INTERVISTA:
Domanda 1
Signor Garcia, come autore di un romanzo ipertestuale dal titolo "Border line",
può spiegarci che rapporto esiste fra rete e frontiera?
Risposta
La rete è il contrario della frontiera. La frontiera contiene, separa; la rete unisce.
L'esistenza di questa rete universale che è Internet, rappresenta il sogno di ogni
immigrato, perché si può essere clandestino a propria discrezione.
Domanda 2
Esiste un'estetica dell'ipertesto?
Risposta
L'estetica dell'ipertesto è in costruzione: infatti prevale la bruttezza sulla bellezza,
per il momento. Ossia l'ipertesto, molte volte, tenta di ripercorrere strade della
narrativa o della testualità precedente, ma è inadatto. Invece in Internet ci sono
alcuni ipertesti ben riusciti insieme ad altri con una rude primitività, comunque
espressiva e molto gradevole.
Domanda 3
E' possibile darci una descrizione di come si costruisce un ipertesto?
Risposta
Per costruire un ipertesto, prima di tutto, bisogna avere un'idea ipertestuale. Questa
sembra un'ovvietà, però non è così. Ad esempio, se io prendo "Guerra e pace"
con la pretesa di trasformarlo in un ipertesto, il risultato sarà per lo meno
discutibile. Un ipertesto nasce se alla base c'è un'idea che implica o la simultaneità o
la differenziazione di percorsi, cioè elementi che sono diversi dalla sequenzialità
narrativa. Quanto descriverò adesso è, in linea di massima, il procedimento seguito da
uno scrittore; un uomo dell'immagine, un uomo del cinema o del video probabilmente procede
in un altro modo. Ossia questa che segue è una formula individuale che si riferisce
all'esperienza di una persona che viene dalla scrittura. Ho affermato che, alla base,
serve un'idea ipertestuale: il passaggio successivo è la trasformazione di quella idea
ipertestuale in una struttura. In questo caso la struttura viene prima della scrittura.
Non c'è la sequenzialità automatica che ordina la scrittura, quindi bisogna creare
l'ordine prima di farlo. Quindi normalmente si fa un grapho. Questa parola di origine
greca si utilizza in matematica per descrivere un certo tipo di modellistica, di
descrizione dei fenomeni. Ad esempio, il grapho più conosciuto è l'albero genealogico.
Il grapho serve a mettere in rapporto le diverse parti per riportarle su uno schema che
può diventare tanto complesso quanto si vuole. In genere si cerca di rendere un grapho il
più chiaro possibile proprio per evitare difficoltà inutili per il lettore. Fatto
questo, si vedono i ritmi e le interconnessioni, ossia la fine di ogni parte, che rapporto
hanno le scelte fatte dal lettore rispetto ai punti nei quali il lettore rientrerà nel
testo; in altri termini, le strade che aprono i links devono avere un loro stile, un
effetto particolare. Il passaggio successivo è la traduzione di tutto questo in un
linguaggio che lo renda ipertestualmente nel computer. Normalmente si utilizzano dei
linguaggi di programmazione. Una volta avvenuta questa traduzione per il computer, si
passa alla lettura sullo schermo e all'inserimento delle immagini. Di seguito comincia una
fase di collaudo sperimentale, quindi la fase in cui si cercano degli errori, che è
assolutamente naturale commettere. Il momento conclusivo è costituito dalla compilazione,
passaggio in cui si produce una copia del prodotto fruibile, utilizzabile dagli utenti.
Domanda 4
Signor Garcia, come si trova quindi un autore ipertestuale ad avere a che fare non più
con una narrativa di forma lineare, ma con una narrativa invece ipertestuale, quindi
strutturata in una maniera del tutto differente?
Risposta
La prima impressione che si ha, è di essere un bambino che si trova in un magazzino
assolutamente pieno di dolciumi. Ossia è una impressione di eccesso. Uno ha tanti
strumenti a disposizione, tante possibilità, tante cose che aveva sognato magari, che non
credeva possibile di realizzare e che invece adesso si può. Allora il rischio che si
corre è il barocco, ossia accumulare effetti e volere stupire con effetti speciali,
dimenticando l'asciuttezza del prodotto ben fatto, che, alla fine, adesso nell'ipertesto
come prima nel testo normale, costituisce sempre la carta vincente.
Domanda 5
Lei non pensa che un lettore di un testo ipertestuale possa perdersi senza recuperare il
senso drammatico della narrazione? Ossia, nel testo tradizionale ci sono certe situazioni
che devono avvenire molte volte in maniera tale da creare, come dire, un certo pathos in
una narrazione. Molti ritengono che la narrativa ipertestuale sia, da questo punto di
vista, quasi illeggibile o comunque non sia più narrativa. Lei che cosa ne pensa?
Risposta
Dipende dall'autore. Molti credono che sia il lettore a costruire il testo ipertestuale.
