INTERVISTA:
Domanda 1
Il termine telelavoro è un termine molto ampio. Come la definirebbe?
Risposta
Il telelavoro include un ventaglio molto ampio di nuove pratiche lavorative, dal lavoro
part-time da casa alcuni giorni alla settimana, per evitare il pendolarismo, a quello in
un ufficio vicino casa, sempre per evitare di percorrere lunghe distanze, a quello svolto
presso organizzazioni, che hanno clienti al di fuori del tradizionale ambiente
dell'ufficio. Ma proprio perché siamo ancora in una situazione di rapidissima evoluzione
della pratica lavorativa, non abbiamo voluto dare una definizione troppo limitativa del
telelavoro. Naturalmente in questo modo è più difficile tentare di quantificare il
numero di persone impegnate in attività di telelavoro, ma dobbiamo cercare di avere stime
coerenti tra Stati membri dell'Unione Europea in modo da poter confrontare i tempi di
questa evoluzione in ogni Stato membro.
Domanda 2
Qual è il numero stimato di persone impegnate nel telelavoro?
Risposta
Nell'ultimo anno abbiamo svolto una ricerca nei cinque Stati principali dell'Unione
Europea: Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna e Italia. La Gran Bretagna presenta il
maggior numero di persone impegnate nel telelavoro superando di gran lunga gli altri
Paesi; ciò è dovuto in parte alla maggiore flessibilità della pratica lavorativa e
produttiva di quell'ambiente, in parte al più stretto legame esistente con l'ambiente
dell'attività produttiva degli Stati Uniti; attualmente il numero più basso di
telelavoratori si rileva in Spagna e in Italia. Vogliamo essere in grado di confrontare a
livello europeo i tempi di questa evoluzione in tutti i Paesi europei. Nell'Unione Europea
sono probabilmente più di un milione le persone impegnate in pratiche di telelavoro
riconosciute dai datori di lavoro e che rientrano nei contratti nazionali di lavoro;
naturalmente molte persone lavorano per qualche ora al di fuori dell'ambiente
dell'ufficio, in modo piuttosto occasionale e magari al di fuori dei normali contratti di
lavoro. Vogliamo che questa nuova pratica lavorativa venga formalizzata, che ci sia un
contratto tra datori di lavoro e lavoratori tale da definire le competenze e il rapporto
di lavoro.
Domanda 3
Tra i vari termini che sono stati usati per definire o per descrivere alcune forme di
telelavoro c'è quella di ufficio virtuale. Cosa ne pensa?
Risposta
Si tratta di un concetto nato principalmente nella piccola impresa. Prendiamo l'esempio di
una piccola azienda che produce o vende prodotti sul mercato italiano e vuole creare un
ufficio vendite a Londra, senza però investire in uno spazio fisico per un ufficio a
Londra, con personale impiegato su base permanente, almeno finché non ha accertato le
possibilità di un mercato per il suo prodotto. Questa azienda oggi può creare in un
paese quello che chiameremo un ufficio virtuale in un altro paese con un numero telefonico
locale per i clienti dell'area di Londra; le telefonate vengono ricevute e quindi
trasferite all'ufficio che si trova in Italia. L'azienda ottiene così una presenza
virtuale in un nuovo mercato, senza avere necessariamente lo spazio fisico dell'ufficio e
i relativi impiegati. Per le piccole aziende dell'Unione Europea è un'ottima opportunità
per cominciare a usare il mercato europeo unico in modo da ampliare il mercato dei loro
servizi senza dover sostenere un grosso investimento iniziale. Questo è un ulteriore
esempio di come le reti informatiche oggi consentano di portare prodotti e servizi in un
altro paese con un ottimo rapporto tra costi e rendimento.
Domanda 4
La Commissione delle Comunità Europee promuove molti progetti sperimentali nel campo
delle nuove tecnologie informatiche. Potrebbe descrivercene alcuni che lei ritiene
particolarmente interessanti o stimolanti?
Risposta
A livello europeo, sosteniamo un gran numero di attività, in particolare nello sviluppo
tecnologico, dove è necessario definire standard comuni per avere una corretta
interazione tra le reti di comunicazione in Europa, ma anche di incentivo
all'investimento; nel settore del collegamento in rete delle piccole aziende per lo
sviluppo del telelavoro, vi sono stati dei buoni risultati. Un nostro progetto dell'anno
passato, volto a consentire alle piccole aziende di utilizzare Internet e il World Wide
Web come veicolo di marketing e vendita dei loro prodotti, ha già avuto una risposta
molto rilevante da parte della comunità della piccola industria per quanto concerne le
regioni europee. Abbiamo anche condotto un'attenta valutazione della riorganizzazione
aziendale in tutta l'Unione Europea: le relazioni di questo progetto sono disponibili e
mostrano di nuovo come molte importanti società europee siano interessate a una
sostanziale modifica strutturale, che tra l'altro consente di introdurre una gamma di
pratiche lavorative molto più flessibili. E' difficile descrivere tutti i progetti che
sosteniamo a livello europeo: sono centinaia. Le società italiane in questo settore dello
sviluppo tecnologico europeo sono molto ben rappresentate, e abbiamo sempre visto
l'interesse, non solo delle principali società italiane, ma anche di numerose aziende
più piccole, che operano a livello europeo.
Domanda 5
Un numero crescente di transazioni sarà svolto in rete, su Internet e su altri tipi di
rete: ciò comporta problemi economici e problemi tecnici. Come considera questi problemi
la commissione delle Comunità Europee?
Risposta
Per l'attività economica europea è molto importante che le società siano oggi in grado
di vendere e collaborare sulle reti mondiali. Oggi vediamo una crescita molto rapida di
quello che possiamo chiamare commercio elettronico, che vede svolgere transazioni
commerciali, ma che inizia e finisce su Internet e sulle reti associate. Restano dei
problemi da risolvere; forse le soluzioni tecniche ci sono ma alcune realizzazioni di
queste soluzioni tecniche devono essere perfezionate. Dobbiamo garantire un sistema
coerente che in Europa protegga le informazioni riservate e assicuri ai clienti delle
società la validità delle transazioni, che dia garanzie al cliente e al fornitore di
beni e di servizi. La discussione su alcuni di questi problemi è in realtà molto
difficile sia dal punto di vista politico che da quello amministrativo. E' necessario
introdurre nuovi meccanismi a livello europeo e mondiale per la sicurezza delle
transazioni di pagamento sulle reti. Vediamo che negli Stati Uniti sono stati fatti grandi
passi avanti per garantire che queste transazioni siano riservate e convalidate, anche se
le soluzioni che sono emerse lì non sono necessariamente di facile applicazione nel
mercato europeo: qui abbiamo molte lingue diverse che devono essere considerate in questi
meccanismi di transazione: non possiamo svolgere tutte le transazioni in inglese; molte
piccole imprese vorranno concludere le transazioni nella lingua abituale delle loro
trattative. I sistemi bancari e di pagamento devono essere coerenti nel mercato europeo
unico, e c'è ancora della strada da fare, ma crediamo fermamente che le soluzioni si
possano trovare e che si possano trovare in tempi molto brevi.
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