranno
frustrate?
Risposta (Signora Kroker)
Gli anni '90 hanno visto questa fortissima ondata di entusiasmo "tecno", che noi
chiamiamo tecnoutopismo, che inonda il mondo. Esso pretende che la tecnologia sia
equivalente alla libertà umana. Per quanto mi concerne, mi ricordo sempre di Marshall
McLuhan, il quale amava dire: "Cosa direte alla gente quando insiste ad infilare la
propria testa nei ronzanti denti invisibili della sega a motore della tecnologia,
chiamando il tutto libertà?". Io penso che sia veramente salutare pensare alla
tecnologia in modo ottimistico, come se contenesse possibilità di libertà, ma anche
insistere affinché sia pensata nei termini della sua relazione alla giustizia sociale e
alla società attuale. Credo, inoltre, che sia molto importante diventare coscienti della
tecnologia, per poterla criticarla ed, infine, utilizzarla. Se si riesce in questo, la
critica seguirà sempre.
Domanda 2
Avete l'impressione che anche i telelavoratori vengano utilizzati dai loro PC? Li vedete
come schiavi della tecnologia?
Risposta (Signora Kroker)
Molto vicini alla schiavitù, a causa della politica di controllo. Chi lavora nelle
prenotazioni delle linee aeree, per esempio, viene controllato continuamente, 24 ore al
giorno durante il ciclo di lavoro, perfino se usa il bagno; viene fermato se trascorre
più di due minuti lontano dalla propria scrivania. Pensate che, nella Silicon Valley,
stanno sviluppando molte nuove tecniche di puntamento con gli occhi. Esse vengono
utilizzate, attualmente, dai piloti degli aerei da caccia per controllare lo schermo, in
modo che non sia necessario avere le mani sui controlli. Si controllano semplicemente con
il movimento degli occhi. Ebbene: si svolge una grande attività, ora, per sviluppare la
tecnologia di puntamento, grazie alla quale gli impiegati d'ufficio controllano le azioni
sullo schermo dei loro computer semplicemente con le azioni degli occhi, senza dover usare
il mouse. Si pensi allo stress tremendo che il lavoratore subisce quando si è
completamente legati allo schermo del computer otto ore al giorno! Si sono compiuti molti
studi medici sulla quantità di stress sofferto dai telelavoratori. E' veramente una nuova
forma di "carne cablata", è veramente sinistro. L'altro aspetto riguarda Xerox
Parc, dove recentemente hanno, effettivamente, realizzato l'ufficio del futuro. L'ufficio
del futuro consiste in una grandissima telecamera, perché se si lavorerà a casa,
l'azienda vorrà sapere dove si sta lavorando e quando si sta lavorando; si dovrà avere
una telecamera su di sé durante le otto ore di turno di lavoro.
Domanda 3
Arthur, potrebbe introdurre la trilogia? Mi sembra che ci sia un'opera unita in se stessa:
Data Trash, Spasm e Hacking the future. Qual è lo spessore filosofico che si nasconde
dietro la trilogia?
Risposta (Arthur Kroker)
Abbiamo scritto tre libri individualmente, collettivamente ed in modo collaborativo. Il
primo era un libro chiamato Spasm, che tratta di un compositore di musica digitale, Steve
Gibson. E' stato scritto, in verità, per comprendere la tecnologia digitale dalla
prospettive dell'arte. Il libro parla direttamente ad una serie di artisti, sia di
fotografia, sia ad artisti di una specie di "crash perfomance". E' stato
prodotto con un disco CD, chiamato anche Spasm. Questo libro esamina la cultura, l'arte e
la filosofia delle tecnologie digitali qualora se ne parli come di una possibilità
utopica. Se Spasm può essere descritto come un libro che rappresenta una prospettiva
ottimistica dell'apocalisse digitale, Data Trash rappresenta una sorta di prospettiva
apocalittica dell'apocalisse digitale. E' il rovescio di Spasm, perché è un libro che
indaga sulle possibilità nella tecnologia digitale, poiché essa sta per essere
realizzata, oggi, sulla base di una nuova convergenza di forze sociali davvero potenti: la
classe virtuale. Data Trash è un esame, da un punto di vista molto politico, delle
politiche culturali ed economiche della classe virtuale. Il libro che fa da mediatore tra
i due è il terzo libro, che si intitola Hacking the Future. Hacking the Future, che
Marilouise ed io abbiamo scritto insieme, consiste, nella maggior parte, di brevi
racconti. Abbiamo semplicemente viaggiato intorno al mondo e raccolto storie dalla gente
su chi è sconfitto nel confronto con le nuove tecnologie e su quali siano le conseguenze
personali dell'esperienza che si vive di queste tecnologie. Abbiamo lavorato molto in
California. Storie come Slash and Burn, dove una meta-donna, che ha dei bellissimi capelli
castani in stile californiano... Aveva ali di arcangelo tatuate sulla propria schiena;
quando si è alzata aveva delle cicatrici lunghe e sottili lungo le braccia e le gambe. Le
abbiamo domandato cosa fossero, e ci ha detto: "E' una nuova pratica in California,
che sto seguendo. Si chiama Slash and Burn. Nel Slash and Burn ci si versa della benzina
addosso. Ci si tagliano le braccia e le gambe o qualsiasi parte della carne, e poi ci si
versa della benzina sopra, e poi si dà fuoco, ma non si lascia bruciare troppo a lungo,
perché non....". Non si tratta di sadomasochismo. Quello che la donna vuol fare, è
spegnere le fiamme, e poi sentire, come diceva, il lungo e lento piacere del processo di
guarigione. Ci ha colpito di questa storia, che contiene elementi di phatos, autenticità
e sofferenza, il fatto che questa donna era diventata autistica; semplicemente, non
riusciva ad avere percezioni, ed era diventata intorpidita, forse a causa di una sorta di
autoprotezione dalla società tecnologica. Il suo nome è Denise, ed è un'artista di
giorno e una ballerina di notte. Penso che questa donna rappresenti realmente una metafora
della civilizzazione occidentale, perché credo che l'intera cultura si sia intorpidita a
causa dell'autoprotezione a causa del sovraccarico di informazioni e di dati.
