INTERVISTA:
Domanda 1
Vorremmo da Lei, per cominciare, una definizione di multimedia e di interattività.
Risposta
Esistono tre concetti diversi di multimedia. Il primo e il più semplice si riferisce ad
un insieme composto di testo, immagini - sia ferme che in movimento -, ed audio; in base a
questa definizione, naturalmente, anche il cinema e la televisione sono multimediali. La
seconda definizione di multimedia si riferisce a un contenuto trasmesso su diversi tipi di
rete, pertanto un contenuto multimediale è un contenuto trasmesso su una rete di
computer, una rete di telecomunicazioni, o una rete televisiva. La terza definizione di
multimedia è quella di un medium che combina le forme tradizionali di testo, film, e
suono con varie forme di immagazzinamento e manipolazione dati su computer. La definizione
di interattività è più semplice: una comunicazione interattiva è una comunicazione in
cui il destinatario della comunicazione può mandare dei messaggi a chi dà origine alla
comunicazione. Ci sono naturalmente diverse forme di interattività, dalla telefonata,
dove i partecipanti alla comunicazione sono sullo stesso livello, ad altre, come, ad
esempio, la maggioranza dei cosiddetti servizi di televisione interattiva, dove la
quantità di informazione mandata al mittente è una frazione molto piccola di quella
ricevuta. Una ulteriore definizione di interattività è legata all'interazione di utente
ed interfaccia di computer. In altre parole, si interagisce con un programma, con una
macchina, e il grado di interattività è proporzionale alla possibilità di manipolare
l'informazione che si riceve.
Domanda 2
E quali sono i problemi da affrontare se vogliamo offrire alle persone l'opportunità di
usare la nuova tecnologia, le nuove reti, e i servizi ad essa associati?
Risposta
Per quanto riguarda l'accesso a nuove tecnologie penso che, da un punto di vista storico,
è semplicemente utopico pensare che tutti avranno da subito la stessa possibilità di
accedere alle nuove tecnologie. Questo non è mai successo con le tecnologie del passato,
perché dovrebbe verificarsi con la tecnologia informatica? In ogni caso, ci sono tre tipi
di uso ed accesso di cui ritengo si debba tenere conto; in primo luogo l'accesso alle
reti, dove contano aspetti come la quantità di case o individui che hanno accesso alla
rete telefonica, che sarà la base di molti nuovi servizi, o la quantità di gente che ha
accesso ad un personal computer. Sappiamo che la diffusione di personal computer, almeno
in Europa, è ancora ad un livello molto basso se paragonato a quella del telefono e ad un
livello ancora più basso se paragonato alla disponibilità di televisioni. La questione
diventa, quindi: intendiamo sovvenzionare, per ragioni di politica generale, l'acquisto e
l'installazione di personal computer? La seconda questione riguarda il tipo e la quantità
di contenuto a cui si ha accesso. Questa questione dipende da quantità di contenuti che
sono controllati dalle leggi del mercato; in altre parole, da chi è in grado di
pagarseli. Dobbiamo riconoscere il fatto che l'accesso alla maggior parte di beni e
servizi nelle nostre economie è influenzato dal reddito; la gente non ha lo stesso grado
di accesso a nulla nella nostra società. Perché dovremmo dare per scontato che debbano
avere lo stesso grado di accesso alle informazioni, o, meglio, perché abbiamo bisogno di
giustificare il fatto che non ce l'abbiano? Può darsi che una risposta a ciò possa
essere il rendere alcuni servizi gratuiti oppure sovvenzionarli pubblicamente. La terza
questione, e quella che viene maggiormente trascurata, è quella delle competenze
necessarie per accedere alle informazioni, e l'esempio classico è quello della
alfabetizzazione. E' possibile accedere a servizi basati su testi solo se si è
alfabetizzati. Fino a poco tempo fa, in tutte le società, anche in Europa, il problema
fondamentale era l'alfabetizzazione, un problema che è stato affrontato attraverso
l'istruzione. Ma un altro insieme di competenze che sono distribuite in maniera diseguale
in base a classe, età, e sesso nelle nostre società, sono quelle necessarie all'uso dei
personal computer, alla comprensione dei linguaggi di programmazione, e così via. Far sì
che tutti abbiano queste competenze è, in ultima analisi, una questione di istruzione.
