Biblioteca digitale (intervista) RAI Educational

Peter Johnston

Roma - Convegno Telework, 11/11/95

"Il telelavoro, uffici virtuali e progetti europei"

SOMMARIO:

  • Il telelavoro è una forma lavorativa in rapida evoluzione, per questo difficile da definire precisamente (1),
  • praticata in Europa da oltre un milione di persone (2).
  • L'ufficio virtuale permette, per esempio, di svolgere delle attività in un altro paese, senza disporre di una sede in tale paese (3).
  • La Comunità Europea promuove lo sviluppo tecnologico e l'incentivazione all'investimento in questo settore (4).
  • Il commercio elettronico rappresenta un'importante occasione, anche per le piccole e medie imprese (5).

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INTERVISTA:

Domanda 1
Il termine telelavoro è un termine molto ampio. Come la definirebbe?

Risposta
Il telelavoro include un ventaglio molto ampio di nuove pratiche lavorative, dal lavoro part-time da casa alcuni giorni alla settimana, per evitare il pendolarismo, a quello in un ufficio vicino casa, sempre per evitare di percorrere lunghe distanze, a quello svolto presso organizzazioni, che hanno clienti al di fuori del tradizionale ambiente dell'ufficio. Ma proprio perché siamo ancora in una situazione di rapidissima evoluzione della pratica lavorativa, non abbiamo voluto dare una definizione troppo limitativa del telelavoro. Naturalmente in questo modo è più difficile tentare di quantificare il numero di persone impegnate in attività di telelavoro, ma dobbiamo cercare di avere stime coerenti tra Stati membri dell'Unione Europea in modo da poter confrontare i tempi di questa evoluzione in ogni Stato membro.

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Domanda 2
Qual è il numero stimato di persone impegnate nel telelavoro?

Risposta
Nell'ultimo anno abbiamo svolto una ricerca nei cinque Stati principali dell'Unione Europea: Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna e Italia. La Gran Bretagna presenta il maggior numero di persone impegnate nel telelavoro superando di gran lunga gli altri Paesi; ciò è dovuto in parte alla maggiore flessibilità della pratica lavorativa e produttiva di quell'ambiente, in parte al più stretto legame esistente con l'ambiente dell'attività produttiva degli Stati Uniti; attualmente il numero più basso di telelavoratori si rileva in Spagna e in Italia. Vogliamo essere in grado di confrontare a livello europeo i tempi di questa evoluzione in tutti i Paesi europei. Nell'Unione Europea sono probabilmente più di un milione le persone impegnate in pratiche di telelavoro riconosciute dai datori di lavoro e che rientrano nei contratti nazionali di lavoro; naturalmente molte persone lavorano per qualche ora al di fuori dell'ambiente dell'ufficio, in modo piuttosto occasionale e magari al di fuori dei normali contratti di lavoro. Vogliamo che questa nuova pratica lavorativa venga formalizzata, che ci sia un contratto tra datori di lavoro e lavoratori tale da definire le competenze e il rapporto di lavoro.

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Domanda 3
Tra i vari termini che sono stati usati per definire o per descrivere alcune forme di telelavoro c'è quella di ufficio virtuale. Cosa ne pensa?

Risposta
Si tratta di un concetto nato principalmente nella piccola impresa. Prendiamo l'esempio di una piccola azienda che produce o vende prodotti sul mercato italiano e vuole creare un ufficio vendite a Londra, senza però investire in uno spazio fisico per un ufficio a Londra, con personale impiegato su base permanente, almeno finché non ha accertato le possibilità di un mercato per il suo prodotto. Questa azienda oggi può creare in un paese quello che chiameremo un ufficio virtuale in un altro paese con un numero telefonico locale per i clienti dell'area di Londra; le telefonate vengono ricevute e quindi trasferite all'ufficio che si trova in Italia. L'azienda ottiene così una presenza virtuale in un nuovo mercato, senza avere necessariamente lo spazio fisico dell'ufficio e i relativi impiegati. Per le piccole aziende dell'Unione Europea è un'ottima opportunità per cominciare a usare il mercato europeo unico in modo da ampliare il mercato dei loro servizi senza dover sostenere un grosso investimento iniziale. Questo è un ulteriore esempio di come le reti informatiche oggi consentano di portare prodotti e servizi in un altro paese con un ottimo rapporto tra costi e rendimento.