Domanda 4
Sembra a me e a tutti noi che siete molto critici verso questo sviluppo tecnologico. Si
tratta di pessimismo, di una visione desolata, oppure è semplicemente realismo, dal
vostro punto di vista?
Risposta (Arthur Kroker)
Mi ritengo un realista. Penso che essere un realista oggi significa pensare in termini
opposti, così come fa la tecnologia. L'intera cultura oggi consiste in una tensione di
opposti. Per quanto mi riguarda, penso sempre di essere un iperottimista per un senso, e
contemporaneamente un iperpessimista. Sono un iperottimista perché penso che le
tecnologie digitali contengano delle possibilità genuine di emancipazione umana e di
nuove forme di comunicazione globale. McLuhan non aveva torto quando parlava della
possibilità della tecnologia, se utilizzata correttamente, di far sorgere una nuova forma
di "epifania". Contemporaneamente, l'esperienza effettiva di queste tecnologie
nelle mani di società multinazionali veramente potenti, riduce la tecnologia a forme di
degenerazione umana. E' sufficiente andare a vedere molte delle fabbriche di
microprocessori lungo la costa della California, dove ci sono lavoratori immigrati, della
maggior parte donne, che lavorano in condizioni veramente simili alla schiavitù. Questa
non è tecnologia intesa come emancipazione. Così, per quanto mi riguarda, direi che sono
un realista politico e sono interessato non a prospettive tecno-utopiche, ma ad una
prospettiva molto tradizionale di pensare alla tecnologia in riferimento alle possibilità
di giustizia sociale.
Domanda 5
Lei definisce la realtà virtuale un sogno di fascismo liberale, o almeno così è stato
scritto da qualcuno, e questo differenzia questo tipo di fascismo dal retrofascismo. Ci
potrebbe spiegare meglio?
Risposta (Arthur Kroker)
Penso che le due tendenze politiche dominanti nel mondo siano ambedue forme di fascismo.
Una la chiamerei un tipo di fascismo associato alla nuova forma di liberalismo: il
neoliberalismo. Neoliberalismo è in effetti fascismo tradizionale, cioè pancapitalismo.
Con il collasso del socialismo, il pancapitalismo avanza con sussiego nella fase storica
del mondo e, dopo la caduta del muro di Berlino, non trova nel socialismo la sua prova
storica tradizionale degli ultimi cinquant'anni, e affronta finalmente il suo alter ego,
che è il fascismo. Tutte queste culture imperiali occidentali si stanno ritirando in
culture in cui esiste questo tremendo desiderio e volontà di purezza. E inventano diverse
forme di espressione politica. Impongono stati di disciplina molto rigida, impongono
legislazioni anti-immigrazione, per arrivare ad una forma di stato bunker; questo è vero
sia per l'Italia che per la Francia, e certamente per il Canada e gli Stati Uniti: è un
movimento globale. Lo Stato stesso si divide in una classe dominante virtuale o una nuova
guida tecnologica da una parte, che prende il bottino del gioco, e dall'altra parte, si
vede la crescente massa di corpi e carne in eccesso. Questo è per me quello che chiamerei
fascismo virtuale o liberale. L'altro tipo di fascismo è ugualmente sinistro, ed è in un
certo senso il mero doppio. E' come un movimento convergente. E' retrofascismo. Il
retrofascismo è, per esempio, il movimento di Le Pen in Francia e il Fronte Nazionale in
Francia, PRO negli Stati Uniti, movimenti uguali in Canada o in Bosnia. Voglio dire: il
retrofascismo è come un fascismo molto tradizionale e generalmente proviene da questa
formula: se si combina un senso nazionale di umiliazione alla depressione economica,
allora, le popolazioni, si possono realmente muovere contro capri espiatori indeboliti. Se
si è single, negro, madre assistita, si è il capro espiatorio per tutti i problemi della
società stessa. Nel paese da cui provengo, il Canada, soprattutto i gruppi di immigranti
sono diventati capri espiatori, e vengono accusati di esigere troppo dallo stato sociale.
Ebbene, queste sono forme tradizionali di retrofascismo.
Domanda 6
Cosa sembra essere più affascinante nel complesso dei nuovi media e come pensa che
comunicheremo in futuro?