Non è così. Il testo ipertestuale è costruito dall'autore, quindi la capacità
narrativa è sempre quella dell'autore. Riprendendo l'esempio dell'effetto che può creare
la ripetizione di una situazione, nell'ipertesto non si può rendere nello stesso modo, ma
lo stesso effetto può essere proposto sotto altre forme: in uno degli ipertesti, ad
esempio, ho messo una nota che, cliccandola, presenta un'altra nota; anche questa può
essere cliccata, ed anche questa presenta un'altra nota, e così successivamente. E questo
è un effetto in ripetizione. Ossia nell'ipertesto si possono trovare anche degli effetti
che hanno un senso drammatico con un proprio ritmo.
Domanda 6
Che rapporto c'è fra la narrativa ipertestuale e certe avanguardie storiche, che, in
maniera diversa, hanno tentato di superare il limite della pagina scritta?
Risposta
A mio parere c'è un rapporto strettissimo. Se, ad esempio, riprendiamo l'
"Ulisse" di James Joyce, nel paragrafo nel quale tenta di fare la simultaneità
nel suono delle campane, siamo in presenza di un effetto ipertestuale prodotto per vie
sequenziali. Lo scrittore argentino Cortazar ha tentato di fare attraverso mezzi manuali
nei suoi libri, un effetto ipertestuale. Di questi ci sono diversi esempi. Anche Raymond
Queneau tenta di risolvere il problema di come si possa riuscire ad avere una
simultaneità nella narrativa. Esistono anche alcuni movimenti letterari d'avanguardia
che, in qualche modo, hanno cercato di superare il limite fisico della pagina cartacea. In
Italia il futurismo, in Spagna l'ultraismo, ad esempio, hanno sperimentato molto in questa
direzione, cercando di andare più in là della pagina per produrre una letteratura fatta
con azioni e con oggetti. Questo ovviamente ha un rapporto con la ipertestualità.
Comunque non bisogna cadere nell'errore di identificare l'avanguardia con la
ipertestualità, nel senso che l'avanguardia può trovare nella ipertestualità un modo di
esprimersi, ma non vuol dire che si limiti a questo. D'altro canto, nell'ipertesto è
possibile anche il classicismo.
Domanda 7
Qualcuno ha affermato che il vero ipertesto sia nato con Internet. Crede che Internet
possa stimolare o annullare la possibilità di creare ipertesti?
Risposta
Internet è stato preceduto da un progetto di Ted Nelson, un programmatore nord-americano.
Ted Nelson, con il suo progetto Xanadu, concepiva un grande ipertesto trasformato in
biblioteca e in magazzino delle conoscenze universali. Quindi, non è casuale che Internet
appaia come ipertesto, dal momento che è stato pensato come ipertesto, è stato scritto
come grammatica ipertestuale. Tuttavia l'analogia di Internet è piuttosto la grande
biblioteca. Questo non significa limitarlo alla biblioteca nel senso municipale del
termine, quanto alla biblioteca concepita Borges, ossia il luogo della conoscenza, il
luogo della memoria, il luogo anche della comunicazione. Invece il libro ipertestuale è
un'unità all'interno della biblioteca o, in altri termini, è uno dei tanti percorsi
presenti nella biblioteca.
Domanda 8
Allora, Signor Garcia, quali sono le prospettive future per l'ipertesto? Esiste una
narrativa ipertestuale in Italia? Ed è anche possibile un giorno arrivare all'idea di un
Oscar dell'ipertesto?
Risposta
In Italia, per il momento, c'è un embrione di narrativa ipertestuale, ma la stessa cosa
succede nelle principali lingue. Forse l'inglese è un po' più avanti, però neanche
tanto. In altre parole, si sta creando la letteratura ipertestuale. Diventa pertanto
naturale che ci sia un eccesso di testo per arrivare a un testo che abbia un senso
artistico. A mio parere ci vuole almeno un bel decennio perché si possa arrivare a un
Oscar o a un Nobel della letteratura ipertestuale; ossia gli attuali autori ipertestuali
stanno muovendo ancora i primi passi, almeno dal punto di vista dell'arte propriamente
detta.
Domanda 9
Un'ultima domanda, signor Garcia. Il suo ipertesto "Border line" può essere
definito un testo di avventura. Crede che l'avventura, in qualche maniera ricollegabile
all'idea di navigare in rete, possa divenire, all'interno della letteratura ipertestuale,
un elemento centrale, o c'è la possibilità, attraverso l'ipertesto, di svariare su
qualsiasi grande tema del romanzo internazionale?
Risposta
Devo confessare che mi sono un po' stancato del navigare e dell'avventura. Quindi adesso
sto lavorando ad un ipertesto, nel quale non ci sono percorsi alternativi o viaggi: c'è
un'implosione, ossia c'è una storia che implode su se stessa e trova diversi livelli di
realizzazione. Questa è anche un'idea da esplorare e da realizzare. Non so dove possa
portare. In questo momento tutti noi che scriviamo ipertesti, siamo affascinati dal fatto
che sappiamo come iniziare una certa vicenda, ma non prevediamo come possa finire perché,
per fortuna, non sono ancora nati i grammatici che stabiliscono le regole.
|
|