Domanda 3
Può darci la sua opinione per ciò che concerne l'impatto della nuova tecnologia sui
problemi economici e politici?
Risposta
A mio parere, l'impatto della tecnologia sulla politica o sull'economia viene esagerato.
La tecnologia non è, a mio parere, determinante in quanto è legata a fattori politici ed
economici. Facciamo l'esempio della politica: ci sono molte persone che ritengono che
Internet e i servizi informatici del genere aumenteranno il grado di democrazia perché
renderanno le informazioni disponibili a tutti, renderanno facile ed economico per tutti
partecipare e dibattere, e che questo servirà a creare una democrazia ideale dove i
cittadini partecipano pienamente ed attivamente. A mio giudizio si tratta di una grossa
sopravvalutazione delle possibilità offerte dalla rete informatica. Gli ostacoli maggiori
alla democrazia sono il livello di istruzione, il tempo disponibile per partecipare ai
dibattiti, il diverso peso delle varie élite politiche. E, ancora, credo che la
tecnologia informatica non avrà una influenza significativa su questi fattori. L'altra
faccia della medaglia, naturalmente, è che queste tecnologie e il loro uso sono esse
stesse soggette a delle lotte, che sono in parte politiche ed in parte economiche, tra chi
le vuole usare per scopi di mercato e chi desidera usarle per i servizi pubblici o a
beneficio del pubblico. Questo conflitto oppone - così come altri conflitti nelle nostre
società -, quelli che danno la priorità alle esigenze del mercato e quelli che danno la
priorità alle esigenze del servizio pubblico. Il problema si ripropone nel caso della
televisione, della stampa, o di qualsiasi tecnologia legata alle informazioni. Pertanto,
per quanto riguarda i risvolti economici della tecnologia informatica, ritengo che sia
necessario operare una prima importante distinzione. Generalmente si dà per scontato, nel
dibatto sull'impatto delle nuove tecnologie comunicative e su Internet, che la questione
del mercato e dell'uso delle informazioni da parte dei cittadini debba essere affrontata
nello stesso modo in cui si affronta il caso, per esempio, della televisione. In realtà,
la tecnologia informatica e i nuovi sistemi di comunicazione vengono usati prevalentemente
all'interno dell'economia stessa come parte del sistema produttivo. La spesa maggiore per
le comunicazioni, il più grosso uso di servizi Internet, avviene all'interno della
produzione e la spesa è sostenuta dalle grandi aziende, e l'uso domestico dei media
tradizionali e di Internet è una percentuale relativamente piccola di questa spesa. Il
risultato, naturalmente, è che la maggior parte della progettazione e dello sviluppo
delle reti informatiche e dei servizi ad esse associati - prendiamo l'esempio di Internet
-, tengono conto delle esigenze delle aziende. Questo era vero anche per la rete
telefonica. La forma di servizio telefonico usata nelle case è stato un sottoprodotto
parassitario del servizio telefonico aziendale; non è mai stato remunerativo, e continua
a non esserlo. Circa il 90% degli introiti delle grosse compagnie di telecomunicazioni
deriva dal settore aziendale. Lo stesso è probabilmente vero per altri settori. Pertanto,
a mio modo di vedere, la discussione sull'impatto economico delle nuove tecnologie
riguarda principalmente l'impatto sull'economia aziendale, e non, principalmente,
l'impatto sulla sfera pubblica o sul consumo domestico di informazione. Per quanto
riguarda l'uso domestico delle informazioni, o l'uso da parte dei normali cittadini di
queste tecnologie nella loro vita di tutti i giorni, la questione rimane la seguente:
quale equilibrio esiste tra i servizi o le tecnologie che possono essere resi disponibili
e i soldi disponibili per pagarli, sia che questi soldi vengano dai redditi relativamente
limitati di individui e famiglie, sia che derivino dal finanziamento pubblico, sia che
derivino dalla pubblicità? Da questo punto di vista, sappiamo dall'esperienza storica che
la quantità di soldi che vengono spesi per i servizi informativi sono una percentuale
relativamente piccola della spesa totale, che non sta crescendo molto velocemente. Tutte
le proiezioni sull'espansione gigantesca dei media e dei servizi informatici non tengono
conto di questo e le loro stime sono, pertanto, molto esagerate.