Risposta (Arthur Kroker)
Quello che ho notato nel processo di globalizzazione dei media, è che c'è una tendenza
ad immaginare il mondo ma a non comprenderne nulla. Il pensatore francese Jean Baudrillard
ha ragione, quando afferma che possediamo forme di comunicazione imponenti. Abbiamo un
vero sovraccarico di informazioni. Ma, nello stesso tempo, in un modo esatto ed eguale,
abbiamo una grande diminuzione di significato umano; abbiamo sistemi di comunicazione di
massa, e, allo stesso tempo, siamo di fronte ad una vera degenerazione di significato
umano. Per me c'è stata una degenerazione non semplicemente del linguaggio, ma una
degenerazione delle prospettive umane. In molti modi, credo che la nostra cultura sia
diventata profondamente autistica. Forse per autoprotezione, ma forse siamo quasi entrati
anche in una nuova fase di degenerazione sociale.
Domanda 7
Se questa è la situazione della società di informazione, è meglio rimanerne fuori?
Risposta (Sig.ra Kroker)
Penso che ci siano molti gruppi liberatori sulla rete. Per esempio, noi pubblichiamo una
rivista chiamata "C-Theory". Avremo molto presto una versione italiana di
"C-Theory", che sarà assolutamente meravigliosa. Con la rivista elettronica
abbiamo incontrato gente di tutto il mondo. La rivista esce in 120 paesi, abbiamo un
milione di contatti all'anno e pubblichiamo articoli da tutto il mondo. Non sono solo
basati sul Nordamerica. Ciò è così meraviglioso! L'aspetto positivo della tecnologia
sta nel fatto che la rete rimane guidata dagli utenti, e non dai consumatori, come succede
per tanti altri media.
Domanda 8
Voi dite che i computer non posseggono memoria perché non contengono un giudizio politico
ed estetico. Cosa possiamo fare con i computer? Come possiamo utilizzarli al meglio?
Risposta (Arthur Kroker)
Abbiamo affermato ciò confrontando cosa può accadere nella memoria di un linguaggio di
computer rispetto alla memoria umana. La gente sminuisce sempre la nozione della memoria
umana. Noi non pensiamo che sia vero perché crediamo che la memoria umana sia diventata
ipertesto molto prima che gli sviluppatori di software producessero l'ipertesto. La
memoria umana possiede quello che la memoria di computer non possiede: essa non è solo e
semplicemente la messa insieme di fatti, ma consiste anche nel dimenticare informazioni, e
nel far fluttuare i fatti nel proprio ricordo immaginario, che rappresenta la realtà del
proprio passato. In questo modo, l'effettiva nozione della memoria di computer,
rappresenta una reale degenerazione delle possibilità della memoria. Tuttavia, non voglio
dire che la tecnologia digitale non contenga possibilità realmente interessanti per
analizzare la nozione della memoria. Potremmo usare la nuova tecnologia per creare un
passato fatto di "ricombinazioni" di fatti e storie costruite allo stesso modo,
in cui, per esempio, applicare alla narrazione la nozione di montaggio, di ordinamento e
di intreccio del futuro con il passato, e della creazione di nuove forme di narrativa. I
media lo fanno continuamente. Queste nuove tecniche di memoria del computer sono
assimilabili a quello che viene chiamato il "newcast", che troviamo in qualsiasi
spettacolo televisivo.
Domanda 9
Oggi ci rendiamo conto che la televisione ha creato una forma dominante di consapevolezza,
e che la gente sembra essere controllata da un tipo di televisione che non li fa pensare.
Pensa che succederà lo stessa cosa utilizzando i computer? Oppure, il computer è una
forma di medium interattivo che permette una partecipazione maggiore da parte dell'utente?
Risposta (Arthur Kroker)
Ogni tecnologia contiene diverse possibilità. Quindi, penso che se la tecnologia venisse
lasciata da sola, tenderebbe ad imporre i propri imperativi; e uno degli imperativi della
tecnologia è quello di preferire che gli esseri umani non esercitino il loro potere di
volontà. Ma se si pensa alla televisione, non penso che essa crei necessariamente
popolazioni non pensanti. E' sicuramente vero che questo succede. Ma molte persone della
generazione digitale che io conosco, diventano molto consapevoli, riuscendo forse a tenere
in memoria 50 linee di una storia contemporaneamente, condurre conversazioni in cui si
utilizzano icone televisive come punti autoreferenziali, e presentando alla sfida della TV
la controsfida di essere più veloci della TV, e forse, in qualche modo, più astuti. Con
i nuovi membri di quella che chiameremmo la generazione digitale, succede la stessa cosa.
Il mio nipotino di sette anni è veramente brillante. Mi sono seduto con lui recentemente.
Ero sbalordito dalla sua velocità completamente prospettica. Faceva esattamente quello
che diceva Marshall McLuhan: era più leggero di un astronauta ma enormemente più veloce
degli astronauti, nei termini della sua abilità prospettica di andare attraverso il
computer. Io l'ho invitato ad andare più piano, perché non riuscivo a seguirlo. E si
sente la tremenda accelerazione, il movimento che ha nel suo corpo. A quel punto, si è
aperto un grande abisso, e sono rimasto colpito: accanto a me c'era un nuovo membro della
generazione digitale, e avvertivo una forma di differenza culturale, e, forse, in qualche
modo, biologica. Ho molta fiducia nella nuova generazione.