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Domanda 4
La Commissione delle Comunità Europee promuove molti progetti sperimentali nel campo delle nuove tecnologie informatiche. Potrebbe descrivercene alcuni che lei ritiene particolarmente interessanti o stimolanti?

Risposta
A livello europeo, sosteniamo un gran numero di attività, in particolare nello sviluppo tecnologico, dove è necessario definire standard comuni per avere una corretta interazione tra le reti di comunicazione in Europa, ma anche di incentivo all'investimento; nel settore del collegamento in rete delle piccole aziende per lo sviluppo del telelavoro, vi sono stati dei buoni risultati. Un nostro progetto dell'anno passato, volto a consentire alle piccole aziende di utilizzare Internet e il World Wide Web come veicolo di marketing e vendita dei loro prodotti, ha già avuto una risposta molto rilevante da parte della comunità della piccola industria per quanto concerne le regioni europee. Abbiamo anche condotto un'attenta valutazione della riorganizzazione aziendale in tutta l'Unione Europea: le relazioni di questo progetto sono disponibili e mostrano di nuovo come molte importanti società europee siano interessate a una sostanziale modifica strutturale, che tra l'altro consente di introdurre una gamma di pratiche lavorative molto più flessibili. E' difficile descrivere tutti i progetti che sosteniamo a livello europeo: sono centinaia. Le società italiane in questo settore dello sviluppo tecnologico europeo sono molto ben rappresentate, e abbiamo sempre visto l'interesse, non solo delle principali società italiane, ma anche di numerose aziende più piccole, che operano a livello europeo.

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Domanda 5
Un numero crescente di transazioni sarà svolto in rete, su Internet e su altri tipi di rete: ciò comporta problemi economici e problemi tecnici. Come considera questi problemi la commissione delle Comunità Europee?

Risposta
Per l'attività economica europea è molto importante che le società siano oggi in grado di vendere e collaborare sulle reti mondiali. Oggi vediamo una crescita molto rapida di quello che possiamo chiamare commercio elettronico, che vede svolgere transazioni commerciali, ma che inizia e finisce su Internet e sulle reti associate. Restano dei problemi da risolvere; forse le soluzioni tecniche ci sono ma alcune realizzazioni di queste soluzioni tecniche devono essere perfezionate. Dobbiamo garantire un sistema coerente che in Europa protegga le informazioni riservate e assicuri ai clienti delle società la validità delle transazioni, che dia garanzie al cliente e al fornitore di beni e di servizi. La discussione su alcuni di questi problemi è in realtà molto difficile sia dal punto di vista politico che da quello amministrativo. E' necessario introdurre nuovi meccanismi a livello europeo e mondiale per la sicurezza delle transazioni di pagamento sulle reti. Vediamo che negli Stati Uniti sono stati fatti grandi passi avanti per garantire che queste transazioni siano riservate e convalidate, anche se le soluzioni che sono emerse lì non sono necessariamente di facile applicazione nel mercato europeo: qui abbiamo molte lingue diverse che devono essere considerate in questi meccanismi di transazione: non possiamo svolgere tutte le transazioni in inglese; molte piccole imprese vorranno concludere le transazioni nella lingua abituale delle loro trattative. I sistemi bancari e di pagamento devono essere coerenti nel mercato europeo unico, e c'è ancora della strada da fare, ma crediamo fermamente che le soluzioni si possano trovare e che si possano trovare in tempi molto brevi.

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