Domanda 4
E cosa pensa sul futuro dei media tradizionali e sulla loro fusione: TV, radio e computer?
Risposta
Per quanto riguarda gli effetti dello sviluppo delle nuove tecnologie informatiche e di
comunicazione sui mass media tradizionali, penso che questi effetti o le predizioni su
questi effetti siano stati, anche in questo caso, molto esagerati. Prendendo l'esempio del
mercato statunitense -a dispetto del fatto che abbiamo un mercato praticamente saturo per
quanto riguarda la trasmissione via cavo o satellite di servizi audio-video, e a dispetto
del fatto che abbiamo una diffusione relativamente alta di personal computer e servizi
Internet -, le reti televisive nazionali hanno ancora il 60% dell'audience, la grande
maggioranza degli introiti pubblicitari, e i servizi alternativi offerti dalle pay-TV
hanno avuto poca diffusione. Non credo che la situazione quale è ora cambierà nel
prossimo futuro. Prevedo che tra dieci-quindici anni la maggior parte della gente
guarderà un numero relativamente limitato di canali televisivi, un po' di più di quelli
attuali, che il sistema di trasmissione sarà magari digitale e terrestre piuttosto che
analogico, ma che non saranno distribuiti attraverso Internet. Penso che le persone
leggeranno un numero limitato di giornali e riviste e che per quella data la maggior parte
dei servizi Internet fallirà dal punto di vista commerciale.
Domanda 5
L'ultima domanda è: cosa pensa dell'impatto della nuova tecnologia sull'informazione?
Risposta
Le nuove tecnologie interattive rendono potenzialmente possibile l'accesso ad una gamma
informativa più vasta, disponibile più liberamente ed economicamente per un gran numero
di persone. Tuttavia, penso emerga una difficoltà molto seria nel realizzare profitti in
questo settore, dal momento che la gente è riluttante a pagare per le informazioni.
Questo è il motivo per cui molti servizi informativi sono finanziati attraverso la
pubblicità. Anche in questo caso, non vi sono molti segnali di cambiamento. Nel mercato
aziendale, naturalmente, si verificherà una espansione dei servizi informativi
specializzati disponibili on-line per utenti di alto livello, disposti a pagare molto per
avervi accesso. Ma nel mercato generico, a mio parere, i bisogni informativi per cui la
gente è disposta a pagare sono relativamente limitati; questa è la ragione per cui c'è
molta insoddisfazione intorno ad Internet. La gente si mette in rete pensando che avrà
accesso a tutta questa bella informazione, e scoprono che è molto difficile da reperire.
C'è bisogno di competenze molto specializzate nella ricerca e nell'assimilazione delle
informazioni per poterle usare in modo efficiente. Molta di questa informazione è di
qualità molto bassa, e la gente scopre che i vantaggi che ricavano in termini di
informazioni non è proporzionale allo sforzo e al tempo impiegato per trovarle. Io non
sono uno di quelli che pensano che le nuove tecnologie, solo perché ci daranno computer
connessi al World Wide Web, cambieranno in modo significativo il modo di raccogliere,
ricercare, e metabolizzare informazioni nella società in generale. Chiaramente, in alcune
aree specializzate, renderà i servizi ad alto contenuto informativo, più globali e più
competitivi.
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