Domanda 10
Assistendo ad un vostro spettacolo, ho avuto l'impressione che tutto questo trasformi la
gente in mutanti.
Risposta (Sig.ra Kroker)
Penso che siamo tutti mutanti. Penso che sia l'unico modo in cui la specie si svilupperà
e cambierà negli anni. In una parte del nostro discorso abbiamo parlato di diversi tipi
di mutazione, come la riconfigurazione del cervello, che è certamente avvenuta con la
nuova generazione digitale. Noi diciamo di essere la gente del terzo millennio. E parliamo
degli adolescenti che hanno un modo digitale di pensare che è molto diverso da noi,
cervelli della metà del Ventesimo secolo, che abbiamo essenzialmente una prospettiva
postmoderna. Poi, segue la generazione X, ma la nuova generazione è certamente digitale.
Abbiamo anche parlato di argomenti di sessualità, e di transessuali come Toni Denise, che
era un uomo ed ora è una donna. Abbiamo parlato di lei in quanto capace di colonizzare il
corpo femminile vivendo con una mente maschile, e anche di molti altri argomenti. Forse
anche Arthur vorrebbe dire qualcosa in proposito.
(Arthur Kroker)
In definitiva, Toni Denise ci da' l'illusione di un maschio: questa è la parte importante
della sua personalità. Abbiamo incontrato Toni Denise in un bar a Tallahassee, in
Florida, dove cantava in playback, e tutte le macchine si ruppero e si fermarono e lei
continuò. Noi pensammo che avesse un profondo intuito e che giocasse con il pubblico come
il sistema nervoso centrale. Così, l'abbiamo conosciuta e le abbiamo parlato. Abbiamo
saputo che aveva ricostruito chirurgicamente il suo corpo, dal naso in giù; non stava
scherzando: dal naso, alla punta dei piedi, aveva cambiato, trasformato il suo corpo
maschile in un corpo femminile. Ma trovammo interessante che lei conservava veramente e
intenzionalmente una mente, realmente maschile, e dava il senso della mente maschile che
colonizza in modo quasi predatorio il corpo femminile. Era interessata ad utilizzare la
consapevolezza maschile per abbordare gli uomini, e cose del genere. Per noi era un caso
simile ad un tipo di mutante. Sono del tutto critico verso la nozione di mutanti, e sarei
d'accordo con Marilouise che la mutazione sia stata il modo con cui la specie umana si è
sempre sviluppata; Toni era una mutazione interessante. Lei è una mutante perché è un
vero spostamento di sesso. Lei è il primo membro di quello che chiameremmo il terzo
sesso, una forma di ultimo sesso: né maschio, né femmina, ma qualcosa, nello spazio, tra
i due. Questo è molto interessante per noi. Questi sono segnali salutari. Ma, d'altronde,
si verificano anche quelle che io chiamerei tipi di mutazione più sinistre. Si va in
laboratori tecnologici come a Kenmore Square a Boston, o nella Silicon Valley, dove le
società di biotecnologia stanno realmente allevando una nuova specie umana. Ci sono delle
società a Boston che stanno sviluppando carne sintetica. Se si avrà l'intelligenza
artificiale e forme di vita robotica nel mondo, allora sarà necessario avere la carne
sintetica. Stanno allevando, e sta per essere immessa sul mercato, una forma di
scintillante, nuova, carne sintetica. Stanno anche sviluppando nuove forme di capacità
visiva ricombinante, che non è capacità visiva umana e non ha una normale visione
oculare, ma una capacità visiva virtuale. Stanno, quindi, allevando, nei laboratori
biotecnologici, un nuovo successore alla specie umana. In un libro come Data Trash, il
tema fondamentale sembra superficialmente essere un tema sul confronto di classi, ma
prevale la riflessione sul senso nietzschiano che tutta la tecnologia riguarda
l'indebolimento della carne umana. Alla fine del Ventesimo secolo, noi non viviamo neanche
più in una società tecnologica, ma in una società dominata da quello che chiamiamo la
volontà alla virtualità. Il mondo della virtualità significa l'estrazione, dalla specie
umana, dell'energia e della forma di vita, e la sostituzione potenziale della specie umana
con una nuova forma di vita, una forma di vita androide. E tutti si prendono gioco di
questo e non pensano che sia vero, ma per noi questa nascita di una forma di vita o di
queste nuove forme tecnologiche, come la specie virtuale, sono probabili successori della
specie umana. E' questo che rende i direttori aziendali di queste multinazionali
tecnologiche doppiamente sinistri. Loro predicano su una croce virtuale, ma d'altra parte
sono collaborazionisti contro la specie umana. Stanno allegramente portando la storia e
l'antropologia del corpo umano ad una nuova specie telematica, con assoluta noncuranza.
Non comprendono realmente che nella storia delle forme di vita essi siano una classe di
forma transitoria.
Domanda 11
Come ne usciamo da tutti questi pericoli? E su cosa possiamo basare il nostro ottimismo?
Risposta (Sig.ra Kroker)
Per poter basare il nostro ottimismo su qualcosa, penso che dobbiamo meditare a fondo
sulle questioni. Per esempio, la questione etica relativa ai laboratori biotecnologici che
allevano maiali per utilizzare i loro organi per gli esseri umani. Questa è una questione
di cui, la maggior parte della gente, dovrebbe veramente venire a conoscenza, e alle cui
implicazioni dovrebbe pensare. Abbiamo il diritto, come esseri umani di utilizzare gli
animali, i cuori degli animali? In effetti, attualmente, stanno utilizzando i fegati, e
sostituiscono il fegato all'esterno dei corpi. Ci sono degli individui con gravi
disfunzioni del fegato. Alla fine, con la biotecnologia, sarà possibile impiantare certi
enzimi in questi maiali che vengono allevati nei laboratori biotecnologici, e sarà
possibile trapiantare effettivamente il fegato di maiale in un essere umano. Nessuno parla
mai del maiale e se il maiale sia d'accordo.
(Arthur Kroker)
Analogamente a quanto detto da Mary, abbiamo una teoria dei diritti ridotta, che è stata
accettata quasi da tutti, secondo la quale, se non si è una forma di vita umana, non si
posseggono diritti. Se sei un albero, una pietra o un animale, semplicemente, non hai
diritti. E' una forma di cecità etica nella coscienza occidentale, molto conveniente.
Sono, quindi, d'accordo con Marilouise che il punto di partenza della resistenza è la
pratica di meditare profondamente sulla tecnologia in modi molto classici e tradizionali.
Ci porta a pensare alla possibilità che la tecnologia sia profondamente nichilista.
Seguendo questa idea, Laurie Anderson parla della velocità dell'oscurità. Ciò è
profondamente evocativo, perché la tecnologia ha a che fare con la velocità
dell'oscurità. E' questo strano tipo di miscuglio di movimento ad un ritmo
fantasticamente accelerato, ma contemporaneamente di lento suicidio. E' la storia del
rallentamento della specie umana verso forme molto più primitive di barbarie, il tutto
all'interno di un'atmosfera scintillante dell'alta tecnologia. E' curioso e
contraddittorio, è una storia della condizione umana.
Domanda 12
Ho visto un robot con un bebè dentro il suo ventre. Cosa significa?
Risposta (Arthur Kroker)
Per noi è un robot incinta. Era la copertina che abbiamo utilizzato per Hacking the
Future. E' una sorta di doppia storia, perché è una figura di un robot, un corpo di
robot femminile che ha un bebè nella cupoletta trasparente, ma il bebè ha una forma di
vita. Per noi significava una doppia riflessione. La nostra riflessione è: perché i
robot non possono avere dei bebè e perché non possono anche avere delle forme genuine di
desiderio, reciprocità e intimità verso il bebè umano? Siamo stati anche guidati dalla
consapevolezza del pittore, perché il pittore che ha dipinto questo quadro era una donna.
Le dissi: "Perché non hai fatto questo bebè come una meravigliosa piccola creatura
androide? Sarebbe anche stato bello". Lei era completamente scioccata. Disse:
"Potevo disegnare il robot, e per me andava tutto bene; ma non potrei mai toccare la
sacralità della prima infanzia". E' questo tipo di curioso miscuglio di nostalgia
umana per la forma di vita umana, e nello stesso tempo anche questo punto d'incontro tra
la consapevolezza androide e la consapevolezza umana nella forma del bebè nella
cupoletta.
Domanda 13
In Data Trash, voi definite il tipo di tecnocrati quali profeti di una nuova forma di
civilizzazione, ma virtualizzazione molto fredda. E avete detto che questi ultimi non
deterranno il potere, ma verranno mandati via dalla rivoluzione, così come tanta altra
gente, la minoranza della gente. Perché dite questo? I tecnocrati sono come quelli della
rivista Wired? A chi vi riferite, esattamente?
Risposta (Arthur Kroker)
Parlando di tecnocrati, intendo sottolineare che la classe virtuale si divide in due
gruppi molto differenti. Da una parte la classe dei tecnocrati è composta dai capitalisti
molto vecchi delle società di comunicazione e di molte altre società che vanno su
Internet, proprio perché vogliono realizzare il maggior profitto possibile. Oggi su
Internet è presente un tipo di capitalismo darwinista, primitivo, che opera con slogan
come: "Vieni nel cyberspazio e verrai frantumato", oppure: "E'
completamente inevitabile, non c'è nulla che puoi fare, quindi levati di mezzo".
D'altra parte, la classe dei capitalisti all'antica, da sola, non riesce ad evocare la
necessaria visione futurista, l'eccitazione necessaria per ottenere una vasta accettazione
popolare di Internet. Hanno bisogno di idealisti messianici che operino con assoluta
autenticità. Credono realmente in quello che dicono, come Negroponte ed altri, che
forniscono il tipo di eccitazione necessaria per far muovere Internet. Ma appena si riesce
a far avanzare Internet, appena diventa un'attrazione così seducente... Recentemente, una
donna, in Gran Bretagna, ci ha raccontato che sua madre aveva telefonato a sua figlia
dicendole: "Dove posso comprare un Internet? Voglio regalare a tua sorella un
Internet per Natale. Sono andata da Toys'R'Us, ma non avevano nessun Internet sugli
scaffali. Dove posso prendere un Internet?" Tutto ciò è molto strano. Questa follia
per Internet ha invaso completamente il mondo. Ma appena si riesce ad avere abbastanza
gente su Internet, e abbastanza gente collegata come veri consumatori, allora, la
politica, il duro conto del "consolidamento", viene presentato. Sta succedendo
negli Stati Uniti e certamente nell'Europa Occidentale in questo momento. Presentare il
conto vuol dire, come ama dire la rivista Wired: Internet non sta per idealismo
messianico, non sta per tecnofuturismo; Internet è un business, e il business deve
prendere dei soldi; e così, levate di mezzo questi idealisti hippie stile anni Sessanta,
con tutte le loro sensibilità New Age circa le possibilità della tecnologia, e torniamo
agli affari per fare soldi. Questo è uno dei temi che abbiamo sviluppato. Perfino i
tecnofuturisti girano, ora, con i loro rapporti da consulenti a conferenze d'affari, e non
pretendono neanche più che ci sia alcuna aspirazione futurista in Internet. Dicono:
"Ebbene: Internet significa fare soldi e fare profitti, ed ecco il nuovo pacchetto
che sto pubblicizzando, che ci aiuterà a dare forma alla popolazione o a mettere il
"gancio cyber" alla popolazione con un maggior margine di profitto". Per
quanto mi riguarda, il cinismo è così passivo e così insensibile in questa classe, che
è diventato la loro coscienza popolare, e non lo nascondono. Hanno una coscienza
assolutamente cinica, e in effetti se ne compiacciono. Ne sono trionfalmente compiaciuti
perché rappresentano realmente la classe dominante.
Domanda 14
Nella vostra performance vi era l'idea che il doppio zero dell'ultimo anno del secolo
manderà i computer indietro, torneranno indietro di un secolo e non riusciranno a fare
niente. Si tratta di una metafora della fine del millennio, oppure, era soltanto una sorta
di scherzo tecnologico?
Risposta (Arthur Kroker)
Tutt'e due le cose. Come amano dire i consulenti di computer: si fanno soldi dicendo delle
cose. Peter Jaeger, in un telegiornale NBC ha detto: "E' grande, è inevitabile. E'
inevitabile e non possiamo fare niente". Un valore a cui non credo. Perché, mentre
stiamo parlando c'è probabilmente un giovane hacker di computer che sta risolvendo il
problema abbastanza in fretta. Per noi è una metafora della nostra civilizzazione; come
il computer va in ripetizione e rimbalza indietro dall'anno 2000 all'anno 1900 perché non
riesce a riconoscere un numero di quattro cifre e rappresenta un numero di due cifre,
tutta la cultura di oggi è una cultura di rifacimento, come il rifacimento dei sigari,
rifacimento dell'amore, rifacimento del sesso e rifacimento delle immagini. Rifacimento
della politica, certamente. Solo rifacimento di tutto. Quello che Nietzshe chiamava ciclo
di eterna ricorrenza esercita, credo, quasi una stretta mortale sulla cultura occidentale,
e non viene permessa la creazione di niente di nuovo. Niente di nuovo viene autorizzato ad
"esplodere" in avanti. Le cose vengono forzate indietro in questo atteggiamento
di attesa, che credo sia assolutamente soffocante, in particolare per molti giovani. Alla
gente viene negata la possibilità della creazione di nuovi futuri umani in favore di una
specie di civilizzazione da remake, da ritiro.
Domanda 15
Se poteste fare finta di essere nell'anno 2200, e guardare indietro a questo periodo, come
considerereste questa cultura? Quale tipo di periodo, però allargato, stiamo
attraversando?
Risposta (Sig.ra Kroker)
Penso che un aspetto di questo problema sia il divario economico maggiore, mai raggiunto
prima, all'interno della popolazione. Esiste una classe realmente virtuale, e una classe
dell'eccedenza; ci sono pochissime persone in mezzo a queste due classi. Per quanto
riguarda la rete, il 40 per cento della gente è in California; solo il 10 per cento della
gente che vive sulla rete vive in Nordamerica. Non conosco le statistiche in Europa, ma
non c'è molta gente che usa la rete; eppure, l'eccitazione tecnologica è forte. Penso,
quindi, che quando la gente guarderà indietro a questa era penserà: "Sì, pensavano
di essere, realmente, tecnologicamente fantastici. Sapevano tutto quello che succedeva, ma
in verità non sapevano un gran che di niente".
(Arthur Kroker)
Posso, forse, aggiungere una cosa. Il 1990 potrebbe marcare l'era in cui la civilizzazione
ipermoderna e tecnologica dell'occidente compì una completa ed istantanea svolta indietro
al medievalismo, e il medievalismo è nell'aria. E' la nozione delle comunità rifugiata
nei bunker, dove negli Stati Uniti, la gente cerca di salvarsi, rifugiandosi in castelli
medievali, da una situazione pubblica realmente minacciosa. O le varie e maligne crociate
contro le nuove minacce islamiche, o la creazione di un'intera classe senza diritto di
cittadinanza di contadini tecnologici simboleggiati, in Gran Bretagna, dai nuovi movimenti
nomadi. Vestono, effettivamente, come contadini medievali, con le loro belle scarpe
arricciate e cappelli di paglia, e sono carovane di nomadi anarchici che attraversano la
Gran Bretagna. Li abbiamo visti l'estate scorsa. Direi, quindi, che viviamo in un'era
simultaneamente ipermoderna ma anche ipermedievale. Vorrei aggiungere un'altra cosa: penso
che gli anni '90, se guardo indietro, sono anni marcati da una forma di fantastica
futilità culturale. C'è arroganza nell'aria, vera arroganza, nel senso dell'antica
Grecia. Credo che la perfettibilità tecnica sia dietro l'angolo, e che la scienza e la
tecnologia possano fare finalmente quello che abbiamo sempre voluto che facessero: che ci
possano salvare dalla nostra morte. Non ci salveranno dalla nostra morte perché, alla
fine, siamo tutti nati per affrontare la morte di una vita, che è la nostra. Penso che
questa nascente soddisfazione provocherà delle tremende forme amare di reazione e
risentimento, e richiesta di capri espiatori, che marcheranno l'inizio del meraviglioso
Ventunesimo secolo.
Domanda 16
Potete dire qualcosa a proposito di questa rivista elettronica "C-Theory"?
Risposta (Sig.ra Kroker)
Per quindici anni abbiamo pubblicato una rivista stampata chiamata "Canadian Journal
of Political and Social Theory"; poi, circa quattro anni fa, abbiamo deciso di
occuparci dell'elettronica, perché volevamo andare oltre i confini del Canada e degli
Stati Uniti. A causa delle tariffe postali non era possibile andare oltre. Così,
decidemmo di fondare una rivista elettronica. In questo momento appare in due formati. Una
versione ASCII, con una lista di indirizzi, che esce una volta a settimana: scriviamo
recensioni di libri, articoli e molte interviste. Cerchiamo di mediare tra l'Europa e gli
Stati uniti. Abbiamo molte interviste con persone come Jean Baudrillard e Paul Virilio, e
altre persone in Europa. In tal modo è eccellente, perché esce in 120 Paesi. Abbiamo
anche un sito Web a San Francisco, realizzato per noi da un volontario, Carl Steadman, che
lavora per "Hotwired". In seguito avremo un sito Web in versione ASCII in
Italia, e un sito multimediale in Svezia. Amiamo la rivista elettronica perché si può
entrare in contatto giornalmente con tanta gente; molte volte, quando teniamo delle
conferenze nei vari Paesi, penso che la gente si senta molto isolata partecipando da sola.
In questo modo possono comunicare l'uno con l'altro, regolarmente, e capire cosa succede
in altre culture immediatamente, invece che aspettare. Abbiamo scritto un articolo
sull'elezione francese e l'abbiamo pubblicato un giorno dopo l'elezione. Non c'era bisogno
di aspettare che esistesse in forma stampata sei mesi dopo.
(Arthur Kroker)
Aggiungerei a questo solo che "C-Theory" rappresenta quello che Internet è
effettivamente diventato, perché non penso che Internet sia più solo uno strumento
tecnico di comunicazione. Penso che abbiamo superato tale fase. Internet è stato
contaminato da vita umana, dall'intellettualità. "C-Theory" annovera, tra i
propri scrittori e lettori, gli ingegneri mnemonici più brillanti e progrediti di Silicon
Valley. Molti ingegneri di Silicon Valley e degli impianti di ingegneria di Cheever City,
di cui non si penserebbe mai che leggano riviste teoriche e che pensino a questioni
culturali, in effetti, risultano avere delle domande veramente profonde da porre. Ci sono
molti poeti di rete che escono dai nuovi circoli poetici a San Francisco. Molta gente
negli istituti di ricerca in Europa, da Karlsruhe alla Svezia, all'Italia, alla Bosnia, vi
partecipa. Contemporaneamente, c'è molta gente giovane senza diritti civili, che non ha
alcun accesso alle istituzioni ufficiali, ma che riesce ad ottenerlo attraverso le reti
libere o in altro modo, che contribuiscono e scrivono e anche leggono C-Theory. I lettori
giornalieri sono decine di migliaia. Siamo andati a San Francisco non molto tempo fa, e
mentre eravamo lì, abbiamo deciso di fare un progetto di scrittura chiamato "Trenta
giorni in Cybercity"; ci siamo seduti, e abbiamo scritto dieci storie sui differenti
aspetti della vita nella sacra sala. Siamo andati a San Francisco perché sembrava essere
il centro iconico della tecnologia. Alcune delle storie sono interviste con questi
ingegneri della memoria, davvero stupendi, che vivono, ogni giorno, letteralmente
proiettati cinquant'anni nel futuro. Stanno progettando qualcosa di simile ad un
linguaggio di trasmissione digitale e di "espianti", di come i mutanti
sopravvissuti alla specie umana saranno capaci di scappare dal pianeta Terra ed iniziare
ad emigrare, sicuri, verso altri pianeti, nel profondo spazio. E quando si parla con loro,
questa gente è veramente meravigliosa perché sono brillanti in modo delirante.
Contemporaneamente, posseggono una profonda consapevolezza ecologica, e vogliono
semplicemente salvare la specie umana. Quindi, abbiamo scritto storie di questo genere.
Abbiamo scritto storie sui veri perdenti, la classe superflua al centro di questa
scintillante cornucopia di tecnologia a San Francisco. Abbiamo scritto una canzone, una
vera canzone che era anche una storia chiamata "Singing the Blues" (cantando il
Blues) a Cybercity, su questo Cyberpaese; gruppi Blues che cantano nelle strade di San
Francisco, come "I Left my Heart in Georgia", e che avevano un sentimento di
antico lamento greco cantato nelle ombre ravvicinate della città di San Francisco. O
altre storie sulle nuove forme di comunità nomadi che esistono a San Francisco, e che
vivono ai margini delle città e nelle aree del molo; forme di comunità nomadi,
impoverite, che sono state sbattute nel silenzio dalla sensibilità di una tecnocultura
scintillante. Contemporaneamente, questo è accompagnato dalla fantastica energia,
accelerazione e spinta verso il futuro, quello che Hegel chiamò lo "stato omogeneo
universale", che è, in effetti, San Francisco. Quando eravamo nella città abbiamo
notato anche questi due tipi di corpo di cui abbiamo parlato. Da una parte, c'è questa
carne realmente stressata dei tecnocorpi accelerati di uomini e donne che saltano giù dai
loro treni alle 6.30 del mattino al binario 39, si buttano nella città, lavorano duro e
tornano di sera di corsa ai sobborghi. Oppure, se si rimane nella città e si cammina per
le strade, è veramente strano, perché quasi tutti i palazzi hanno questi club della
salute con grandi vetrine di vetro specchiato, e la gente vi guarda all'interno, e non
parla con gli altri; le persone guardano fuori dalla vetrina e corrono sulle macchine da
jogging, tenendo il ritmo veloce, come tecnocarne stressata che deve essere tenuta ad un
ritmo ferreo. Oppure, uomini d'affari che arrivano con i telefoni cellulari in mano,
abbaiando ordini ai loro dipendenti, una sorta di nuovi abitanti di Cheever City, che è
San Francisco. Le storie sono state pubblicate giornalmente su "C-Theory". Io ho
scritto molti libri, ma non ho mai avuto un'esperienza come questa, in cui si pubblicano
delle storie e si ha un'ondata istantanea di reazioni provenienti da diverse parti del
mondo, così come da San Francisco. Ci hanno telefonato degli ingegneri di Silicon Valley,
dicendo che avevano letto alcune storie. Una persona era stato veramente toccato da
"Singing the Blues in Cibercity", e ha cominciato a piangere. Hanno cominciato a
sentire la solitudine e il vuoto nelle proprie vite e nelle vite di chi è stato
schiacciato da questa forza inesorabile. Questa reazione venne da tutto il mondo. Noi
torneremo a San Francisco e a Los Angeles il mese prossimo, questa volta per realizzare
una seconda serie di storie. "C-Theory" vi porta scrittori come Jean Baudrillard
a Paul Virilio, Bruce Sterling e Kathy Acker: i migliori scrittori cyberpunk, di
fantascienza, ma anche ingegneri e teorici. Una strana comunità intellettuale che
altrimenti non si incontrerebbe mai, e in una forma così intima. Ho l'impressione che la
rivista si stia sviluppando verso un'esperienza culminante, in cui comincia realmente a
toccare la fine del nervo centrale della nostra storia online. La rivista fa incontrare la
gente che conosce realmente la tecnologia, con persone che, in verità, non sono filosofi,
perché sono oltre la filosofia; pensano profondamente, da un punto di vista morale,
culturale ed etico alle società in cui vivono. Si combina tutto ciò insieme, e si
comincia ad avere un po' di verità; o, forse, un siero antiverità trova la sua strada
verso la stampa.
(Sig.ra Kroker)
Vorrei aggiungere qualcosa. Penso che a "C-Theory" sia consentito di
privilegiare i testi, cosa assolutamente meravigliosa, perché ci sono poche persone nelle
librerie che comprano libri. Molto del lavoro sulla rete è multimedialità, a volte molto
interessante, ma altre volte non molto più interessante che andare al Bancomat. Per
questo trovo che i testi e le opere sulla rete abbiano molto successo.
Domanda 17
Come considerate il vostro lavoro in genere: cultura tecnologica, oppure, controcultura
tecnologica?
Risposta (Arthur Kroker)
Questa mattina, un ingegnere audio e compositore molto bravo, ci ha descritto come
guerriglieri high-tech. Abbiamo detto che ci sembra abbastanza preciso. Il nostro lavoro
non riguarda soltanto l'alta tecnologia, è alta tecnologia. Noi pensiamo sempre, come con
Spasm, di lavorare ai margini. Con Louis Cohen abbiamo realizzato un remake del 99-year
Phone Call. Siamo veramente ai margini, in quanto utilizziamo l'editoria digitale,
tecniche e strategie, di cui abbiamo anche teorizzato il significato in termini di
metafora; neanche di metafora, ma, direi, di itinerario della cultura in cui viviamo. E,
contemporaneamente, è guerriglia perché siamo sicuramente una controcultura, perché
poniamo delle questioni di giustizia e di etica, di una tecnocultura che vuole tacitare
questa voce. Penso che questo sia abbastanza evidente.
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